INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00428 presentata da CORSI HUBERT (DEMOCRATICO CRISTIANO) in data 19921022

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Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. - Per sapere - premesso che: nel marzo 1982, anche a seguito di un blitz della magistratura conseguente ad un esposto molto circostanziato di un familiare dei titolari, l'amministratore delegato dell'Industria manifatture Tessili Angiolo Paoletti (IMTAP) con sede a Castiglione della Pescaia, chiedeva l'ammissione alla procedura d'amministrazione controllata; la richiesta veniva accolta ed il 17 marzo 1982 il Tribunale di Grosseto nominava il professor Antonio Bandettini, commissario giudiziale. A quella data l'azienda occupava 431 operai, 211 impiegati, 109 lavoranti a domicilio ed operava nel territorio nazionale attraverso 33 filiali, 89 agenzie a cui facevano capo 214 rappresentanti e circa 1500 ditte individuali esclusiviste - per cui compreso l'indotto produttivo (uno scatolificio, numerosi ricamifici artigianali), la forza lavorativa impegnata nel ciclo produttivo e commerciale poteva valutarsi intorno alle 2000 unita'; il fatturato al 31 dicembre 1981 aveva superato 40 miliardi (attualizzati su base ISTAT sarebbero oggi circa 100 miliardi); nel settembre 1982, a seguito della dichiarazione giudiziale dello stato di insolvenza dell'IMTAP il ministro dell'industria nominava un commissario straordinario ai sensi e per gli effetti della legge Prodi sulle grandi azienda in crisi; il commissario straordinario "tento'" con risultati disastrosi il rilancio produttivo dell'azienda; nonostante il congelamento dello stato passivo previsto dalla procedura, la situazione peggioro' notevolmente, aggravata da comportamenti manageriali poco chiari che sfociarono anche in un'azione penale estinta per l'improvviso decesso del commissario stesso che, nel frattempo (giugno 1984) era stato sostituito dall'avvocato Bruno Pucci di Napoli; con la nuova gestione commissariale lo smantellamento dell'azienda gia' iniziato diviene sistematico fino alla consumazione delle stesse strutture, lasciate completamente prive della pur minima manutenzione e in stato di totale degrado; dal 1987 i giornali riportano notizie di trattative sempre sfumate ed il 27 luglio 1989 viene indetta una gara per l'aggiudicazione, dell'azienda, ma le offerte presentate non approdano ad alcuna conclusione; nel 1989 il commissario straordinario bandisce una nuova gara di cessione dell'azienda, ma le offerte presentate non approdano ad alcuna conclusione; l'unica cosa che pare aver costantemente funzionato in questa tristissima vicenda sembrano essere stati i compensi al commissario straordinario (circa 80 milioni l'anno), piu' rimborsi spese e costi accessori -: se non ritenga, dopo otto anni di inconcludenza che hanno condotto l'azienda al piu' completo disastro con danni enormi per il mancato rilancio produttivo ed occupazionale e per lo Stato (solo di cassa integrazione si sono superati i 40 miliardi), di sollevare l'attuale commissario dall'incarico; di disporre per una rigorosa indagine amministrativa intesa a fare piena e pubblica luce sull'attivita' e sulle eventuali irregolarita' ed abusi della gestione straordinaria; se non ritenga di assumere urgentemente le determinazioni opportune per verificare le residue possibilita' di rilancio produttivo ed occupazionale dell'azienda. (5-00428)
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