INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/30909 presentata da LA RUSSA IGNAZIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 20000718

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_30909_13 an entity of type: aic

Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: il giorno 7 marzo 2000 la giunta comunale di Codogno (Lodi) ha deliberato all'unanimita', con voto palese, di intitolare una via della citta' alla memoria di Sergio Ramelli, quale vittima dell'intolleranza politica; la motivazione di tale iniziativa concernente la toponomastica comunale, sulla scorta di quanto gia' avvenuto a Verona, risulta espressa dalle seguenti parole, che si riportano testualmente: '... perche' la vicenda di Sergio Ramelli debba restare a monito delle generazioni future in nome di una pacificazione nazionale che accomuni in un'unica pieta' i morti di un periodo oscuro della nostra storia nazionale, affinche' simili fatti non possano piu' accadere'; nonostante il chiaro spirito di 'pacificazione' della proposta non sono mancate nei giornali locali (che come e' noto danno molto spazio a ogni attivita' dell'ente locale) prese di posizione e immancabili polemiche che, ancorche' datate e frutto di un rituale scontato, hanno prodotto un ordine del giorno, contrario all'intitolazione della via, presentato da centrosinistra e Cdu nella seduta del consiglio comunale del 18 aprile 2000; nel predetto ordine del giorno si invitava la giunta di Codogno a revocare la delibera, adducendo motivazioni difficilmente riconducibili a quello spirito di pacificazione nazionale che ha animato l'operato dell'amministrazione; il consiglio comunale ha respinto il documento di centrosinistra e Cdu, riconfermando in tal modo la volonta' della maggioranza democratica di Codogno di intitolare una pubblica via alla memoria di Sergio Ramelli; peraltro, lo stesso consiglio comunale si esprimeva favorevolmente su un ordine del giorno, presentato da Forza Italia, che impegnava la giunta ad intitolare un'ulteriore via a Claudio Varalli, giovane di sinistra anch'egli vittima dei medesimi scontri politici, ad ulteriore dimostrazione che l'intento era inequivocabilmente quello di 'accomunare in un'unica pieta' i morti di un periodo oscuro della nostra storia'; il dibattito in merito si e' protratto ulteriormente, l'Amministrazione di Codogno ha ribadito il sincero intento dell'intitolazione, scevro di qualsivoglia desiderio di rivalsa, provocazione o nostalgismo; la prefettura di Lodi, cui e' subordinata l'autorizzazione in materia di toponomastica, raccoglieva a norma di legge il parere obbligatorio, ma non vincolante, della Societa' storica lombarda; la predetta Societa' storica lombarda, in data 12 giugno 2000, rilasciava per entrambe le intitolazioni il seguente parere negativo: 'Prescindendo dalla biografia delle vittime, non riteniamo che tragedie di una storia cosi' vicina possano condurre a denominazioni toponomastiche. Seguendo un orientamento consolidato consideriamo non sostenibile la proposta'; tale motivazione appare quantomeno discutibile, visto il pullulare di vie e strade di comuni italiani dedicate a personaggi della storia appena trascorsa: Aldo Moro, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Enrico Berlinguer e via di seguito. Personaggi forse imparagonabili biograficamente a Ramelli, per l'alto profilo politico ed istituzionale che rappresentano, ma che in ogni caso costituiscono l'evidente smentita 'dell'orientamento consolidato' di cui la Societa' storica lombarda si fa vanto. Altri esempi di persone meno note, a cui siano state intitolate pubbliche vie, sono, peraltro, documentabili in ciascun comune d'Italia; la motivazione appare peraltro, del tutto risibile ove si consideri che gia' da diversi anni, a Verona, per iniziativa di una giunta di Centrosinistra, una via e' stata intitolata proprio allo stesso Sergio Ramelli; il prefetto di Lodi, dottor Gorgoglione, in data 20 giugno 2000, ha negato l'autorizzazione alle intitolazioni deliberate dalla giunta comunale di Codogno, facendo proprio il pretestuoso parere della Societa' storica lombarda senza preoccuparsi di fornire ulteriori e piu' fondanti motivazioni e lasciando chiaramente intendere che l'unico precetto a cui si e' attenuto e' quello reso famoso duemila anni fa da Ponzio Pilato -: se non si ritenga censurabile il comportamento del prefetto di Lodi, da considerarsi come una vera e propria intromissione indebita in una materia che il legislatore ha inteso lasciare all'autonomia dell'Ente Locale, non competendo allo stesso prefetto un giudizio di merito sulle scelte di un'amministrazione; quali iniziative si intendano prendere per ripristinare e garantire la potesta' toponomastica dell'amministrazione comunale di Codogno; se non ritenga comunque opportuno invitare il prefetto ad un riesame della vicenda con una soluzione che non sia di pura trasposizione di un parere che anche ove autorevole non risulterebbe in nessun caso obbligatorio. (4-30909)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/30909 presentata da LA RUSSA IGNAZIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 20000718 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
ARMANI PIETRO (ALLEANZA NAZIONALE) 
BUTTI ALESSIO (ALLEANZA NAZIONALE) 
LANDI GIAN PAOLO (ALLEANZA NAZIONALE) 
PAGLIUZZI GABRIELE ANGELO (ALLEANZA NAZIONALE) 
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4/30909 
LA RUSSA IGNAZIO (ALLEANZA NAZIONALE) 

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