INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/30075 presentata da ASCIERTO FILIPPO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 20000602

Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: ad oltre un anno dalla sua costituzione - ma forse sarebbe meglio dire dal tentativo di costituzione - non e' ancora chiaro quali siano i compiti effettivamente svolti dall'ufficio per la garanzia penitenziaria (Ugap) all'interno del dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap), e dal suo direttore, ne' varrebbe obiettare, a difesa dello stesso, che formalmente l'ufficio non e' nella sua piena legittimita'; l'Ugap intrattiene una fluida e regolare corrispondenza con articolazioni centrali e periferiche del Dap, ma anche con istituzioni ed autorita' esterne al ministero della giustizia, fruendo di carta intestata ed avendo a sua disposizione locali molto ben sistemati presso il Dap, bene arredati ed attrezzati, per non parlare delle molte unita' di personale di cui puo' disporre, spesso destinate in servizio all'Ugap con modalita' d'assegnazione alquanto surrettizie e niente affatto formali; agli atti della direzione del Dap risultano provvedimenti a firma del direttore generale e del suo vice che attribuiscono a dirigenti dell'amministrazione penitenziaria funzioni di vice direttore dell'Ugap e di responsabile delle varie articolazioni in cui e' suddiviso l'ufficio, seppure tali cariche siano soltanto ipotizzate in provvedimenti al momento bloccati dagli organi di controllo (Ragioneria centrale presso il ministero della giustizia); di fatto, pero', se l'Ugap non esistesse non potrebbe ricevere, come invece riceve regolarmente, numerosi atti di delega all'indagine da parte di alcune autorita' giudiziarie, ne' potrebbe firmare o far firmare alla direzione generale ordini di servizio ed altri provvedimenti operativi che lo riguardano; l'Ugap e' stato ideato ed e' nato grazie alla condivisibile opinione che sarebbe stato utile dotare l'amministrazione penitenziaria di una sorta di servizio d'intelligence tale da metterla in condizione di conoscere e prevenire situazioni d'emergenza e di pericolo all'interno degli istituti penitenziari, ma anche per la tutela dei diritti dei detenuti, per garantire a tutti i reclusi, nonostante le diverse tipologie sociali, linguistiche, religiose e transnazionali, un equo trattamento e una migliore vivibilita', con il contemporaneo totale rispetto dei diritti del personale addetto alla loro sorveglianza, gestione e rieducazione; si riscontra, invece, che nulla di tutto cio' e' avvenuto; negli ultimi dieci mesi negli istituti penitenziari della Repubblica si e' verificato di tutto e in dimensioni tali da sfuggire a ogni controllo, tanto che difficilmente certe situazioni e fatti vengono ricordati dalla memoria dei piu'; basta esaminare gli articoli e servizi forniti dai mass-media per scoprire che all'interno delle carceri sono stati ritrovati telefoni cellulari nelle celle dei detenuti, ci sono state alcune evasioni (da Torino, Roma-Rebibbia, eccetera), molti suicidi (59 lo scorso 1999), diversi sequestri di agenti di polizia penitenziaria messi in atto da detenuti (vedi i casi di Parma e di Roma-Rebibbia) e financo situazioni di violenza con maltrattamenti ai detenuti (Bolzano, Roma-Regina Coeli), per non parlare dei tragici fatti accaduti a Sassari, tutte circostanze su cui l'Ugap avrebbe dovuto essere in grado di dire qualcosa e d'intervenire nel merito, ma cio' non e' avvenuto; l'ufficio in questione, invece, pare sia troppo occupato a gestire commissioni di studio, a dotarsi di tutto il personale che ritiene utile ed a proporre acquisti di autovetture degli iperbolici costi (tra l'altro spianando la strada ad amici concessionari d'auto di marca straniera ed agendo in modo tale da porli in posizione di vantaggio rispetto ad altri concorrenti all'eventuale concorso-appalto dell'amministrazione), per occuparsi anche di cio' che accade all'interno degli istituti penitenziari; l'Ugap dovrebbe esprimere pareri ponderati a vantaggio del direttore generale del Dap su alcune specifiche materie - quali ad esempio, la sicurezza negli istituti e dell'intero sistema - mentre in realta' esprime pareri su tutto, interferisce nel lavoro di tutti i Dap, si occupa in pratica di ogni cosa, senza assumersene la responsabilita'; il risultato ottenuto dall'Ugap, molto lontano dai proposti che ispirarono il ministro Oliviero Diliberto nell'immaginarne e disporne la costituzione, risultera' cosi' essere solo quello di un'invasiva presenza che ha contribuito a dare un volto truce a un'amministrazione che, per sua intriseca natura, non ha bisogno di atteggiamenti caporaleschi, bensi' di forti sottolineature della ricchezza di professionalita' esistente al suo interno e tra il suo personale, valenze che vanno aiutate e supportate ogni giorno di piu', con maggiore cura ed attenzione nel muoversi su un piano di sempre piu' intensa ed evolutiva integrazione della societa', con le inevitabili ripercussioni che si riflettono sull'istituzione carceraria; alla luce dei fatti e considerato il palese immobilismo e l'inosservanza dei princi'pi istitutivi dell'ufficio del suo direttore -: se l'Ugap stia operando con legittimita', ovvero quale sia il provvedimento ancora da approvare, e da chi, per legittimarne la situazione, e se le sue funzioni attuali siano quelle disposte dal decreto istitutivo del direttore generale del Dap; quale giudizio esprime l'attuale Ministro della giustizia sull'Ugap e sulle competenze delegate al suo direttore; se non ritenga che l'Ugap abbia disatteso le aspettative a suo tempo formulate dal Ministro della giustizia Oliviero Diliberto; quali provvedimenti intenda assumere per ripristinare trasparenza e legalita' nella gestione dell'Ugap, eventualmente affidando all'ufficio ben determinati compiti e non altri. (4-30075)