INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/27318 presentata da RALLO MICHELE (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19991202

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_27318_13 an entity of type: aic

Al Ministro della sanita'. - Per sapere - premesso che: in data 18 novembre 1970, e' stata data pubblicita', a mezzo atto rogato dal notaio Carlo Raiti del distretto notarile di Roma, al testamento olografo della signora Emma Nasi nata a Trapani il 13 giugno 1881 e deceduta in Roma il 7 novembre 1970, erede dell'onorevole Nunzio Nasi; con tale atto sono stati lasciati all'ospedale civico Sant'Antonio di Trapani i seguenti beni: a) appartamento di circa 11 vani sito in Roma in Corso d'Italia n. 19; b) fondo rustico esteso ha 13,30 circa sito in Trapani, contrada Paneperso, gia' locato nel 1962 a tale Marino Leonardo; il lascito risultava gravato da: a) obbligo di corrispondere n. 2 rendite annue di lire 200.000 cadauna, rispettivamente, alle signore Rina Pantini e Maria Santini; b) obbligo della istituzione di un reparto dell'ospedale da intitolare alla memoria dell'onorevole Nunzio Nasi e possibilmente di Emma, Virgilio ed Emilia Nasi; c) obbligo della manutenzione della Cappella della famiglia Nasi sita nel cimitero di Trapani; in caso di mancato adempimento o rinuncia era stabilito che il lascito passasse alla biblioteca Fardelliana di Trapani; nel testamento era contenuta anche la "viva raccomandazione", rivolta all'ospedale e/o alla biblioteca Fardelliana, "di non alienare" l'immobile oggetto del lascito, nel sottinteso intendimento che in tal modo venisse rispettato il desiderio dell'onorevole Nunzio Nasi di mantenerlo nella disponibilita' della collettivita' trapanese; l'eredita' e' stata accettata dall'ospedale civile di Trapani con delibera del 5 marzo 1971 resa esecutiva con l'atto rogato dal notaio Orbosue' in data 2 marzo 1973; nonostante in quella stessa delibera il consiglio di amministrazione dell'ospedale avesse deciso di intitolare all'onorevole Nunzio Nasi il reparto di isolamento del nosocomio non risulta, a tutt'oggi, che si sia data esecutivita' a quella deliberazione; nell'anno 1973 l'ospedale trapanese ha ceduto in locazione, per la durata di quindici anni, l'appartamento sito in Roma alla signora Ivana Kotnik in Veltroni; nel 1983 l'appartamento, che dopo il decesso della signora Kotnik ha continuato a rimanere nella disponibilita' della famiglia Veltroni, e' stato acquisito dal comune di Roma di cui, in quel momento, risulterebbe fossero consiglieri comunali il signor Walter Veltroni e la signora Franca D'Alessandro Prisco, sua suocera, che avrebbe anche rivestito la carica di assessore, con delega al coordinamento con le UU.SS.LL. da poco costituite; successivamente, l'appartamento, in seguito ad un complesso e poco chiaro meccanismo di successione, e' passato nella titolarita' della Usl (o forse, successivamente della Asl) di Roma; nel 1986 la Usl di Trapani, subentrata nella proprieta' all'ospedale Sant'Antonio, alla morte di Marino Leonardo, affittuario del Fondo Paneperso, ha inoltrato regolare disdetta del rapporto contrattuale al di lui figlio Marino Salvatore che riteneva di potere continuare, in successione, nella conduzione del fondo; l'impossibilita' di una composizione bonaria ha indotto la Usl n.1 di Trapani ad intraprendere la via giudiziaria per venire nel possesso del fondo, talche' nel 1990 ha conferito incarico in tal senso ad un professionista trapanese che, dopo qualche anno, lo ha declinato inducendo l'ospedale a trasferire il mandato ad altro professionista, l'avvocato Gino Bosco, che lo ha portato a termine felicemente come attestato dalla sentenza della Corte di appello - sezione agraria - di Palermo emessa in data 15 gennaio 1999; nessuna azione, invece, risulta sia stata intrapresa dall'ospedale civico di Trapani, prima, e dalla Usl n. 1, dopo, per ritornare in possesso dell'immobile sito in Roma che, si presume, sia ancora di proprieta' della Usl (o Asl) romana; la questione relativa alla locazione o dismissione di immobili di proprieta' di enti statali a favore di uomini politici e' tema di grande attualita' che si innesta in quello della moralizzazione della vita pubblica :- ad avviso dell'interrogante e' necessario appurare, nelle sedi proprie, le seguenti circostanze: quale singolare coincidenza abbia consentito all'ospedale trapanese di cedere in locazione, per la durata di anni quindici, alla signora Kotbik in Veltroni l'appartamento sito in Roma, oggetto della eredita' Nasi e quali condizioni hanno regolato quella locazione; se e quale ruolo abbia giocato nella vicenda il signor Valerio Veltroni che all'epoca dei fatti era segretario provinciale del PCI a Trapani e la cui moglie Valeria Nardoni era corrispondente da Trapani del giornale L'Ora, edito a Palermo, cui l'ospedale avrebbe commissionato in esclusiva la pubblicazione dell'avviso volto alla locazione dell'immobile romano; se non ritenga singolare e strano il fatto che per pervenire ad una locazione di un immobile sito in Roma l'ospedale si sia affidato ad un quotidiano edito a Palermo, che nella capitale era, forse, diffuso con una decina di copie; quale procedura abbia permesso al comune di Roma, nel 1983, di venire in possesso dell'appartamento e di trasferirne, successivamente, la titolarita' alla Usl (ora Asl) di Roma; se e quale ruolo abbiano avuto nella vicenda il signor Walter Veltroni, all'epoca consigliere comunale di Roma, e la signora Franca D'Alessandro Prisco, suocera del Veltroni, anche lei, all'epoca dei fatti, consigliere comunale ed assessore del comune di Roma, con delega al coordinamento con le UU.SS.LL; se la Usl (oggi Asl) di Roma sia tutt'oggi titolare della proprieta' dell'immobile di cui trattasi e se, in tal caso, ne sia ancora locatario un qualsiasi membro della famiglia Veltroni ed a quali condizioni; se, in caso diverso, la Usl (oggi Asl) di Roma, contravvenendo alla raccomandazione testamentaria, avesse alienato la proprieta' dell'immobile, a favore di chi lo avrebbe fatto ed a quali condizioni: se i fatti esposti siano veri e se il Governo ne sia a conoscenza; quali controlli siano stati compiuti da parte degli organi competenti circa la gestione del patrimonio immobiliare dell'ospedale Sant'Antonio di Trapani; se, in particolare, risultino esservi state carenze, irregolarita' o illegittimita' relativamente alla gestione del patrimonio immobiliare dell'ente e se vi sia stata una omessa valorizzazione di tale patrimonio rispetto al perseguimento delle finalita' istituzionali e alla conseguente utilizzazione delle entrate proprie dell'ente - tra le quali vanno sicuramente ricompresi immobili pervenuti a seguito di legato testamentario - per il conseguimento di tali obiettivi; se, in particolare, a seguito delle vicende suesposte e della mancata destinazione degli immobili citati al perseguimento delle finalita' di istituto dell'ente, risulti che vi sia stata una omessa o incompleta esecuzione della delibera del Consiglio di amministrazione dell'ospedale Sant'Antonio di Trapani adottata nel 1971, in assolvimento ad una precisa clausola del testamento della signora Emma Nasi; se sia stato o meno intitolato al nome dell'onorevole Nunzio Nasi il reparto di isolamento del nosocomio in oggetto; se consti che in relazione all'esecuzione delle disposizioni testamentarie vi siano state controversie in sede giurisdizionale e quale esito esse abbiano avuto; quali iniziative di propria competenza, in una vicenda come quella esposta, siano attivabili, affinche' l'ospedale civico di Trapani possa tornare nel pieno e legittimo godimento del bene secondo la volonta' della defunta Emma Nasi, o quanto meno, tale ente non debba subire dall'intera vicenda danni di natura economica e patrimoniale. (4-27318)
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