. "Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri del tesoro, bilancio e programmazione economica, dell'industria, commercio e artigianato e del lavoro e previdenza sociale. - Per sapere - premesso che: l'Alcoa Italia Spa ha rilevato a vantaggiose condizioni contrattuali l'alluminio di Stato (Alumix) dall'Efim nel 1996 (commissario liquidatore Carlo Alberto Predieri): la cifra prevista dal contratto di compravendita era di lire 442 miliardi 114 milioni 160 mila lire, decisamente inferiore alle offerte presentate da altri concorrenti (Alcan-Penchiney-Metra-Cibafim). E di questa cifra a distanza di tre anni si deve ancora accertare, al di la' delle assicurazioni dell'Alcoa, il corrispettivo effettivamente versato. Tali condizioni di favore vennero accordate all'Alcoa sulla base di supposti impegni a mantenere i livelli occupazionali esistenti al 1996, pari a 2.701 unita', per almeno cinque anni; la multinazionale Alcoa in espansione in Europa ha annunciato esuberi strutturali e avviato licenziamenti in alcuni importanti siti come quello di Rho a partire gia' dai primi mesi del 1998; ha chiuso una decina di centri vendite e laminati, sta procedendo in questi giorni alla vendita di un immobile prestigioso sito in Novara (progettato dall'architetto Renzo Piano), immobile ricevuto dallo Stato a costo zero, grazie agli impegni occupazionali presi a suo tempo al momento del passaggio da Alumix ad Alcoa, mentre oggi sta rivendendo allo stesso Stato tale immobile per dieci miliardi, senza preoccuparsi del personale dipendente che vi lavora come centro di ricerca; ha promosso \"recessioni consensuali\" (un eufemismo che significa espulsione di forza lavoro dietro miseri incentivi: ovvero un autentico ricatto), trasferimenti e le cosiddette \"novazioni\" (anche qui in modo coercitivo obbligando impiegati a svolgere mansioni di operai dietro la minaccia del licenziamento); il 15 gennaio 1999 all'incontro annuale con le organizzazioni sindacali ha annunciato le eccedenze strutturali di 400 unita' e nello stesso tempo, in alcuni siti, ad esempio Rho, aveva gia' proceduto ad atti unilaterali con il licenziamento di 19 dipendenti; nel contenzioso in corso davanti al giudice del lavoro di Milano per questi licenziamenti, inspiegabilmente a distanza di un anno non si e' mai passati alla fase dibattimentale a causa dei continui rinvii sollecitati da azienda e sindacati; si e' giunti cosi' ad una concessione strappata coercitivamente ai lavoratori che dal licenziamento sono passati in cassaintegrazione nonostante le sbandierate garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali che sarebbero state sottoscritte dall'Alcoa al momento dell'acquisto; il 30 giugno 1999 presso il ministero del lavoro, incomprensibilmente le organizzazioni sindacali hanno firmato con la multinazionale un accordo che prevede la cassintegrazione per 433 unita' e la mobilita' per 292 e sarebbe opportuno sapere se sia stato emanato un decreto a tale proposito dallo stesso ministero; nella comparsa depositata dall'Alcoa presso il Tribunale del lavoro di Milano si afferma con assoluta sicurezza che nel contratto di acquisto dell'Alumix firmato il 1^ aprile 1996 in realta' non e' stata sottoscritta alcuna garanzia formale per la salvaguardia dei livelli occupazionali, come invece e' stato innumerevoli volte proclamato dal commissario liquidatore, da esponenti governativi e dalle stesse organizzazioni sindacali per giustificare il trattamento di favore, se non la vera e propria regalia, accordato alla multinazionale americana nella cessione dell'Alluminio di Stato; nel contratto di compravendita era prevista una penale di quarantamila dollari per ogni occupato in meno, mentre nel recente accordo che prevede il ricorso alla mobilita' e alla cassintegrazione non vi e' traccia di questo onere per Alcoa; questa \"dimenticanza\" corrisponde ad un ulteriore regalo di circa 20 miliardi elargito all'Alcoa Spa, di fronte invece ai costi umani che si devono sobbarcare i lavoratori e a quelli finanziari che gravano su tutta la collettivita'; non vi e' traccia degli investimenti produttivi pari a 125 milioni di dollari previsti nel contratto di compravendita: \"investimenti\" che secondo le denunce dei lavoratori finora si sono limitati ad operazioni di maquillage per il rifacimento di marciapiedi, arredi e uffici; l'Alcoa fa ricorso al \"Restricted Work\" per far si' che gli operai infortunati possano essere \"invitati\" (coercitivamente) a restare in fabbrica a disposizione dell'azienda cosi' da mascherare la reale percentuale degli infortuni, cosa questa che ha determinato la recente restituzione all'Alcoa, da parte dell'Inail, di un miliardo di premi gia' pagati; nel contratto di cessione dell'Alumix ad Alcoa e' stato graziosamente compreso anche un complesso immobiliare di circa 15 ville a titolo del tutto gratuito per la multinazionale acquirente: una villa settecentesca a Mogliano Veneto e 14 ville a Porto Paglietto-Porto Scuso Cagliari (per un valore stimato intorno ai 25 miliardi); a totale e proprio esclusivo vantaggio l'Alcoa ha ereditato anche tutti i crediti maturati da Alumix lasciando tutti i debiti (pari 1.200 miliardi circa) all'Efim; l'Almax di Mori (Trento), di proprieta' dell'Efim, priva della vendita all'Alcoa insieme al comparto dell'Alluminio di Stato, aveva ottenuto un finanziamento pubblico di 100 milioni che sarebbero stati introitati solo lo scorso anno e quindi a totale beneficio delle casse Alcoa; di fatto, li' dove i rapporti sindacali assumono atteggiamenti di forte contrapposizione nei confronti della politica aziendale, vengono estromessi dei rappresentanti dei lavoratori; infatti a Rho e' avvenuto il licenziamento del rappresentante sindacale delle Fim-Cisl signor Franco Stucchi, la messa in cassa integrazione della dottoressa Lorella Pepicelli rappresentante della Fiom-Cgil e a Fossanova la non trasformazione del contratto a tempo indeterminato proprio del primo eletto della Fiom-Cgil signor Gabriele Lanzuisi, nonostante che questi avesse gia' svolto un anno di Cfl e un altro a termine. Durante il primo anno di Cfl, tra l'altro, sempre a Fossanova, era stata disattesa la parte formativa come prevista dal progetto che la stessa Alcoa aveva presentato alla commissione regionale per l'impiego, pena la sua nullita' e la conseguente trasformazione di tutti i Cfl a contratto a tempo indeterminato, fin dalle sue origini, come previsto dalle vigenti leggi sul Cfl e oggetto di un ricorso presentato al Tribunale di Latina - Sezione Lavoro -: se sia vero quanto esposto in premessa; quale sia il piano industriale consegnato da Alcoa Spa a Governo e organizzazioni sindacali prima che fosse concesso il ricorso alla CIGS liberando di fatto l'Alcoa da ogni impegno e responsabilita' scaricando tutti gli oneri sui contribuenti; come sia stata eventualmente iscritta nei bilanci Alcoa la cifra corrispondente al finanziamento pubblico di 100 milioni; come mai non siano stati rispettati gli accordi verbalizzati il giorno 22 gennaio 1996 in Roma presso la sede dell'Intersind fra le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, l'Alcoa Italia Spa e l'Efim in liquidazione, che prevedevano, fra l'altro, di sviluppare un rapporto positivo fra l'Alcoa e le organizzazioni sindacali; come sia avvenuto che l'Alcoa, sempre a Fossanova, dopo queste illegittime non conferme e l'avvio della cassa integrazione, abbia potuto procedere a nuove e numerose assunzioni di tipo interinale e definitive; ancora, pur avendo reparti di verniciatura e ossidazione, abbia soppresso dei turni di lavoro per aumentare la esternalizzazione a costi maggiori, affidando questo compito ad aziende legate ad alcuni dirigenti Alcoa alle quali viene fornito, dall'Alcoa stessa, tutto il materiale d'imballaggio e il trasporto. Questa esternalizzazione infatti, nel solo stabilimento di Fossanova nel 1997 fu pari a 560 milioni, nel 1998 e' stata di circa 1.500 milioni e nei primi mesi dell'anno in corso aveva gia' superato la cifra dell'anno precedente. E' facile perci.f0 prevedere che per la fine di questo anno il lavoro dato in esternalizzazione superera' certamente quello svolto nell'interno dell'azienda stessa a scapito di molti operai e a sicuro beneficio di poche persone, che oggi sono dirigenti Alcoa ma che ieri erano dipendenti Alumix e quindi dello Stato; se non si ritenga opportuno - anche di fronte a diverse iniziative parlamentari su tale questione - offrire circostanziati elementi di conoscenza in merito alle gravi questioni sollevate. (4-27152)" . . "0"^^ . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/27152 presentata da CANGEMI LUCA ANTONIO (MISTO) in data 19991124"^^ . "2014-05-15T12:28:30Z"^^ . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/27152 presentata da CANGEMI LUCA ANTONIO (MISTO) in data 19991124" . "CANGEMI LUCA ANTONIO (MISTO)" . "19991124-" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . . . "4/27152" .