. . . . _:Bea4aac8ac23fa95fb365ba3129977ee3 . "19991022-20000712" . "GASPARRI MAURIZIO (ALLEANZA NAZIONALE)" . . "4/26364" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/26364 presentata da GASPARRI MAURIZIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19991022" . "1"^^ . "2014-05-15T12:24:26Z"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/26364 presentata da GASPARRI MAURIZIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19991022"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "Al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. - Per sapere - premesso che: l'evoluzione gestionale della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania (poi Carical S.p.A., oggi inglobata in Carime S.p.A.) e' stata contrassegnata, sin dall'epoca del commissariamento, da episodi e situazioni non sempre trasparenti e fino al punto di giungere alla frantumazione della direzione generale, da sempre con sede in Cosenza, attuata attraverso il trasferimento dei servizi piu' qualificati presso la sede di Bari e con effetti organizzativi che ancora, a distanza di circa un anno dal trasferimento, si conclamano particolarmente onerosi ed organizzativamente critici per tutti e tre i divisionali della Banca Carime (Carical-Caripuglia-Carisalerno). Se la gestione decennale effettuata dalla Cariplo sulla dissolta Cassa di Risparmio possa risultare non convincente rispetto agli impegni originari di risanamento e rilancio, e' dato anche dal fatto che l'evoluzione economica rilevata dai bilanci nel corso del primo decennio palesa un susseguirsi costante di perdite che, sorprendentemente, dopo la definitiva cessione del capitale pubblico al socio Cariplo, assume invece una costante di risultati positivi, mentre il personale che vi ha contribuito, di tali risultati non viene reso assolutamente partecipe; tutto questo avviene senza che vi sia mai stato, nel corso di dieci anni, il tanto decantato apporto professionale, senza che sia stato rimosso lo stato di incertezza e di malcontenti che serpeggia ancora pesantemente tra il personale e senza contribuire mai al rilancio della sofferente economia locale con iniziative mirate; infatti, l'azione degli attuali amministratori della Carime ancora oggi appare tutta protesa alla riduzione dei costi del personale ed alla contrazione creditizia in Calabria, cosa questa assolutamente seria e grave, trattandosi di una banca, la Carime, che nel sistema del credito regionale ha una dimensione tanto preponderante da consentirle di agire in maniera quasi monopolistica. L'effetto negativo gia' conclamatosi peraltro e' quello di concorrere a \"rinsecchire\" le poche attivita' locali le quali affannano e soccombono per l'elevato costo del denaro, oltre che per farraginosita' burocratica nell'esercizio del credito bancario, farraginosita' che si e' insinuata pericolosamente nella caotica organizzazione di Carime; infatti, chi pervicacemente ha voluto abbattere il costo del personale in maniera tanto traumatica avrebbe dovuto prioritariamente monitorare e correggere ben altre cause che sono all'origine delle conclamate difficolta': la trascorsa politica delle assunzioni e di favori elargiti anche a figli e parenti di amministratori; l'assegnazione di commesse ad imprese solo del nord per l'acquisto di macchine e mobili necessari all'attivita' quotidiana oltre che per la manutenzione dell'apparato tecnologico della banca; la politica delle partite incagliate connesse a quelle in sofferenza, si consideri anche che i bilanci aziendali di esercizio sono stati chiusi per lo piu' in perdita, mentre solo dopo la conquista di tutto il pacchetto azionario si profilano, sorprendentemente, positivi risultati reddituali; il contenimento della politica degli investimenti nel territorio, cui si e' preferito in molti casi il finanziamento di societa' del nord, l'attivita' finanziaria come l'interbancario e la vendita di prodotti finanziari ed assicurativi offerti da societa' e brokers di altre regioni; la contrazione della operativita' della banca calabrese imposta dal management per coniugare sul territorio meridionale la coesistenza di tutti gli sportelli e di tutte le attivita' facenti capo al gruppo Cariplo prima ed Intesa oggi per cui, in assenza di una intelligente politica di autonoma espansione della Carical, si e' determinata una eccedenza dei costi di gestione risolta, anche questa, con l'improvvido abbattimento del costo del lavoro; la politica del credito esercitato in alcuni casi in maniera clientelare e con elevata concentrazione di rischio e che ha portato, nel recente passato, ad un elevato monte di sofferenze; a fronte di tutto questo, il personale della banca osserva, tra l'altro, con amarezza, i trattamenti tutt'altro che austeri del management, l'andirivieni costante di una nutrita schiera di consulenti con appannaggi di molte decine di milioni per la elaborazione di onerosi progetti cui non e' seguita, quasi mai, alcuna fase attuativa; tanto dispendio di mezzi e di risorse finanziarie, troppo spesso privi di risultati concreti se non addirittura dispersi in maniera inconcludente, appare quantomeno stridente con i sacrifici retributivi gia' imposti ai lavoratori (abbattimento del 20 per cento delle retribuzioni a fine 1996) ed altri si profilano ancora all'orizzonte delle trattative sindacali, mentre la disorganizzazione della banca, ormai cronica, pare aggravarsi a seguito della incomprensibile ed antieconomica frantumazione della direzione generale Carime; acquista percio' consistenza l'opinione secondo cui il processo fin qui evolutosi nel decennio di gestione bancaria da parte della dirigenza lombarda sia stato contrassegnato da una politica prevalentemente finanziaria che ha soddisfatto soprattutto gli interessi di quelle banche del gruppo le quali, hanno occupato i vertici della banca meridionale con propri dirigenti del nord Italia, Cariplo soprattutto; insomma i vantaggi hanno riguardato tutti meno il divisionale Carical ed il suo territorio: la dirigenza che si e' susseguita nel corso degli anni a spese del bilancio Carical e con fulminee progressioni di carriera; la schiera dei consulenti che ne ha tratto consistenti remunerazioni e senza che alcun innovativo progetto di rilancio sia stato mai attuato; le aziende fornitrici del nord che hanno fruito di numerose commesse successivamente subappaltate a ditte del sud attrezzate sul territorio; la Cariplo che, attraverso la politica finanziaria attuata in Carical ha attinto risorse importanti dal risparmio locale e dalla gestione delle tesorerie e conseguentemente ha avuto la possibilita' di rafforzare in maniera significativa la propria condizione economica fino al punto di offrire possibilita' lavorative che, pero', sono rimaste circoscritte tutte al centro e al nord del Paese, mentre la Calabria ne e' rimasta esclusa; e' assolutamente sconcertante rilevare, per l'appunto, come in questo momento storico contrassegnato da particolare sofferenza sociale in Calabria, che la Cariplo, facente parte dello stesso gruppo che ha prodotto i gradi piu' elevati della dirigenza Carical prima e di Carime ora, che dichiara il peso di un consistente numero di esuberi, possa procedere da tempo alla sistematica assunzione di personale, tra cui i figli e nipoti degli stessi dirigenti della banca lombarda e con una cadenza addirittura mensile per molte decine di persone, tra le quali figura assunto, a quanto risulta all'interrogante, con funzioni dirigenziali, persino il rampollo di un ex ministro della Repubblica ed autorevole esponente del centrosinistra, mentre per la Calabria sono anni ormai che l'offerta di lavoro da parte del gruppo bancario e' assolutamente inesistente; le aspettative, tuttavia, erano e restano ancora quelle relative ad una energica azione di rilancio economico della banca meridionale, che preveda lo sviluppo del credito in maniera corretta ed articolata, l'istituzione di settori di consulenza per il credito agevolato e per il finanziamento pubblico alle imprese oltre che l'intervento diretto della banca per il sostegno delle attivita' provviste di ingegnosita' imprenditoriale e potenzialita' economiche -: se e quanto tempo ancora debba protrarsi l'indirizzo finanziario della Carime che tanto penalizzante si e' gia' dimostrato per la Calabria; se risponda al vero che permane una sostanziale diversita' di condizioni e trattamenti economici tra il divisionale ex Carical e la Cariplo, che pure ha avuto ed ha tuttora rilevanti responsabilita' gestionali nella banca Carime, basti pensare che quest'ultima contribuisce alla crescita del gruppo con significativi flussi finanziari dalla Calabria, tali da consentire alla consorella Cariplo di effettuare sistematicamente centinaia di assunzioni attinte dall'area centro-nord e di queste sarebbero decine a cadenza mensile; se risponda al vero che la Cariplo, utilizzando un impegno sindacale di assunzioni di figli di lavoratori di ex Carical, deceduti in costanza di rapporto di lavoro, abbia preferito assumere soltanto un numero esiguo di costoro ed implementare poi il numero delle assunzioni con personale esterno, originario del centro e del nord Italia tra cui parecchi dirigenti e sindacalisti della Cariplo; se nel pacchetto delle assunzioni sia stato inserito il figlio di un ex ministro della Repubblica ed autorevole esponente del centrosinistra, direttamente con incarichi dirigenziali; quali siano le reali intenzioni programmatiche dei gestori Carime rispetto ad un effettivo rafforzamento autonomo della banca e quale impulso positivo essi intendano effettivamente dare per lo sviluppo economico della Calabria, regione che risulta essere oggi, in Europa, agli ultimi posti della produzione e detiene il non invidiabile primato della disoccupazione giovanile. (4-26364)" . _:Bea4aac8ac23fa95fb365ba3129977ee3 "Si risponde all'interrogazione indicata, concernente l'evoluzione gestionale della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, poi Carical S.p.A., attualmente inglobata in Carime S.p.A. Al riguardo, premesso che la questione rientra nell'autonoma responsabilita' delle relative aziende, la Banca d'Italia ha, comunque, interessato la Banca Carime, la quale ha comunicato quanto segue. La grave crisi di Carical ed il successivo intervento commissariale sono riconducibili alla situazione gestionale della banca: sofferenze, disfunzioni organizzative, appesantimenti burocratici, confusione gestionale. L'intervento di Cariplo, infatti, ha impedito il ricorso a scelte traumatiche che avrebbero messo in discussione i livelli occupazionali (n. 2.912 dipendenti nel periodo considerato) e l'economia regionale. Il percorso seguito ha sostanzialmente riguardato operazioni di ricapitalizzazione a fronte di necessari interventi di svalutazione dei crediti, il trasferimento dei crediti in sofferenza ad altre societa' del Gruppo e l'avvio di un articolato processo di ristrutturazione della banca. Un programma che ha richiesto adeguati tempi di attuazione per quanto attiene al riordino dei conti, i quali hanno fatto registrare, nel corso degli anni, risultati negativi a causa degli elevati costi gestionali e delle ingenti sofferenze. Tra le iniziative intraprese dalla Banca Carime, assume particolare rilievo l'accordo siglato con i rappresentanti dei lavoratori nel novembre 1996, il quale, pur non ricorrendo ad ammortizzatori sociali, ha comunque inciso sul costo del lavoro a salvaguardia del conto economico dell'azienda senza determinare una contrazione dei posti di lavoro. La situazione determinatasi a seguito della ristrutturazione organizzativa, della riduzione dei costi operativi e della ripatrimonializzazione, non disgiunta da quella imposta dal mercato globale e dalla competizione internazionale, ha comportato l'accelerazione del processo di aggregazione delle Casse meridionali controllate da Cariplo (Carical, Caripuglia e Carisal). Tali scelte hanno condotto alla nascita di Banca Carime, sostenuta anche da un gruppo bancario di dimensioni europee come Banca Intesa. Banca Carime sta lavorando per consolidare la sua posizione di preminenza nei territori di operativita'. In particolare, interventi riorganizzativi sono stati indirizzati alle strutture direzionali con un'equilibrata distribuzione dei Servizi funzionalmente riallocati a livello territoriale e con la creazione di una Direzione centrale di tipo bipolare con sedi funzionali a Cosenza e a Bari che ha prodotto non solo effetti organizzativi positivi, ma anche tangibili economie. Altri interventi hanno interessato la rete periferica con l'individuazione di sette aree commerciali distribuite su tutte le regioni di operativita' della banca (Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, Potenza, Taranto, Bari, Salerno) e con la definizione di un nuovo modello commerciale di filiale. Un processo che non ha mai perso di vista l'esigenza di supportare le imprese e di concorrere ad uno sviluppo autopropulsivo del Mezzogiorno. Inoltre, la banca, a conferma del radicamento sul citato territorio, ha aderito nell'ambito della finanza agevolata ed in particolare della programmazione negoziata, a numerosi Patti Territoriali. Per favorire lo sviluppo di sistemi locali d'impresa, la Carime S.p.A. partecipa direttamente nel capitale di quelle societa' che hanno il fine di promuovere l'imprenditoria quali i BIC (Business Innovation Centre) o i CEII (Centri Europei di Impresa e Innovazione). Nelle regioni in cui opera, la banca, infatti, partecipa in 12 societa' di promozione imprenditoriale. Per quanto riguarda, poi, la contrazione creditizia cui fa riferimento l'interrogazione, la banca ha precisato di aver adottato una rinnovata apertura al mercato, seppure con le doverose cautele e la necessaria valutazione del merito creditizio. Una impostazione che si riflette anche sulle scelte relative agli investimenti. Infatti, dopo una fase di sostanziale stabilita' dell'ammontare dei crediti rilevata nel primo anno di attivita' della banca, nell'esercizio 1999 si e' registrata una crescita degli impieghi economici pari al 4,8 su base annua. Per quanto concerne, invece, il costo del denaro, le motivazioni piu' importanti sono: i maggiori costi di gestione, la maggiore rischiosita', la dimensione media delle imprese del Mezzogiorno rispetto a quelle del Nord, le diverse tipologie dei finanziamenti. Ad esempio, nel Meridione e' quasi del tutto assente l'anticipazione del cosiddetto S.B.F. che presenta un costo nettamente inferiore al prime rate ABI. In ogni caso, il tasso medio degli impieghi a clientela di Banca Carime, a dicembre 1999, risulta superiore di circa un punto percentuale alla media del sistema bancario italiano (fonte ABI). Considerando che lo spread fra tassi praticati al Sud e quelli applicati in Italia, tre anni fa, era superiore a due punti percentuali, si puo' affermare che Banca Carime ha contribuito in modo significativo alla riduzione dei prezzi dell'erogazione dei crediti nel Mezzogiorno. Con riferimento, poi, alla lamentata assegnazione di commesse per forniture ad imprese del Nord, la banca ha precisato che le sue richieste di approvvigionamento sono rivolte verso aziende locali anche clienti della banca. Per quanto riguarda, infine, le presunte assunzioni, la Banca Carime ha riferito di non effettuarne ormai da tempo. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica: Vincenzo Visco." . _:Bea4aac8ac23fa95fb365ba3129977ee3 "20000703" . _:Bea4aac8ac23fa95fb365ba3129977ee3 "MINISTRO MINISTERO DEL TESORO DEL BILANCIO E DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA" . _:Bea4aac8ac23fa95fb365ba3129977ee3 . _:Bea4aac8ac23fa95fb365ba3129977ee3 .