_:B490dec4ae9bae6d2f3cb2c4b0f6d7bbb "In merito alla vicenda evocata nel presente atto ispettivo, si rammenta di aver gia' riferito nella seduta del 22 settembre 1999 dell'Assemblea del Senato della Repubblica, in occasione dello svolgimento di interrogazioni a risposta immediata sul caso Baraldini. Riguardo i quesiti posti dell'interrogante si era avuto modo di osservare che i Governi della Repubblica, anche di segno politico diverso dall'attuale, si erano impegnati, nel corso di dieci anni, per risolvere questa vicenda sulla base di un principio umanitario per consentire ad un detenuto all'estero, ma di cittadinanza italiana, di scontare la condanna in Italia. E' stato in proposito rammentato che le domande sono state presentate dai ministri Vassalli, Martelli, Conso, Mancuso e Flick; due Presidenti della Repubblica sono intervenuti sulla materia, il presidente Cossiga e il presidente Scalfaro, e anche quattro Presidenti del Consiglio, rispettivamente Andreotti, Ciampi, Dini e Prodi. Gli Stati Uniti d'America hanno ritenuto di chiudere positivamente la trattativa con questo Governo e cio' sembra dimostrare di per se' una affidabilita' internazionale rispetto agli Stati Uniti. Era stato infatti sottolineato che la soluzione che e' stata trovata, ossia quella di un accordo politico tra i due Governi e della seguente sentenza della Corte d'appello che ha recepito, seppure per relationem quell'accordo politico (che rappresenta una sentenza innovativa e dunque anche un precedente per risolvere analoghi casi), ha risolto questo annoso problema anche sotto il profilo giuridico, ma credo di poter dire che non vi e' dubbio che abbia contribuito anche la sensazione del nostro partner americano di una affidabilita' degli impegni che questo Governo ha assunto e che intendo ribadire. Questo accordo puo' essere valutato in modo diverso (si puo' sostenere che sia piu' o meno giusto, piu' o meno gravoso, secondo alcuni e' un accordo troppo blando, secondo altri troppo severo) perche' ci sono opinioni differenti, ma era l'unico possibile per riportare Silvia Baraldini in Italia a proseguire la sua detenzione, risultato auspicato da tutti e oggetto tra l'altro di una mozione votata dall'intera Assemblea del Senato. Credo allora che questo accordo, che rispetteremo, sia serio ed abbia consentito di conseguire un risultato importante e positivo; bisogna anche considerare che e' stato sottoscritto dalla medesima Silvia Baraldini prima che da noi, perche' evidentemente se quest'ultima non avesse ritenuto di doverlo siglare, noi stessi non lo avremmo fatto. In questo senso credo che il Governo abbia dimostrato di saper governare nelle condizioni date e possibili, nei rapporti di forza reali, ed e' la differenza fra la politica e la propaganda. Circa il volo dei nostri Servizi, si era riferito come esso fosse gia' stato utilizzato in numerosi altri casi per il trasferimento di detenuti. Fra questi sono stati citati tre casi assai famosi che possono tornare alla memoria di tutti: quelli di Delle Chiaie, Priebke e Gelli. Fu aggiunto che la richiesta di riservatezza e di sicurezza era stata avanzata al nostro Governo dagli Stati Uniti d'America. Si e' quindi provveduto in tal senso per tutelare anche gli interessi del nostro partner internazionale che richiedeva appunto, come e' agli atti, riservatezza nel trasporto. Quanto alla circostanza che io stesso avrei 'accolto' la Baraldini all'aeroporto, avevo in tale occasione sottolineato come dal giorno prima avevo dichiarato che mi sarei recato semplicemente ad accompagnare la madre, cosa che poi ho fatto. Non vi e' stata alcuna telefonata lungo il tragitto, come qualcuno ha scritto o detto, per richiamarmi poiche' dal giorno prima avevo dichiarato (vi e' una registrazione radiofonica di un radiogiornale Rai) che mi sarei limitato a cio'. Sarei felice di poter ripetere questo gesto con le madri degli altri detenuti italiani ove, come spero, si possa riuscire a riportarli in Italia. Credo che si sia trattato di un gesto di umanita' nei confronti di una donna, non della detenuta Silvia Baraldini ma della madre, dopo diciassette anni e mezzo di detenzione della figlia all'estero, dopo la morte dell'altra figlia in un incidente aereo; una madre ultraottantenne la cui figlia non soltanto e' detenuta ma e' stata operata di tumore, come e' noto. Un gesto di umanita' per consentirle di accedere all'aeroporto militare, un gesto che mi auguro anche altri miei colleghi avrebbero compiuto. L'interrogante chiede poi di conoscere se sia vero che su richiesta della magistratura americana, il Governo italiano abbia dovuto pagare la somma di oltre 90 milioni, quale cauzione per il rilascio della Baraldini. A tale proposito il Ministero degli Affari Esteri ha rappresentato di avere, nel mese di luglio 1997, accordato a beneficio di Silvia Baraldini un prestito con promessa di restituzione ed un sussidio per un ammontare complessivo di 25.600 dollari USA. Tale somma integrava i 23.400 dollari USA raccolti dai familiari ed amici della connazionale, che aveva gia' versato 1000 dollari, al fine di raggiungere la somma di 50.000 dollari necessari al pagamento della sanzione pecuniaria che le era stata inflitta dalla magistratura americana in sede di condanna per i reati di terrorismo. Alla predetta data, il pagamento di tale sanzione si era posto in termini di urgenza in quanto doveva riunirsi il 'parole board' (organo competente per disporre il beneficio della liberta' condizionata), il quale avrebbe indubbiamente esaminato il caso della connazionale con maggiore clemenza qualora l'ammenda fosse gia' stata pagata. Il Ministero degli Esteri autorizzo' pertanto il Consolato Generale a New York ad erogare tale somma che era composta da 11.000 dollari a titolo di sussidio straordinario e 14.600 dollari a titolo di prestito con promessa di restituzione. Per quest'ultima somma la Baraldini, in conformita' con le vigenti prescrizioni amministrative, ha sottoscritto un impegno di restituzione all'erario. Il predetto Ministero ha sottolineato che erogazioni in denaro di ammontare assimilabili a quello concesso alla Baraldini, sotto forma di sussidio o di prestito con promessa di restituzione, non sono infrequenti, in particolare nelle circostanze in cui i connazionali all'estero si trovano nell'improvvisa necessita' di dover far fronte a ingenti spese medico-sanitarie e legali. Nel periodo in cui la Baraldini beneficio' delle suddette erogazioni, si registrano infatti vari altri casi di concessione di prestiti con promessa di restituzione ovvero di sussidi: Lit. 42.500.000 ad un connazionale in Sud Africa, 40.000.000 ad uno in Cina, 16.800.000 ad un italiano che si trovava nello Yemen e 20.125.000 ad un altro ancora in Argentina. Si tratta di fattispecie istituzionalmente previste ed in merito alle quali viene fatto ricorso al Cap. 3532 (assistenza ai connazionali all'estero indigenti o in stato di necessita'). Il Ministro della giustizia: Oliviero Diliberto." . _:B490dec4ae9bae6d2f3cb2c4b0f6d7bbb "20000112" . _:B490dec4ae9bae6d2f3cb2c4b0f6d7bbb "MINISTRO MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA" . _:B490dec4ae9bae6d2f3cb2c4b0f6d7bbb . _:B490dec4ae9bae6d2f3cb2c4b0f6d7bbb . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/25287 presentata da COLLAVINI MANLIO (FORZA ITALIA) in data 19990910" . "1"^^ . "COLLAVINI MANLIO (FORZA ITALIA)" . _:B490dec4ae9bae6d2f3cb2c4b0f6d7bbb . "Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: Il Governo italiano, fin dal 1988 (Governo Goria, Ministro Guardasigilli Giuliano Vassalli), ha messo in atto ogni possibile tentativo per riportare in Italia Silvia Baraldini, detenuta in un carcere americano; Silvia Baraldini, arrestata negli USA nel 1982, e' stata sottoposta a due processi per aver partecipato alla progettazione ed esecuzione di una rapina e per fiancheggiamento e partecipazione all'evasione della leader nera Assata Shakur, guida di diversi gruppi terroristici (Black Panther Party - Black Liberation Army - Weathermen Movement - M19) che operavano contro le istituzioni e il governo degli USA, e nel 1984 e' stata condannata a 43 anni di pena detentiva; Silvia Baraldini non ha mai sconosciuto cio' che ha fatto, non si e' mai dissociata dall'operato di detti gruppi terroristici ne' si e' mai pentita delle proprie azioni; l'azione del Governo D'Alema negli ultimi mesi ha fatto si che si giungesse a un accordo tra la giustizia americana e il ministero di grazia e giustizia italiano per consentire il ritorno in Italia di Silvia Baraldini, che il 25 agosto 1999 e' rientrata a Roma per essere condotta al penitenziario di Rebibbia dove dovra' scontare altri 9 anni di carcere (il resto della pena e' stato condonato dalla magistratura USA); per il viaggio della detenuta e' stato messo a disposizione della Presidenza del Consiglio un aereo Falcon 900, su cui hanno viaggiato, oltre alla Baraldini, il consigliere politico del Ministro Guardasigilli, un dirigente dell'Interpol e tre agenti di polizia femminile, aereo giunto negli USA il 23 agosto e rientrato il 25 agosto all'aeroporto di Ciampino; la stampa quotidiana ha annunciato che lo stesso ministro di grazia e giustizia Oliviero Diliberto si e' recato all'aeroporto per salutare la detenuta Silvia Baraldini in traduzione per il carcere di Rebibbia, dove peraltro e' stata ricevuta da un sit-in di benvenuto cui hanno partecipato numerosi esponenti dei Comunisti italiani e di Rifondazione comunista, quasi fosse un eroe esule che rientra in patria -: al di la' del significato politico e umano dell'ottenuto rientro della detenuta in Italia, se non ritenga - il Ministro Guardasigilli - davvero eccessivo quanto fatto per Silvia Baraldini, per la quale ad avviso dell'interrogante e' stata messa in atto un'azione costosissima mai disposta per altri connazionali detenuti in un altro Stato; quanto sia costato ai contribuenti italiani il rientro in patria della Baraldini, per cui, come detto, e' stato messo a disposizione dal Governo un aereo executive dai costi operativi altissimi; se sia vero che, su richiesta della magistratura americana, il Governo italiano, abbia dovuto pagare la somma di oltre 90 milioni quale cauzione per il rilascio della Baraldini; se e come l'amministrazione penitenziaria fara' scontare la pena residua alla detenuta fino al 2008, cosi' come specificamente richiesto dal Dipartimento della Giustizia americano, che dall'Italia vuole garanzie sufficienti tali \"che la Baraldini possa osservare, sia come durata che come qualita', la sentenza che le nostre corti e la Parole Commission hanno ritenuto appropriata alla luce dei suoi reati\", aggiungendo che \"la pena dovrebbe essere scontata in regime di detenzione e senza alcun beneficio di rilascio e permessi di lavoro o altre forme di semidetenzione normalmente previste a detenuti per simili reati in Italia\"; se non ritengano, sia doveroso da parte loro relazionare in parlamento in ogni minimo dettaglio su tutta l'operazione \"Silvia Baraldini\", soprattutto per quanto attiene alle ingenti spese sostenute per il suo rientro in Italia. (4-25287)" . . . . "2014-05-15T12:19:06Z"^^ . "4/25287" . . . "19990910-20000124" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/25287 presentata da COLLAVINI MANLIO (FORZA ITALIA) in data 19990910"^^ . .