INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/24897 presentata da CANGEMI LUCA ANTONIO (MISTO) in data 19990714

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Ai Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato e del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che: da mesi Finmeccanica sta imprimendo una forte accelerazione al processo di disimpegno dall'Imesi, ne sono testimonianza il tentativo della Breda-Ansaldo di far visitare il 28 giugno 1999 lo stabilimento di Carini allo scopo di cederlo al gruppo Metz e lo stesso incontro del 1^ luglio 1999 del presidente della regione onorevole Capodicasa con i vertici di Breda-Ansaldo al quale e' stata ribadita la volonta' di ricercare soggetti imprenditoriali a cui cedere l'Imesi; a tutto cio' non registriamo una adeguata iniziativa dei soggetti in indirizzo atta a contrastare tali processi; se questo e' inaccettabile in generale, lo e' ancora di piu' per l'Imesi di Carini; una eventuale dismissione sarebbe incomprensibile sul piano industriale sia sulla base delle stesse logiche contenute nel piano triennale (1999-2002) di Ansaldo-Breda sia in particolare per le dichiarazioni fatte dal Sottosegretario ai trasporti onorevole Angelini, nell'incontro del 5 maggio 1999 al ministero dell'industria il quale ha riferito sulla presentazione a breve del piano delle Ferrovie dello Stato che prevedera' la ripresa di investimenti sul materiale rotabile dopo tre anni di totale assenza di commesse cosi' come dichiarato dallo stesso piano Ansaldo-Breda; sulla volonta' delle Ferrovie dello Stato di esternalizzare l'attivita' di manutenzione giornaliera, periodica e straordinaria, attivita' che a detta della stessa Ansaldo-Breda rappresenta uno dei settori da aggredire e che e' in grado di consentire recuperi occupazionali; sulla volonta' politica del Governo di decentrare a livello regionale la titolarita' sulla politica dei trasporti e delle reti ferroviarie; sullo sblocco dei 4.000 miliardi di investimenti per la mobilita' urbana nelle grandi aree metropolitane per consentire la realizzazione di nuove metropolitane e linee tranviarie; sull'utilizzo degli anelli ferroviari attualmente dismessi per utilizzarli come trasporti urbani; per tutte queste ragioni, sarebbe incomprensibile sul piano industriale la decisione di cedere l'Imesi di Carini; l'Imesi di Carini dopo la chiusura della Cometra di Messina, rimane l'unica presenza Ansaldo-Breda in Sicilia che, con i suoi 5 milioni di abitanti e l'arretratezza strutturale sul ferroviario, e' una delle regioni in cui e' prevedibile che si investira' sia sul fronte delle Ferrovie dello Stato che su altri versanti e da altri operatori; sono gia' stati avanzati progetti per realizzare la metropolitana di Catania, una rete tranviaria, oltre che la chiusura dell'anello ferroviario a Palermo e la realizzazione del collegamento utilizzando metropolitane di superficie tra Palermo e Punta Raisi. Tutto cio' puo' consentire all'Imesi di Carini, pur nel rispetto delle norme della Comunita' europea che regolano le gare internazionali, di poter partecipare a tali gare in nome e per conto del Gruppo Ansaldo-Breda utilizzando la sua collocazione sul territorio come elemento aggiuntivo per potersi aggiudicare le commesse; per quanto riguarda le attivita' di service previste dal Piano Ansaldo-Breda cio' non puo' essere disgiunto dalla presenza del sito produttivo in loco. In questo caso l'Imesi e' in grado di coprire tutto il mercato siciliano; in aggiunta a queste valutazioni di natura industriale vi e' un'altra specificita' dell'Imesi legata all'accordo del 1991 siglato tra Breda - Regionale Siciliana - Organizzazioni Sindacali - che cosi' come afferma la nota del 20 maggio 1999 della Presidenza della Regione Siciliana inviata al Ministero dell'industria, al Ministero del lavoro e alla Finmeccanica e' un accordo esigibile per le caratteristiche stesse dell'accordo che prima ancora di essere accordo sindacale e' un accordo tra Regione Siciliana e Breda che ha regolato le condizioni di acquisto da parte della Breda dell'Imesi di Carini; fino al 1991 il pacchetto azionario dell'Imesi era detenuto al 51 per cento dalla Breda e al 49 per cento dalla regione Siciliana attraverso l'Espi e occupava circa 500 lavoratori. La Breda si impegno' con la Regione ad acquisire interamente il pacchetto azionario dell'Imesi ad un prezzo politico e a scaricare l'organico attraverso la legge regionale n. 23 del 1991 in base alla quale venne autorizzata a trasferire alla Resais circa 400 lavoratori. La Breda s'impegno' altresi', superata la crisi congiunturale, a realizzare un processo di diversificazione produttiva sul ferroviario rilanciando in tal modo lo stabilimento attraverso investimenti e nuovi carichi di lavoro in grado di riposizionare l'organico a circa 350 unita'. La legge regionale n. 23 del 1991 ha inoltre provocato la chiusura di un'altra realta' industriale, l'Imea, azienda costruttrice di autobus detenuta al 100 per cento dall'Espi, anche in questo caso l'azienda fu autorizzata con la cessione del pacchetto azionario alla Breda a trasferire tutti i dipendenti alla Resais ad eccezione di 23 lavoratori che furono assunti e trasferiti all'Imesi di Carini; l'impegno assunto dalla Breda nel 1991 e riconfermato nell'accordo del 1996, e' a tutt'oggi disatteso; oggi ci sono tutte le condizioni per rendere esecutivo quell'accordo, poiche' il piano Ansaldo-Breda prevede la razionalizzazione e il rilancio attraverso la fusione societaria di Breda e Ansaldo da realizzare entro il 1999; vi e' la ripresa di investimenti nel mercato interno; vi sono le dichiarazioni e le volonta' espresse da Finmeccanica, che partendo dalla chiusura del bilancio 1998 che ha registrato un calo considerevole delle perdite (circa 500 miliardi), di concentrarsi nei settori in cui piu' forte e' la capacita' di competere nei mercati internazionali ricercando nuovi partners in grado di sviluppare e incrementare queste capacita' e individuando Ansaldo-Breda come soggetto di questo disegno, dichiarando al contempo una cospicua ricapitalizzazione attraverso immissione di nuovo capitale; per tutte queste considerazioni appare assolutamente necessaria la permanenza dell'Imesi dentro la nuova societa' Ansaldo Breda che si verra' a determinare a seguito della fusione seguendone le sorti -: quali iniziative si vogliano assumere al fine di impedire che la vicenda Imesi si risolva in un ennesimo episodio di attacco ai livelli occupazionali e di dispersione di un grande patrimonio produttivo. (4-24897)
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