_:B3eb507d12ca401c57e7d27fc39d9a83a "Il tema della sicurezza nucleare viene costantemente sollevato da parte italiana in occasione di colloqui con i Paesi dell'Europa centro-orientale. A questo proposito, l'Italia ha concluso un Accordo di cooperazione con la Federazione Russa per l'eliminazione delle armi nucleari soggette a riduzione. L'Accordo, del 1^ dicembre 1993, prevede la fornitura da parte italiana alla Russia di strumentazione e apparecchiature per il monitoraggio radioattivo ambientale e corporeo, per una spesa complessiva di dieci miliardi di lire. Queste apparecchiature, sia fisse che mobili, che saranno consegnate alle Autorita' russe entro la fine del corrente anno e opereranno nelle zone a rischio radioattivo, comprendono un sistema di monitoraggio radiometrico ambientale (Krasnoyarsk-Zhelesnogorsk); un laboratorio mobile per controllo e intervento in aree contaminate (S. Pietroburgo), un sistema fisso per la misura della contaminazione radioattiva corporea (Chelyabinsk-Ozersk); due sistemi mobili per la misura della contaminazione radioattiva corporea (Saratov e Snezhinsk); due laboratori mobili per misure radiometriche per il ministero della difesa. Recentemente l'Italia ha espresso il proprio consenso a partecipare al progetto Expanded Threat Reduction Initiative proposto dagli Stati Uniti, aderendo al programma MOX per la conversione del plutonio militare, ottenuto dallo smantellamento delle armi nucleari soggette a riduzione, in elementi di combustibile per uso civile. Per quanto attiene la sicurezza nucleare, l'Italia e' fino ad oggi intervenuta, in un contesto multilaterale (Unione Europea, G7, BERS, Banca Mondiale) contribuendo con la propria quota di bilancio nelle rispettive organizzazioni o con contributi di volta in volta negoziati con i partners internazionali. In particolare, l'Italia e' attivamente presente in ambito G7 ai lavori del Nuclear Safety Working Group, ed ai relativi negoziati G7 con Ucraina e Russia per la sicurezza nucleare e per la chiusura della centrale di Chernobyl, un contributo italiano di 29,22 milioni di dollari e' stato stanziato a favore del Fondo per il sarcofago di Chernobyl. L'Italia e' inoltre Stato membro del Nuclear Safety Account che, su mandato della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, decide interventi finanziari e promuove progetti per il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle centrali nucleari nei Paesi dell'Europa centro-orientale. 1. Impianti nucleari di potenza in Russia. Nella Federazione Russa esistono attualmente 9 centrali nucleari per la produzione di energia elettrica. In esse sono installati 29 reattori, dei quali 13 ad acqua in pressione (VVER), 11 con moderatore a grafite e raffreddamento ad acqua bollente (RBMK, del tipo Chernobyl), 4 con moderatore a grafite e raffreddato con acqua in pressione (EGP - tipo RBKM) ed 1 veloce-autofertilizzante. Dei reattori di tipo VVER esistono tre generazioni: VVER 440/230 (4 installati), VVER 440/213 (2 installati) ed il VVER 1000/320 (7 installati). Dal punto di vista della sicurezza i reattori VVER 440/230 sono considerati meno affidabili, mentre i 213 ed i 320 hanno praticamente lo stesso livello di sicurezza di impianti nucleari occidentali analoghi e dello stesso periodo di costruzione. Anche dei reattori tipo RBMK esistono tre generazioni, ma questi sistemi hanno livelli di sicurezza inferiori a quelli di analoghi impianti occidentali: gli elementi di combustibile esauriti non sono sottoposti, attualmente, a trattamento di riprocessamento e per essi non e' stato realizzato, in Russia, un impianto di stoccaggio centralizzato. Presso ogni reattore di questo tipo esistono, pertanto, singole strutture di raffreddamento e stoccaggio. 2. Centrale nucleare di S. Pietroburgo. A Sosnovy Bor, una cittadina di 60.000 abitanti ad 80 chilometri da S. Pietroburgo, si trova una centrale nucleare nella quale sono installati 4 reattori di tipo RBKM da 1.000 megawatt. Nel periodo 1989-1995 sono stati eseguiti lavori di ammodernamento ai reattori 1 e 2 con finanziamenti BERS per circa 37 milioni di dollari. Questi reattori dovrebbero essere spenti, rispettivamente, nel 2003 e nel 2005 ma i dirigenti della centrale pensano che, a seguito delle migliorie introdotte, la loro vita possa essere prolungata di 10/15 anni. Gli elementi di combustibile esauriti sono temporaneamente conservati, in attesa di poter essere riprocessati in impianti opportuni (che al momento non esistono), in piscine di raffreddamento ad acqua nel territorio della centrale, a soli 90 metri dal golfo di Finlandia. E' prevista la realizzazione di altri reattori, di concezione piu' avanzata, che andrebbero a sostituire quelli attualmente in esercizio, ma la crisi economica del Paese rende questi impegni assai incerti. A Sosnovy Bor sono in funzione anche 3 reattori per ricerche nel campo di nuove tecnologie di interesse degli impianti nucleari dei sottomarini e per l'addestramento del personale degli stessi. 3. Krasnoyarsk-26 (Urali). Negli anni 1945/1955 nella regione ad est degli Urali, in prossimita' delle citta' di Chelyabinsk, Tomsk e Krasnoyarsk, furono costruiti tre impianti nucleari, rispettivamente il complesso chimico Mayak (con la cittadina di Ozersk), il complesso chimico siberiano (con la citta' di Seversk) ed il complesso chimico minerario (con la citta' di Zheleznogorsk conosciuta, fino ad anni recenti, come Krasnoyarsk-26, dal numero della casella postale). Questi tre complessi sono stati utilizzati per la produzione di uranio arricchito e di plutonio per la costruzione di ordigni atomici. In ogni complesso erano presenti un certo numero di reattori nucleari (attualmente la maggior parte di questi e' fuori servizio), impianti di stoccaggio temporaneo e di riprocessamento degli elementi di combustibile esauriti attraverso i quali, mediante processi chimici e di separazione isotopica, si ottenevano l'uranio arricchito ed il plutonio. Si calcola che in questi impianti siano state ottenute, in 30 anni di attivita', circa 177 tonnellate di plutonio. 4. Reattori nucleari installati nei mezzi navali. L'Unione Sovietica risulta aver costruito circa 250 sottomarini nucleari, rompighiaccio ed altro naviglio a propulsione atomica. Molti sottomarini sono stati posti in disarmo (circa 150) ma, per la mancanza dei mezzi finanziari necessari, delle strutture e degli opportuni mezzi di trasporto, gli elementi di combustibile dei reattori sono stoccati in depositi obsoleti nella penisola di Kola, vicino alla frontiera norvegese e sulla costa del Pacifico. Svezia, Norvegia e Finlandia, insieme a Stati Uniti, Unione Europea e Giappone, partecipano a progetti che tendono a ridurre il pericolo derivante da questi depositi ed a sostenere la Russia nel lungo processo per la soluzione del problema. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Valentino Martelli." . _:B3eb507d12ca401c57e7d27fc39d9a83a "19990517" . _:B3eb507d12ca401c57e7d27fc39d9a83a "SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI" . _:B3eb507d12ca401c57e7d27fc39d9a83a . . . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/22378 presentata da FRAU AVENTINO (FORZA ITALIA) in data 19990218"^^ . . _:B3eb507d12ca401c57e7d27fc39d9a83a . "FRAU AVENTINO (FORZA ITALIA)" . "2014-05-15T12:04:20Z"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/22378 presentata da FRAU AVENTINO (FORZA ITALIA) in data 19990218" . "4/22378" . "Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: da notizie apparse sulla stampa nazionale nella Russia esisterebbero ancora centrali nucleari e circa nove milioni di persone vivrebbero da tredici anni in territori contaminati, dove meta' dei neonati nascono con gravi malformazioni psichiche e fisiche ed il cancro alla tiroide e' un male molto comune; il lago Karachay, dove per anni sono state scaricate le scorie radioattive, e' oggi pari, dicono gli studiosi di questo settore, a cento Cernobil, mentre nei porti del Nord e dell'Estremo Oriente rimangono fermi cento sommergibili nucleari ancora attivi e se non si interverra' in tempo cominceranno a perdere la radioattivita' che con le correnti potrebbe fare il giro del globo; e' altresi' veritiera la notizia che sono ancora pienamente attivi undici reattori Rbunk tipo \"Cernobil\" e il governo russo prevede di costruirne altri sette entro il 2005. Teoricamente avrebbero dovuto essere resi piu' sicuri dopo l'incidente del 1986. Al contrario, nel 1998, l'incremento di guasti piccoli e grandi nelle centrali atomiche russe e' stato del dieci per cento e la maggiore parte di questa statistica riguarda l'Rbunk; in realta', quanti incidenti si siano verificati non si sa con precisione. Solo qualche mese fa si e' scoperto che nel 1979 c'era stato un guasto tipo \"Cernobil\" alle centrali di Pietroburgo. C'e', comunque, silenzio da parte delle autorita' russe su questi temi di estrema gravita' che coinvolgono milioni di persone; la minaccia che proviene dal sistema atomico russo e' gravissima anche perche', come ricordato in precedenza, le dimensioni reali del problema vengono nascoste dalle autorita' e l'inquinamento radioattivo e' da considerarsi uno dei principali in Russia; altro esempio di grave entita' riguarda la citta' \"segreta\" di Krasnojarsk-26 dove si produce plutonio per i missili nucleari. Da anni le scorie liquide vengono sotterrate e solo recentemente si e' saputo che \"il lago\" radioattivo sottoterra si sta espandendo con un ritmo di trecentocinquanta metri all'anno. Mancano ormai solo due chilometri al bacino degli affluenti dell'Enissej; i dati sopra riportati riportano una situazione di estrema gravita' considerata, altresi', la possibilita' di questi fenomeni di coinvolgere direttamente paesi confinanti dove vivono milioni di persone; e' quindi indispensabile ricordare che fatti di questo tipo riguardano la Comunita' internazionale -: se nel recente viaggio in Russia il Presidente del Consiglio dei ministri abbia affrontato questi temi gravissimi e in caso affermativo quali misure siano state concordate; quali valutazioni dia il Governo circa questo problema che riguarda il nostro Paese come tutta l'Europa; se non sia necessario attivarsi con tutte le misure necessarie per evitare il diffondersi di questo tipo di inquinamento particolarmente grave che potrebbe diffondersi, a breve, in tutta Europa; quali misure intenda adottare per attivarsi in tutte le sedi internazionali competenti, soprattutto Unione europea e Nazioni Unite, per definire un piano di interventi che realizzi, su questi problemi, una piena sicurezza internazionale. (4-22378)" . "1"^^ . . "19990218-19990621" .