INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/21751 presentata da IMPOSIMATO FERDINANDO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19940126

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_21751_11 an entity of type: aic

Ai Ministri dell'interno e dell'ambiente. - Per sapere - premesso che: la Commissione Antimafia ha accertato che fin dal 1988 esiste in provincia di Caserta e in provincia di Napoli un'associazione di stampo mafioso facente capo ad esponenti della criminalita' organizzata dell'Agro aversano e di Napoli che, avvalendosi delle attivita' imprenditoriali di operatori economici operanti nel campo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, nonche' della capacita' corruttiva-collusiva assicurata da un imprenditore, garantiva il rilascio di illegittime autorizzazioni agli imprenditori economici per ricevere rifiuti regionali ed extraregionali; tale consorteria acquisiva la gestione ed il controllo totale di tutte le attivita' di raccolta, trasporto e smaltimento di ogni rifiuto prodotto da attivita' industriali o produttive, anche del genere tossico o nocivo, in zone diverse dal territorio nazionale ed in particolare la gestione in forma monopolistica delle discariche ubicate nel casertano e nel napoletano. A tale fine l'associazione attuava - secondo la ricostruzione dei fatti operata dalla magistratura inquirente napoletana. - "la corruzione di esponenti politici e pubblici amministratori, per conseguire concessioni o autorizzazioni illegittime e per ottenere che i vari organi della Pubblica Amministrazione preposti a tale settore non impedissero la realizzazione di tale finalita' ed anzi le agevolassero". In tale struttura venivano coinvolti, tra l'altro, l'ex Presidente della Giunta regionale, l'ex Assessore alla Sanita', l'ex Assessore all'urbanistica della Giunta regionale; scrive tra l'altro la Commissione Antimafia, nella sua relazione sulla camorra approvata il 21 dicembre 1993: "Altra grave causa di inquinamento ambientale e' la produzione dei rifiuti urbani, per la presenza di un elevato numero di discariche abusive e per la pratica corrente dell'abbandono selvaggio dei rifiuti lungo le strade, nelle cave, negli alvei dei corsi d'acqua, eccetera; ancora piu' critica si presenta la situazione dei rifiuti di origine industriale la cui produzione non trova riscontro nelle capacita' degli impianti di trattamento-smaltimento presenti nell'ambito provinciale; la regione Campania ha approvato, solo nei primi mesi del 1993, con dieci anni di ritardo, la legge regionale che detta i criteri per lo smaltimento dei rifiuti, nonche' il preliminare di piano regionale di smaltimento; in assenza del piano regionale, lo smaltimento e' stato reso possibile, attraverso un regime di autorizzazioni rinnovabili, a scadenza quinquennale e per quantitativi determinati, emesso dalla regione su istanza di comuni privati; gli impianti comunali sono in realta' microdiscariche per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani prodotti dai rispettivi comuni; 20 sarebbero localizzati in provincia di Avellino, 35 in provincia di Benevento, 26 in provincia di Caserta, 87 in provincia di Salerno, nessuno in provincia di Napoli; dei 22 impianti autorizzati su richiesta di privati (discariche, impianti di trattamento, centri di stoccaggio provvisorio), ben 15 risulterebbero essere discariche, ossia luoghi in cui i rifiuti vengono messi a dimora nella loro globalita' ed in assenza di qualsiasi procedura di recupero; delle 15 discariche autorizzate, che in realta' smaltirebbero per le loro dimensioni la stragrande maggioranza dei rifiuti prodotti nella regione, 10 risulterebbero localizzate nella provincia di Napoli, il cui territorio e' pari a due terzi del comune di Roma e la cui densita' demografica e' tra le maggiori d'Europa; l'attivita' delle discariche si e' subito contraddistinta per lo smaltimento di rifiuti di provenienza extra-regionale, cosi' da costringere la regione Campania ad emettere ricorrenti prescrizioni che limitano lo smaltimento ai soli rifiuti prodotti sul territorio regionale; sulla base degli atti acquisiti dalla Commissione risulta che il rapporto tra camorra e massoneria si configura in modo diverso rispetto al modello prevalentemente utilizzato da Cosa Nostra in Sicilia. Non si e' riscontrata la presenza di quella doppia affiliazione che permette agli appartenenti a Cosa Nostra siciliana di perseguire gli interessi mafiosi attraverso un vincolo diretto di fratellanza massonica e, per converso, ad esponenti della massoneria di perseguire i propri interessi mediante rapporti con esponenti mafiosi; da quanto finora accertato sul piano processuale, sembra, al contrario, che la massoneria non ammetta che esponenti camorristici entrino direttamente a far parte dell'associazione massonica; in Campania, afferma Pasquale Galasso, esponenti massonici si mostrano disponibili verso le organizzazioni criminali, mettendo a loro disposizione, dietro versamento di compensi in denaro, le proprie conoscenze ed i contatti con il mondo politico e istituzionale; in particolare, Galasso ha dichiarato di aver conosciuto a Roma un generale dei servizi segreti, massone (il nome e' a conoscenza dei magistrati). Il contatto con il generale sarebbe stato stabilito tramite Nicoletti (legato alla banda della Magliana) e tramite Barone, un professionista romano anch'egli massone e amico di Cillari. Piu' in particolare, numerosi elementi di conoscenza sono stati raccolti nelle indagini sulle attivita' di recupero, trasporto e smaltimento di rifiuti urbani ed industriali, effettuate nelle discariche ubicate in provincia di Napoli e Caserta; le indagini si sono prevalentemente basate su dichiarazioni del collaboratore di giustizia Nunzio Perrella, il quale ha disegnato il complesso meccanismo attraverso il quale un sodalizio di imprese, alcune delle quali legate a clan camorristici napoletani e casertani, altre sottoposte comunque a condizionamenti e pressioni da parte della camorra, sono riuscite ad acquisire il controllo degli appalti relativi a questa rilevante attivita'; l'intera operazione sarebbe stata possibile dall'intervento di Ferdinando Cannavale e Raffaele Perrone Capano. Il primo, titolare della TRA.FER.MAR. Srl, e' affiliato alla Loggia "Mozart" del Grande Oriente d'Italia. Raffaele Perrone Capano, viceversa, non risulta espressamente iscritto ad alcuna loggia ma, secondo il collaboratore Perrella "e' voce comune che sia massone". Ad ogni modo, il fatto realmente inquietante e' che, secondo le dichiarazioni del Perrella, nonche' di altri protagonisti della vicenda, l'appartenenza massonica costituisce fattore discriminante per acquisire l'assegnazione dell'appalto; in tale situazione sarebbe estremamente grave da una parte consentire che le discariche abusive esistenti in provincia di Caserta, tutte controllate dalla camorra, continuassero ad operare dando luogo ad un fenomeno di riconoscimento, di fatto delle imprese, della camorra da parte dello Stato e degli enti locali. Dall'altra, poiche' il 27 gennaio 1994 scadra' la proroga regionale concessa con l'ordinanza n. 2 del 5 gennaio 1994, per l'impiego di alcune discariche aventi ancora una residua capacita', sarebbe pericoloso per la salute pubblica che i comuni della provincia di Caserta si trovassero nell'impossibilita' di smaltire i rifiuti solidi urbani; nell'emergenza, mentre i comuni della provincia di Caserta, sono stati costretti a sostenere spese assai gravose, non sopportabili ulteriormente, la regione Campania non ha provveduto a dotarsi di un piano d'emergenza; esiste pertanto una situazione di minaccia per la salute pubblica e l'igiene oltre che per il mantenimento dell'ordine pubblico in quelle aree in cui operano le discariche abusive; di conseguenza la soluzione inevitabile appare la requisizione delle discariche da parte dello Stato -: a) se e quali provvedimenti urgenti il Ministro dell'interno abbia adottato per ripristinare la legalita' e l'ordine pubblico nelle aree della Campania in cui insistono le discariche abusive o apparentemente legittime; b) se il Presidente della Giunta regionale non ritenga di intervenire per adottare i provvedimenti urgenti previsti dalla legge in materia di tutela della salute pubblica e dell'ambiente; c) se non ritenga opportuno iniziative fra la regione e il Ministero dell'Ambiente per la soluzione immediata del problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani in provincia di Caserta e di Napoli. (4-21751)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/21751 presentata da IMPOSIMATO FERDINANDO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19940126 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
MELILLA GENEROSO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
BARGONE ANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
CIONI GRAZIANO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
CORRENTI GIOVANNI (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
SENESE SALVATORE (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
TESTA ENRICO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
CALZOLAIO VALERIO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
CAMOIRANO ANDRIOLLO MAURA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
ZAGATTI ALFREDO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
CESETTI FABRIZIO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
COLAIANNI NICOLA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
DE SIMONE ANDREA CARMINE (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
LORENZETTI MARIA RITA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
FINOCCHIARO FIDELBO ANNA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
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