INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/20800 presentata da RUBINO PAOLO (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) in data 19981118

Ai Ministri di grazia e giustizia, del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. - Per sapere - premesso che: i coniugi Demarinis Vito e Palumbo Maria, domiciliati e residenti in Castellaneta (Ta), alla contrada Cicciariello, 69, sono proprietari e conducono direttamente fondi rustici in agro di Castellaneta (Ta) e Rutigliano (Ba) coltivati a tendone di uva di tavola, varieta' "Italia"; i predetti fondi sono interamente gravati da ipoteche a garanzia di mutui agrari, prevalentemente concessi dall'Istituto Bancario S. Paolo di Torino e dal Banco di Napoli, eccessivamente onerosi in quanto risulterebbero contratti con un tasso che, aggiunto ad interessi moratori e penali, sarebbe da ritenere usurario, anche alla luce della normativa regolante l'esercizio del credito agrario; l'Istituto Bancario Credito Cooperativo di Conversano concesse, altresi', su interessamento del suo fiduciario, tale Girardi Eugenio, nato a Gioia del Colle (Ba) il 25 maggio 1954, domiciliato in Bari, alla via Roberto da Bari, 53, un mutuo agrario con ipoteca di terzo grado sui fondi; il Girardi (come riferito nella denuncia piu' avanti richiamata) promise al mutuatario che, ove il Demarinis non avesse potuto far fronte all'estinzione, si sarebbe prodigato per consentire la prosecuzione della conduzione dei terreni anche in caso d'espropriazione immobiliare da parte della Banca mutuante, garantendo, inoltre, che l'Istituto di credito avrebbe al massimo pignorato i frutti pendenti, consentendo la gestione dei fondi al debitore pignorato; in cambio del suo interessamento, il Girardi richiese di poter gestire la conduzione dei fondi, ottenendo, cosi', vantaggi diretti (di lucro) ed indiretti nella considerazione che altri produttori agricoli si sarebbero rivolti a lui per ottenere accensione di conti correnti, concessione di mutui agrari e la gestione dei terreni senza troppe intrusioni da parte delle banche; sulla base delle predette millantate conoscenze con gli Istituti di Credito, che gli consentivano di non far procedere le banche ai pignoramenti, il Girardi, carpendo la buona fede degli agricoltori, riusci' a costituire una societa' a responsabilita' limitata, denominata "Agricola del sole" che lo pose nella condizione di gestire i fondi del Marinis e lucrare sulle disgrazie finanziarie del medesimo; essendo pignorati i fondi del Demarinis e non potendo disporre dei medesimi, il Girardi, avvalendosi delle sue conoscenze bancarie, riusciva ad incassare notevoli somme ricavate dalla vendita dei frutti pendenti dei fondi senza che le banche intervenissero e ben sapendo che le responsabilita' sarebbero ricadute sul Demarinis, quale custode e giudiziario; la fiducia riposta era divenuta illimitata al punto che lo stesso Demarinis, per il versamento sui propri conti correnti bancari, affidava assegni a lui intestati al Girardi il quale, invece, li incassava direttamente; tali indebite appropriazioni si sono piu' volte reiterate e gli assegni, peraltro di centinaia di milioni, sebbene muniti della clausola "non trasferibile" venivano incassati dal Girardi con la benevolenza della banca; in data 21 e 30 novembre 1994, la Caripuglia Spa - sede di Bari - pagava al Girardi due assegni "non trasferibili" n. 449724626 e n. 44972427 intestati al Demarinis, di lire 100.000.000 cadauno, tratti sul Monte dei Paschi di Siena - filiale di Torre Annunziata - a firma della coop. Azzurra - c/c bancario n. 2634.53; i mancati incassi, la gestione dei fondi da parte del Girardi, i mancati raccolti determinarono un vero e proprio collasso finanziario del Demarinis, per cui gli istituti di credito, in particolare la Banca di Credito di Conversano, attuarono azioni di pignoramento nei confronti dello stesso Demarinis e dei suoi figli, avvalendosi proprio dello stesso Girardi, nel frattempo nominato custode; il 15 maggio 1997, ormai stanco, il Demarinis presento' denuncia dei fatti suesposti alla procura della Repubblica presso il tribunale di Bari; ad oggi non e' dato ancora conoscere i provvedimenti assunti o da assumere da parte della procura adita, mentre le condizioni economico-finanziarie del Marinis continuano a peggiorare; la situazione esposta, inquadrata in un contesto piu' generale, appare seria e preoccupante in quanto dimostra, in maniera inequivocabile, come il cattivo funzionamento del sistema bancario incida negativamente sull'apparato produttivo del nostro Paese e, ancora peggio, come basta vantare influenti amicizie per ottenere credito dalle banche; in un momento in cui, a livello istituzionale, si e' fortemente impegnati per il risanamento dei conti pubblici e l'incentivazione dell'imprenditoria, appare quantomeno assurdo l'atteggiamento assunto dagli istituti di credito che va a penalizzare la metodologia democratica nella concessione dei crediti a vantaggio di un sistema che prevede ancora la figura "pseudointermediaria"; gravissimo ed irresponsabile nella sua interezza appare il comportamento assunto dall'Istituto di Credito Cooperativo di Conversano e dalla Direzione della Caripuglia di Bari, l'uno perche' si avvale della "consulenza" del Girardi e l'altra perche' consente l'incasso di assegni a persona non avente titolo; pur comprendendo l'enorme mole di lavoro di cui sono oberati gli uffici giudiziari, appare ingiustificato che, a distanza di oltre un anno, la denuncia presentata alla Procura di Bari non abbia ancora prodotto alcun effetto -: quali iniziative intendano assumere in ordine alla situazione esposta, in particolare, e ad un contesto piu' ampio, in generale, perche' l'attivita' produttiva ed imprenditoriale nel nostro Paese, gia' fortemente vessata, non venga ulteriormente penalizzata. (4-20800)