"FAVA GIOVANNI GIUSEPPE CLAUDIO (MOVIMENTO DEMOCRATICO RETE)" . "RUSSO SPENA GIOVANNI (RIFONDAZIONE COMUNISTA)" . _:B49e4766c0bb9e47ecebe24f0a3dac988 . "CRIPPA FEDERICO (FEDERAZIONE DEI VERDI)" . . . "GALASSO ALFREDO (MOVIMENTO DEMOCRATICO RETE)" . "2014-05-14T21:17:17Z"^^ . . . . . "4/20797" . "DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/20797 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19931210"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . "TRIPODI GIROLAMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/20797 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19931210" . "RONCHI EDOARDO (FEDERAZIONE DEI VERDI)" . "VENDOLA NICOLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA)" . "NUCCIO GASPARE (MOVIMENTO DEMOCRATICO RETE)" . "Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: da quanto risulta, nei primi giorni di settembre del 1992 il dirigente della DIGOS di Venezia avrebbe convocato in riunione gli agenti dell'intera divisione, per informarli che aveva trasmesso alla Procura Distrettuale Antimafia del Veneto, un rapporto informativo sulle infiltrazioni mafiose nella regione; il dirigente, in tali circostanze, avrebbe illustrato i contenuti del rapporto, ricevuto da un agente dell'ufficio, dichiarando che tale documento era per lui destituito di ogni fondamento, pur avendolo doverosamente inoltrato alla magistratura competente; nel citato rapporto informativo, sarebbero stati evidenziati episodi di infiltrazione mafiosa nel Veneto, attraverso una certa Antonina Sertolino, figlia del defunto Giuseppe Bertolino, imputato nel maxiprocesso di Palermo nel 1987 ed indicato dalla Commissione parlamentare antimafia come componente della famiglia mafiosa di Partinico, legata ai Corleonesi, della quale farebbero parte anche i due nipoti di Frank Coppola, Giacomo e Domenico; secondo il rapporto, Antonina Bertolino avrebbe ereditato dal padre una distilleria a Partinico, ed e' sorella della moglie del costruttore Angelo Siino, arrestato nel 1991 per associazione mafiosa; inoltre, nel documento si informava che Antonima Bertolino aveva acquistato a Borgoricco (PD), l'azienda \"Industria Chimica Valenzana\", societa' per azioni nella quale sarebbero stati investiti piu' di 10 miliardi, e si ipotizzava che nello sviluppo della penetrazione finanziaria nel Veneto, la signora Bertolino avesse allacciato rapporti di scambio con alti esponenti politici della regione; da quanto risulta, nel rapporto di polizia si informava che la sorella di Antonina Bertolino, Maria, moglie del mafioso Angelo Siino, manteneva rapporti di amicizia con l'arcivescovo di Monreale, Salvatore Cassisa, indicato come il responsabile della investitura dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme a Palermo; nel rapporto, oltre ad informare che a tale Ordine appartenevano persone sospette di mafia, si precisava anche che Bruno Contrada, dell'Alto Commissariato Antimafia, faceva parte dei Cavalieri del Santo Sepolcro; il 24 dicembre 1992, quattro mesi dopo la trasmissione del sopracitato rapporto alla Procura Distrettuale Antimafia del Veneto, e' stato arrestato dalla magistratura siciliana Bruno Contrada, con l'accusa di associazione mafiosa, e le indagini successive hanno rivelato i rapporti esistenti tra il funzionario di Polizia e l'arcivescovo di Monreale, Monsignor Cassisa, anche attraverso l'Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro; negli ultimi giorni del novembre 1993, la Procura Distrettuale Antimafia di Palermo ha emesso un mandato di perquisizione ed un avviso di garanzia per il reato di associazione mafiosa nei confronti di don Mario Campisi, segretario particolare ed autista del Vescovo Salvatore Cassisa; inoltre, come e' apparso anche sulla stampa nazionale, la magistratura palermitana ha aperto, gia' nei mesi scorsi, un'inchiesta sulla Curia di Monreale, per presunte tangenti pagate dagli imprenditori durante il restauro del Duomo arabo-normanno; come avrebbero dichiarato nell'ottobre scorso alla magistratura tre sacerdoti dell'arcidiocesi di Monreale, Monsignor Salvatore Cassisa sarebbe ritenuto il responsabile dei reati ipotizzati circa gli appalti per il restauro del Duomo, che sarebbero stati gestiti proprio da quel boss mafioso Angelo Siino, marito di Maria Bertolino, citati nel rapporto della DIGOS di Venezia nell'estate 1992; emerge percio' con inquietante evidenza il fatto che il sopracitato arresto di Bruno Contrada nel dicembre 1992, e la successiva messa sotto inchiesta per collegamenti mafiosi dell'arcivescovo Salvatore Cassisa, dell'ottobre-novembre 1993, hanno rappresentato due precise ed inequivocabili conferme di altrettante ipotesi di complicita' mafiosa esattamente denunciate molti mesi prima nel rapporto di polizia sopracitato; da quanto risulta, la Procura Distrettuale Antimafia del Veneto non avrebbe mai trasmesso alla competente Procura Antimafia di Palermo, ne' alla Procura Nazionale Antimafia, il rapporto ricevuto dalla DIGOS di Venezia fin dal Settembre 1992, ne' dopo l'arresto di Bruno Contrada, nel dicembre 1992, ne' dopo gli atti giudiziari che hanno coinvolto monsignor Cassisa, nell'ottobre-novembre 1993, nonostante che i reati oggi contestati dalla magistratura palermitana fossero precisamente ipotizzati nel rapporto investigativo; inoltre, da quanto risulta, la Procura Antimafia del Veneto non avrebbe compiuto nessun atto d'indagine, dall'estate 1992 ad oggi, per approfondire e verificare i gravi e precisi episodi di infiltrazione mafiosa e di intreccio con alti esponenti del potere politico locale, ipotizzati nei confronti di Antonina Bertolino, nel rapporto di polizia, nemmeno dopo la conferma circa l'attendibilita' del documento, emersa con le sopracitate inchieste della magistratura siciliana; quanto sopra rappresenta, a parere dell'interrogante, un gravissimo episodio di omissione di un dovere di ufficio, in merito all'attivita' istruttoria relativa all'azione penale, da parte dei giudici titolari della Procura Distrettuale Antimafia del Veneto, Michele Dalla Costa ed Antonio Fojadelli; gia' con interrogazione n. 4-19080 del 21 ottobre 1993, si segnalava al Ministro di Grazia e Giustizia la necessita' di verificare urgentemente l'immobilismo istruttorio della Procura Antimafia del Veneto, anche a seguito di denunce di organizzazioni sindacali di polizia, che avevano pubblicamente accusato tale struttura di lasciar marcire nei cassetti diversi rapporti investigativi sull'infiltrazione mafiosa nel Veneto -: se il Ministro non intenda urgentemente aprire un'inchiesta sull'operato della Procura Distrettuale Antimafia dal Veneto, per verificare le gravi omissioni del dovere di esercizio dell'azione penale, segnalate in premessa. (4-20797)" . . . . "MANTOVANI RAMON (RIFONDAZIONE COMUNISTA)" . "19931210-19940223" . . . . "1"^^ . . _:B49e4766c0bb9e47ecebe24f0a3dac988 "La Digos di Venezia, con nota del 31 agosto 1992 ha trasmesso all'Autorita' Giudiziaria due distinte relazioni di servizio, redatte dall'agente scelto Prestigiacomo Gianluca il precedente 20 agosto. La trasmissione, sotto l'oggetto \"rivelazioni informali di fonte confidenziale\" veniva fatta in entrambi i casi \"per quanto di rilevante ed utile ai fini di codesta A.G.\". Delle due relazioni di servizio, la prima riguardava \"alcune presunte collusioni, evidenziate da una fonte confidenziale, tra imprenditoria e mondo politico su avvenimenti connessi ad appalti di opere pubbliche da realizzarsi nella provincia di Treviso\" ed era diretta alla Procura della Repubblica presso ii Tribunale di Treviso e, per conoscenza, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia. La Procura di Venezia, rilevato che dei fatti era stato gia' informato il competente ufficio, decise di non dare seguito alla segnalazione. La seconda relazione riguardava \"alcune presunte collusioni evidenziate da un informatore fra esponenti politici, attualmente inquisiti nell'ambito dell'inchiesta tangenti e malavitosi legati alla famiglia mafiosa dei Corleonesi\". Il documento forniva anche alcune indicazioni sui legami patrimoniali e familiari delle sorelle Antonina e Maria Bertolino e su presunti rapporti di amicizia di quest'ultima con Monsignor Salvatore Cassisa, \"l'Arcivescovo che provvede all'investitura dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Palermo\", ordine del quale avrebbe fatto parte Bruno Contrada, gia' funzionario della locale Questura. La seconda relazione di cui si e' detto veniva iscritta a R.N.R. col n. 16/92 in data 11 settembre 1992 e quindi assegnata al dottor Fojadelli, sostituto addetto alla D.D.A. di Venezia. Negli stessi giorni e precisamente il 23 settembre veniva iscritto a Registro atti non costituenti notizie di reato (mod. 45) un telegramma pervenuto alla Procura, relativo ad infiltrazioni mafiose nel Veneto, ed anche tale fascicolo, in data 1^ ottobre 1992, veniva assegnato al P.M. dottor Fojadelli. Dalla scheda \"accertamenti\" agli atti nel procedimento risulta che in relazione a quanto segnalato vennero avviate approfondite indagini affidate alla Guardia di Finanza ed alla squadra \"Anticrimine\" di Padova con richiesta altresi' di informazioni all'Arma dei Carabinieri. Le indagini seguirono un unico filone e vennero coordinate dal dottor Fojadelli al quale e' stato indirizzato il 12.10.1992, un ampio rapporto della Guardia di Finanza (nucleo regionale P.T. di Venezia G.I.C.O.), mentre un secondo e' rapporto pervenuto al magistrato il 7 maggio 1993, dal Comando regione C.C. Veneto. Tanto premesso in linea generale, deve rilevarsi che a giudizio dell'Autorita' inquirente, le relazioni dell'agente Prestigiacomo non apportavano alcun significativo elemento di novita' rispetto al patrimonio di dati gia' in possesso degli investigatori. Ed invero sono stati acquisiti agli atti rapporti dell'Arma dei Carabinieri, risalenti addirittura al 1989, nei quali sono gia' riportate molte delle notizie riferite nelle citate relazioni, che anzi sembrano in alcune parti, una rielaborazione e un \"collage\" di elementi provenienti da altri rapporti o relazioni, con l'integrazione di notizie di fonte giornalistica. Il rapporto trasmesso dalla Guardia di Finanza al dottor Fojadelli e' molto piu' ampio e dettagliato e riferisce la situazione aggiornata delle vicende e degli investimenti patrimoniali oggetto delle indagini. All'esito di esse, la stessa Guardia di Finanza (G.I.C.O. di Venezia), segnalava tuttavia che il Comando Generale aveva disposto l'accentramento delle investigazioni presso il Nucleo regionale di Palermo, giacche' molte delle attivita' in esame avevano la loro sede operativa in Sicilia. Il dottor Fojadelli ha anche riferito di avere avuto in proposito contatti con i colleghi palermitani, in particolare con il Procuratore aggiunto dottor Pignatone, ai fini di un eventuale coordinamento, e di aver appreso, nell'occasione, che la D.D.A. locale stava gia' procedendo in modo autonomo ed era perfettamente al corrente di tutta la situazione illustrata nella relazione della Digos di Venezia. Lo stesso dottor Fojadelli ha aggiunto di avere comunque sollecitato nuove indagini alla Guardia di Finanza di Padova e di avere interessato alle stesse anche la D.I.A. della citta'. Alla stregua di quanto sopra deve essere esclusa ogni supposta inerzia da parte della D.D.A. veneziana, tanto piu' che nessuna vera e propria notizia di reato, relativa cioe' a specifici episodi delittuosi, emergeva dalle relazioni di cui si e' detto ne' e' risultata provata dall'esito delle indagini svolte in proposito; va anzi sottolineato che la Procura Distrettuale Veneta, con gli accertamenti tempestivamente disposti per il tramite della Guardia di Finanza, ha dato ulteriore e significativo incremento alla attivita' di investigazione patrimoniale poi proseguita dai militari di Palermo. Per quanto attiene alla ipotizzata appanenenza del dottor Contrada all'ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, va posto in rilievo che, tenuto conto della natura della fonte, dell'epoca della notizia e del fatto che l'adesione ad un medesimo sodalizio, non avente finalita' delittuose, non determina necessariamente la correita' di uno dei partecipanti in eventuali azioni delittuose dell'altro, la segnalazione non poteva avere neppure il valore di un semplice spunto investigativo per la D.D.A. veneta, comunque incompetente per territorio, e consapevole che l'A.G. siciliana era ai corrente dei fatti, sui quali gia' svolgeva approfondite indagini. In merito ai rapporti amichevoli che si suppone sarebbero esistiti tra Maria Bertolino ed alcuni esponenti politici locali, la genericita' del riferimento, la mancanza di ulteriori dati concreti e l'inesistenza di un qualsiasi collegamento della circostanza con specifici episodi da sottoporre ad eventuali indagini, rendevano e rendono impossibile agli inquirenti un qualsiasi utile sviluppo della segnalazione. In conclusione deve essere escluso, con riferimento alle illustrate vicende, l'ipotizzato comportamento omissivo della D.D.A. di Venezia e non si ravvisano neppure valide ragioni per promuovere l'accertamento ispettivo sollecitato dagli onorevoli interroganti. Il Ministro di grazia e giustizia: Conso." . _:B49e4766c0bb9e47ecebe24f0a3dac988 "19940214" . _:B49e4766c0bb9e47ecebe24f0a3dac988 "MINISTRO MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA" . _:B49e4766c0bb9e47ecebe24f0a3dac988 .