INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/20273 presentata da TASSONE MARIO (UDR - UNIONE DEMOCRATICA PER LA REPUBBLICA) in data 19981022

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Per sapere - premesso che: nel liceo-ginnasio statale e liceo linguistico "Lucio Anneo Seneca", sito a Roma nel quartiere Aurelio, si riscontra da anni un forte disagio dovuto ad un'obiettiva carenza d'aule scolastiche (trentotto, a fronte di quarantacinque classi), la quale costringe gli studenti ed i professori a doppi e tripli turni; nonostante la necessita' d'aule per questo liceo sia da vari anni nota ed evidente al Provveditorato agli studi competente per territorio, malgrado i solleciti, le proposte, le promesse e le indicazioni, nulla finora appare concretamente fatto per risolvere il problema in maniera organica e definitiva; da tempo risulterebbero in atto manovre e pressioni per impedire il determinarsi di soluzioni definitive ed organiche al problema edilizio di questo liceo; nello scorso anno scolastico gli studenti sono stati costretti a veder limitato il loro diritto allo studio per l'utilizzazione di tutti i laboratori, della biblioteca e dell'Aula Magna come aule didattiche; nel corrente anno scolastico, studenti e professori sono costretti - non si sa fino a quando - a sostenere doppi e talvolta tripli turni pomeridiani, col disagio facilmente immaginabile; il ventisettesimo distretto scolastico della capitale, con delibera unanime del 18 marzo 1998, ha deciso di proporre al provveditore agli studi di Roma l'assegnazione al liceo "Seneca" dell'intero edificio occupato dalla vicina scuola media statale di via Ettore Stampini ed il trasferimento delle classi (quattro o cinque) della medesima scuola media nelle dodici aule libere dell'edificio del quinto circolo di via Manetti, ad esecuzione avvenuta dei lavori di risanamento di quest'ultimo; il provveditore agli studi di Roma, reiteramente informato e sollecitato sulla necessita' d'aule - nell'aprile del 1998 - aveva promesso la consegna al "Seneca" d'un numero d'aule non inferiore ad otto nella vicina Scuola elementare statale "XXI aprile" sita in via di Boccea (edificio attualmente utilizzato in maniera estremamente ridotta), fin dall'inizio dell'anno scolastico e per esso solamente, in attesa d'assegnare al liceo (dall'anno 1999) l'intero edificio della scuola media di via Stampini; contrariamente a quanto promesso il Provveditore, nella riunione avvenuta il 17 settembre 1998 nel suo ufficio con i genitori degli alunni del "Seneca", ha sconsigliato di perseguire la soluzione dell'attribuzione temporanea della scuola "XXI aprile", in quanto ha dichiarato di ritenerla difficilmente attuabile in forza d'un problema di trasferimento dei bambini della scuola elementare nella nuova sede a cio' destinata (cio' - fra l'altro - in evidente contrasto con la richiesta, effettuata il 7 settembre 1998 dal Provveditorato all'amministrazione comunale, di comunicare la data per la consegna delle aule della "XXI aprile" al "Seneca"); lo stesso provveditore agli studi nella suddetta riunione ha dichiarato che la soluzione di ripiego, da lui proposta (utilizzazione per il corrente anno scolastico dei locali-mensa della "Stampini", attualmente succursale della Scuola media statale "Donato Bramante" situata sempre nel quartiere Aurelio), non apparirebbe di pronta e facile realizzazione, e che l'esecuzione dei lavori di ristrutturazione sarebbe non di sua competenza bensi' dell'Amministrazione provinciale di Roma, cui eventualmente avrebbero dovuto essere indirizzate le lamentele dei genitori; il Provveditore si e' limitato a rinviare alla Presidenza della "Bramante" ogni decisione in merito alla concessione (richiesta dai genitori del "Seneca") d'ulteriori due aule e d'un altro locale, inutilizzati nella scuola di via Stampini, pur essendo compreso nei poteri (e costituendo obbligo del suo ufficio) il compito d'individuare i locali disponibili per l'attivita' scolastica, verificando - se necessario - l'effettiva loro utilizzazione da parte delle singole scuole; a fronte d'ampi spazi, locali e servizi a disposizione di sole quattro classi per i circa settanta alunni della scuola media "Bramante" allocati nelle aule di via Stampini, va considerato il disagio del doppio turno sostenuto da ben mille studenti del liceo "Seneca"; gli studenti del "Seneca" hanno inscenato varie manifestazioni (documentate da organi di stampa anche di diffusione nazionale e dall'informazione radiotelevisiva), allo scopo d'evitare - in definitiva, come si desume da uno degli slogans - che per tali giovani la voglia di studiare sia considerata una colpa e la loro impellente richiesta di aule sia considerata un delitto; la situazione descritta fa il paio con altre manifestazioni di grave disagio scolastico riconducibili a problemi di natura nazionale oltreche' locale, come: a) la lotta per l'assegnazione di locali al liceo classico romano "Francesco Vivona" (a corto d'aule), che vede la ventilata estromissione dei bambini d'una vicina scuola materna e la conseguente reazione dei loro genitori, stante la riscontrata indifferenza del Provveditorato agli studi, della provincia e del comune di Roma; b) la grave incertezza della posizione giuridica degli insegnanti precari di sostegno ai disabili (personale laureato e con lunghe specializzazioni alle spalle), in forza della programmata riduzione d'unita' lavorative; c) la carenza di bidelli nelle scuole materne ed elementari -: se non si ritenga opportuno adoperarsi affinche' siano assegnate in via immediata e parziale al liceo "Seneca" per il presente anno scolastico, entro e non oltre il 31 ottobre 1998, almeno otto aule presso la vicina scuola elementare statale "XXI aprile", o - in via subordinata - concedere presso la scuola di via Stampini, oltre alla sala-mensa ed ai locali annessi, due aule ed un locale gia' destinato a laboratorio, per ricavarne sette aule con un intervento edilizio di rapida attuazione; se non sia pure il caso d'assegnare con impegno formale al "Seneca", dal 1^ luglio 1999, l'intero edificio sito in via Stampini; se non si debbano inoltre risolvere con tempestivita' ed in maniera soddisfacente i problemi del "Seneca", considerando che i genitori degli alunni interessati hanno gia' manifestato (anche in documenti formali) l'intenzione ferma di ricorrere ad una tutela giurisdizionale anche di natura penale, nei confronti di chiunque risulti avere - ai livelli amministrativo nonche' politico - responsabilita' alla luce del vigente ordinamento giuridico; se anche i problemi analoghi, citati in premessa per altri istituti scolastici romani e per specifiche categorie di docenti, non siano suscettibili di soluzioni idonee e comunque indifferibili: se - al di la' di istanze riformatrici poste in essere nell'ambito dell'istruzione pubblica ed accuratamente propagandate - sia concepibile in uno Stato moderno che in ordine a tali vicende si trascurino con tanta insensibilita' le energie mentali delle giovani generazioni, impedendo nei fatti l'esercizio costituzionalmente tutelato del diritto allo studio; se, infine, presunte ragioni economiciste possano aver ragione dell'indifferibile necessita' di disporre di strutture idonee all'esercizio dell'attivita' scolastica per tutta la comunita' nazionale, e se l'eventuale condizionamento d'obiettivi eteronomi di natura economica sul rispetto dei diritti dello Stato-comunita' (con particolare riguardo al diritto allo studio, nel caso di specie) possa invece favorire la crescita di generazioni d'ignoranti manipolabili anziche' di persone preparate, mature e responsabili, condannando cosi' l'Italia del futuro al suicidio politico, economico e culturale. (4-20273)
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