INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/20155 presentata da PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19931124
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_20155_11 an entity of type: aic
Ai Ministri di grazia e giustizia, dell'interno e del tesoro. - Per conoscere: quale sia l'esito definitivo - o in mancanza l'attuale fase giudiziaria - dei procedimenti giudiziari sviluppatisi a Napoli, e non solo a Napoli, e gli effetti sui danneggiati di Napoli, ma non solo di Napoli, quanto alla societa' CIMA, proprietaria dell'ex hotel Sant'Elmo, nel quartiere napoletano del Vomero, e ristrutturato con l'incredibile consenso dell'amministrazione comunale di Napoli, in appartamenti per civili abitazioni pur mancando del tutto strutture alberghiere in quella importante zona della citta' di Napoli; risulta infatti che la truffa per 100 miliardi, che di questo si tratterebbe, sia stata organizzata da tale Alfonso Tobia Conte, personaggio gia' artefice del crack della Banca Fabbrocini, e che lavorerebbe per conto della malavita organizzata come riciclatore dei capitali illeciti. La truffa consisterebbe in un complicato sistema di scatole cinesi, di "falsi fallimenti" e di compravendite di pacchetti azionari di societa'. Ci sono stati cinque arresti e la scoperta della "falsa" bancarotta della societa' immobiliare "CIMA" (sede in via Cervantes, 55 sede attuale anche della FIN NAVY) che aveva acquistato l'Hotel Sant'Elmo, appunto. E' emersa anche la societa' romana "ETRURIA 2000" gia' coinvolta nell'affare dell'acquisto dell'hotel Kursaal di Montecatini da parte di tale Marco Cordasco per conto del boss di Poggiomarino Pasquale Galasso: pare tra l'altro che la stessa societa' sia stata usata per operazioni di "pulizia di danaro sporco" dalla famigerata "banda della Magliana" grazie alla quale "boss" come Alfieri e Galasso hanno effettuato operazioni di riciclaggio a Roma. Finirono in carcere su richiesta del PM Nicola Lettieri e ordini di custodia emessi dal Gip Luigi Esposito con l'accusa di concorso in bancarotta fraudolenta con l'aggravante del danno patrimoniale. Antonio Letizia, Fabrizio Benedetti gia' presidenti in epoche diverse del consiglio di amministrazione della "CIMA", Alfonso Tobia Conte, gestore della societa', il figlio Paolo consigliere di amministrazione della societa' e infine il commerciante vomerese Enrico Isaia 60 anni la cui posizione peraltro dopo l'interrogatorio del Gip e' risultata essere irrilevante al fine della truffa tanto da ottenere la scarcerazione. Il 28 ottobre 1991 la sezione fallimentare del Tribunale di Napoli aveva emesso sentenza di fallimento della societa' "CIMA" con un passivo di 82 miliardi (18 dei quali nei confronti della CASSA DI RISPARMIO DI RIETI) a fronte di un attivo costituito da un fabbricato in via Pintor a Napoli iscritto in bilancio per 349 milioni e di un altro edificio in via Bonito, gia' compromesso in vendita dalla societa' fallita e che aveva consentito l'introito di 4 miliardi e di altri 12 da saldare. E' stato anche (si noti a questo punto anche per quanto potrebbe esserci di collegato che l'interrogante, insieme al deputato Rositani, aveva nei mesi scorsi presentato un atto ispettivo nei confronti di torbide operazioni della CASSA DI RISPARMIO DI RIETI, anche in relazione al coinvolgimento di esponenti della cosiddetta "banda della Magliana" e' che in questi giorni sono stati aperti al riguardo procedimenti giudiziari, od operati arresti). La CIMA, prima del fallimento, avrebbe distratto ed occultato beni, merci ed ingenti somme di denaro ricevute in prestito ed anche utili aziendali, senza riscontro nei libri contabili. In quello stesso periodo dalle sue proprieta' "sparivano" alcuni immobili a Pomigliano d'Arco, a Ponticelli per un valore di decine di miliardi. Sarebbero stati distratti crediti verso terzi e partecipazioni azionarie (nelle societa' "ETRURIA 2000"; "ALTA SRL"; "IMIM SRL"; "CERAMICA DEL FIGINO SPA" per oltre 100 miliardi di lire a favore di alcune societa' tra cui la "FISCOM FINANZIARIA", la "AGRINVEST" e la "CAMELI", con un prezzo solo in minima parte versato e poi "eclissatosi")... Nelle voci passive del bilancio societario della "CIMA" e' pero' singolare che non figurassero i 18 miliardi di debiti con la CASSA DI RISPARMIO DI RIETI e che risultassero perdite gestionali inesistenti come quella di 10 miliardi nella vendita delle azioni della "ETRURIA 2000 spa" (societa' che aveva un patrimonio immobiliare di oltre 100 miliardi di lire) che la stessa societa' poi fallita deteneva al 10 per cento per conto della "FISCOM FINANZIARIA SPA". Vendita avvenuta quando la "CIMA" era gia' in stato di insolvenza. Va detto che dopo nove mesi la "FISCOM" rivendeva l'intero pacchetto azionario della "ETRURIA" alla "CARATI SPA" e che a sua volta la rivendeva ad altra societa' e poi ancora altro cosi' come, ha pubblicato il settimanale napoletano Mercoledi' a firma di Giuseppe Del Gaudio; quali siano attualmente le destinazioni dell'immobile in parola, e se sia stata riscontrata l'assoluta regolarita' dei comportamenti del comune di Napoli e le eventuali responsabilita' facenti capo a dirigenti della CASSA DI RISPARMIO DI RIETI. (4-20155)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/20155 presentata da PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19931124
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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4/20155
PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE)