INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19636 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19931108

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_19636_11 an entity of type: aic

Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: da informazioni apparse sulla stampa specializzata, e mai smentite, l'Esercito avrebbe deciso l'acquisto di una versione blindata del veicolo a due assi Fiat Iveco VM 90 ad un costo di circa 500 milioni per esemplare; l'acquisto dei VM 90 blindati viene presentato come una soluzione ponte urgente ed indifferibile per equipaggiare le unita' di cavalleria in attesa dell'entrata in servizio di una nuova blindo leggera per trasporto truppe, da molti anni allo studio; questo provvedimento "urgente" e' probabilmente motivato dalla assegnazione della Brigata di cavalleria "Pozzuolo del Friuli" all'ARRC (ACE Rapid Reaction Corps, il Corpo d'armata di reazione rapida del Comando alleato in Europa che sara' operativo nel 1995). La brigata, recentemente dotata delle nuove blindo armate "Centauro", non e' infatti operativa perche' - nonostante sia allo studio da quasi dieci anni - non e' disponibile un mezzo blindato per trasporto truppe; e' del resto ben noto che tra i programmi da tempo in corso di realizzazione per l'Esercito italiano ve ne e' anche uno riferito ad una blindo leggera denominata "Puma"; originariamente ne era prevista l'acquisizione di circa 2000 esemplari per dotarne le brigate blindate pianificate nel progetto "Esercito 96" elaborato nella seconda meta' degli anni '80. Sia il progetto "Esercito 96" che le brigate blindate sono stati tuttavia successivamente abbandonati nel continuo e confuso succedersi di modelli ordinativi portati avanti o affossati solo sulla base dal mutevole punto di vista dei diversi capi di stato maggiore anziche' di una seria pianificazione a medio/lungo termine; l'Esercito ha comunque mantenuto un requisito per un numero limitato di blindo leggere "Puma" (circa 200) che dovrebbero equipaggiare la Brigata di cavalleria "Pozzuolo del Friuli" e i reggimenti autonomi di cavalleria; tali reparti dovrebbero essere formati da un mix di blindo armate "Centauro" e di "Puma". Tuttavia, mentre il programma di acquisizione delle prime e' pressoche' concluso, delle seconde esistono solo alcuni prototipi ancora ben lontani dalla configurazione definitiva, benche' per il loro sviluppo siano gia' state spese alcune decine di miliardi; gli studi su questo veicolo sono in corso da almeno otto anni (un prototipo funzionante fu esibito al poligono di Monte Romano nel 1988), ma durante questo periodo lo stato maggiore dell'Esercito ha piu' volte modificato propri requisiti, tanto che oggi ne esistono due diverse versioni, a quattro e a sei ruote motrici; per anni lo stato maggiore Esercito - probabilmente condizionato anche da scelte di carattere industriale della Fiat Iveco - ha investito energie e risorse finanziarie nello sviluppo della originaria versione a due assi la cui capacita' di trasporto di soli 5 uomini non consente di muovere la pur ridotta squadra di sette elementi prevista dal nuovo ordinamento reggimentale dell'Esercito; solo successivamente, a causa della insufficiente capacita' del "Puma" a due assi, si e' deciso di metterne a punto una versione a chassis allungato e a tre assi motori. Pare tuttavia che in questa configurazione il veicolo abbia mostrato innumerevoli problemi tecnici che ne hanno enormemente rallentato lo sviluppo; la causa principale dei problemi del "Puma" allungato andrebbe ricercata proprio nella sua discendenza dal mezzo piu' piccolo. Infatti, nonostante abbia un asse motore in piu', sia piu' lungo di una trentina di centimetri e pesi quasi due tonnellate in piu' del mezzo originario, ne conserva la medesima trasmissione e lo stesso motore Fiat da 180 cavalli; nonostante i ritardi ormai emormi e i problemi, il programma continua ad essere iscritto a bilancio con una previsione di spesa di 184 miliardi per 200 esemplari, anche se non e' affatto chiaro - stante l'indeterminatezza in cui si trova l'intero progetto - su quali basi lo stato maggiore abbia calcolato questi costi; appare incredibile che - per rimediare agli errori di impostazione del progetto e alla pessima gestione del programma di ricerca e sviluppo - si voglia ora acquistare un mezzo "tappabuchi", la cui efficacia militare e tecnica appare essere al piu' marginale, destinato per di piu' a restare in servizio solo qualche anno in attesa del mezzo definitivo; l'acquisto del VM 90 blindato richiede un investimento importante, stimabile attorno ai 100 miliardi, pari a circa il 60 per cento di quello previsto per l'intero programma "Puma"; la blindatura del VM 90 appare discutibile sul piano tecnico e improponibile su quello militare. A meno che non si pensi di dotare l'Esercito di un veicolo da ordine pubblico del tutto analogo agli autocarri blindati dei Carabinieri e della Polizia, si tratta di applicare delle corazzature pesanti almeno un paio di tonnellate ad un mezzo leggero nato per trasportare non piu' di 1500 chilogrammi in tutto. E' facilmente immaginabile quali possano essere le conseguenze in termini di agilita', resistenza degli assali alle sollecitazioni nel movimento fuori strada, efficacia operativa, protezione dal fuoco avversario dei militari trasportati. Varra' la pena di ricordare - a proposito di clamorosi errori di progettazione di veicoli militari e acquiescente silenzio degli organi tecnici dello stato maggiore - che l'assale posteriore del veicolo AR 76 (la "campagnola" nuovo modello) si spezzava regolarmente se si usava da bordo il cannone controcarri senza rinculo da 106 mm., tanto che l'Esercito ha dovuto mantenere in servizio alcune "campagnole" AR 59 vecchie di 40 anni per non dover appiedare i reparti controcarri della fanteria e successivamente dotarne i reparti di uno speciale carrello da trasporto costruito su licenza austriaca -: se risponda a verita' la notizia che lo SME ha intenzione di acquistare una versione blindata dell'autocarro leggero Fiat Iveco VM 90 e, nel caso, quanti esemplari siano stati o saranno ordinati e a quale prezzo, ovvero se vi siano studi in merito; quali siano le modifiche apportate al veicolo originario e da quali ditte siano state studiate ed eseguite; quando dovrebbero entrare in servizio i VM 90 blindati; a che punto sia il programma "Puma" e per quali ragioni dopo quasi otto anni di studi non sia stato ancora possibile giungere alla produzione di serie di un mezzo che non presenta alcuna particolare difficolta' progettuale, ne' si distingue per soluzioni tecnologiche particolarmente avanzate; quale sia stato l'iter per la definizione dei requisiti tecnico-operativi del veicolo "Puma", ed in particolare quando ne sia stata definita la prima configurazione e quali le modifiche intervenute successivamente; quale sia stato l'iter tecnico-amministrativo dei contratti di ricerca e sviluppo e per la realizzazione dei prototipi del "Puma" attribuiti alla capocommessa Fiat Iveco e a tutte le altre aziende comunque partecipanti al programma, ed i relativi importi; quando si preveda che la versione definitiva della blindo "Puma" possa entrare in produzione; per quali ragioni si ritenga indifferibile una soluzione transitoria consistente nell'acquisto di veicoli nati per tutt'altri compiti e sottoposti ad una affrettata e probabilmente discutibile trasformazione ad un costo, per di piu', assolutamente sproporzionato rispetto alla loro palese marginale utilita' tattica; se il Ministro non ritenga a questo punto di dover immediatamente sospendere il programma di acquisizione della versione blindata del veicolo VM 90, provvedendo nel contempo ad un urgente e severo riesame del programma "Puma", valutando se necessario anche soluzioni alternative per evitare quello che appare altrimenti essere un inaccettabile spreco di risorse. (4-19636)
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