INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/19095 presentata da DORIGO MARTINO (MISTO) in data 19960327

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_19095_12 an entity of type: aic

Ai Ministri della pubblica istruzione, di grazia e giustizia e del tesoro. - Per sapere - premesso che: il 26 marzo 1996, con ordinanza n. 407/96, il Tribunale amministrativo del Veneto ha respinto la richiesta di sospensiva del trasferimento d'ufficio, comminato dal provveditore agli studi di Venezia al professor Venerando Cintolo per incompatibilita' ambientale; da quanto risulta negli atti, il Ministero della pubblica istruzione, il provveditorato agli studi di Venezia ed il consiglio di disciplina per il personale docente presso il Consiglio nazionale della pubblica istruzione del Ministero, si sono costituiti in giudizio attraverso l'Avvocatura di Stato con atto del 6 marzo 1996; il professor Venerando Cintolo, immesso in ruolo dal 1984, ha insegnato presso l'istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato "Alessandro Volta" di Mestre dal 1972 fino al l993, ed e' stato eletto, come rappresentante dei docenti, nel consiglio di istituto di tale scuola; nel resoconto dettagliato di fatti che segue, l'interrogante si riferisce a notizie e documenti da lui direttamente visionati o per iniziativa degli estensori, o per precise ricostruzioni pubblicate sulla stampa locale; fin dall'inizio del suo mandato, come consigliere di istituto, il professor Cintolo ebbe a contestare il fatto che il preside Gianfranco Casadoro e la giunta esecutiva da lui presieduta decidevano ed attuavano acquisti per centinaia di milioni di lire, facendoli solo successivamente approvare con delibere di "ratifica al buio" del consiglio di istituto, che veniva nei casi migliori informato solo sommariamente sulla qualita', necessita' e destinazione di detti acquisti, in palese violazione dell'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 416 del 31 maggio 1974, fino all'estremo di vere e proprie "deleghe in bianco" conferite al preside per acquisti mai relazionati al consiglio; gia' il 29 giugno 1989, rispondendo a precisa richiesta dei revisori dei conti della scuola, da lui gia' interpellati in merito alle plurime irregolarita' riscontrate, il professor Cintolo presento' ai suddetti una relazione scritta di otto pagine in cui descriveva dettagliatamente le anomalie gestionali contestate, rimasta pero' senza alcuna risposta; successivamente il professor Cintolo, con lettere del 16 e 19 gennaio 1991, aveva interpellato il provveditore agli studi di Venezia, Maria Rosa Sguerso, informandola doverosamente del peggioramento della gestione amministrativa dell'istituto "Volta"; non ottenendo alcuna correzione nei rapporti tra preside-giunta ed il consiglio ed avendo riscontrato l'aggravarsi di procedure di acquisto non regolari, il professor Cintolo presento', il 20 aprile 1991 un esposto scritto indirizzato al provveditore agli studi di Venezia, alla delegazione per il Veneto della Corte dei conti, al revisore dei conti, al preside ed al collegio dei docenti dell'istituto "Volta"; in tale esposto, il professor Cintolo, come responsabile incaricato (e sempre costantemente riconfermato dal collegio dei docenti) per il settore audiovisivi della scuola, fin dalla sua costituzione, e come consigliere di istituto, contestava che fuori da ogni suo controllo venivano continuamente comperate ed assegnate apparecchiature audiovisive, il cui acquisto nella maggior parte dei casi non risultava deliberato dal consiglio stesso, e che non venivano assegnate alla competente mediateca da lui diretta; il 24 luglio 1991, poco dopo l'esposto, il revisore dei conti, per il Ministero del tesoro, dell'IPSIA "Volta", Roberto Savino, sottoscrivendo da solo il verbale n. 158 (in assenza del revisore dei conti per il Ministero della pubblica istruzione), di relazione al conto consuntivo del 1990 dell'istituto, afferma che il suo organismo di riscontro "... per quanto concerne i bilanci di previsione ed i conti consuntivi di propria competenza non ha potuto esprimere il previsto giudizio di merito, rassegnando suo malgrado soltanto un semplice avviso o parere formale (aritmetico)"; quanto sopra basterebbe a dimostrare un anomalo comportamento da parte di colui che era preposto a verificare la correttezza della gestione amministrativa dell'istituto "Volta", ma e' aggravato dal fatto che nel suddetto verbale l'estensore compie, a parere dell'interrogante, l'incredibile abuso di "integrare" la sua relazione tecnica con una esplicita censura verso il professor Cintolo, accusandolo di aver denunciato le irregolarita' amministrative nelle sedi competenti, causando l'impossibilita' da parte dei revisori dei conti ad esprimere parere favorevole al bilancio 1990 e generando una situazione di estremo disagio all'istituzione scolastica; l'incredibile censura del dott. Savino si e' spinta a richiedere l'intervento gerarchico del direttore generale dell'istruzione professionale dott. Giuseppe Martinez contro il professor Cintolo, dichiarandolo "...ben noto al direttore generale dell'istruzione professionale e al provveditore agli studi di Venezia per i suoi emblematici comportamenti... concretizzati in esposti, dubbi e quesiti...."; successivamente, rispondendo all'esposto del 20 aprile 1991, del professor Cintolo, la procura generale presso la Corte dei conti con nota n. 337178/WEB del 18 ottobre 1991, ordinava ai revisori dei conti dell'istituto "Volta" di compiere una ispezione sindacale, per accertare un "presunto danno erariale per acquisto ed utilizzo apparecchiatura IPSIA A. Volta di Mestre"; ottemperando all'ordine di cui sopra, i revisori dei conti del "Volta", questa volta a ranghi completi, nelle persone del dott. Savino e della dottoressa Gabriella Avantifiori, rappresentanti dei Ministeri del tesoro e della pubblica istruzione, sottoscrivevano il verbale n. 160, del 23 novembre 1991, nel quale, anziche' spiegare nel merito i motivi che potevano giustificare acquisti deliberati da preside e giunta esecutiva, approvati solo a posteriori dal consiglio di istituto, affermavano seraficamente che "...e' risultato con palmare evidenza la correttezza della gestione amministrativo-contabile e didattica delle apparecchiature audiovisive ed al contrario, l'infondatezza, l'inconsistenza, la mendacita', delle affermazioni del professor Venerando Cintolo."; anche in questa occasione, il dottor Savino, ottenendo nella circostanza il consenso della collega Avantifiori, ha abusato della sua funzione per diffamare l'operato del professor Cintolo, ripetendo in modo ancor piu' esplicito (sollecitato richiamando ed allegando il gia' citato verbale n. 158) l'invito agli organi superiori (provveditore agli studi e direttore generale) ad adottare censure disciplinari nei confronti di chi chiedeva correttezza e chiarezza; a seguito di tale irregolare sollecitazione dei revisori dei conti, il provveditore agli studi Sguerso apri' un procedimento disciplinare con atto del 17 febbraio 1992, per pretesa mendacita' del professor Cintolo nel suo esposto del 20 aprile 1991, che si concluse con una censura, che di fatto incredibilmente colpiva non l'insegnante, ma un consigliere d'istituto nell'espletamento di un mandato elettivo non subordinato gerarchicamente; i verbali n. 158 e 160 e gli altri documenti invocati a fondamento dei procedimenti disciplinari sono sempre stati mantenuti nascosti al professor Cintolo, che ne chiese visione ex lege n. 241 del 1990, nei ricorsi gerarchici da lui aperti e che ha dovuto attendere tre sentenze favorevoli del T.A.R., appellate dal Ministero ma confermate dal Consiglio di Stato, che le ha depositate il 17 marzo 1994, ordinando l'esibizione dei documenti richiesti e condannando l'Amministrazione scolastica a pagare lire 6.000.000 di spese legali; preso visione dei verbali 158 e 160, il professor Cintolo ha potuto presentare una querela per diffamazione, contro il dott. Savino e la dottoressa Avantifiori, ma lo scandaloso ostruzionismo delle autorita' scolastiche, costato 6 milioni di lire ai contribuenti, ha ottenuto il malvagio, ma, a parere dell'interrogante, esplicito intento di impedire allo stesso professor Cintolo di produrre in tempo utile tali decisivi documenti nei ricorsi contro i provvedimenti disciplinari da lui subiti e nei procedimenti penali da lui fatti aprire contro il preside Casadoro ed i revisori dei conti; inoltre, solo a seguito del ritardato accesso ai documenti sopra citato, si e' potuto appurare l'incredibile mistificazione per la quale il provveditore Sguerso, nella sopraccitata contestazione del 17 febbraio 1992, millanta come risultato della verifica dei revisori dei conti i testuali argomenti contenuti in una lettera scritta dal preside al provveditore il 13 maggio 1991, per giustificarsi di fronte alle precise accuse del professor Cintolo, e sempre tenuta nascosta; sempre a seguito del successivo accesso ai documenti tenuti nascosti, si e' potuto riscontrare la fondatezza delle contestazioni amministrative del professor Cintolo ed, anzi, conoscere anche che il 24 novembre 1990, in una delle contestate sedute della giunta esecutiva, erano stati deliberati, in violazione dell'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 416 del 31 maggio 1974, acquisti per circa 250 milioni di lire; successivamente al suo esposto del 20 novembre 1991, il professor Cintolo, anziche' vedere dei risultati di risanamento nella gestione amministrativa da parte degli organi responsabili, si e' visto destituire da responsabile del settore audiovisivi da parte del preside Casadoro, che comincio' anche a sottrargli dall'insegnamento le classi femminili del corso "A"; il 7 ottobre 1991, il professor Cintolo presento' ricorso contro la sua estromissione dal corso femminile "A" al provveditore agli studi Maria Rosa Sguerso ed al direttore generale per l'istruzione professionale Giuseppe Martinez, contestando come tale esclusione fosse stata voluta dal professor Baraldi Pietro, presidente dei consigli di classe del corso "A", "...per un contrasto sui metodi didattici, e non solo su quelli," verso di lui, e nel quale era sostenuto "...dal preside e dal revisore dei conti dottor Savino": tutto questo fu ribadito nella successiva lettera al provveditore e al direttore generale del 17 gennaio 1992; poco tempo dopo, nei primi giorni di marzo 1992, a seguito della denuncia di molte studentesse del corso "A" dell'istituto "Volta", e' scattato uno sciopero degli studenti, che si sono rifiutati di partecipare alle lezioni del professor Baraldi, accusato di commettere da molto tempo ripetute molestie sessuali nei confronti di allieve anche minorenni; la vicenda ha suscitato notevole scalpore in citta' ed i genitori degli studenti hanno protestato col provveditorato agli studi per la cattiva gestione della scuola, che aveva permesso simili degenerazioni, chiedendo l'apertura di una indagine amministrativa e promuovendo una causa penale contro il professor Baraldi; fin dai primi giorni dello scandalo, il preside dell'istituto "Volta", con tempestiva emulazione, si metteva in malattia, scomparendo dalla scuola, analogamente al professor Baraldi, mentre il suo vice, professor Ceriello, nella apposita riunione straordinaria del consiglio di Istituto del 20 marzo 1992, si oppose alla richiesta di ispezione amministrativa in merito alla scandalosa vicenda, avanzata con insistenza dal professor Cintolo, ma poi approvata a maggioranza dallo stesso consiglio; come e' stato dimostrato al processo, che il 16 febbraio 1993, si e' concluso con un patteggiamento che ha visto il professor Baraldi condannato ad una pena di 18 mesi di reclusione per i reati di atti di libidine violenta, turpiloquio, abuso di atti d'ufficio e falso ideologico, frequenti episodi di molestia sessuale avvenivano proprio nella sala audiovisivi dalla quale il preside Casadoro aveva estromesso da responsabile il professor Cintolo, in modo repentino e senza alcuna giustificazione formale; e' da rilevare come il preside Casadoro ed il professor Ceriello siano stati citati come testi della difesa, per discolpare il professor Baraldi, e che insieme a loro, approfittando dell'assenza come teste dal processo del professor Cintolo, figurava come teste a difesa il sig. Boscolo Enzo Berto, indicato, con mendacita' che appare spudorata, quale "responsabile laboratorio audiovisivi" del Volta perche' negasse molestie del Baraldi ad un alunna durante le proiezioni, mistificando il fatto che invece all'epoca dei fatti il responsabile del laboratorio audiovisivi era il professor Cintolo; a quasi un mese dalla richiesta urgente dell'ispezione da parte del Consiglio di istituto, dopo scioperi degli studenti e proteste in Provveditorato agli studi, finalmente il 10 aprile 1992 la provveditrice Maria Rosa Sguerso ha fatto arrivare all'Istituto "Volta" l'ispettrice ministeriale Maria Pia Socin, pur non rinunciando ad assurdi tentativi di minimizzazione, rimproverando ritardo e vaghezza alle accuse delle studentesse, come riportato dalla stampa locale; l'ispettrice Socin ha condotto con rigore ed impegno una indagine apprezzata pubblicamente da tutti i genitori e studenti della scuola, mettendo in evidenza un insieme di gravi responsabilita' che avrebbero permesso i gravi abusi del professor Baraldi ed anche molteplici irregolarita' gestionali, come da tempo denunciato dal professor Cintolo; dopo un mese di intenso lavoro, l'ispettrice Maria Pia Socin stilo' un rapporto di ben quaranta pagine, nel quale, come si e' potuto successivamente verificare, venivano denunciate le gravi responsabilita' della direzione scolastica del "Volta", nel non aver saputo vigilare sulla condotta del professor Baraldi, individuando il coinvolgimento del vicepreside Ceriello in almeno uno degli episodi di molestia compiuti dal professor Baraldi, e chiedendo azione disciplinare contro entrambi e richiamo contro il preside Casadoro; nel Consiglio d'istituto del l6 giugno 1992, la stessa ispettrice Socin fece mettere a verbale che "le responsabilita' coinvolte sono equamente distribuite fra il docente inquisito e la gestione dell'istituto"; nonostante quanto sopra, ne' il Ministero della pubblica istruzione, nella persona del preposto direttore generale per l'istruzione professionale dott. Giuseppe Martinez, ne' il provveditore agli Studi Maria Rosa Sguerso, assunsero alcuna iniziativa correttiva verso la gestione del "Volta"; e' da notare che l'ispettrice Maria Pia Socin, poco dopo il suo rapporto severo e coraggioso sulle anomalie della gestione dell'Istituto "Volta", venne messa a riposo d'ufficio; anziche' ascoltare le ripetute segnalazioni rivolte loro dal professor Cintolo contro la scandalosa gestione del preside Casadoro e suoi conniventi, poi indirettamente confermate dal rapporto dell'ispettrice Socin, il provveditore Sguerso aveva inviato, l'11 febbraio 1992, un'altra contestazione disciplinare al professor Cintolo, accusandolo fra l'altro di intralciare la funzione direttiva con lettere e quesiti che mettono in dubbio la correttezza del preside, facendola seguire dalla sopracitata contestazione del 17 febbraio 1992, con la quale si muovevano addebiti ancora piu' gravi, contestando addirittura le sue continue denunce; a seguito di tali provvedimenti disciplinari, di avvertimento scritto e di censura, il professor Cintolo ha presentato due esposti penali alla procura della Repubblica presso la pretura circondariale di Venezia il 26 febbraio ed il 16 marzo 1993, che sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia, che ha aperto procedimento penale congiunto n. 1277/93 e n. 1278/93; precedentemente, il professor Cintolo aveva sporto querela contro il provveditore Sguerso, per ingiurie e diffamazione, ed il pubblico ministero dott. Antonio Miggiani, il 30 maggio del 1994 ha trasmesso gli atti alla procura presso il Tribunale, ravvisando con le indagini, a carico del provveditore Maria Rosa Sguerso, anche la sussistenza del reato di abuso d'ufficio; il dottor Miggiani, nel trasmettere per competenza gli atti alla procura presso il Tribunale di Venezia, nella nota di accompagnamento scrive testualmente: "...risulta evidente la parzialita' dell'amministrazione scolastica nel comminare al professor Cintolo la sanzione disciplinare" e che "...il Provveditore non soltanto non ha effettuato alcuna seria indagine ispettiva - come pure avrebbe dovuto - avvalendosi di un organo incompetente quali i revisori dei conti per emettere il proprio provvedimento, ma ha anche violato gravemente i propri doveri istituzionali recependo in modo pedissequo e acritico la relazione ispettiva di un organo incompetente, negando all'indagato l'accesso agli atti amministrativi e non tenendo in minimo conto le sue difese"; la nota del dottor Miggiani conclude dicendo: "Emergono pertanto macroscopiche violazioni di legge che inducono a ritenere sicuramente provata la malafede del Provveditore nel cagionare un ingiusto danno. Evidenzio che presso la procura esiste - per la stessa vicenda - altro procedimento per abuso d'ufficio che riguarda i revisori dei conti, autori della relazione ispettiva di cui si e' detto."; a seguito della trasmissione di atti per competenza, effettuata dal sostituto procuratore dott. Miggiani, la Procura della Repubblica del Tribunale di Venezia ha aperto il procedimento penale n. 3330/94 per abuso d'ufficio, contro il provveditore Maria Rosa Sguerso; per i due esposti penali sopracitati, unificati nel procedimento penale 1277/93, aperto dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia contro il preside Gianfranco Casadoro ed i revisori dei conti Roberto Savino e Gabriella Avantifiori, il pubblico ministero incaricato chiese il 13 dicembre 1993, la proroga di sei mesi per le indagini, proprio per attendere la documentazione richiesta dal professor Cintolo al T.A.R., contenente i documenti pretestuosamente utilizzati per i provvedimenti disciplinari ed i famigerati verbali n. 158 e 160, che si sono successivamente rivelati elementi decisivi per avvalorare l'esistenza dei reati denunciati; nonostante siano stati accolti i tre ricorsi del prof. Cintolo al T.A.R. del Veneto per annullare il diniego dell'accesso ai documenti relativi alle irregolarita' amministrative ed ai provvedimenti disciplinari, gli accaniti appelli in Consiglio di Stato, da parte del Ministero della pubblica istruzione, pur rigettati, hanno pesantemente ritardato l'acquisizione delle prove, in modo da indurre il 27 aprile 1994 i giudici inquirenti a far archiviare sia il procedimento originario 1277/93, sia i successivi procedimenti 2786/94 e 3420/94; il prof. Cintolo ha ricorso contro le suddette archiviazioni, con l'argomento che il ritardo del Consiglio di Stato non gli aveva consentito di produrre nei procedimenti penali gli importanti documenti succitati, ed il G.I.P. di Venezia dott. Gioacchino Termini, ha accolto tale ricorso fissando nuovamente udienza in camera di consiglio per il 10 aprile 1996; nel frattempo, pero', anche a seguito della comunicazione al Provveditorato ed al Ministero fatta dal preside Casadoro, dell'avvenuta archiviazione del procedimento penale 1277/93, il provveditore agli studi di Venezia riattivava la pendente procedura di trasferimento d'ufficio contro il prof. Cintolo, che era stata sollecitata dal preside e dal direttore generale Martinez; e' da notare che il direttore generale Martinez, nel proporre il 1^ luglio 1994, in modo irrituale al Provveditorato agli studi di Venezia (cioe' da organo superiore verso organo inferiore) il trasferimento d'ufficio del prof. Cintolo, nella sua lettera n. 11827/E2 1968, classificata "riservata", faceva esplicito riferimento al fatto che si concordava con le richieste punitive a lui direttamente inviate dal Preside Casadoro, che aveva denunciato come scorrette alcune contestazioni formali del prof. Cintolo riguardo ad anomale procedure amministrative della direzione scolastica del "Volta", nell'adozione di nuovi tesserini magnetici per il personale; per lo stesso motivo punitivo contro le contestazioni del prof. Cintolo alla gestione dei tesserini magnetici, il provveditore agli studi il 17 ottobre 1994 con lettera 896/Ris avvio' presso il consiglio di disciplina per il personale docente del C.N.P.I. procedimento disciplinare a carico del prof. Cintolo, il quale e' stato poi completamente prosciolto dagli addebiti contestati dallo stesso Consiglio di Disciplina nell'adunanza del 1^ marzo 1995; nonostante cio', il nuovo provveditore agli sfudi di Venezia, dott.ssa Parisi Mirella Petrella, accogliendo la richiesta del direttore Martinez e non ravvisando contraddizioni nell'ambigua condotta del predecessore Sguerso, decretava il 17 Giugno 1995 il trasferimento d'ufficio per incompatibilita' ambientale del Prof. Cintolo, che lo ha poi impugnato dinnanzi al T.A.R.; il 16 novembre 1995, la Corte di Cassazione, 6^ sezione penale, ha annullato senza rinvio il decreto di archiviazione del procedimento penale n. 3330 del 1994, gia' citato, che era stato aperto contro la Provveditrice Maria Rosa Sguerso per abuso d'ufficio ai danni del prof. Cintolo, perseguitato per la sua rigorosa opera di denuncia delle gravi irregolarita' gestionali ed amministrative dell'Istituto "Volta"; l'ultimo atto del Ministero della pubblica istruzione, rappresentato dalla gia' citata costituzione in giudizio del 6 marzo 1996, per opporsi alla istanza di sospensione del trasferimento d'ufficio presentata dal prof. Cintolo al TAR del Veneto, evidenzia come il Ministero non abbia assolutamente valutato come i recenti avvenimenti anche giudiziari, sopra descritti, abbiano ampiamente dimostrato la correttezza e la serieta' del prof. Cintolo, confutando tutte le accuse a suo carico, e confermando invece la sussistenza dei gravi fatti da lui denunciati; infatti, a parere dell'interrogante, una obiettiva analisi dei fatti sopra descritti avrebbe dovuto indurre il Ministero della pubblica istruzione ad una seria riflessione sulla gravita' del vero e proprio intreccio di abusi, omissioni e connivenze che si e' disvelato, e percio' a ricercare con rigore, al proprio interno, le ragioni e le responsabilita' di questa scandalosa vicenda, nel frattempo disponendo la cessazione di ogni censura verso il prof. Cintolo, e l'avvio di una sua piena riabilitazione: aver invece voluto proseguire nell'azione disciplinare, anche opponendosi il 6 marzo 1996 al ricorso per sospensiva dinnanzi al T.A.R., rivela un grave rifiuto a prendere atto della verita', e percio' un accanimento persecutorio, che l'interrogante ritiene pretestuoso ed arrogante -: se il Ministro sia al corrente dei fatti sopra descritti; se non ritenga di dover contestare ai diretti responsabili il grave accanimento acritico e persecutorio compiuto con la costituzione in giudizio degli organismi ministeriali compiuta il 6 marzo 1996 contro il ricorso del prof. Cintolo dinnanzi al T.A.R. del Veneto; se non ritenga conseguentemente di dover immediatamente disporre la revoca del trasferimento d'ufficio del prof. Cintolo; se non ritenga di dover adottare i piu' severi provvedimenti cautelativi, in attesa dei risultati dell'inchiesta, nei confronti dei funzionari e dirigenti coinvolti, ed in particolare il preside dell'istituto "Volta" Casadoro, l'ex vice preside Ceriello, il provveditore Sguerso, il direttore generale Martinez, i Revisori dei conti Savino e Avantifiori, il prof. Baraldi; se non ritenga di dover riferire urgentemente al Parlamento sulle misure organizzative e strutturali di risanamento amministrativo che si intendono predisporre per evitare il ripetersi od il diffondersi di simili scandalose situazioni di cancrena nella pubblica istruzione. (4-19095)
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DORIGO MARTINO (MISTO) 

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