INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18921 presentata da PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19931019
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_18921_11 an entity of type: aic
Ai Ministri del tesoro, dell'interno, di grazia e giustizia e delle finanze. - Per conoscere: se il Governo sia venuto finalmente a conoscenza delle persone fisiche e giuridiche che lo scorso anno assestarono un colpo mortale alla lira, costringendo la Banca d'Italia a buttare al vento, nel tentativo di difenderla, non meno di 50 mila miliardi, per poi essere costretti a svalutarla; e' opinione diffusa, se non addirittura indiscutibile certezza, che ad operare, in oggettivo danno della lira italiana, con gigantesche manovre speculative per un miliardo di dollari, fu il finanziere George Soros; egli avrebbe operato con il suo "Quantum Fund" con sede a Macao; e, come ha scritto Maurizio Blondet su L'Italia Settimanale, uno dei pochissimi periodici che si occupa con coraggio e chiarezza delle torbide manovre del mondialismo finanziario, "Impegnando solo 50 milioni di dollari (il "margine") Soros ha acquistato a termine 1.500 miliardi di lire italiane; le ha vendute "senza averle in tasca" in cambio di marchi tedeschi, al cambio ufficiale Cee. Quando la Banca d'Italia ha ceduto, ha restituito lire svalutate e s'e' tenuto i marchi rivalutati. Profitto della speculazione: 280 milioni di dollari (420 miliardi di lire), pari al 560 per cento della somma realmente impegnata. Soros e i suoi pari agiscono tipicamente sul mercato della "finanza derivata", che consente di mobilitare cifre enormi con pochissimo capitale. Che cos'e' la finanza derivata? Fino a poco tempo fa, era qualcosa che si faceva solo nelle borse-merci, e non per "investimento" (o speculazione), ma per comprare e vendere materie prime. Tipico esempio, i futures granari. Alla Borsa Merci di Chicago, dal 1859 e' possibile comprare, poniamo, 5 mila bushels di frumento con tre mesi d'anticipo, a un prezzo convenuto a quella data. Poniamo che il prezzo stabilito sia di due dollari a bushel: il "valore nominale sottostante" al contratto e' dunque di 10 mila dollari. Ma il prezzo reale del contratto e' molto inferiore: e' il "margine" tra il prezzo che il mercato fara' fra tre mesi e quello convenuto a termine. Alla Borsa di Chicago, nel maggio di quest'anno, un contratto future di 11.636 dollari si comprava per 270 dollari. Un "effetto-leva" che puo' avere conseguenze dirompenti sui mercati, come dimostra il caso Soros. Ebbene: da qualche anno, il campo dei futures e' preda di una gigantesca bolla speculativa. Su 17 milioni e mezzo di "contratti futuri granari" negoziati nel 1992 alla Borsa Merci di Chicago, secondo la Future Trading Commission solo 64.200 (lo 0,36 per cento) si sono conclusi con un fisico trasferimento di cereali, dunque avevano qualche relazione col reale commercio granario. E i futures sono solo il piu' semplice strumento della "finanza derivata": da pochi anni sono esplosi numerosi altri "strumenti creativi" tutti a termine, e ciascuno sempre piu' lontano dall'economia reale. Si va dalle options (con cui si compra "il diritto, ma non l'obbligo, di acquistare o vendere una merce, un'azione, un'obbligazione o valuta a una data convenuta a prezzo prefissato") alle "option indexes" (diritto di "comprare il futuro movimento di un indice basato su un paniere di azioni, obbligazioni" ecc.) alle "futures options", ai "futures option indexes", fino agli "swaps" (che servono a "trasformare un contratto a medio-lungo termine in una successione di scadenze a breve"). Strumenti sempre piu' astratti e complessi, con sempre minor rapporto con vere merci e vere attivita' produttive: e' la finanza drogata che, anziche' finanziare l'industria, l'agricoltura e il commercio, finanzia se stessa in un circolo vizioso. Non a caso, fino all'89, la Germania vietava ogni contratto a termine sotto il capitolo delle leggi contro il gioco d'azzardo. Persino negli Usa, l'impero della deregulation finanziaria, ancor oggi e' vietato trattare contratti futures all'infuori delle Borse-Merci. In teoria, perche' una quantita' imprecisabile del traffico "derivato" ha luogo con transazioni dirette tra banche, al di fuori di ogni controllo e in perfetta clandestinita'. Nel 1991 il fallimento in America della Banca del New England ha rivelato che questo istituto, che vantava 30 miliardi di dollari di "attivi" (prestiti) sui libri contabili, era esposta clandestinamente per 36 miliardi di dollari sul mercato dei "derivati". Un'esposizione che non era scritta sui libri contabili. Tuttavia, la necessita' di "investire" i depositi del narcotraffico e i frutti del riciclaggio ha reso questo settore della finanza, la finanza "creativa", un dato di fatto: "legalizzato", nonostante i divieti per la sua stessa colossale misura, che nessuna banca centrale riesce piu' a controllare. Si calcola in Usa che le prime dieci banche commerciali americane controllino il 95,2 per cento di tutta la "finanza derivata" gestita dalle normali banche, quanto alle banche d'affari, la concentrazione di questi affari (probabilmente sporchi) e' in mano alle maggiori. Le solite. Secondo la rivista Futures (numero di marzo 1993), il traffico maggiore e' gestito da Merril Lynch Futures, da Goldman Sachs & Co... da Shearson Lehamn Brothers: le tre merchant-banks a cui il Governo italiano ha affidato la consulenza per le nostre privatizzazioni". Secondo altri il guadagno di George Soros, affiancato anche dalla NEGARA BANK, Istituto Centrale della Malesia, guadagno' nella speculazione contro la lira e la sterlina addirittura 1.600 miliardi di lire; su Repubblica Fabio Massimo Signoretti ha scritto di recente: "...Ma chi sono e come si muovono i raider che ogni giorno intervengono acquistando e vendendo monete a seconda dei loro obiettivi su un mercato che movimenta quotidianamente 1.000 miliardi di dollari? Quali operazioni compiono materialmente i "signori" che nell'ombra sfidano le banche centrali di mezzo mondo, costringendo a svenarsi per difendere le proprie monete, e che continuano ad arricchirsi incuranti delle devastanti conseguenze politiche, economiche e sociali delle loro azioni?... ...La meta' dei movimenti valutari giornalieri, pari a circa 500 miliardi di dollari, e' infatti effettuata dalle banche, commerciali o di investimento. E sono proprio questi istituti di credito con la loro forza d'urto a mettere sotto pressione questa o quella moneta. Il resto della speculazione e' fatta dai fondi comuni d'investimento e dalle societa' industriali, anche se la loro quota e' limitata rispettivamente al 15 ed al 5 per cento circa dei movimenti di mercato. I movimenti speculativi vengono tutti effettuati "a termine". Cioe' si compra al prezzo di oggi quello che si ritirera' e paghera' domani. Il concetto e' molto semplice ed e' simile a quello che ognuno di noi fa quando va dal panettiere all'angolo e si fa mettere da parte quattro "rosette" che passera' a ritirare (ed a pagare) in serata, prima di cena. Solo che, mentre nel caso del panettiere il prezzo del pane non cambia dalla mattina alla sera, quello delle monete si'. Infatti lo speculatore scommette proprio sulla differenza che ci sara' tra il prezzo attuale di una moneta e quello a 15-20 giorni. Il raider, del resto, scommette sul ribasso di una moneta (e, ovviamente, sul rialzo di un'altra). E quindi acquista la valuta contro la quale vuole speculare con un contratto a termine: paghera' il prezzo fissato al momento della stipula dell'accordo solo dopo 15-30 giorni, sperando che in questo lasso di tempo la valuta in questione abbia perso quota. Per realizzare forti speculazioni sui cambi e' comunque necessario disporre di grandi capitali. Questo pero', non vuol dire avere necessariamente il possesso materiale di questi soldi. Basta godere di grosso credito e il gioco e' fatto: si potranno effettuare operazioni per cifre colossali. Infatti, spesso lo speculatore non rischia in "solido", ma prende a prestito una certa quantita' della moneta contro la quale vuole scommettere ad un tasso di interesse prestabilito, la cambia in una moneta forte e aspetta che quella debole perda valore. E' esattamente quello che e' avvenuto in questi giorni per il franco: molti speculatori, infatti, si sono indebitati in franchi, hanno acquistato marchi, e stanno come avvoltoi, in attesa di una svalutazione della moneta francese. Se questa avverra', ricompreranno i franchi presi in prestito e pagheranno il debito piu' gli interessi, guadagnando grazie al riallineamento delle parita' delle due valute, che consentira' loro di avere un avanzo in marchi proporzionale alla rivalutazione della divisa tedesca rispetto a quella francese. Per speculare in grande stile, pero', tutto questo non basta ancora. Bisogna anche avere molte informazioni riservate sul Paese contro la cui moneta si vuole scommettere. Bisogna infatti sapere tutto sull'economia di quel Paese, valutare la fiducia delle istituzioni internazionali sul suo governo. E soprattutto bisogna capire quale e' il giorno piu' opportuno per dare il via all'attacco sfruttando il momento in cui e' piu' debole la fiducia dei mercati verso quel paese... Paradossalmente, pero', l'aiuto piu' grande agli speculatori viene proprio dalle banche centrali dei Paesi contro la cui moneta stanno scommettendo. Infatti, per difendere il cambio, le banche centrali sono obbligate ad acquistare quantita' enormi della loro valuta cedendo in cambio moneta forte, cioe' marchi. Questo aiuta gli speculatori che comprando, ad esempio lire e franchi, sui mercati americani a prezzi piu' bassi, il giorno dopo li rivendono in Europa alle rispettive banche centrali, con un guadagno certo"; quale sia la posizione dello Stato italiano nei confronti del Soros e di societa' e banche d'affari - i cui nomi intendono anche conoscere - che hanno operato in oggettivo danno dell'Italia nel settembre del 1992 e se essi siano stati dichiarati indesiderabili e se sia stata loro inibita ogni attivita' in Italia; se l'attivita' finanziaria "derivata" davvero sia stata e venga tuttora espletata da banche d'affari e di consulenza finanziaria come la Goldman Sach, la Salomon Brothers, la Shearson Lehman Brothers, la Merril Lynch, alcune delle quali direttamente o indirettamente presenti anche a bordo del "Britannia" e poi coinvolti dal Governo ed utilizzate nei procedimenti di privatizzazione; se i contratti a termine non siano per davvero similari al gioco di azzardo e vadano vietati in determinate circostanze ed in altri casi determinati i miti dimensionali illeciti; quali iniziative il Governo intenda assumere sia nei confronti del Soros che nei confronti di tutte le banche e multinazionali d'affari, perche' risarciscano il danno arrecato alla economia nazionale e per il futuro non compiano atti contrari agli interessi ed alla autonomia nazionale; se i servizi segreti italiani SISMI e SISDE e per quanto di ragione la DIA, abbiano svolto accertamenti e compiuto analisi volti a prevenire operazioni che comportino attacchi alla sovranita' ed alla indipendenza nazionale, poste in pericolo dai pirati della finanza internazionale, in qualche caso anche con la collaborazione di capitali della criminalita' organizzata; se intendano immediatamente mutare le banche d'affari referenti nei procedimenti di privatizzazione incaricate di consulenza, analisi, ricerca di capitali, collocamento di quote azionarie e che siano state coinvolte in fenomeni di "finanza derivata" e che nessuna garanzia possono dare di servire gli interessi nazionali essendo legate, per loro natura, a quelli del mondialismo capitalistico di mero esclusivo e cinico profitto, senza argini morali e sociali propri delle multinazionali; a quali condizioni voglia sottoporre il Governo l'esercizio in Italia della squallida e criminale "finanza derivata" sopra descritta. (4-18921)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18921 presentata da PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19931019
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18921 presentata da PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19931019
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