INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18709 presentata da SAVARESE ENZO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19980708
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_18709_13 an entity of type: aic
Ai Ministri della sanita' e dell'ambiente. - Per sapere - premesso che: il giorno 23 giugno 1998 sono iniziati i lavori di scavo in una ex cava di tufo, in localita' Piana Perina (Riano Flaminio) trasformata a suo tempo in discarica abusiva di sostanze tossico-nocive; tali lavori, eseguiti per conto della Commissione parlamentare di inchiesta, sono condotti dal Corpo forestale dello Stato sulla base delle indagini compiute dall'Istituto nazionale di geofisica; i primissimi scavi, di circa 2 metri, su un totale di circa 20 metri d'altezza, hanno portato alla luce fusti metallici, contenitori di sostanze utilizzate per la sintesi chimica, ed altri rifiuti provenienti chiaramente dalla produzione di prodotti chimico-farmaceutici; dell'argomento ha parlato la stampa e la televisione; tali reperti confermano le ipotesi piu' volte espresse da abitanti di Riano Flaminio e professionisti (chimici, geologi, medici) che in questi ultimi anni si sono interessati all'argomento, confermando anche le apprensioni sollevate da ambientalisti sui rischi di inquinamento del territorio circostante e conseguenti rischi di danni alla salute degli abitanti, nonche' di avvelenamento delle derrate alimentari; la XX Circoscrizione di Roma, confinante con il comune di Riano Flaminio, venuta a conoscenza del problema, alcuni anni orsono aveva votato all'unanimita' una risoluzione con la quale chiedeva agli organi preposti (regione, provincia, Usl Rm F, comune di Roma, Enea, Cnr) di intervenire con la massima solerzia perche' esiste un problema di inquinamento di falde acquifere che riguarda la zona nord est di Roma nonche' il bacino del Tevere; questi nuovi reperti confermano che i fusti contenenti sostanze tossiche (alcune centinaia), asportati nel 1994 dalla sommita' della discarica, in conseguenza di una sentenza del tribunale di Castelnuovo di Porto, che aveva condannato il sindaco di Riano, Elvezio Bocci, ed il titolare dell'azienda di trasporto "Recuperi Mentana" ambedue deceduti, contenevano una minima parte dei rifiuti ivi scaricati, che derivano da ben venti anni di lavorazione di sostanze farmaceutiche della ditta "Recordati" di Aprilia; il quantitativo scaricato in fase liquida direttamente dai fusti nella discarica incriminata, risulta corrispondere a circa 20.000 fusti; da una lettera inviata al Ministro della sanita' dell'epoca, Guzzanti, da un medico spagnolo ritornato a Riano dopo anni di assenza, viene denunciato un notevole aumento dei casi di leucemia nella zona; tale lettera non risulta abbia sollecitato un particolare interesse nel ministero stesso talche' a tutt'oggi nulla si sa riguardo ad una denuncia cosi' significativa; il decreto del Presidente della Repubblica 915/82, Titolo III, "Regime delle attivita' di smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi", stabilisce le Norme alle quali dovevano attenersi le aziende produttrici di rifiuti, le aziende di trasporto e quelle adibite al trattamento; l'entita' dei rifiuti prodotti durante venti anni, tutti finiti in una discarica abusiva a pochi chilometri di distanza dal luogo di produzione, confermata dai recenti ritrovamenti, lascia aperte molte ipotesi su eventuali, molte complicita' con le persone condannate nel 1994; ad avviso dell'interrogante i responsabili dell'azienda farmaceutica "Recordati" di Aprilia avrebbero dovuto garantirsi, in venti anni di collaborazione, che un fornitore di servizi cosi' delicati come il trasporto di rifiuti pericolosi fosse affidabile, chiedendo, come si fa abitualmente, di avere copia dei documenti di consegna alla ditta incaricata del trattamento dei rifiuti medesimi; per quanto riguarda i rischi di inquinamento delle zone circostanti ad una discarica autorizzata, sono previsti dalle molte disposizioni di legge sui rifiuti susseguenti al decreto del Presidente della Repubblica 915 del 1982, metodi di campionamento del territorio ed analisi del terreno, il decreto-legge 9 settembre 1988 n. 397, all'articolo 3 stabilisce: "Chiunque produce, ovvero sia titolare degli impianti di smaltimento dei rifiuti sopraindicati, e' tenuto a comunicare alla regione e alla provincia delegata, la qualita' e la quantita' dei rifiuti prodotti e smaltiti"; all'articolo 6 del medesimo decreto-legge e' scritto: "Le regioni istituiscono osservatori sulla produzione e smaltimento di rifiuti di origine industriale, nonche' di quelli soggetti ad obbligo di comunicazione al catasto e sul recupero delle materie seconde"; nello stesso decreto-legge n. 397/1988, all'articolo 9-ter vengono stabiliti anche i finanziamenti per le bonifiche delle aree inquinate dai rifiuti -: quali iniziative intendano adottare perche' siano evidenziati eventuali ulteriori comportamenti delittuosi, omissivi di atti d'ufficio o di collusione, se intendano intervenire, in adempimento agli obblighi di legge per garantire una totale bonifica della zona circostante la cava di Piana Penna, preceduta da prelievi di terreno a diverse profondita', nonche' a diverse distanze dal luogo dello stoccaggio illegale, nella direzione dello scorrimento delle acque pluviali verso il fiume Tevere. (4-18709)
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4/18709
SAVARESE ENZO (ALLEANZA NAZIONALE)