"INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18250 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20121023" . "BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "0"^^ . . "MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . . . "BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "4/18250" . "2014-05-15T01:51:01Z"^^ . "FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . "TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18250 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20121023"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . "20121023-" . "ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-18250 presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI martedi' 23 ottobre 2012, seduta n.707 ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro per i beni e le attivita' culturali. - Per sapere - premesso che: secondo quanto riportano i quotidiani Il Mattino di Padova del 19 e 20 ottobre 2012, Il Corriere del Veneto e il Gazzettino di Padova del 20 ottobre 2012 si sarebbe realizzato un abuso edilizio nel complesso della basilica del Santo; l'edificio, in via Orto Botanico, di recente adoperato prima come biblioteca e poi come magazzino, e' stato trasformato in un piccolo residence con 5 mini appartamenti di circa 35 metri quadrati ciascuno e da affittare al miglior offerente; l'annuncio e' stato messo fra le pubblicita' immobiliari e dice testualmente: «Affittiamo, con trattativa riservata e regolare contratto, cinque miniappartamenti indipendenti uno dall'altro, con ingresso da via Orto Botanico, a pochi metri da piazza del Santo, di diversa metratura, da un minino di due a un massimo di tre posti letto, completamente arredati, compreso angolo cottura. I suddetti appartamenti sono particolarmente adatti per professionisti e per studenti. No famiglie». Per informazioni rivolgersi alla delegazione pontificia per la basilica di Sant'Antonio in Padova, piazza Pio XII Roma. Questo edificio si affaccia sul suggestivo chiostro del Santo; il comune di Padova non avrebbe mai rilasciato alcuna concessione edilizia; e nessun parere favorevole sarebbe mai stato espresso dalla soprintendenza ai beni ambientali e architettonici del Veneto orientale; ben quattro, fra le cinque unita' abitative, violerebbero il regolamento di edilizia comunale vigente perche' hanno una superficie inferiore ai 45 metri quadrati, limite minimo per un alloggio. Prima di intervenire, la proprieta' - il delegato pontificio, monsignor Francesco Gioia - avrebbe dovuto chiedere un permesso di costruire come previsto dall'articolo 10 del decreto presidenziale 380 del 2001, il testo unico in materia edilizia. Cosi' non sarebbe stato e quanto realizzato puo' essere qualificato un vero e proprio abuso; il Corriere del Veneto del 20 ottobre 2012 rileva che al momento, non esistono esposti ne' precise denunce a riguardo; la basilica di Sant'Antonio, uno dei templi piu' noti e visitati al mondo, e' di proprieta' del Vaticano. Tanto che la sua gestione, in particolare per quel che concerne gli interventi di ristrutturazione degli immobili, e' affidata ad un delegato pontificio (quello attuale si chiama monsignor Francesco Gioia). Parallelamente, sin dal 1396 e piu' o meno con gli stessi compiti, opera la Veneranda Arca del Santo, un organo laico (a parte il rettore della Basilica, padre Enzo Poiana) che e' espressione del territorio padovano: il presidente in carica e' Gianni Berno, capogruppo del Pd in consiglio comunale; secondo quanto riportano i quotidiani locali sia il comune che soprattutto il reparto amministrativo della polizia municipale sono perfettamente a conoscenza della vicenda, magari gia' da qualche mese. Ma, se non altro in via ufficiale, preferiscono non sbottonarsi troppo: «Perche' si tratta di una vicenda molto, molto delicata - continuano a ripetere in coro - che riguarda due realta' ben precise, tra cui non vogliamo metterci in mezzo»; «È evidente - dichiara sui quotidiani locali Berno, presidente della Veneranda Arca - che anche nel complesso antoniano devono essere rispettate tutte le normative vigenti chiedendo preventivamente le necessarie autorizzazioni. Cosa che la Veneranda Arca fa ovviamente per i cantieri/progetti di cui e' committente. Parecchi lavori pero' vengono gestiti direttamente dalla proprieta', come in questo caso dal delegato pontificio, e quindi sara' sua cura fornire chiarimenti su questa specifica materia»; il piccolo residence con i 5 mini appartamenti si affaccia sul suggestivo chiostro del Santo; facile immaginare che, sia per i frati in preghiera, che per i pellegrini in meditazione, una eventuale coesistenza con gli inquilini possa risultare a dir poco imbarazzante e creare difficolta' immaginabili; secondo le dichiarazioni riportate dai quotidiani locali l'architetto padovano Piergiorgio Tombolan, uno dei piu' noti urbanisti del Veneto, docente allo Iuav di Venezia: «È accaduta una brutta cosa. Ci sono luoghi, spazi e funzioni che hanno un valore dal punto di vista della storia, della cultura e dell'identita' di una citta' come il vecchio museo civico e la vecchia biblioteca, un tempo proprio in quell'ala del complesso della Basilica del Santo. Ecco perche' la proprieta' di tali beni non puo' corrispondere alla loro piena disponibilita'»; secondo il professor Tombolan si e' verificato «un colpo di mano mentre eravamo in attesa di sentire e di capire come questi spazi, lasciati liberi dal museo e dalla biblioteca, potessero rientrare nella vita della nostra citta'. Speravo che la proprieta' cominciasse a ragionare con la citta', proponendo utilizzazioni diverse dell'immobile, ormai chiuso da decenni, e cercasse di interpretare il senso che questi luoghi hanno avuto per l'intera comunita'», osserva l'urbanista che si chiede se quel colpo di mano sia solo «un episodio o l'inizio di un processo». Probabilmente chi gestisce questi luoghi si limita a pensare a un utile immediato e non e' consapevole del bene che ha in mano, uno dei due o tre elementi che «tocca» uno straniero quando viene a Padova; secondo quanto riporta il Gazzettino di Padova il delegato pontificio, monsignor Francesco Gioia, oltre ad allestire nell'ex casa del custode cinque mini appartamenti, vuole realizzare un hotel e ristorante nell'ex museo civico: «Santo, un albergo in basilica». Il termine tecnico e' «struttura alberghiero-ricettiva», che, tradotto, significa un hotel e un ristorante. L'ex Museo Civico annesso alla Basilica di Sant'Antonio, infatti, nelle intenzioni della Santa Sede, proprietaria di tutto il complesso basilicale, a breve dovrebbe essere trasformato appunto in albergo con ristorante. Pare sia proprio questa la volonta' del delegato pontificio, monsignor Francesco Gioia, per l'edificio la cui facciata era stata progettata da Camillo Boito, e che da un lato si affaccia sul sagrato e dall'altro guarda via Orto Botanico. Attualmente la destinazione d'uso del sito e' «servizi di interesse generale e attrezzature d'interesse comune» che non e' in contrasto con quanto hanno pensato in Vaticano, ma l'iniziativa presa all'ombra di San Pietro dovra' poi confrontarsi con i pareri vincolanti che sul progetto dovranno esprimere in primis la sovrintendenza, ma anche il comune, visto che per l'area che ospita l'ex museo civico non vige l'extraterritorialita'; il Mattino di Padova pubblica una lettera dell'avvocato Lorenzo Pilon, per conto della delegazione pontificia della Basilica con la quale da' la sua versione sull'intervento contestato. Scrive l'avvocato Lorenzo Pilon: «A nome e per conto della delegazione pontificia della Basilica di Sant'Antonio, vi sottopongo alcune precisazioni (...) Non corrisponde al vero che con tale intervento siano state ricavate cinque autonome unita' abitative. Infatti, all'esito dei lavori, e' rimasta unica l'unita' abitativa e catastale ed inalterata la sua destinazione d'uso residenziale, seppure con una distribuzione degli spazi interni piu' adatta ad un loro efficiente utilizzo. Per poter avere un quadro corretto della vicenda devono, peraltro, essere tenute in considerazione le seguenti circostanze storiche: 1. il complesso immobiliare della Basilica di S. Antonio e' stato trasferito in proprieta' della Santa Sede a seguito dei Patti Lateranensi del 1929; 2. l'articolo 27 del Concordato dispone che la sua amministrazione spetti liberamente alla Santa Sede; 3. sino ai nostri giorni e' stata opinione comune e incontestata che tale complesso fosse territorio sottoposto alla sovranita' pontificia e quindi caratterizzato dal regime giuridico dell'extra territorialita' (a conferma storica di cio' va ricordato che, durante l'occupazione nazista, mai militari tedeschi hanno violato l'integrita' della Basilica e del complesso annesso effettuandovi operazioni di polizia); 4. cio' ha fatto si' che si siano consolidate nel tempo prassi operative nei rapporti con l'amministrazione pubblica di mera comunicazione di quanto di giuridicamente rilevante veniva ivi compiuto; 5. a tale prassi consolidata la Delegazione pontificia si e' attenuta anche per le opere di manutenzione edilizia interne alla ex casa del custode; 6. solo nel corso del corrente anno 2012 la Santa Sede, con autonoma e spontanea iniziativa interpretativa, ha comunicato che il complesso della Basilica di Sant'Antonio non e' da intendersi quale zona extraterritoriale; alla luce dei fatti esposti la delegazione pontificia - d'accordo con la Segreteria di Stato Vaticana ha depositato presso il comune di Padova ancora nel luglio 2012 un rilievo della situazione di fatto dell'intero complesso immobiliare (cosi' come risultante dai numerosi interventi di manutenzione posti in essere nel tempo) chiedendo tra l'altro che esso fosse formalmente recepito agli atti del comune; secondo quanto riporta Il Mattino di Padova del 20 ottobre 2012, gli uffici tecnici comunali hanno trasmesso un esposto alla procura della Repubblica, segnalando i cinque mini-appartamenti realizzati abusivamente, senza alcuna concessione edilizia, nel complesso della Basilica del Santo. E stato un atto dovuto di fronte al rischio di incorrere in un'omissione penalmente sanzionabile, quando ci si e' trovati tra le mani una richiesta di «sanatoria» presentata dalla proprieta' dell'immobile, il delegato pontificio monsignor Francesco Gioia, mentre la comunita' Antoniana - di cui e' Rettore padre Enzo Poiana - nulla c'entra con la gestione del complesso; secondo la dichiarazione apparsa sul Mattino di Padova del 20 ottobre 2012 di Gianni Berno, presidente capo della Veneranda Arca del Santo, organismo che ha il compito di provvedere alla conservazione della Basilica, delle sue opere d'arte e degli edifici annessi: «Avevamo notato dei lavori in corso su quel quadrante ma non abbiamo mai avuto la possibilita' di visionare progetti o di avere informazioni sul cantiere da parte della delegazione pontificia che si muove in totale autonomia, con i propri professionisti e le imprese di sua fiducia» -: se quanto riferito in premessa corrisponda al vero e quali iniziative si intendano adottare in merito alle vicende riportate in premessa ai fini del pieno rispetto alla legge italiana, con specifico riferimento alle prerogative della soprintendenza competente.(4-18250)" .