INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17652 presentata da TASSI CARLO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19930915

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_17652_11 an entity of type: aic

Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri di grazia e giustizia, dell'interno e della difesa. - Per sapere - premesso che: con due diverse interrogazioni (n. 4-16475 del 20 luglio 1993 e n. 4-17055 del 3 agosto 1993), su cui si rimane in attesa di risposta, e' stata rappresentata la vicenda del maggiore Antonio Capponi e del fratello dottor Francesco Capponi in relazione all'ambiente giudiziario di Perugia ed alle interferenze della massoneria; in particolare sono accaduti e continuano ad accadere fatti che hanno dell'inverosimile, ad iniziativa di magistrati con funzioni di pubblico ministero e di giudice per le indagini preliminari, mentre appartenenti alle Forze dell'ordine travisano i fatti anche in sede di escussione testimoniale, come i fratelli Capponi hanno rappresentato anche al procuratore dottor Cordova, titolare dell'inchiesta sulla cosiddetta "massoneria deviata"; il fatto oggetto della presente interrogazione risale al 3 agosto 1991, un sabato in cui il maggiore Antonio Capponi, padre dei minori Andrea e Maddalena si e' recato a Perugia per vedere i figli come da ordinanza esecutiva del tribunale di Roma che sanciva il cosiddetto "diritto di visita"; alle 16,00 il maggiore Capponi, a mezzo citofono, chiedeva alla moglie separata Aureliana Del Commoda (cugina del noto massone Augusto De Megni, capo del rito scozzese antico e accettato nell'ambito del Grande Oriente d'Italia) di consegnargli i figli per il tempo previsto dalle disposizioni giudiziarie e, all'illegale rifiuto di questa, il Capponi chiamava telefonicamente i Carabinieri per l'esecuzione del titolo; i Carabinieri, secondo le loro relazioni di servizio, informavano immediatamente, presso la sua abitazione, non e' ancora chiaro a quale titolo, il capitano Roberto Fioravanti, capo dell'aliquota di Polizia giudiziaria della procura della Repubblica presso il tribunale di Perugia, il quale contattava il Pubblico ministero (presso la sua abitazione, essendo sabato pomeriggio), dottor Michele Renzo; intorno alle 17,00 intervenivano due pattuglie dei Carabinieri e, invece di imporre alla Del Commoda il rispetto delle disposizioni del Tribunale di Roma, procedevano a condurre coattivamente (contro la sua volonta' e minacciando di mettergli le manette) il maggiore Capponi, in presenza dei figli affacciati alla finestra, in una caserma, dopo averlo caricato in un'auto di servizio, su ordine, specificavano i militari, del magistrato, il maggiore veniva quindi condotto nella stanza degli arrestati dove era "interrogato" (in assenza del legale, anche se richiesto) dal capitano Fioravanti, che telefonicamente riferiva al magistrato, dottor Renzo; dopo circa due ore veniva rilasciato, senza che nulla gli fosse addebitato, ma veniva invitato a "non recarsi nella via in cui abitava la moglie e i figli", cioe' l'autorita' giudiziaria di Perugia invece di contestare alla cugina del De Megni la inottemperanza ai provvedimenti del magistrato di Roma di cui all'articolo 388 del codice penale ed assumere i relativi provvedimenti in flagranza di reato della stessa, procedeva ad "arrestare" illegalmente il maggiore Capponi, che chiedeva il rispetto della legge, impedendogli, di fatto, di vedere i figli e diffidandolo dal continuare a chiedere il rispetto della legge; il maggiore Capponi procedeva a denunciare alla autorita' giudiziaria di Firenze, competente per i reati dei magistrati di Perugia, il PM dottor Renzo e il capitano Roberto Fioravanti per sequestro di persona, arresto illegale e violazioni varie della legge penale, ma a Firenze il sostituto procuratore della Repubblica dottor Emma Boncompagni chiedeva l'archiviazione perche', si legge: "le suddette denunce sono inserite in un contesto di accuse e recriminazioni riguardanti praticamente tutti i magistrati con i quali il Capponi ha avuto a che fare nel corso della vicenda ... pertanto non appare configurabile alcun reato nei confronti delle persone indicate ...", ovvero molti sono colpevoli? allora, scrive il PM, di fatto, nessun colpevole!; il giudice per le indagini preliminari, dottor Letizia Di Grazia, nonostante la rituale opposizione della parte offesa, procedeva alla archiviazione perche' il Capponi aveva esposto i fatti "comprensibilmente stravolto dagli avvenimenti di quel pomeriggio ed umanamente mortificato dall'onta di vedersi condotto dai Carabinieri in Caserma alla stregua di un comune delinquente ... in ogni caso ... l'avvenuta verificazione di abusi da parte dei militi che hanno accompagnato il maggiore Capponi, l'eventuale loro responsabilita' non puo' essere automaticamente addossata al dottor Renzo e al capitano Fioravanti, i quali intendevano solo incontrarsi con l'esponente ...", di conseguenza il GIP non ritiene di accertare chi ha commesso l'ignobile abuso, ma archivia tutto e ... chiude ogni indagine in spregio di chi chiede l'accertamento della verita'; sulla questione della "protezione" della cugina del piu' alto esponente della massoneria nazionale, il De Megni, sono intervenuti il presidente del tribunale dei minori di Perugia, dottor Michele Cipolla e l'ex Procuratore generale dottor Battistacci, impedendo al Capponi di vedere i figli, contro le disposizioni dell'autorita' giudiziaria di Roma, con gravissimi atti illegittimi e istigando la Del Commoda a commettere reati che loro stessi hanno giustificato con interventi che possono integrare l'abuso di potere, ma per la stessa dottoressa Letizia Di Grazia, il dottor Cipolla non ha commesso abusi, agendo "discrezionalmente" (poco importa se non aveva questo potere discrezionale) e il dottor Battistacci era in "buona fede" giacche' il procuratore presso la pretura gli comunico' notizie false, ma anche in questo caso non vengono accertate le responsabilita' di chi ha commesso i reati in danno del maggiore Capponi e dei suoi figli, come se l'accertamento dei reati, specialmente se perseguibili d'ufficio, non fosse un preciso dovere, ex articolo 112 della Costituzione che sanziona l'obbligatorieta' per il PM dell'esercizio dell'azione penale; cio' che assume contorni kafkiani e' l'intervento dei sostituto procuratore, dottor Cannevale e del GIP dottor Mogini presso la pretura di Perugia, che un anno dopo, nel luglio 1992, condannano con decreto penale il Capponi, a sua totale insaputa, per i fatti del 3 agosto 1991, imputandogli il "disturbo e molestie citofoniche" alla cugina del "Sovrano", ovvero non solo rifiutano di applicare la legge penale nei confronti della Del Commoda, ma "criminalizzano" il Capponi con accuse e condanne assurde e infondate, trasformando la Del Commoda da indagata per reati in danno del Capponi e dei figli a parte offesa; tale decreto penale di condanna verra' addirittura reso esecutivo prima della scadenza dei termini di impugnazione in spregio della legislazione, con conseguente annotazione sul certificato penale (la prima e l'unica), poi cancellata per il palese e sconcertante "errore", peraltro, proprio a seguito dell'opposizione, si e' instaurato il processo penale e il Capponi e', ancora una volta, costretto a difendersi pagando avvocati che si muovono da Roma a Perugia per rispondere di reati inesistenti e clamorosamente "inventati" a tavolino!; per quel fatto, inoltre, un altro solerte procuratore di Perugia, la dottoressa Belardi ha provveduto a chiedere l'archiviazione al GIP, dottor Bruno Perla, del reato consumato dalla Del Commoda per non aver consentito, dolosamente, l'incontro padre-figli il 3 agosto 1991 e il GIP, nonostante l'opposizione, ha archiviato de plano senza motivare, il maggiore Capponi si e' rivolto alla Suprema Corte di cassazione che gli ha dato ragione ed ha annullato il decreto di archiviazione, ma ... lo stesso GIP, ricevuti gli atti dalla Suprema Corte ha ... "riarchiviato" con una motivazione apparente ed inconferente, in spregio di qualsiasi principio di giustizia!; sempre il 3 agosto 1991 vi furono altri comportamenti, che appaiono delittuosi, del legale della Del Commoda, avvocato Fettucciari, lo stesso legale del "Sovrano" Augusto De Megni, il quale non ha esitato a calunniare il Capponi per far intervenire i Carabinieri, ma nessuna indagine e' stata svolta, ne' evidentemente si vogliono svolgere da parte della autorita' giudiziaria di Perugia, quando vi sono implicate persone legate a vario titolo con il "Sovrano" massone De Megni; ancora un'incredibile "coda" ai fatti del 3 agosto 1991: alcuni stralci della denuncia a carico del PM dottor Renzo furono pubblicati dal quotidiano il Corriere dell'Umbria e il dottor Renzo ha proceduto a querelare ... non il giornale, ma solo il Capponi, a Firenze: la procura non ha esteso, come previsto dalla legge, la denuncia al direttore del quotidiano, ma ha chiesto il rinvio a giudizio solo del Capponi, senza svolgere alcuna indagine e il processo sara' celebrato tra qualche giorno, con ulteriori spese per il Capponi; in sintesi il 3 agosto 1991 il Capponi citofona alla cugina del De Megni per vedere i figli come da disposizioni dell'autorita' giudiziaria, la Del Commoda commette il reato di inottemperanza agli ordini del Tribunale di Roma, il Capponi chiama i Carabinieri e ... lui viene arrestato, trattenuto in una caserma, minacciato e diffidato, quindi, poiche' rappresenta i fatti all'autorita' di Firenze, imputato in ben due processi, ma lo scopo, invece, sembra quello gravissimo di voler "ridurre al silenzio" chi denuncia gli abusi di persone legate al De Megni -: se i fatti rispondano a verita' e in caso positivo, come si evince da atti processuali, quali iniziative intenda prendere o promuovere il Governo e i Ministri competenti nei confronti dei citati magistrati e degli ufficiali di Polizia giudiziaria, che sembrano usare la legge come strumento per "colpire" un cittadino e conculcare i suoi diritti, proteggendo la cugina del De Megni; quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze il Governo e i Ministri competenti intendano assumere per garantire la reale indipendenza e imparzialita' dei magistrati di Perugia e di Firenze da gruppi di potere e logge locali e nazionali, anche nei confronti di coloro che non sono e non vogliono iscriversi alla massoneria, come il maggiore Antonio Capponi; se il Ministro di grazia e giustizia non ritenga di disporre l'apertura di una formale inchiesta, con la necessaria urgenza, per accertare l'effettivo stato della amministrazione della giustizia penale nei distretti di Corte di Appello di Perugia e di Firenze, in riferimento alla vicenda del maggiore Antonio Capponi, della cugina del "Sovrano" De Megni e dei magistrati intervenuti, per accertare gli eventuali abusi che, di fatto, continuano a rivolgersi in danno, soprattutto, dei due innocenti minori Andrea e Maddalena Capponi, affinche' si ponga termine, quanto prima, a tali soprusi. (4-17652)
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