INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17594 presentata da RAPAGNA' PIO (FEDER. EUROPEO PR) in data 19930914
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_17594_11 an entity of type: aic
Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri del bilancio e programmazione economica, del lavoro e previdenza sociale e dell'industria, commercio e artigianato e incaricato per le funzioni connesse al riordinamento delle partecipazioni statali. - Per sapere - premesso che: il Gruppo ex-Monti Confezioni di Roseto degli Abruzzi (TE), gia' negli anni 1968 e 1969 garantiva livelli occupazionali intorno alle 2.000 unita', con il coinvolgimento di tutta la zona della Vallata del Vomano e della fascia costiera da Martinsicuro a Pescara; nei primi anni '70, a seguito di una "presunta" crisi del settore, e nonostante forti manifestazioni ed opposizioni dei lavoratori e delle Organizzazioni Sindacali, tutto il Gruppo venne smembrato e, praticamente "cancellato", mentre il tutto veniva rilevato dalla finanziaria dello Stato GEPI, dall'ENI e da alcuni privati, in vista di soluzioni alternative; tra le altre iniziative di riconversione e ristrutturazione della manodopera occupata negli stabilimenti di Roseto degli Abruzzi, la GEPI ebbe a costituire la Azienda "VELA" con l'impegno al riassorbimento di 680 lavoratori in Cassa Integrazione, attraverso la realizzazione, in localita' S. Lucia di Roseto, di un nuovo stabilimento per la produzione di capi di abbigliamento; dopo ripetute traversie ed incapacita' gestionali da parte dei dirigenti nominati dalla GEPI stessa, la Azienda VELA entra in uno stato di crisi gravissima la quale viene presa a "pretesto" per evitare il riassorbimento di tutti i 680 lavoratori e per il trasferimento ad un imprenditore privato di Silvi (TE), depositario del marchio denominato "COVER", di tutte le strutture, attrezzature ed immobili del valore di oltre 10 miliardi, ma non di tutti i lavoratori che, nella nuova attivita' "COVER-VELA" non supereranno mai le 280 unita'; la nuova attivita' che la GEPI trasferisce alla COVER, per una serie di "strane" coincidenze, si avvia rapidamente verso la richiesta di fallimento con la messa all'asta dei due stabilimenti di Roseto e di Silvi; alcuni politici e parlamentari abruzzesi "sponsorizzano" l'ingresso di alcuni imprenditori privati del settore abbigliamento, e tra i proprietari della "POOH" e quelli della "CASUCCI", dopo uno strano braccio di ferro e tra la sorpresa generale la spuntano i Fratelli CAUCCI i quali, pero', rilevano all'asta solo l'immobile della COVER di Silvi, abbandonando tutti gli impegni su quello della VELA di Roseto il cui valore d'asta, pero', a seguito anche di alcune "strane" operazioni in sede di partecipazione e di aggiudicazione presso il Tribunale di Teramo, Giudice incaricato dottor Santoro, si e' ridotto ad appena 1.500 milioni di lire, ed e' stato acquisito dal signor Quartiglia la cui attivita' non ha nulla a che vedere con l'abbigliamento ma e' inerente il commercio di prodotti agricoli; nel frattempo, presso il Ministero del Lavoro, era stata aperta la cosiddetta "VERTENZA ROSETO" e, nell'ambito dei recenti provvedimenti approvati dal Governo e dal Parlamento, tra le altre iniziative, era stato chiesto di valutare la possibilita' di un "reintervento" della GEPI sulle varie Aziende ex-GEPI in gravissime difficolta', a cominciare dalla VELA, nel momento in cui tutti i privati, che avevano beneficiato degli incentivi pubblici all'atto del rilevamento delle Aziende e dei lavoratori, hanno dimostrato una notevole dose di incapacita' e mancanza di volonta' di operare nel senso del rilancio delle attivita' produttive e del riassorbimento di tutti i lavoratori, costretti da anni in Cassa Integrazione ed in Mobilita', con la prospettiva della stessa perdita del posto di lavoro e di fronte alla "distruzione" dell'intero tessuto produttivo -: 1) se siano stati messi a conoscenza della situazione esposta; 2) se intendano aprire una specifica inchiesta sull'operato della GEPI, dei privati, delle Organizzazioni Sindacali, dei Parlamentari che si sono interessati alla vicenda, del Tribunale di Teramo e di quanti altri abbiano in qualche modo "favorito e non impedito" una soluzione cosi' catastrofica e cosi' dannosa sul piano economico sia per l'erario dello Stato, sia per i lavoratori interessati e sia per le comunita' Locali fortemente penalizzate; 3) se, in presenza di eventuali responsabilita' politiche ed amministrative, intendano costituirsi "parte civile", insieme ai lavoratori ed ai comuni danneggiati, e procedere al recupero delle risorse economiche sperperate e di tutti gli immobili, attrezzature e strutture, a vario titolo "perduti" dallo Stato e dai lavoratori; 4) se, comunque, allo stato dei fatti, non ritengano opportuno una richiesta di intervento da parte della Magistratura per accertare se siano stati compiuti e messi in atto azioni e fatti penalmente rilevanti; 5) quali iniziative intendano assumere per la salvaguardia dei posti di lavoro esistenti, per il recupero di quelli perduti e per il rilancio di una struttura produttiva capace di garantire almeno 400 nuovi posti di lavoro da destinare ai tanti giovani disoccupati. (4-17594)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17594 presentata da RAPAGNA' PIO (FEDER. EUROPEO PR) in data 19930914
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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2014-05-14T21:11:24Z
4/17594
RAPAGNA' PIO (FEDER. EUROPEO PR)