INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16921 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19930729
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_16921_11 an entity of type: aic
Al Ministro delle finanze. - Per sapere - premesso che: il 10 agosto 1984 l'Istituto Autonomo Case Popolari di Venezia, ha richiesto all'Intendenza di Finanza l'autorizzazione alla demolizione di 12 fabbricati per 72 alloggi da esso amministrati, di proprieta' del demanio patrimoniale dello Stato, costruiti ex legge 305/1945 e 261/147 per i senzatetto da eventi bellici, in Via Turati a Mestre, e ridotti ad uno stato di grave degrado; lo IACP di Venezia, nella sopracitata richiesta, precisava di voler realizzare, al posto dei 12 edifici fatiscenti, un nuovo intervento di edilizia sovvenzionata ex legge 457/78, adempiendo al piano di recupero del patrimonio edilizio esistente inquadrato nel riassetto urbanistico della zona previsto dal comune di Venezia; solo il 16 ottobre 1984 l'Intendenza di Finanza richiedeva un parere peritale sullo stato edilizio delle costruzioni al locale Provveditorato alle opere pubbliche (magistrato alle acque di Venezia) e all'Ufficio Tecnico Erariale, al fine di poter decidere in merito all'istanza ricevuta; la richiesta dell'Intendenza di Finanza giacque, per un assurdo conflitto di competenze, per ben quattro anni negli uffici del Provveditorato alle opere pubbliche di Venezia, e solo il 5 maggio 1988, con nota n. 642, la relazione tecnica venne inviata, ma non all'ente richiedente, bensi' alla Direzione Generale Edilizia Statale del Ministero dei lavori pubblici, che era ritenuta l'unico ufficio competente; la relazione sopra citata, a seguito di sopralluogo eseguito il 9 febbraio 1988, esprimeva parere favorevole sulla convenienza economica alla demolizione e successiva ricostruzione dei fabbricati cosi' come richiesta dallo IACP; la Direzione Generale Edilizia Statale ci mette 2 anni ad esprimere un parere, anche perche' ritiene necessario interpellare l'Avvocatura Generale dello Stato di Roma, che non avanza obiezioni, se non condizionando la fattibilita' dell'operazione all'esclusivo consenso degli attuali inquilini; comunque, il 16 gennaio 1990, con nota n. 6703, il Ministero dei lavori pubblici comunica allo IACP di Venezia di uniformarsi al parere dell'Avvocatura dello Stato, e trasmette tale parere al Ministero delle finanze, che ha in carico gli alloggi, per gli adempimenti di sua competenza; il 12 aprile 1990, la Direzione Generale del Demanio del Ministero delle finanze, nella nota 40874, non solleva obiezioni, e anzi, sottolineando "il tempo trascorso e l'urgenza di definire la questione" sollecita l'Intendenza di Finanza, tramite l'UTE, ad accertare il consenso al trasloco degli attuali legittimi assegnatari degli alloggi, perche' si possa autorizzare la demolizione; nella nota sopracitata, il Ministero delle finanze subordinava al solo atteso parere del Ministero dei lavori pubblici la possibilita' di passaggio dell'area dal comune allo IACP, rinunciando esplicitamente a porre qualsiasi problema di natura patrimoniale che potesse pregiudicare il progetto di edilizia sovvenzionata; il 6 agosto 1990, dopo aver ricevuto comunicazione sull'avvenuta raccolta delle dichiarazioni di disponibilita' al trasferimento degli ultimi 53 assegnatari, il Ministero dei lavori pubblici, con lettera n. 543, comunicava alla Direzione del Demanio il suo nullaosta all'accoglimento della richiesta di demolizione, e, anche rispondendo al quesito del Ministero delle finanze sulla possibilita' di acquisire l'area al demanio dello Stato, attraverso accessione inversa ex legge 9 marzo 1961 n. 180, confermava il parere sulla non opportunita' di tale provvedimento, per consentire invece al comune di Venezia di consegnare l'area allo IACP, per permettere il programmato nuovo intervento di edilizia residenziale pubblica; anche nella lettera del Ministero dei lavori pubblici sopracitata, il problema della titolarita' patrimoniale viene esplicitamente risolto a favore del progetto dello IACP di Venezia, e si sollecita addirittura, "considerata l'urgenza del problema", il Ministero delle finanze ad "impartire le necessarie istruzioni all'Intendenza di Finanza di Venezia, per addivenire, mediante diretti contratti con lo IACP di Venezia, alla definizione della pratica in questione"; in quel momento, nell'agosto 1990, la pratica per l'intervento edilizio di Via Turati appariva finalmente conclusa, con il coincidente consenso del Direttore Generale dell'Edilizia Statale per il Ministero dei lavori pubblici e del Direttore Generale del Demanio per il Ministero delle finanze; non vedendo concretarsi nessun seguito operativo, lo IACP di Venezia sollecitava la locale Intendenza di Finanza la quale, non ritenendo evidentemente sufficienti le disposizioni ricevute, chiedeva ulteriori chiarimenti a Roma; il Direttore Generale del Demanio, confermando le indicazioni fino ad allora espresse, rispondeva, con nota n. 42168 del 26 settembre 1990, assicurando che l'autorizzazione alla demolizione dei fabbricati era alla firma del Ministero delle finanze; tale autorizzazione ministeriale si e' fatta aspettare fino al 4 marzo 1991, quando con nota "urgentissima" (!) n. 41936, la Direzione del Demanio comunicava all'Intendenza di Venezia il parere favorevole del ministro, confermando nel modo piu' chiaro ed autorevole, che per quanto riguarda l'area interessata, il ministro condivideva che la cessione venisse effettuata dal comune, in quanto proprietario verso il quale si rinunciava a far pretendere l'accessione inversa; nonostante tali chiare e precise disposizioni ricevute, l'Intendenza di Finanza di Venezia non ha piu' adottato alcun provvedimento, continuando, quasi a volere temporeggiare, a chiedere precisazioni al Ministero; il 6 novembre 1991, dopo aver ritardato per 8 mesi l'esecuzione delle disposizioni impartite, il Direttore Generale del Demanio, con un voltafaccia improvviso ed ingiustificato, inviava la nota n. 42782 all'Intendenza di Venezia, anteponendo, all'inizio lavori dello IACP, la pretesa di un preventivo reintegro della proprieta' demaniale, con gli alloggi di nuova costruzione pari a quelli esistenti da demolire (peraltro gia' garantita dallo stesso IACP), e la pretesa di ottenere l'acquisizione dell'area, attraverso l'accessione invertita, in modo che la cessione allo IACP per l'attuazione del piano edilizio, diventava competenza dell'amministrazione finanziaria, prevedendo inoltre che prima di tale cessione venisse verificato dal Provveditorato O.P. e dall'UTE la consistenza della porzione di area destinata nel progetto urbanistico ad uffici comunali, e che tale porzione di area, qualora si fosse riscontrato non soddisfacesse prioritarie esigenze governative, andava ceduta al comune attraverso le procedure previste per l'alienazione dei beni patrimoniali disponibili dello Stato, ossia attraverso vendita; quanto sopra, a parere dell'interrogante, rappresenta un assurdo ostruzionismo burocratico, che contraddice provvedimenti amministrativi gia' assunti, vanificando un progetto gia' costato mezzo miliardo, perseguito dallo IACP lottando per 8 anni contro la lentezza della pubblica amministrazione, e provocando il gravissimo rischio di far perdere per perenzione dei termini un finanziamento di 15 miliardi stanziati dal Comitato Edilizia Residenziale dello stato e dalla regione, gia' disponibili alla Tesoreria Unica, per l'intervento di edilizia sovvenzionata di Via Turati; lo stesso Direttore dell'UTE di Venezia, rispondendo alla lettera dell'8 novembre 1991 n. 34734/91 rep. 3P dell'Intendenza di Venezia, che lo incaricava di far conoscere il proprio parere circa la possibilita' di utilizzo ai fini governativi dell'area, sottolineava di non poter procedere alla incombenza richiesta, senza prima aver acquisito gli estremi del passaggio di proprieta' dell'area dal comune di Venezia al Demanio, ricordando che gli atti catastali ancora riportano l'intestazione "Demanio dello Stato proprietario per i fabbricati, comune di Venezia proprietario per l'area", e ribadendo percio' di essere in presenza di uno stato di diritto sui terreni "non appianato"; in risposta di quanto sopra, il 25 maggio 1992 l'Intendenza di Venezia, con raccomandata urgente n. 15604/92 rep. 3P, insisteva presso l'UTE nella sua richiesta, ribadendo la sua decisione di considerare, senza atti di cessione da parte del comune di Venezia, ugualmente avvenuta l'assunzione a titolo originale dell'area al Demanio, per accessione invertita, e sollecitando la relativa variazione dell'intestazione catastale; dopo di cio', l'Intendenza di Venezia, con nota del 2 giugno 1992, richiedeva allo IACP, che aveva comunicato l'intenzione di procedere alla demolizione programmata, di rispettare i vincoli e gli atti preliminari inderogabilmente pretesi; in tale contenzioso, che si veniva inasprendo, era stato coinvolto dallo IACP il 27 febbraio 1992 anche il Prefetto di Venezia, che con nota n. 357/Gab. 92 del 2 giugno 1992 notificava all'Intendente di Finanza di Venezia di non aver ottenuto, dal Capo Gabinetto del Ministero delle finanze, interpellato fin dal 27 febbraio, alcun riscontro alle motivazioni sociali ed amministrative evidenziate in favore di una rapida soluzione dell'assurda paralisi burocratica prodottasi; finalmente, con telegramma n. 41145 del 9 ottobre 1992, il Ministero delle finanze ha disposto la demolizione dei fabbricati di Via Turati, da eseguirsi a cura dello IACP, ma sempre senza risolvere il contenzioso sulla proprieta' dell'area e le altre pretese dell'Intendenza di Finanza di Venezia; il 29 gennaio 1993 l'Intendenza di Venezia, con raccomandata n. 3460/93 rep. 3P, ribadiva allo IACP di Venezia che in assenza di formale consegna da parte dell'area di Via Turati da parte dell'amministrazione finanziaria allo IACP, restava preclusa la realizzazione di qualsiasi intervento di ricostruzione, "in ogni caso subordinato al soddisfacimento delle condizioni indicate con la citata nota dell'8 novembre 1991"; il 16 febbraio 1993 il Presidente dello IACP di Venezia comunicava all'Intendenza di Finanza che la Giunta del comune di Venezia, il 18 novembre 1992, con delibera n. 3692, aveva disposto la consegna allo IACP dell'area di Via Turati a Mestre, e che tale provvedimento rendeva possibile l'inizio dei lavori di costruzione degli alloggi, per il quale era in corso la procedura per la gara d'appalto per non perdere la possibilita', per perenzione dei termini, di utilizzare le cospicue risorse da tempo disponibili; la delibera della Giunta comunale, ha definito in modo esaustivo la situazione patrimoniale dell'area, permettendo il non piu' rinviabile inizio lavori, salvo restando la possibilita' di risolvere nelle sedi piu' opportune, le controversie con lo Stato sulla titolarita' dell'area, che lo IACP ha dichiarato di essere disponibile ad affrontare anche sostenendo gli eventuali oneri economici; quanto sopra rappresenta, a parere dell'interrogante, l'unica razionale possibilita' di risolvere un assurdo contenzioso che si sta trascinando ormai da 10 anni, e che impedisce con formalismi burocratici esasperati, la valorizzazione urbanistica e residenziale di edifici pubblici, in un'area pubblica, pregiudicando l'uso di ingenti risorse gia' stanziate dallo Stato e dalla regione in favore della citta', contraddicendo gli stessi orientamenti gia' assunti dai Ministeri dei lavori pubblici e delle finanze, e impedendo di fatto la costruzione di 116 alloggi pubblici in una citta' ad alta emergenza abitativa, dove il problema sfratti ha raggiunto soglie di gravita' allarmanti; il 27 febbraio 1993, con nota n. 8160/93 rep. 3P l'Intendenza di Venezia diffidava lo IACP di Venezia dall'eseguire qualsiasi intervento edilizio sull'area sgombrata dalla avvenuta demolizione, nonche' ogni altro intervento sulla restante area non ancora demolita, annunciando l'eventuale ricorso all'autorita' giudiziaria; tale ultimo atto dell'Intendenza di Finanza, ha definitivamente impedito, nonostante i continui sforzi dello IACP ed il consenso del comune e del Prefetto di Venezia, il tormentato avvio dei lavori per l'area di Via Turati, provocando un grave sconcerto nell'opinione pubblica cittadina; lo IACP di Venezia si e' infatti dovuto trattenere dall'avviare i lavori, perche' un'azione di rivalsa sulla proprieta' dei terreni da parte dell'amministrazione finanziaria avrebbe potuto bloccare il cantiere provocando ingenti danni economici nel ridurre il committente IACP all'inadempienza contrattuale nei confronti delle ditte d'appalto; per i motivi sopradetti, il Presidente dello IACP di Venezia, ricercando ancora, con encomiabile perseveranza, una positiva soluzione, ha richiesto all'Intendenza di Finanza di voler consentire l'avvio dei lavori, garantendo di non intraprendere iniziative fino alla loro conclusione, in modo da poter usufruire delle risorse stanziate, riservandosi solo successivamente di risolvere il contenzioso sulla proprieta' con un'intesa tra le parti, od anche in sede giudiziaria; nemmeno a quest'ultima richiesta e' stata data risposta positiva, impedendo una soluzione ampiamente auspicata dalle istituzioni locali e dalle forze sociali e politiche; nonostante la esasperata rigidita' burocratica dell'Intendenza di Finanza di Venezia, l'origine vera di tutta questa tormentata vicenda deriva dall'atteggiamento del Direttore Generale del Demanio di Roma, che, come sopra descritto, dopo aver dato disponibilita' al progetto, si e' rimangiato ogni precedente provvedimento, con la nota sopracitata del 6 novembre 1991, contraddicendo le stesse determinazioni ministeriali, ed ha continuato a negare, all'Intendenza di Venezia che continuamente lo richiedeva, un pronunciamento definitivo che potesse dirimere la questione; il Direttore Generale del Demanio, dottor Ernesto Del Gizio, che appare quale soggetto determinante di questa assurda vicenda, e' indagato dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Roma per i reati commessi in merito ad una vicenda di alloggi del patrimonio comunale concessi con affitti irrisori per compiacenza, causando grave danno amministrativo; tale vicenda, pur non essendosi conclusa dal punto di vista giudiziario, ha gia' determinato, da parte dello Stato, severi provvedimenti disciplinari nei confronti dell'altro pubblico funzionario coinvolto nell'inchiesta, il magistrato Giudiceandrea; una spiegazione all'incomprensibile ostruzionismo al progetto di Via Turati, da parte del dottor Del Gizio, potrebbe essere ricondotta ad ipotesi di speculazione immobiliare che si renderebbero possibili in seguito alla liquidazione del patrimonio pubblico da parte del Demanio dello Stato, qualora questo divenisse proprietario dell'area, e che sono circolate nell'ambiente veneziano in questi mesi -: se il Ministro non ritenga urgente ed indispensabile porre rimedio ad una situazione di assurda paralisi burocratica che dura da 10 anni, riguardo all'attuazione dell'intervento di edilizia residenziale e sovvenzionata di Via Turati a Mestre, sollecitando l'Intendenza di Finanza di Venezia ad accogliere le richieste del Presidente dello IACP di Venezia; se non ritenga di dover intervenire per risolvere il contenzioso patrimoniale tra l'amministrazione finanziaria ed il comune di Venezia sull'area di Via Turati, rinunciando a rivendicare una proprieta' che era stata destinata dal comune allo Stato per alloggiare i senzatetto di guerra, e che l'ente locale vuole ancora utilizzare attraverso lo IACP per la residenza pubblica, usufruendo di risorse gia' stanziate dallo Stato; se non ritenga di dover verificare e rendere nota la correttezza del comportamento del Direttore Generale del Demanio, dottor Ernesto Del Gizio, ed i motivi per cui egli ha rovesciato un provvedimento gia' assunto dal Ministro, appigliandosi a cavilli formali pretestuosi e contraddittori; se non ritenga di dover sottrarre, da un incarico cosi' delicato come quello della Direzione Generale del Demanio, un funzionario pubblico sottoposto ad indagine penale. (4-16921)
xsd:string
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16921 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19930729
xsd:integer
0
19930729-
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16921 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19930729
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
xsd:dateTime
2014-05-14T21:10:07Z
4/16921
DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA)