INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16777 presentata da MALAVENDA ASSUNTA (MISTO) in data 19980414
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Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri del lavoro e della previdenza sociale e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: nel 1974 la "Societa' Meridionale Elettrica" (Sme) dell'Iri non viene piu' sovvenzionata dallo Stato, che invece compra direttamente Alemagna e Motta (12.000 dipendenti), unificandole nell'Unidal; a cavallo tra il 1977-1978, le fabbriche di Cornaredo e via Silva vengono occupate. Unidal fallisce, tutti vengono licenziati e riassunti dalla Sidalm, nuovo nome dell'azienda, con rientro mediante graduatoria dei carichi famigliari. Vengono potenziati gli stabilimenti di Novara e viale Corsica, a scapito di via Silva, che viene gradualmente smembrata e poi ceduta ad altra societa'; nel 1986 Sidalm diventa Alivar, porta a Verona la produzione, chiude i negozi Alemagna e Motta, vende Pavesi sulle autostrade. Rimane solo Cornaredo con la produzione "forni", ovvero merendine e cioccolati. L'Italgel gelati passa alla Tanara, nei reparti viene costruito un muro che separa le due societa'. Nel 1990 diventa Nuova Forneria, altri 180 lavoratori sono allontanati con il prepensionamento; nel 1993 una parte della produzione "forni", passa al Gruppo Dolciario Italiano, il resto (Italger-Tanara) viene comprato dalla Nestle', con un accordo che gli impone di rilevare anche la produzione del Gruppo Dolciario Italiano a garantire per tre anni la produzione, che invece portera' all'estero (Russia, Ungheria, Belgio, Francia); e' utile ricordare i particolari di questo passaggio; il 26 luglio 1993, il consiglio d'amministrazione dell'Iri stabilisce di vendere la Finanziaria Italgel a Nestle' per 437 miliardi, ovvero 281.949.665 azioni al prezzo di lire 1550 cadauna, per il 62,12 per cento del capitale azionario complessivo; il rimanente 37,9 per cento rimane di proprieta' del mercato azionario minore, per un valore di lire 266,5 miliardi, mentre le quote Sme vengono offerte in borsa a lire 5840, subendo una svalutazione del 5,85 per cento a causa della vendita a buon mercato della Finanziaria Italgel; inizialmente Nestle' aveva offerto lire 680 miliardi, una somma prossima al fatturato annuale d'Italgel che per il 1992 era stato di circa 800 miliardi, con 2000 addetti, un migliaio d'agenti e 23 impianti di produzione. I periti del Consiglio della Borsa di Milano hanno valutato il valore d'ogni singola azione a lire 1650, ma l'Iri pratica a favore di Nestle' uno sconto di lire 100 per azione; in questo modo Nestle' fa l'ingresso nel mercato italiano del "gelo" (Gelati Motta, Mare Fresco, La Valle degli Orti, Surgela, Maxicono, Antica Gelateria del Corso, Voglia di Pizza) aggiungendo ai 2400 (il 5 per cento del fatturato del gruppo) miliardi del proprio fatturato (Findus, Maggi, Buitoni, Perugina, eccetera con dolciumi, pasta, riso, conserve, formaggi, salumi, caffe', mangimi, cibi per bambini, eccetera) gli 800 miliardi del gruppo incorporato; durante l'operazione d'acquisto, Nestle' e' assistita dalla merchant bank JP Morgan, mentre successivamente partecipa alla proprieta' della Finanziaria Italgel la finanziaria statunitense Salomon Brothers, al 3 per cento del capitale; di fronte alla svendita di un'azienda pubblica economicamente fiorente e all'ipotizzabile instabilita' di posti di lavoro, sono interessanti due dichiarazioni dei seguenti dirigenti; Romano Prodi, allora presidente del gruppo Iri, afferma che "avremo potuto ottenere qualche miliardo in piu' se mai ci fossero stati determinati obblighi giustamente messi dal Governo per lo sviluppo futuro dell'impresa nel nostro paese. Privatizzare parte dell'Iri significa creare dei nuclei forti che rimangano in Italia, che portino avanti una politica industriale nel nostro paese"; Elia Valori, allora presidente di SME sostiene che "il gruppo svizzero ha fatto l'offerta migliore... Italgel subira' una forte valorizzazione produttiva e di mercato"; nel 1994 nello stabilimento di Cornaredo, viene sfornato un nuovo prodotto: Sfera, analogo all'ovetto Kinder-Ferrero, viene commercializzato solo all'estero proprio per un accordo con la Ferrero. Sfera ha successo, nel 1994, 1995, 1996, si lavora su tre turni, vengono assunti 80 stagionali ogni anno, e col problema degli esuberi sempre aperto si scatena una concorrenza tra operai che spinge la produttivita' al 120 per cento. Per ognuno di questi tre anni il sindacato Cgil, Cisl, Uil fa l'accordo della "mobilita' positiva", che consiste nel lavorare 20 sabati l'anno senza essere pagati, per compensare i cali produttivi standosene in casa, retribuiti con le giornate arretrate; e' del marzo 1996, l'accordo per riassorbire nelle fabbriche Nestle' gli esuberi non smaltiti, accordo che non funziona. Si arriva ai giorni nostri con l'accordo del 13 dicembre 1996 che chiude Cornaredo. All'inizio del 1997, nasce il Comitato per la Difesa dei Diritti dei Lavoratori e delle Lavoratrici della Nestle' di Cornaredo; dei 200 espulsi di Cornaredo, 60 si dimettono con gli incentivi, 15 vengono sistemati dall'azienda e dal sindacato, 10 se ne vanno con la mobilita' alla pensione, 4 finiscono nelle agenzie di lavoro. Restano 110 operai, tutti sulla cinquantina, a zero ore da oltre un anno: l'accordo prevede 2 anni per essere ricollocati, ma la ricollocazione non funziona, poi dovrebbe seguire la mobilita' a perdere, ovvero il licenziamento. Questi operai chiedono di partecipare direttamente alle trattative e di essere assorbiti nello stabilimento della Nestle' di Via Bergognone a Milano -: se siano note le prospettive in base alle quali nel 1993 la Nestle' ha comperato i marchi Motta e Alemagna (Nuova Forneria); se risultino le ragioni per cui la Sme abbia diminuito il prezzo delle azioni, stabilito dal Consiglio della Borsa di Milano, da lire 1650 a lire 1550 per i 282.000.000 di azioni (62 per cento del capitale azionario) vendute alla Nestle' nel 1993, permettendo cosi' alla multinazionale svizzera un risparmio di 28.200.000.000 di lire; perche' gli esuberi della Nuova Forneria, prima della sua vendita, siano stati ricollocati dalla Sme in due realta' produttive mentre per i lavoratori della Nestle' siano stati previsti solo ammortizzatori sociali; quali prospettive la Nestle' abbia offerto per garantire l'occupazione degli addetti degli stabilimenti acquistati; quali strumenti di controllo sull'effettivo rispetto degli accordi del 1993 e del 1996 siano stati attivati dal ministero e quanti risultino essere, secondo il ministero, i ricollocati sul totale degli espulsi; quali soluzioni siano previste per i lavoratori, tuttora in mobilita', che garantiscano il rientro in fabbrica a pari dignita' nel territorio milanese; come i Ministri in indirizzo intendano intervenire nelle trattative fra Nestle' e Cgil-Cisl-Uil, per garantire i diritti dei lavoratori, in particolare di quelli che, come il "Comitato per la difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici di Cornaredo", rifiutano l'accordo; se non ritengano utile convocare le parti interessate, fra cui il comitato dei lavoratori citato. (4-16777)
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