INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16638 presentata da PROIETTI COSIMI FRANCESCO (FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO) in data 20120618

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-16638 presentata da FRANCESCO PROIETTI COSIMI lunedi' 18 giugno 2012, seduta n.651 PROIETTI COSIMI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: il tratto di rete autostradale, lungo oltre sessantadue chilometri, tra i territori comunali di Sasso Marconi, in Emilia Romagna, e Barberino di Mugello, in Toscana, e' interessato da interventi di adeguamento infrastrutturale, per un importo di oltre tre miliardi e seicento milioni di euro, con la realizzazione della cosiddetta «variante di valico», a cura di Autostrade per l'Italia s.p.a. (ASPI). Il consiglio dei Ministri, nella seduta del 9 agosto 2001, delibero', in via definitiva, la realizzazione dell'intero potenziamento dell'autostrada A1, lungo il tratto Firenze-Bologna, nel quale e' ricompreso la variante di valico. I primi cantieri furono avviati nell'anno 2004; attualmente, e' stato ultimato un terzo dei lavori, pari a circa venti chilometri dell'intero tracciato; l'opera interessa otto comuni dell'Emilia-Romagna e della Toscana, tra i quali quello di San Benedetto Val di Sambro, in Emilia-Romagna, specificatamente una sua frazione, denominata Ripoli Santa Maria Maddalena, nella cui area sono in corso lavori di scavo per la realizzazione della galleria «Val di Sambro», a doppia canna, una per ciascuna delle due direzioni di marcia, compresa nel progetto della variante di valico; i lavori sarebbero all'origine di assestamenti e lenti smottamenti del terreno che determinerebbero il suo scivolamento verso valle di un'ampiezza periodicamente apprezzabile e, comunque, tali da destare preoccupazioni, in relazione agli emergenti danneggiamenti di manufatti e infrastrutture in superficie, in specie immobili a uso residenziale e anche a beni architettonici; tali fenomeni si inscrivono in un contesto geologico «precario», posto che il territorio dove insiste la frazione di Ripoli Santa Maria Maddalena sarebbe stato riconosciuto, da anni, come instabile, tanto da definire di «riattivazione» la frana osservata dopo l'avvio dei lavori per la realizzazione della galleria «Val di Sambro», sottostante l'abitato. A riprova della notorieta' dei profili problematici delle caratteristiche geologiche del territorio in argomento, nella convenzione firmata nel 2001 tra la societa' Autostrade per l'Italia Spa e i comuni interessati alle opere sarebbero stati prefigurati interventi di stabilizzazione dei versanti malfermi, da realizzare prima dell'inizio dei lavori, con menzione, nel documento, delle frane di: «Ripoli di Sotto» e di «Serra di Ripoli». L'interpellante ignora se e quali eventuali interventi di stabilizzazione siano stati eseguiti nell'area considerata; va rilevato, a conferma della qualificazione ecologica della zona in questione ma anche degli stessi presupposti degli appalti conferiti da ASPI e degli stessi progetti esecutivi, che il progetto definitivo, redatto a cura della societa' appaltante, specificava espressamente la sottoposizione della medesima a una «frana quiescente», ossia dal movimento esaurito; risulta che l'ATI appaltatrice della costruzione di parte della galleria in menzione, nel mese di maggio 2010, constatate emergenti problematiche statico-geologiche, abbia informato l'Autorita' per l'Italia e la direzione dei lavori, ipotizzando che, all'epoca della conclusione dei lavori, la galleria potesse, addirittura, risultare compromessa al punto da essere inutilizzabile; al riguardo, elementi di correlazione da considerare sono, altresi', intanto, la prossimita', di qualche centinaio di metri, dell'opera interessata ai fenomeni in rilievo al tracciato originario dell'autostrada, abbandonato e sostituito dal tracciato attualmente in esercizio a seguito di gravi dissesti determinati da movimenti di versante e, inoltre, le difformita' rilevanti che l'attuale stato dei luoghi presenterebbe rispetto al piano particellare di esproprio, redatto sull'aggiornamento catastale degli anni sessanta del secolo XXI secolo. Significativo, in specie, sarebbe lo spostamento del torrente Setta, il cui tracciato di scorrimento risulterebbe scostato di 35-40 metri, in corrispondenza, giustappunto, del tratto iniziale della galleria; la direzione dei lavori, edotta delle ipotizzate problematiche, ne avrebbe a quanto risulta all'interrogante tuttavia, eccepito l'eziologia e la stessa consistenza, addebitando, peraltro, all'ATI appaltatrice supposte omissioni d'intervento funzionalmente utili a prevenire i fenomeni rappresentati dall'ATI medesima. Devesi aggiungere, in proposito, che l'ATI a quanto consta all'interrogante trasmetteva, in replica, alla direzione dei lavori e ad °SPÌ una relazione della societa' progettista della galleria, designata da ASPI, denominata Rocksoil s.p.a. che si concluderebbe ipotizzando che il movimento franoso potrebbe comportare danni rilevanti alla galleria, fino al tranciamento della stessa; a seguito di una successiva riunione svolta tra ASPI, direzione dei lavori e ATI, non conclusasi, pare, con una valutazione conclusiva della situazione, sarebbe stato impartito un ordine di servizio, nel mese di luglio 2010, in cui risulterebbero prescritte limitate modificazioni e integrazioni progettuali, in capo ad ATI. Di fatto, si sarebbe, in tal modo, convenuto sulla natura delle problematiche rappresentate dall'ATI e dalla societa' progettista, ancorche' valutandone in termini meno critici le conseguenze. Tale atto sarebbe stato sottoscritto con riserva dall'ATI che non avrebbe ritenuto le prescrizioni formulate utili a risolvere radicalmente le questioni poste; semmai a consentirne il controllo per un periodo eventualmente maggiore e a prevenirle solo in ragione di una fortuita esiguita' dimensionale di una frana. La riserva avrebbe pure evidenziato il permanere delle responsabilita' riconnesse alle indicazioni tecniche in testa ad ASPI e direzione dei lavori; l'ATI avrebbe presentato, all'inizio del mese di settembre 2010, uno studio di fattibilita' di una variante plano altimetrica ritenuta, sembra, ad avviso dell'associazione, idonea alla risoluzione delle problematiche generate dal movimento franoso. Consta all'interrogante che l'ASPI avrebbe comunicato, in due successivi incontri con l'ATI, nello stesso mese di settembre 2010, l'indisponibilita' a esaminare lo studio presentato e, in ogni caso, a considerare l'adozione di qualsivoglia variante, ingiungendo ad ATI di proseguire nell'esecuzione dei lavori secondo il progetto esecutivo come sarebbe stato modificato dall'ordine di servizio impartito nel corso del precedente mese di luglio, a pena di risoluzione contrattuale del contratto di appalto per grave inadempimento; in relazione alle discordanti valutazioni circa la portata di eventuali eventi franosi, l'ATI avrebbe rimesso ad ASPI, negli ultimi giorni dell'anno 2010, un'ulteriore documento tecnico consistente in una relazione redatta congiuntamente da esperti di elevata qualificazione professionale nella quale sarebbe stata congetturata, con altissima probabilita' e in tempi ravvicinati, una frana coinvolgente l'intero versante e, dunque, di portata notevole; di assoluta evidenza si appalesa l'aggiornamento della cartografia geologica del territorio regionale operato dal servizio geologico sismico e dei suoli della regione Emila-Romagna, che modifica la classificazione di vaste parti dell'ammasso interessato dalla galleria Val di Sambro, dalla precedente classificazione «a2h - Deposito di frana quiescente per scivolamento in blocco» all'attuale classificazione «a1b - Deposito di frana attiva per scivolamento», per alcune parti, e «a1h - Deposito di frana attiva per scivolamento in blocco o DC»; la fondatezza delle preoccupazioni, dei dubbi e delle accezioni dall'ATI sui possibili danni alle opere derivanti da frane o da eventuali fenomeni connessi alle caratterisiche geomorfologiche dei territori interessati ai lavori della galleria in sindacato, sarebbe confermata anche dalle decisioni che la compagnia assicuratrice Assitalia avrebbe adottato, sospendendo, sembra, limitatamente alla galleria stessa, la copertura assicurativa. A siffatta decisione sarebbe da ascrivere la sospensione dei lavori da parte di ATI, limitatamente alla galleria, per essere la copertura assicurativa notoriamente obbligatoria per legge e, intutivamente, per contratto. La Compagnia assicuratrice, peraltro, avrebbe comunicato, a seguito di verifiche e controlli, la sua disponibilita' a riattivare la polizza assicurativa in via provvisioria, fino al termine del 30 aprile 2012, modificandone in senso restrittivo le coperture e, al contempo, incrementando il premio da corrispondere. Di tale evenienza l'ATI avrebbe informato a fine gennaio 2012 ASPI che, dal canto suo, avrebbe comunicato ad ATI la disponiblita' a farsi carico degli oneri conseguenti alle variazioni imposte dalla Compagnia assicuratrice ad esclusione dell'incremento del premio di polizza e a manlevare l'ATI stessa da ogni responsabilita' per il caso di danni alle opere e/o a terzi derivanti da eventuali frane interessanti la galleria «Val di Sambro», a condizione che si fossero ripresi i lavori. L'ATI, a sua volta, avrebbe contestato le valutazioni di ASPI, rilevandone la contraddizione di condotta, laddove dalla disponibilita' a farsi carico delle variazioni assicurative offerte da Assitalia era esclusa quella ad accollarsi la maggiorazione di premio l'aumento, ingente, del cui onere ASPI avrebbe lasciato gravare sull'ATI; da un buon numero di mesi, per via di danneggiamenti occorsi a diversi fabbricati ubicati nella menzionata frazione di Ripoli Santa Maria Maddalena del comune di San Benedetto Val di Sambro che, va precisato, e' posta sulla verticale della porzione di galleria la cui realizzazione e' ricompresa nell'appalto aggiudicato da ASPI alla societa' CMB di Carpi, ha determinato, ad opera specialmente di un comitato di cittadini residenti nella suddetta frazione, l'eco sui mass media delle richiamate problematiche; con riguardo agli eventi e ai fenomeni geo-morfologici relativi alle zone interessate dai lavori della variante di valico, e' in corso un'indagine aperta dalla procura della Repubblica di Bologna, nella quale, allo stato, si ipotizzerebbe il reato di disastro colposo, che ha ordinato una consulenza tecnica d'ufficio per l'accertamento delle questioni inerenti alla galleria sunnominata; nell'aprile di quest'almo, a seguito anche di una mozione approvata all'unanimita' dal consiglio regionale dell'Emilia-Romagna e della disponibilita' di Autostrade per l'Italia, societa' concessionaria dell'autostrada in questione, e' stata predisposta la sospensione dei lavori prevista per alcune settimane, per approfondimenti tecnici di natura geomorfologica, atti ad accertare la sicurezza del cantiere per i cittadini e per l'ambiente. A seguito delle intese raggiunte in una riunione tenutasi presso la prefettura di Bologna il 23 marzo 2012, con la presenza, oltre dello stesso prefetto, dell'assessore ai trasporti della giunta regionale dell'Emilia-Romagna e di un dirigente della societa' concessionaria Autostrade per l'Italia, gli approfondimenti sono stati svolti, nel periodo di fermo del cantiere, dai tecnici dell'Irpi-istituto di ricerca e protezione idrogeologica del Cnr e dell'Ispra-istituto di ricerca e protezione ambientale del ministero dell'ambiente; la relazione finale dei citati istituti di ricerca, e' stata presentata nel corso di un ulteriore incontro alla prefettura di Bologna, svoltosi il giorno 2 del mese di maggio del corrente anno. In detta relazione e' scritto, tra l'altro, che «l'analisi delle deformazioni superficiali e profonde evidenzia un chiaro inequivocabile «effetto richiamo" causato dal passaggio dei fronti di scavo». Tuttavia, un evento collassante e' valutato come «ipotetico e a bassa probabilita' d'occorrenza» e si afferma, pure, che «la tipologia e le caratteristiche degli ammassi presenti nel versante fanno escludere con un buon grado di affidabilita' la possibilita' di un crollo catastrofico e repentino»; sulla scorta di queste conclusioni e delle indicazioni contenute nella relazione, sostanzialmente quale di implementare i sistemi di allerta per il monitoraggio del suolo e di predisporre un piano di protezione civile, il prefetto di Bologna ha annunciato, come si riscontra da notizie di stampa, la ripresa dei lavori, subordinatamente all'ottenimento delle garanzie che «questi suggerimenti saranno rispettati», senza, peraltro, l'indicazione di un termine per il riavvio del cantiere della galleria in via di realizzazione in prossimita' della frazione di Ripoli Santa Maria Maddalena; l'ATI, avrebbe prodotto alla procura della Repubblica di Bologna la perizia tecnica di cui piu' sopra e' menzione nella quale, in proiezione futura, si prospetterebbe l'inutilizzabilita' della variante medesima, a causa della pressione di milioni di metri cubi di frana incombenti sulla struttura della galleria che avrebbe gia' provocato la variazione di alcuni centimetri nell'assetto dell'infrastruttura. Appare opportuno sottolineare che la concessionaria Autostrade per l'Italia mentre non condivide, come in pubbliche e istituzionali circostanze ha avuto modo di lasciar esplicitamente intendere, le valutazioni che recherebbe la perizia in parola tuttavia avrebbe alimentato un fondo di dieci milioni di euro per il ristoro di danni eventualmente subiti dalle proprieta' della zona, in dipendenza dei movimenti franosi occorsi; e' notizia delle scorse settimane quella dei problemi statici al viadotto denominato «Rio Piazza», lungo il tracciato dell'attuale autostrada A1, precisamente nei pressi dell'abitato di Ripoli Santa Maria Maddalena nel comune di San Benedetto Val di Sambro. I piloni del viadotto si sarebbero spostati di 3 centimetri e ASPI ha aperto un cantiere che avrebbe l'obiettivo di mettere in sicurezza i piloni del viadotto. Salvi i riscontri, appare logico e conferente il nesso di causalita' tra quest'ulteriore evenienza e il corpo di frana su cui potrebbero ancorarsi le fondazioni di quel viadotto -: se il Governo non ritenga di disporre il fermo dei lavori almeno fino alle conclusioni dell'indagine aperta dalla procura della Repubblica di Bologna o, almeno al pronunciamento dei consulenti tecnici d'ufficio nominati dalla medesima procura nominati; se la convenzione richiamata in premesse impegnasse la societa' concessionaria a dar luogo, prima degli interventi di realizzazione della variante di valico, a lavori di stabilizzazione dei versanti fragili nel territorio di Ripoli Santa Maria Maddalena, frazione del comune di San Benedetto Val di Sambro e, in caso di conferma, se quei lavori siano mai stati eseguiti e collaudati; se e quali interventi preventivi e precauzionali siano stati effettuati in ragione della nota vulnerabilita' del terreno interessato ai lavori della variante di valico; se il Governo abbia acquisito da Anas ogni utile elemento cognitivo intorno ai movimenti franosi emersi collateralmente e in verosimile nesso di causalita' rispetto all'avvio e all'avanzamento dei lavori di escavazione della galleria «Val di Sambro» ed, eventualmente, quali siano i contenuti delle informative. (4-16638)
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