INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16522 presentata da TARADASH MARCO (FORZA ITALIA) in data 19951204

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_16522_12 an entity of type: aic

Al Ministro del tesoro. - Per sapere - premesso che agli interroganti risultano i seguenti fatti: la stampa nazionale ha piu' volte riportato notizie in merito alla situazione creatasi presso l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS), caratterizzata dall'assenza di delibere o la presenza di delibere irregolari in merito a: acquisti di carta; acquisti di tondelli per monetazione; acquisti di metalli preziosi; piano annuale di attivita'; ordinativi da parte del provveditorato generale dello Stato ed affidamento in appalto ad altri soggetti dei lavori ad essi competenti; bilanci consuntivi dell'IPZS, consegnati nel corso della seduta ed approvati pertanto quasi senza essere letti; attivita' della scuola dell'arte della medaglia presso la Zecca; vi e' stata la creazione, da parte dell'istituto, di un "impero" di circa 30 societa', 5 delle quali controllate direttamente (Editalia, Editalia film telecinedizioni, Verres, Enciclopedia Italiana; Cartiere Miliani) mentre le altre vengono controllate mediante intricate architetture di "scatole cinesi", dalle stesse Miliani. Fra esse due finanziarie in Svizzera; gli amministratori di queste societa' sono gli stessi dirigenti dell'IPZS ed i loro soci privati, arbitrariamente scelti da questi. Imprecisati gli emolumenti che costoro si assegnano; sul piano ufficiale, il CdA dell'IPZS, a quanto consta agli interroganti, viene tenuto all'oscuro di tutto, salvo per quanto riguarda gli acquisti delle partecipate dirette; i prezzi pagati per le acquisizioni appaiono decisamente spropositati, come nel caso dell'Editalia Film telecinedizioni, societa' che negli anni precedenti all'acquisto da parte dell'IPZS presentava un "netto patrimoniale" di circa 22 milioni, nessuna spesa di personale od attrezzature tecniche e "conto fornitori" curiosamente fisso all'inverosimile cifra di centosettantasette milalire annue. Tale societa' fu valutata dall'IPZS 2 miliardi e ne fu acquistata una quota dell'80 per cento; non e' possibile dire che da questo impero l'istituto poligrafico e zecca dello Stato abbia tratto degli utili in quanto nel 1992 e 1994 le partecipate hanno accumulato perdite per decine di miliardi che gia' gravano sulle malmesse Cartiere Miliani e graveranno, prima o poi, sullo stesso istituto; le quote di partecipazione dell'IPZS variano nel corso degli anni ma - salvo per l'enciclopedia italiana nella quale l'istituto aveva una quota del 20 per cento ora dimezzata al seguito del raddoppio del capitale sociale - esse sono dell'ordine del 70-80 per cento e spesso avvicinano o raggiungono il 100 per cento; particolarmente grave e' il caso delle cartiere Miliani sulla cui reale situazione l'attuale CdA dell'IPZS secondo quanto risulta agli interroganti e' stato tenuto all'oscuro o tratto in inganno. Quando, infatti, il 22 giugno 1994, venne presentato il bilancio 1993 dell'istituto in esse figuravano solo le partecipate dirette, ma mentre le altre 4 erano riportate al 31 dicembre 1993, le Miliani avevano i dati ancora al 31 dicembre 1992. In seguito il Presidente Ruggeri sostenne che al 22 giugno 1994, il bilancio Miliani 1993 ancora non era pronto; il bilancio IPZS 1993 riportava per le Miliani un "utile" 1992 "a pareggio" mentre in realta' c'era stata una perdita di oltre 18 miliardi (ripianate mediante riserve e saldi attivi di rivalutazione monetaria), ed un "netto patrimoniale" di 81 miliardi che invece era sceso a 63; il risultato delle Miliani al 31 dicembre 1993, venne portato a conoscenza del CdA IPZS solo il 31 gennaio 1995, quando ai consiglieri venne inviata l'intera relazione allegata al bilancio 1993, che era stata presentata il 23 giugno 1994, solo in parte. Nel 1993 le Miliani persero altri 7,5 miliardi; nel 1995, invece, con il bilancio IPZS 1994, il CdA pote' constatare che le Miliani avevano realizzato un utile di 1,2 miliardi; tale utile, pero', derivava dal fatto che nel corso del 1994 le Miliani avevano venduto la Fad alla Cargest, che pure controllavano al 66,7 per cento realizzando una "plusvalenza" di 22 miliardi con i quali "risanarono" il bilancio, mentre da parte sua la Cargest non perse, in quanto essa iscrisse a bilancio la Fad "al costo storico"; tale metodo - giustificato dall'istituto ai sensi dell'articolo 4, legge n. 904 del 16 dicembre 1977, che invece tratta di tutt'altro argomento - e' abituale da parte dei vertici dell'IPZS e delle consociate che tuttora valutano le partecipazioni senza tener conto ne' delle sopravvalutazioni iniziali ne' delle fortissime perdite registrate dalle societa' negli ultimi 3 anni; se si andassero a depurare i bilanci dell'IPZS e delle varie holdings e subholdings risulterebbe che la situazione del sedicente gruppo e' prossima al collasso; molte delle citate societa' sono "fantasmi", avendo un numero di dipendenti minimo ed in alcuni casi addirittura nessuno come nel caso della Metrodistibuzioni creata a meta' del 1993 e nella quale l'istituto ha messo circa 4,5 miliardi; poco o nulla si sa della reale attivita' delle consociate ma, almeno in alcuni casi, le notizie sono particolarmente inquietanti. Tale e' il caso della EDI, che avrebbe avuto, senza gara, l'appalto dalle FFSS per la vendita di biglietti relativi al trasporto regionale. Ma la EDI ha pochissimi dipendenti e non e' una societa' specializzata nel ramo essendo stata creata solo pochi mesi prima del "misterioso" affidamento. In essa, inoltre, figurano personaggi delle stesse Ferrovie, alcuni dei quali con pendenze giudiziarie; nel 1995 l'IPZS avrebbe dovuto presentare il consolidato, come sostenuto anche dai Revisori dei Conti. Cio' invece non e' avvenuto, mentre nella relazione della Corte dei Conti relativa ai bilanci IPZS '89, '90 e '91 si legge che l'Istituto riconosceva la necessita' del consolidato ed anzi gia' preparava delle simulazioni; l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato lavora prevalentemente su ordinativi da parte del Provveditorato Generale dello Stato e del Ministero del Tesoro. Esso, pero', svolge attivita' anche sul mercato nazionale ed internazionale. In questi campi si registrano vicende quanto meno poco chiare; fra tutte brilla la "commessa Ucraina"; vi fu un maxi-contratto articolato in una serie di sub-contratti per un importo non precisato ma dell'ordine delle centinaia di miliardi - stipulato agli inizi del '92 fra l'Istituto e la neonata Repubblica Ucraina per la fornitura di impianti industriali (cartiera, stamperia, fabbrica di inchiostri di sicurezza, ecc.) e di 1.400.000.000 di monetine ("copechi", centesimi dell'istituenda nuova moneta nazionale, la "grivna"); risulterebbe accertato che nel momento in cui l'IPZS si impegno' nella commessa non c'erano ne' la linea di credito (per problemi connessi al debito dell'ex-Unione Sovietica) ne' l'assicurazione SACE; alla fine del 1992 - a seguito della crisi del Governo Amato stando ad una dichiarazione, mai smentita, alla stampa da parte del Direttore della Zecca - improvvisamente gli Ucraini disdissero il contratto che effettivamente prevedeva le garanzie sovracitate; il Poligrafo si ritrovo' scoperto quando la Zecca aveva gia' prodotto la meta' dei copechi e, forse, l'Istituto si era gia' impegnato negli altri sub-contratti; in seguito il nuovo Governo italiano esercito' pressioni su quello Ucraino per costringerlo ad onorare gli accordi cosicche' quest'ultimo accetto' di ritirare i copechi (estate '93). Anzi esso richiese altri 300 milioni di copechi che vennero consegnati ad ottobre, proprio quando l'assicurazione SACE venne posta in essere; il Governo Ucraino accetto' anche di ritirare la cartiera; mentre nulla si sa della sorte degli altri sub-contratti; risulta comunque che i copechi giacciano in fondo ad una base militare presso Kiev non essendo ancora entrata in circolazione la nuova moneta; secondo alcuni calcoli per i soli copechi l'Istituto avrebbe subito una perdita valutabile attorno ai 10 miliardi mentre nulla e' stato possibile accertare in merito ad eventuali perdite per gli altri subcontratti, sebbene nel Bilancio IPZS 1992 figuri un debito in valuta estera - che forse e' stato utilizzato per essi - di 177,5 miliardi; nel Bilancio '93, invece, si registrano "perdite sui cambi" per 57 miliardi. L'Istituto, infatti, possiede conti all'estero sui quali - come, d'altronde, su quelli nazionali - il CdA non e' minimamente informato; ai servizi giornalistici non e' mai stata fornita risposta, mentre alle interpellanze parlamentari il Ministro del Tesoro ne ha date di parziali, evasive, basate sulle risultanze di una strana Commissione d'Indagine istituita dal Ministro Barucci e composta dal Provveditore Generale dello Stato Vincenzo Avizzano e da altri 4 dirigenti dello stesso Provveditorato che intrattenevano rapporti di lavoro istituzionali con l'IPZS; dei 5 membri 3 siedevano da anni nel CdA dell'Istituto e non avevano mai sollevato problemi ed uno - il Vice-Provveditore Valentini - aveva fatto parte del CdA delle Cartiere Miliani. Tutti, insomma, indagavano su se stessi; la Commissione era stata istituita a seguito delle rimostranze di uno dei Consiglieri dell'IPZS, il Rappresentante della Zecca, che segnalo' fin dal gennaio 1994 le prime gravi irregolarita'; il Rappresentante della Zecca venne ascoltato dalla Commissione una volta (senza che venisse steso un verbale); dopodiche' il Provveditore Avizzano attese di essere indagato dalla Procura di Roma per "corruzione aggravata" - era stata arrestata anche una Dirigente, Alfonsa Salafia -; quindi, il 1^ dicembre 1994, relaziono' al CdA dell'IPZS che, "sulla base dei documenti forniti dall'Istituto" (!), le "illazioni" del Consigliere di Zecca risultavano prive di ogni fondamento; il Consigliere di Zecca aveva posto 5 quesiti, il Provveditore Avizzano rispose a 8; al punto 5 si chiedeva come mai non ci fossero le delibere relative alla vendita da parte dell'IPZS alla consociata SIPLEDA di opere d'arte prodotte nella stessa Zecca; si rispondeva dicendo quando e perche' la SIPLEDA fosse stata acquisita e che essa aveva sempre avuto il bilancio in attivo; le conclusioni della "Commissione Avizzano" erano state confermate dal Servizio Ispettivo di Finanza della Ragioneria Generale dello Stato (da cui proviene il Presidente Ruggeri) presieduto dal dottor De Leo, che e' anche Presidente dei Revisori dell'IPZS e che non ha mai ascoltato detto Consigliere; in precedenza, in qualita' di Presidente del Collegio dei Revisori IPZS il dottor De Leo aveva scagionato l'Istituto da ogni responsabilita' relativa all'affaire ucraino rifiutandosi pero' di rilevare i prezzi dei tondelli; in seguito il Consigliere di Zecca ha continuato a martellare il Ministero e Ministro del Tesoro (attualmente nella sua doppia veste di presidente del Consiglio) di messaggi di ogni tipo ma senza mai ottenere ne' un incontro ne' una qualsiasi risposta; segnale evidente di una precisa volonta' d'insabbiamento. Il Ministro del Tesoro, ignorando colpevolmente tali ripetute e documentatissime denunce, ha invece proceduto alla firma dei Bilanci IPZS '93 e '94; il Consigliere di Zecca e' stato, invece, fatto oggetto di minacce di denuncia di espulsione da uno dei rappresentanti del Tesoro (Ministero vigilante per legge) e dall'ex-rappresentante della Corte dei Conti; il Consigliere e' anche oggetto di una campagna d'attacco da parte di CGIL-CISL-UIL i cui rappresentanti pure seggono nel CdA dell'IPZS ed hanno sempre difeso la politica dell'Istituto; risulta stampata una Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre 1994, nella quale all'articolo 61 di un decreto "onnibus", figurava l'elenco dei nuovi Consiglieri dell'Istituto; fra gli esclusi - guarda caso - il Consigliere di Zecca che la legge n. 154 del 1978, prevedeva a difesa dell'autonomia della stessa; autonomia violata gia' in diversi altri casi come in quello della Commissione Prezzi nella quale figurano esponenti della Sede Centrale IPZS di piazza Verdi e non quelli di Zecca; la copia inizialmente preparata della Gazzetta Ufficiale e' stata in seguito sostituita da altra - poi realmente pubblicata - che reitera un precedente decreto del 29 dicembre 1992, che autorizza il Ministro del Tesoro a mutare composizione ed attribuzioni del CdA IPZS senza che della cosa venga offerta spiegazione alcuna -: se il Ministro del Tesoro non intenda far conoscere i motivi del suo passato comportamento - che risulta colpevole a giudizio degli interroganti - e quali iniziative egli intenda prendere per porre fine ad una situazione che, oltre a costituire un ingiusto peso per il contribuente, mette a repentaglio i 6.000 posti di lavoro dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ed i 1.500 delle consociate; se il Governo non intenda dar luogo ad una indagine che faccia piena luce su tali gravissime irregolarita' commesse non solo presso l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ma anche presso il Provveditorato Generale dello Stato ed altre branche del Ministero del Tesoro stesso; se il Governo non intenda chiarire chi abbia svolto il ruolo di intermediario fra l'IPZS ed il Governo Ucraino: se i Ministeri competenti, stando alla versione resa dal poligrafico, o tale Cleante Vitali, stando alle dichiarazioni dell'interessato. (4-16522)
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19951204- 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16522 presentata da TARADASH MARCO (FORZA ITALIA) in data 19951204 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
CALDERISI GIUSEPPE (FORZA ITALIA) 
DEL NOCE FABRIZIO (FORZA ITALIA) 
MALAN LUCIO (FED.LIB.DEM) 
VITO ELIO (FORZA ITALIA) 
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4/16522 
TARADASH MARCO (FORZA ITALIA) 

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