INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16288 presentata da GAMBALE GIUSEPPE (PROG.FEDER.) in data 19951127

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Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri di grazia e giustizia e dell'interno. - Per sapere - premesso che: la sera del 10 aprile 1991, a bordo del traghetto Moby Prince, morivano 140 persone; i decessi, secondo alcuni, non sarebbero stati causati dalla collisione, ma sarebbero avvenuti dopo un considerevole lasso di tempo; il quotidiano "il Manifesto" di giovedi' 29 settembre 1994, pubblicava un articolo nel quale si adombrava la possibilita' che quattro personaggi interessati allo svolgimento delle indagini giudiziarie seguite alla sciagura, l'ingegner Fabrizio Ceccherini, capo dei Vigili del fuoco, l'avvocato Alberto Uccelli, difensore dei comandanti della Capitaneria di porto di Livorno e della petroliera Agip Abruzzo, contro cui urto' la Moby Prince, il procuratore capo presso il tribunale di Livorno dottor Antonino Costanzo, l'ingegnere Ernesto Gristina, consulente tecnico della procura, fossero legati alla loggia massonica "Scienza e lavoro" e che la Massoneria avrebbe volutamente depistato le indagini; l'avvocato Uccelli e' stato nominato assessore nella giunta comunale di Livorno; il comune di Livorno e' costituito parte civile nel processo per accertare le responsabilita' della tragedia; dopo anni di indagini sono state accolte le richieste di archiviazione per i comandanti dell'Agip Abruzzo e della Capitaneria di porto di Livorno e per l'armatore del Moby Prince; i legali di parte civile si sono duramente opposti alla richiesta di archiviazione avanzata dal PM dottor Lugi De Franco; dagli atti del processo emergerebbero, infatti, elementi tali da indurre rilevanti perplessita' sullo svolgimento complessivo delle indagini; in particolare, il portellone di poppa che forse avrebbe potuto costituire una via di fuga per una parte delle persone a bordo, sarebbe stato difettoso, perdendo olio a un pistone. Tuttora appare poco chiaro se l'Agip Abruzzo fosse ancorata o meno in rada e se vi fosse gia' un incendio a bordo prima della collisione con la Moby Prince, come alcune testimonianze lasciano supporre; l'Agip Abruzzo fu dissequestrata a pochi mesi dalla sera del disastro, venduta dalla proprietaria SNAM ad un paese nordafricano, dove poi sarebbe addirittura affondata; non sarebbero state effettuate alcune perizie piu' approfondite su pezzi della Moby Prince che forse avrebbero potuto contribuire all'accertamento della verita' e su eventuali anomalie esistenti a bordo del traghetto; i familiari delle vittime ritengono, inoltre, che, probabilmente, sarebbe possibile acquisire ulteriori informazioni sul traffico commerciale del 10 aprile 1991 per il tramite dell'avvisatore marittimo il quale, secondo un testimone, disporrebbe di un secondo sistema di registrazione, piu' potente di quello ordinariamente in attivita'; l'unico superstite del disastro, Alessio Bertrand, ha sempre dichiarato che a bordo del traghetto Moby Prince, prima della collisione, non ha mai avvertito alcuno scoppio che potesse far pensare all'esplosione di una bomba a bordo; appare scarso il contributo prestato all'accertamento dei fatti, dalla base militare americana Camp Derby, vicino Livorno, che, nonostante le richieste della magistratura e la presenza in rada di tre navi militari statunitensi appena ritornate da una missione nel Golfo Persico, non ha fornito alcun tracciato, foto o registrazione della situazione nel porto di Livorno, di quella sera; un autorevole intervento del Presidente del Consiglio e' venuto, in questi giorni, ad infrangere il cosiddetto "muro di gomma" sulla tragedia di Ustica, per le cui indagini il dottor Dini ha messo a disposizione i codici di sicurezza NATO utili a leggere i tracciati radar della notte del 27 giugno 1980 -: se ritengano opportuno disporre un'ispezione ministeriale presso la procura di Livorno per accertare il regolare svolgimento delle indagini e fare chiarezza sulle accuse di depistaggi formulate nei confronti dei giudici di Livorno; per quale ragione sia stata dissequestrata e poi venduta l'Agip Abruzzo; se sia possibile accertare eventuali responsabilita' della Navarma in ordine alla mancata manutenzione di parti della Moby Prince, della Capitaneria di porto di Livorno per la gestione del piano dei soccorsi a favore dei passeggeri e dell'equipaggio del Moby Prince, e del comandante dell'Agip Abruzzo; se ravvisi, il Presidente del Consiglio, l'opportunita' di un intervento che, come gia' nel caso di Ustica, aiuti a dissipare i dubbi su un'altra tragedia italiana che ha segnato la vita dei tanti familiari delle vittime, e che non deve rimanere un altro insoluto mistero italiano. (4-16288)
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GAMBALE GIUSEPPE (PROG.FEDER.) 

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