INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15155 presentata da PARLATO ANTONIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19930611
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_15155_11 an entity of type: aic
Ai Ministri dell'industria, commercio e artigianato, incaricato per le funzioni connesse al riordinamento delle partecipazioni statali, del tesoro, dell'interno, dei trasporti, della marina mercantile e di grazia e giustizia. - Per conoscere - premesso che: con interrogazione n. 4-09070 del 10 aprile 1985 presentata nella IX legislatura restata priva di risposta e riprodotta al n. 4-01346 nella X il 21 settembre 1987, l'interrogante chiese al Ministro della marina mercantile se intendesse intervenire per porre la parola fine al piu' clamoroso caso di inettitudine produttiva registrata nella politica portuale napoletana e relativo alla fantomatica realizzazione del "nuovo" bacino di carenaggio, ipotizzato ventiquattro anni fa, e mai realizzato: un bacino per 400 mila tonnellate, con un finanziamento prima di otto e poi di venti miliardi e poi sceso dalla predetta dimensione prima a 200 mila tonnellate e poi a 150 mila e dove nel vertice del relativo Consorzio sedeva l'ineffabile Ciro Cirillo (il cui "rapimento" dette origine al celeberrimo, torbido, inquietante, "caso" ancora irrisolto) che tuttora lo presiede; con nota 646 del 17 maggio 1988 il Ministero della marina mercantile rispondeva alla interrogazione confermando il ridimensionamento nel tempo della portata del bacino ed il parallelo aumento del finanziamento con un puntuale riferimento alle circostanze che avevano modificato nel tempo portata di carico ed entita' del finanziamento, sia pur senza indicare le palesi, gravissime responsabilita' per l'incredibile immobilismo del consorzio che avevano impedito la realizzazione di alcunche' che non fosse la lievitazione dei costi del progetto, la diminuzione della portata e centinaia di sedute degli organi consortili utilissime solo per l'acquisizione di gettoni di presenza (si pensi che solo al maggio 1988 il Consiglio direttivo aveva emanato 130 deliberazioni ed altre 110 l'assemblea, oltre all'attivita' del Collegio dei Revisori!)... con un costo di gestione per la mera sussistenza di circa trenta milioni l'anno (da moltiplicare per ventiquattro anni) senza concludere alcunche'!; occorre notare anche che nel 1983 la 3^ Sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici nell'esaminare i progetti di massima relativi al nuovo bacino e al connesso prolungamento della diga foranea "Duca degli Abruzzi" ha espresso il parere che, prima di procedere all'esperimento degli appalti-concorso per la esecuzione delle opere, sia da provare e verificare su modello fisico l'entita' della lunghezza ottimale del prolungamento della diga citata e siano altresi' da eseguire idonee indagini geotecniche a supporto della soluzione progettuale che verra' determinata. In relazione a cio' il Consorzio per il bacino di carenaggio di Napoli ha redatto e presentato in data 30 aprile 1983 a detto Organo consultivo due perizie: una dell'importo di lire 251.340.000, concernente indagini geotecniche allo scopo di accertare la natura e le caratteristiche meccaniche dei terreni in corrispondenza della testata del molo Cesareo Console, ove insistera' il nuovo bacino, nonche' lungo il lato di levante di detto molo, e l'altra, dell'importo di lire 275 milioni, riguardante indagini meteomarine su modello fisico concernente il prolungamento della diga "Duca degli Abruzzi", per la determinazione della lunghezza ottimale, idonea ad abbattere le agitazioni nell'avamporto, onde consentire il comodo accesso delle navi nel bacino di carenaggio anche in avverse condizioni meteomarine. Sia le perizie che la richiesta di ammissione a contributo della spesa occorrente sono state approvate dalla citata 3^ Sezione con voto n. 261 del 22 giugno 1983. In relazione a cio' il Ministro dei lavori pubblici con decreto ministeriale in data 1^ dicembre 1983, registrato dalla Corte dei conti in data 25 luglio 1984, ha decretato: 1) l'approvazione dei preventivi di cui sopra nell'importo complessivo di lire 526.340.000; 2) ha concesso al Consorzio per il bacino di carenaggio di Napoli un contributo di lire 10 miliardi per la costruzione di un bacino galleggiante per navi non superiori a 200 mila t.p.l.; 3) ha autorizzato, ai sensi dell'articolo 3 della legge 20 febbraio 1980, n. 60 e dell'articolo 18, 3^ comma della legge 5 agosto 1978, n. 368, la citata spesa di lire 10 miliardi, con riserva di provvedere all'autorizzazione della restante spesa di ulteriori lire 10 miliardi, in relazione alle somme che saranno iscritte nei bilanci per gli anni successivi; per completezza di esposizione si aggiunge che dai dati statistici sui bacini di carenaggio nazionali pubblicati dalla Relazione sulla Marina mercantile, anni 1981-1982-1983 e 1984, emerge che la situazione di utilizzo dei nostri bacini di carenaggio in generale continua a registrare flessioni sia come numero di navi immesse sia come tonnellaggio complessivo; nel frattempo l'IRI comunicava "di voler recedere dal Consorzio per il bacino essendo venuto a cadere ogni interesse per la costruzione del nuovo bacino". Va richiamato a questo punto il contenuto dell'atto ispettivo n. 4-14297 del 19 maggio 1993 sulla sconcertante operazione di privatizzazione della SEBM del gruppo IRI-FINCANTIERI perche' vi si legge tra l'altro notizia dell'ingresso, nelle nuove societa' della BACINI SICILIANA di Palermo con il conferimento di due bacini galleggianti che si aggiungono a quelli in muratura, di proprieta' demaniale, gia' gestiti dalla FINCANTIERI. Va anche richiamato, pero', quanto e' stato testualmente pubblicato da Il Giornale di Napoli del 27 maggio 1993 in un articolo a firma di Gennaro Scotto Pagliara intitolato: "Cirillo finisce nel bacino di carenaggio". "Infatti, proprio recentemente, il "Consorzio per il carenaggio di Napoli" (costituito nel lontano 21 ottobre del 1969 e con una dote di 20 miliardi di lire) e presieduto dall'esponente DC, Ciro Cirillo, ha espletato tutto l'iter procedurale per chiedere il via al Ministero dei lavori pubblici, per la costruzione del manufatto galleggiante. All'epoca della costituzione, i soldi servivano per la costruzione di un suberbacino di carenaggio per navi fino a 200 mila tonnellate: oggi con quei soldi si costruisce appena un bacino galleggiante da 5 mila tonnellate. Una spesa, ritenuta dai piu' inutile (a parte per chi lo costruira') perche' tale capacita' di spinta e' oramai superata. Si da' il caso che, i soci del "Consorzio per il carenaggio di Napoli" sono: comune di Napoli, amministrazione provinciale di Napoli, camera di commercio di Napoli, Consorzio autonomo del porto, IRI e Banco di Napoli. Che l'IRI, non ne vuol sapere di restare nel vecchio "Consorzio per il carenaggio di Napoli" e sarebbe disposto a cedere la sua quota ai privati confluiti nella "Cantieri del Mediterraneo spa" e "Bacini Napoli spa". Che il gavianeo Ciro Cirillo e' buon amico del presidente del Consorzio autonomo del porto, Pasquale Acciardo, per cui il "subentro" dei privati anche nel "Consorzio per il carenaggio di Napoli" e' da ritenersi sicura al cento per cento. A scanso di equivoci, in vista di questi "subentri" societari, si e' registrato un cambio "della guardia" nel consiglio direttivo del Consorzio autonomo del porto: l'ingegnere Garolla ha fatto posto a Renato Salvatori e quest'ultimo ha gia' provveduto ad abbandonare la carica di rappresentante in seno all'Unione degli industriali e da presidente della consulta marittima della camera di commercio di Napoli (anch'essa azionista del "Consorzio per il carenaggio di Napoli"). Una carica strategica, quella nel consiglio direttivo del Cap in vista di eventuali votazioni (sono tredici i membri del C.d). Intanto qualcuno sembra avanzare dubbi, sulla compatibilita' delle cariche ricoperte dall'amministratore delegato della "Cantieri del Mediterraneo"e "Bacini napoletani", ingegnere Franco Salerno. Quest'ultimo infatti e' membro del Comitato direttivo del Registro italiano navale (R.i.na.) in rappresentanza degli armatori (o quanto meno, indicato dagli armatori): il regolamento del registro navale, infatti, prevede che nel comitato vi sia un rappresentante per ogni categoria interessata. Tutto questo e' saltato: nel comitato, adesso, siedono due rappresentanti dei riparatori navali e, l'ingegnere Salerno e' uno di questi -: quali sviluppo si siano registrati nella gestione e nel programmi del Consorzio per il bacino di carenaggio, dopo il marzo 1988 e quale sia il bilancio morale ed economico del consorzio dalla sua costituzione ad oggi; se risponda al vero che il consorzio si appresti a costruire un inutile nuovo-vecchio bacino, per quale portata e con quali risorse necessarie e quali al momento disponibili, ed in quale localita' precisa, visti i costosi studi per oltre mezzo miliardo di lire; con quali procedure tali indagini e studi siano stati affidati ed a chi; con quali procedure e quando verra' attivato l'appalto per la realizzazione del nuovo-vecchio inutile bacino; se sia vero che l'IRI voglia cedere, e per quanto, la sua "quota" nel consorzio ai privati confluiti nella "Cantieri del Mediterraneo SpA" e nella "Bacini napoletani SpA" e che senso cio' abbia visto che la stessa IRI attraverso la FINCANTIERI ne possiede e ne deve possedere partecipazioni; che senso avrebbe poi la costruzione di un nuovo-vecchio bacino di carenaggio che si aggiungerebbe a quelli gia' in muratura e galleggianti gia' trasferiti alle nuove societa' oltre gli altri due conferiti dalla Bacini siciliani; se vi sia in prospettiva di breve, medio e lungo termine una prevedibile domanda, della cui consistenza ci si assuma la responsabilita' della attendibilita' e che obblighi alla disponibilita' di un numero cosi' alto di bacini di carenaggio a Napoli; se, considerato che la presenza dell'ineffabile Ciro Cirillo e' legata a progetti consortili fallimentari come questo, non realizzato dopo ventiquattro anni, del bacino di carenaggio e l'altro, anche "secolare" quanto a mancata realizzazione, del nuovo aeroporto intercontinentale, la Corte dei conti e la magistratura ordinaria abbiano svolto accertamenti per comprendere quante risorse pubbliche siano state sinora sprecate, con vantaggi solo di pochi eletti; se il Governo non creda utile a questo punto sciogliere entrambi i consorzi; se risponda al vero e comunque a quale legittima logica e finalita', il girotondo di vari personaggi nelle cariche istituzionali o comunque afferenti il bacino di carenaggio e le nuove societa' costituite in successione della SEBM, apparendo sconcertante l'ipotesi che la "tarantella" possa essere funzionale non a leciti obiettivi produttivi e sociali di interesse generale ma a quelli ristretti, discutibili e particolarissimi di pochi, al di fuori della esigenza di sviluppo autentico della economia portuale napoletana. (4-15155)
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