INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14938 presentata da PARLATO ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19951019
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_14938_12 an entity of type: aic
Ai Ministri di grazia e giustizia, del tesoro, dei trasporti e della navigazione, del lavoro e previdenza sociale, dell'industria, commercio e artigianato. - Per conoscere - premesso che: sulla torbida vicenda della vendita della SEBM Gruppo FINCANTIERI, l'interrogante ha prodotto fra l'altro: 1) l'atto ispettivo n. 4-12839 dell'1 aprile 1993, che non ebbe risposta; 2) l'atto ispettivo n. 4-14203 del 18 maggio 1993, che non ebbe risposta; 3) l'atto ispettivo n. 4-14297 del 19 maggio 1993, che non ebbe risposta; 4) l'atto ispettivo n. 4-14981 dell'8 giugno 1993, che non ebbe risposta; 5) l'atto ispettivo n. 4-15155 dell'11 giugno 1993, che non ebbe risposta; centocinquantasei dipendenti della SEBM - FINCANTIERI hanno di recente prodotto un esposto alla procura della Repubblica di Napoli, preoccupati come sono del loro futuro in relazione alla totale inapplicazione di intese avutesi in sede ministeriale e secondo le quali la presenza pubblica nella azienda sarebbe stata ridimensionata ma avrebbe continuato ad esserci a garanzia della continuita' occupazionale, secondo quanto nei particolari descritto nei pregressi atti ispettivi; i lavoratori e con loro l'interrogante temono invece che, in barba all'intesa ed anche all'interesse pubblico, gli acquirenti della SEBM ed i nuovi soggetti che sono sorti servano esclusivamente interessi privati in danno di quelli pubblici che, visto il mancato riscontro agli atti ispettivi,si ignora se e come il Governo abbia inteso piu' o meno tutelare giacch! non risultano dopo gli incontri in sede ministeriale esser state modificate nemmeno parzialmente le anzidette intese;e' scritto fra l'altro nell'esposto che "in data 4 novembre 1992, presso il Ministero del lavoro si incontravano Fincantieri, Natalfin, Intersind alla presenza della Prefettura di Napoli e dei sindacati Fim-Fiom-Uilm per discutere sulla vertenza SEBM. L'accordo che ne era fuoriuscito, materializzato in un lodo Ministeriale sempre del 4 novembre 1992, avrebbe dovuto far fronte alla grave crisi nella quale da anni si dibatte il settore delle riparazioni navali, assicurando, peraltro, la continuita' occupazionale a tutti i lavoratori dello stabilimento. Si stabili' col lodo la costituzione di due societa' la "Societa' Cantieri del Meditteraneo" e la "Societa' Bacini Napoletani" che sarebbero dovute essere cosi' formate: la prima da un capitale sociale posseduto per il 90 per cento da un gruppo di imprenditori privati napoletani e per il 10 per cento dalla SPI Societa' del Gruppo IRI, mentre la seconda da un capitale sociale composto dalla stessa "Cantieri del Mediterraneo" per il 51 per cento e dalla FINCANTIERI per il 49 per cento. La partecipazione della "SPI", nella "Cantieri del Mediterraneo", si era resa necessaria, secondo quanto figura nel Lodo, "per dare risposta positiva ad una apposita istanza avanzata dalle organizzazioni sindacali, tesa ad assicurare una presenza "pubblica" all'interno del capitale azionario" della nuova societa', per un periodo di almeno tre anni. La "Cantieri del Mediterraneo" doveva poi acquisire il ramo d'azienda SEBM di Napoli (gia' di proprieta' della FINCANTIERI) relativo all'attivita' di riparazione e trasformazione navale. Senonch!, e' emerso che il Lodo del 4 novembre 1992 e' stato clamorosamente disatteso, in quanto le societa' costituite non hanno rispettato gli accordi. La "Cantieri del Mediterraneo" ha, oggi, un capitale sociale costituito dalla "NAVALFIN SpA" per il 99 per cento e dalla "FIN-ESSE SrL" per l'1 per cento, mentre nessuna traccia vi e' piu' della "SPI", elemento pubblico che era stato posto come garanzia dell'accordo. La seconda societa', la "BACINI NAPOLETANI SpA", e' risultata anch'essa difforme nella composizione da quella prospettata nel "Lodo", essendo, oggi, per il 99 per cento della "CANTIERI DEL MEDITERRANEO" e per l'1 per cento della "NAVALFIN Finanziaria Navale S.p.A.", mentre totalmente scomparsa risulta la quota della FINCANTIERI che doveva essere del 49 per cento. I sospetti e le preoccupazioni sono molteplici, in particolare che si stia realizzando una gigantesca operazione speculativa con l'intento fraudolento di sottrarsi agli obblighi produttivi e di salvaguardia dei posti di lavoro, attraverso la quasi completa estromissione della quota "pubblica" dalla sottoscrizione del capitale sociale. Si profilerebbe, dunque, il rischio non solo di perdere centinaia di posti di lavoro ma anche quello di vedere svenduto un enorme patrimonio pubblico, con grave danno per la collettivita'. Tali preoccupazioni, peraltro, risultano acuite a seguito delle Assemblee Straordinarie, tenutesi entrambe in data 2 febbraio 1993, a distanza di un'ora circa, della "Cantieri del Mediterraneo" e della "Bacini Napoletani" (All. n. 3 e 4), con le quali veniva deliberato l'aumento del capitale sociale delle due Societa'. Per la "Cantieri del Mediterraneo" si decideva l'aumento di capitale sociale da 200 a 300 milioni, con il conferimento del ramo d'azienda SEBM. Per la "Bacini Napoletani", si elevava il capitale da lire 200 milioni a lire 8 miliardi, stabilendo che di questo aumento una parte, per lire 1.405.000.000, e' attribuita alla FINCANTIERI, che a sua volta si impegna a conferire un ramo d'azienda e, precisamente, lo stabilimento di Calata Marinella nel Porto di Napoli, mentre un'altra, per lire 6.395.000.000, viene attribuita alla Societa' "BACINI SICILIANI S.p.A." che, a sua volta si impegna ad effettuare il conferimento del proprio ramo di azienda attinente l'attivita' di gestione ed esercizio di due bacini galleggianti. In conclusione, a seguito di tali ultime variazioni, il capitale sociale di lire 8 miliardi della "Bacini Napoletani S.p.A." e' rappresentato per il 17,56 per cento dalla FINCANTIERI (a fronte di una quota prevista del 49 per cento), per il 2,475 per cento dalla "Cantieri del Mediterraneo S.p.A.", per lo 0,025 per cento dalla "NAVALFIN Spa" e per il 79,94 per cento dalla "BACINI SICILIANI S.p.A.", societa' spuntata dal nulla. Per quali motivi si e' determinata questa situazione che di fatto riduce fortemente la presenza pubblica nelle due societa' con la particolarita' che i possessori delle azioni sociali delle tre Societa' che hanno rilevato la SEBM risultano essere sempre gli stessi? E' solo un caso o vi e' qualcosa in piu'? Un solo ulteriore elemento va sottolineato nella vicenda ed e' che, di fatto, nel ristagno del mercato, si stanno prendendo commissioni solo ed esclusivamente per le Societa' private, utilizzando peraltro le strutture della SEBM, tant'e' che, si puo' dire, la "Cantieri del Mediterraneo" in questi mesi non abbia ricevuto alcuna commessa importante -: sia stata aperta presso la procura della Repubblica di Napoli, a seguito della produzione di detto esposto, una indagine ed in quali fase si trovi il relativo procedimento; cosa consti riguardo alla suddetta questione e anche in relazione a questo come ai precedenti atti ispettivi, se risultino tutelati gli interessi pubblici e attuate le decisioni ministeriali del 4 dicembre 1992, e se modificate da chi lo sono state, per quali motivi, quando e come non essendone stati nemmeno informati i dipendenti e, apparentemente, nemmeno i loro sindacati, tramite tali artifizi realizzandosi lo ingiusto profitto di pochi privati con il danno dei molti dipendenti e del pubblico interesse. Quanto precede anche in relazione all'atto ispettivo di uguale contenuto, restato privo di riscontro nella undicesima legislatura, n. 4-16537 del 20 luglio 1993. (4-14938)
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