INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14570 presentata da GARAGNANI FABIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20120119

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14570 presentata da FABIO GARAGNANI giovedi' 19 gennaio 2012, seduta n.573 GARAGNANI e CASSINELLI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: il sistema trapianti del nostro Paese rappresenta una delle eccellenze sanitarie nazionali. I dati del Centro nazionale trapianti riferiti agli anni 2000-2009 e recentemente pubblicati sul sito del Ministero della salute (http://www.salute.gov.it/dettaglio/dettaglioNews.jsp?id=1816&tipo=new) confermano questo dato. Che l'interesse per questo settore travalichi i confini amministrativi delle regioni e sia invece nazionale e' testimoniato proprio dall'istituzione, all'interno del Ministero, di un Centro nazionale trapianti (CNT); e' comunque stata tendenza consolidata, nelle regioni con numero di donazioni di organo da cadavere sufficiente, di gestire in autonomia regionale i centri chirurgici di trapianto per rispondere alle esigenze della propria popolazione. L'attivita' di trapianto d'organo rappresenta, infatti, un volano di crescita per numerose attivita' sanitarie, assistenziali e scientifiche ad essa correlata ed e' uno strumento per consolidare le attivita' scientifiche ed assistenziali delle aziende sanitarie; la gestione dei centri trapianti rappresenta un elemento strategico non solo per i sistemi sanitari regionali, ma per tutto il Paese; uno fra i centri di trapianto d'organi solidi con maggiore tradizione in Italia e' quello di Genova. Il centro e' stato instituito a meta' degli anni ottanta nell'allora policlinico San Martino ed e' stato fondato dal professor Umberto Valente, professore ordinario di chirurgia generale all'universita' di Genova; il centro vanta una consistente attivita' di trapianto di rene e di trapianto di fegato; negli ultimi anni il centro ha trascorso pero' alcune vicissitudini sgradevoli per il nostro sistema sanitario. Il previsto pensionamento per raggiunti limiti di eta' del professor Valente, che avverra' in effetti a novembre 2012, ha alterato gli equilibri interni del Centro, in particolare nei rapporti fra l'aiuto ospedaliero del professor Valente, il dottor Enzo Andorno, ed il professore stesso. Vi sono stati strascichi legali che hanno portato il direttore generale dell'azienda ospedaliera (oggi diventata azienda ospedaliera' universitaria «San Martino» IRCSS - USMI) a sospendere, nella primavera scorsa, l'attivita' di trapianto di fegato, permanendo invece l'attivita' di trapianto di rene. Difficile, se non impossibile, stabilire i confini delle diatribe insorte fra i due medici. Resta il fatto che il comportamento di entrambi ha portato all'assunzione di provvedimenti importanti da parte della direzione generale dell'USMI; in previsione del ritiro del professor Valente le amministrazioni coinvolte hanno comunque iniziato la ricerca del nuovo assetto dell'ospedale; elemento caratterizzante e fondamentale della scelta sul futuro assetto e' l'aspetto economico. L'attuale centro trapianti occupa ora un intero piano del «Monoblocco» dell'USMI. Il costo stimato per la gestione della struttura e' di circa 20 milioni di euro l'anno. Questo a fronte di una produzione chirurgica non trapiantologica modesta. È parere unanime che il costo attuale del reparto chirurgico denominato correntemente «Centro Trapianto» sia diventato oggi insostenibile e sia necessario un provvedimento di contenimento finanziario. In particolare nella difficile situazione economica in cui versa tutto il nostro Paese ma la regione Liguria in specifico; le soluzioni proposte erano sostanzialmente tre: a) chiusura definitiva dell'attivita' di trapianto di fegato e permanenza della sola attivita' di trapianto di rene all'interno di un reparto di chirurgia generale; b) creazione di due «strutture semplici» (una per il trapianto di fegato ed una per il trapianto di rene) che potessero proseguire l'attivita' in forma ridotta e non nell'ambito del centro trapianti ne' di un reparto di chirurgia generale; c) riconversione del centro trapianti in unita' operativa complessa di chirurgia generale ad indirizzo epato-bilio-pancreatico e di trapianti d'organo; pur con una popolazione assai contenuta di circa 1 milione e 600 mila abitanti, la Liguria ha una consistente attivita' di donazione d'organi, con 35,6 donatori segnalati per milione di abitante e 28,1 donatori utilizzati per milione di abitanti. Questi dati fanno proprio della Liguria una fra le regioni a maggiore tasso di donazione di organi in Italia. Per questo motivo la prima soluzione, quella che prevedeva la chiusura del centro, non e' mai stata presa in considerazione seriamente; la seconda soluzione godeva del favore dei chirurghi locali, che avrebbero ricevuto una «promozione» ed avrebbero mantenuto una propria autonomia gestionale; la terza soluzione si inseriva invece in un programma di ristrutturazione dell'attivita' chirurgica dell'USMI e godeva del favore dell'universita', che progettava di acquisire un docente esterno a Genova per rilanciare un'attivita' che negli ultimi anni ha oggettivamente vissuto momenti non brillanti; nel frattempo, nell'agosto 2011, l'azienda ospedaliera San Martino e' diventata istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS). Rientra quindi nella particolare legislazione di questi enti e l'interesse del Ministero per questi ospedali dovrebbe essere molto particolare ed attenta; gran parte della vicenda e' stata riassunta nelle cronache locali dei quotidiani genovesi; la prima scelta dell'universita', come riportato appunto dalle cronache, ando' nella direzione del senatore Ignazio Marino. Il senatore Marino e' di Genova ed e' un ottimo professionista che ha lavorato nel campo dei trapianti d'organo. In particolare in quelli di fegato. Per diversi motivi l'accordo fra l'ospedale-universita' ed il senatore Marino non ando' in porto; il dibattito ha quindi portato alla radicalizzazione di due soluzioni: la costituzione di due unita' semplici a guida di chirurghi locali ospedalieri in autonomia; la ristrutturazione del centro trapianti in centro di chirurgia del fegato e dei trapianti a guida universitaria; per la prima scelta venivano identificati il dottor Enzo Andorno per la parte riguardante il trapianto di fegato e la dottoressa Iris Fontana per il trapianto di rene. Per la seconda ipotesi l'universita' aveva identificato nel professor Gian Luca Grazi la persona piu' idonea. Il professor Grazi ha una lunga attivita' nel campo dei trapianti di fegato e nella chirurgia epatica, e' risultato idoneo in due concorsi nazionali ad assumere il ruolo di professore ordinario di chirurgia ed e' oggi primario di chirurgia epato-bilio-pancreatica all'Istituto nazionale tumori di Roma; i resoconti giornalistici del 22 novembre 2011 segnalano un accordo fra l'assessore regionale alla sanita', Claudio Montaldo, ed il rettore dell'universita' di Genova, Giacomo Deferrari, per l'assegnazione al professor Grazi di un'unita' operativa complessa di chirurgia generale ad indirizzo epato-bilio-pancreatico e di trapianti d'organo; tuttavia le stesse cronache giornalistiche riportano che tale decisione non era apprezzata da Walter Ferrando, consigliere regionale PD e responsabile della sanita' dello stesso partito, e da Stefano Quaini, consigliere regionale dell'IDV, e quindi dalla maggioranza di centro sinistra che sostiene la presidenza della regione dell'onorevole Claudio Burlando; i due politici hanno presentato nella seduta del consiglio regionale del 23 dicembre 2012, un ordine del giorno che impegna la giunta regionale a costituire le due «strutture semplici» (una per il trapianto di fegato ed una per il trapianto di rene) che possano proseguire l'attivita' in forma ridotta e non nell'ambito del centro trapianto ne' di un reparto di chirurgia generale, da affidare al dottor Enzo Andorno per la parte riguardante il trapianto di fegato e alla dottoressa Iris Fontana per il trapianto di rene. Questo ordine del giorno e' stato votato all'unanimita' dei consiglieri regionali; esiste in Liguria un problema di mobilita' extraregionale di pazienti che richiedono interventi chirurgici complessi, in particolare sul fegato, sulle vie biliari e sul pancreas che porta molti di loro a farsi operare in Lombardia, in Piemonte se non all'estero in Francia; esistela richiesta di attivita' di chirurgia epato-bilio-pancreatica all'interno dell'USMI; e' indispensabile strutturare anche l'attivita' di trapianto d'organi nell'ambito del futuro assetto globale della chirurgia generale dell'USMI di Genova, in particolare tenendo in considerazione il pensionamento di diversi chirurghi responsabili di unita' operative complesse in questo periodo; la costituzione di due unita' semplici dedicate in esclusiva all'attivita' di trapianto d'organi all'interno dell'USMI non rappresenta un risparmio, dovendosi configurare di necessita' l'identificazione di due responsabili di queste unita' e di un terzo responsabile dell'attivita' chirurgica lasciata dal pensionamento del professor Valente; la strutturazione di unita' semplici dipartimentali mal si rapporta ad un'attivita' logistica complessa come quella dei trapianti d'organo; il supposto risparmio economico invocato dal consiglio regionale e' del tutto dubbio se non impossibile in assenza di una ristrutturazione completa dell'attivita' chirurgica all'interno di un ospedale vasto come quello dell'USMI; peraltro non e' mai stato presentato un piano di riorganizzazione dell'attivita' di trapianti in unita' semplici che evidenzi l'effettivo risparmio ottenibile in termini economici ed il suo razionale inquadramento nell'ambito della chirurgia generale; la ristrutturazione dell'attivita' di trapianto d'organo in «unita' semplici» rappresenta una deminutio dell'importanza di questa attivita', che mal si rapporta alla considerazione di eccellenza che l'attivita' di trapianto d'organi ha nel nostro Paese; la scelta effettuata sembra piu' una difesa corporativa dell'esistente all'interno dell'USMI, piuttosto che un piano di rivalutazione di un'attivita' di eccellenza nazionale; esistono dati inequivocabili di produzione assistenziale e scientifica che evidenziano come l'attivita' chirurgica epato-bilio-pancreatica e trapiantologica dell'USMI necessita' di un'implementazione e di un rilancio e che tale rilancio inevitabilmente non puo' essere portato avanti da chi a questa attivita' ha contribuito negli ultimi due decenni; il professor Gian Luca Grazi rappresenta un'eccellenza nel campo della ricerca scientifica della chirurgia del fegato e del trapianto di fegato, come ampliamente dimostrato dal suo curriculum e dal suo coinvolgimento in societa' scientifiche europee che si dedicano a questo tipo di chirurgia; la chiamata da parte dell'universita' di Genova del professor Grazi sarebbe stata a costi pressoche' nulli, potendo attingere da fondi dedicati del Ministero; esiste gia' un piano di ristrutturazione del centro trapianti con sua «trasformazione» in reparto di chirurgia epato-bilio-pancreatica e di trapianto per il consistente rientro economico dell'attivita' del centro; la strenua difesa del personale medico locale ha portato ad una scelta «di minima» che ad avviso dell'interrogante danneggia, ad avviso degli interroganti l'attivita' futura del centro trapianti -: se il Ministro sia a conoscenza delle dinamiche concernenti il centro trapianti all'interno dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e quali verifiche di competenza intenda effettuare in proposito; quali siano gli intendimenti del Ministro, nel rispetto delle competenze regionali in tema di sanita', con riferimento alle scelte fatte nelle scorse settimane con riferimento alla futura gestione del centro trapianti di fegato e di rene di Genova, tenuto conto del fatto che nella rete nazionale il centro rappresenta un'eccellenza assoluta; se il Ministro intenda valutare se la frammentazione di un centro chirurgico in unita' semplici sia compatibile con la promozione di un'attivita' scientifica di eccellenza, considerato che l'azienda ospedaliera universitaria San Martino e' un'IRCCS; come sia stato valutato l'importanza e la centralita' della ricerca scientifica nell'assegnazione della responsabilita' dei ruoli e nell'assetto dell'attivita' di trapianti, in particolare nell'IRCCS citato in premessa. (4-14570)
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