INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14306 presentata da JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20111220
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14306 presentata da GIORGIO JANNONE martedi' 20 dicembre 2011, seduta n.563 JANNONE. - Al Ministro per i beni e le attivita' culturali. - Per sapere - premesso che: il quotidiano Mundo ha intitolato, qualche giorno fa, la prima pagina con l'espressione «Italia, saccheggio del paradiso dell'arte»; l'argomento dell'articolo si riferiva alla legge italiana che non consente l'arresto di un trafficante d'arte che ha in mano il Cratere di Eufronio o altri pezzi da milioni di euro. Per l'ufficio delle Nazioni Unite di Vienna che se ne occupa, il traffico illegale di opere d'arti e' il quarto business del crimine mondiale dopo i traffici di droga, armi e denaro riciclato. E l'Italia e' il Paese in assoluto piu' colpito. «Il sacco di Roma dei Lanzichenecchi nel 1527 e le spoliazioni napoleoniche dell'Ottocento sono eventi che impallidiscono se messi a confronto al volume dei furti del giorno d'oggi, sempre piu' "sponsorizzati" dalla criminalita' organizzata», ha scritto Avvenire riprendendo il rapporto sulle archeomafie redatto dai carabinieri del comando tutela patrimonio artistico, che insieme ai militari della Guardia di finanza tentano da anni di arginare come possono l'emorragia; il sito internet che riporta le «opere di particolare rilevanza» tra i «beni culturali illecitamente sottratti», quotidianamente aggiornato, riportava nei giorni scorsi 5.295 oggetti. E si tratta solo di quelli «di particolare rilevanza». Eppure tra i 69.000 detenuti che oggi affollano le carceri italiane neppure uno risulta essere in cella per avere rubato un quadro, scavato una tomba etrusca o trattato con un ricettatore straniero la vendita di un vaso antico. Peggio, come spiega Fabio Isman, autore de I predatori dell'arte perduta, «nessuna sentenza di condanna, che si sappia, e' mai diventata definitiva». Nelle prossime settimane dovrebbe arrivare in Corte di Cassazione il processo a Giacomo Medici, forse il piu' noto dei trafficanti internazionali, gia' condannato in primo (10 anni e 10 milioni di euro di provvisionale allo Stato per i danni al patrimonio artistico) e in secondo grado. In un deposito a Ginevra aveva centinaia di pezzi meravigliosi e le foto di uno scavo fatto da ignoti tombaroli in una villa pompeiana affrescata, forse a Oplontis, di cui gli archeologi ignoravano (e continuano a ignorare) l'esistenza. Ma l'ipotesi che vada in carcere, a questo punto, e' comunque remota; scrive Isman che «la Razzia e' immensa», al punto che anni fa un'indagine della Camera dei comuni di Londra valuto' che «il traffico illecito di antichita' e cultura superi i 6 miliardi di dollari all'anno. Per buona parte, oggetti italiani». Eppure, esattamente un anno fa, Marion True, un'elegante signora americana per venti anni dirigente del Getty Museum di Los Angeles, nonostante avesse «pacificamente ammesso» a proposito di diversi acquisti di preziosi pezzi archeologici di essersi «resa conto che i reperti erano frutto di scavo clandestino» non ha subi'to alcuna conseguenza: tutto prescritto. Anche la mafia si e' impossessata di qualche capolavoro. Come la Nativita' di Caravaggio, rubata nel lontano 1969 dall'Oratorio di San Lorenzo a Palermo. Dipinto nel 1609, varrebbe almeno 30 milioni di euro e secondo il pentito Toto' Cancemi «veniva esposto durante le riunioni della Cupola». Il panorama, purtroppo, e' quello descritto dal gia' citato El Mundo: «Ogni anno, migliaia di pezzi vengono rubati da chiese, monumenti e musei italiani senza che le autorita' siano capaci di porvi un freno. In Italia esistono piu' di 3.500 musei e 2.000 siti archeologici che sono costantemente saccheggiati da ladri senza scrupoli che vendono poi la merce al mercato nero. Nel Paese con il maggiore patrimonio artistico e culturale dell'umanita', praticamente nessun tipo di opera pittorica, scultorea o architettonica e' in salvo»; oggi al massimo tombaroli, ricettatori e trafficanti d'arte rischiano sanzioni pecuniarie ridicole (da 775 a 38.734,50 euro), mentre il disegno di legge che il Ministro, pro tempore Giancarlo Galan, aveva portato in Parlamento e' rimasto fermo. Tale nuova disposizione prevedeva un raddoppiamento delle pene da tre a sei anni, cosa che consentirebbe l'arresto, la custodia cautelare, l'allungamento dei tempi per la prescrizione e le intercettazioni, piu' che mai indispensabili per questo tipo di reati -: quali siano gli intendimenti del Ministro al riguardo e se intenda assumere iniziative normative per inasprire le pene per coloro che sottraggono illegalmente beni culturali allo Stato.(4-14306)
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