_:B0c1b4c18778a6f09d85ba3bc52e31c7d "Risposta scritta Atto Camera Risposta scritta pubblicata lunedì 7 novembre 2005 nell'allegato B della seduta n. 700 all'Interrogazione 4-13812 presentata da PERROTTA Risposta. - Il colorante Sudan, nelle forme I, II, III e IV, è una sostanza genotossica e cancerogena, la cui presenza negli alimenti non è consentita. L'emergenza Sudan si è verificata nel maggio 2003; fin da allora il Ministero della salute si è attivato, dando seguito alle segnalazioni di allerta rapida comunitarie o effettuando notifiche al sistema di allerta comunitario per prodotti contaminati fabbricati in Italia e commercializzati in territorio extranazionale. L'elenco delle notifiche effettuate è disponibile sul sito internet del Ministero della salute, insieme ad una relazione riepilogativa delle notifiche effettuate dal sistema di allerta, relative a prodotti alimentari contaminati dal colorante Sudan rosso, di produzione italiana e di produzione estera. Nel contempo, gli uffici periferici del Ministero della salute USMAF (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) venivano allertati per controllare, mediante prelievo di campioni destinati all'analisi, secondo le indicazioni della decisione della Commissione europea 2003/460/CE del 20 giugno 2003, le partite di peperoncino tritato o in polvere (codice doganale NC 0904 20 90) presentate all'importazione nel territorio nazionale. Successivamente, con la pubblicazione della decisione della Commissione europea 2004/92/CE del 21 gennaio 2004, i controlli alle frontiere sono stati estesi anche alle partite di curry (codice doganale NC 0910 50). Dal giugno 2003, inoltre, sono stati diffusi agli organi di controllo ufficiale nazionali ed alle principali associazioni di categoria che operano nel settore alimentare, le informazioni relative alla contaminazione del peperoncino essiccato, frantumato e prodotti derivati, con il colorante Sudan. Gli assessorati alla Sanità delle regioni e province autonome sono stati tempestivamente sollecitati ad effettuare controlli con prelievo di campioni destinati all'analisi, non solo di peperoncino in polvere e curry, ma anche di tutti i prodotti contenenti tali sostanze. Il Ministero della salute ha provveduto ad inviare, agli stessi assessorati, gli elenchi dei maggiori importatori di spezie, invitandoli ad effettuare le opportune verifiche sulle scorte di peperoncino in giacenza. Al fine di armonizzare al meglio gli interventi di controllo su tutto il territorio nazionale, è stato varato un «Piano nazionale di monitoraggio» relativo alla presenza di Sudan I, II, III e IV nel peperoncino, nel curry e nei loro prodotti derivati. Il monitoraggio, riferito all'anno 2004, ha previsto il campionamento di peperoncino essiccato, tritato o polverizzato, curry, insaccati, formaggi, paste alimentari, salse, sughi e condimenti, prodotti da forno, olive (farcite o aromatizzate con peperoncino), prodotti ittici aromatizzati al peperoncino (tonno, alici, eccetera), con un numero minimo di campioni per regione pari a 20 campioni per milione di abitanti, con particolare riguardo ai prodotti tipici regionali. I dati, forniti trimestralmente dalle regioni ed inviati alla Commissione europea, sono di seguito riportati sinteticamente, dai quali si rileva che è nettamente diminuita la percentuale di campioni risultati irregolari (si passa dal 28,0 per cento del 1 o trimestre al 6,5 per cento del 4 o trimestre). Campioni alimentari analizzati dalle Regioni e Province autonome per la presenza di Sudan rosso nel 1 o , 2 o , 3 o e 4 o trimestre 2004: nel 1 o trimestre n. 329 campioni totali analizzati, di cui n. 237 campioni regolari (72 per cento) e n. 92 campioni irregolari (28 per cento); nel 2 o trimestre n. 370 campioni totali analizzati, di cui n. 283 campioni regolari (76,5 per cento) e n. 87 campioni irregolari (23,5 per cento); nel 3 o trimestre n. 541 campioni totali analizzati, di cui n. 498 campioni regolari (92,1 per cento) e n. 43 campioni irregolari (7,9 per cento); nel 4 o trimestre n. 526 campioni totali analizzati, di cui n. 492 campioni regolari (93,5 per cento) e n. 34 campioni irregolari (6,5 per cento). Totale complessivo campioni analizzati n. 1.766, di cui n. 1.510 campioni regolari (85,5 per cento) e n. 256 campioni irregolari (14,5 per cento). Anche nel caso della contaminazione da Sudan della salsa Worchester venduta in Gran Bretagna, le regioni e province autonome si sono attivate con le modalità previste dal sistema di allerta, da cui risulta che le ditte interessate hanno attivato le procedure di ritiro dal commercio del prodotto incriminato. Relativamente all'incompleta informazione da parte della Gran Bretagna, si precisa che l'Agenzia britannica Food standard Agency ha segnalato il riscontro di Sudan nella salsa Worchester limitatamente al sito web della sicurezza alimentare inglese. Questo comportamento ha provocato una reprimenda da parte della Commissione europea nel corso di un incontro svoltosi a Bruxelles. Solo successivamente il Regno Unito ha notificato le informazioni attraverso il sistema di allerta, consentendo, così, di mettere in atto tutte le misure idonee a tutela della salute pubblica, quali la rintracciabilità ed il ritiro dei prodotti. La Commissione europea, in data 22 febbraio 2005, ha sottoposto l'esame della suddetta questione al «Comitato esperti del sistema di allerta comunitario», riproponendolo anche all'attenzione del «Comitato esperti contaminanti agricoli», nella riunione tenutasi il 24 e 25 febbraio 2005. In data 4 aprile 2005, si è riunito il Comitato permanente per la catena alimentare e la salute animale (sezione tossicologica), il quale ha approvato, con il voto unanime delle delegazioni presenti, una nuova proposta di decisione della Commissione europea, che sostituisce la precedente 2004/68 del 21 gennaio 2004. La decisione 2005/402/CE del 23 maggio 2005 conferma le misure di controllo, rafforzate per i coloranti Sudan, alle importazioni di peperoncino, estendendole anche alla curcuma e all'olio di palma vergine, risultati contaminati in diversi lotti di colorante Sudan. La Commissione, inoltre, considerata la persistenza sul mercato di alimenti contaminati dal Sudan, nonostante il rafforzamento delle misure di controllo, ha ravvisato l'opportunità di richiamare, ancora una volta, gli operatori del settore alle responsabilità stabilite dalla legislazione comunitaria ed agli obblighi in materia di sicurezza alimentare. Al riguardo, è stata elaborata nelle varie lingue dell'UE una nota sui «Principali obblighi degli operatori del settore alimentare e dei mangimi», consegnata agli Stati membri in occasione della riunione del Comitato permanente, allo scopo di darne la più ampia diffusione presso tutti i settori ed operatori interessati. Per la diffusione in ambito nazionale, il Ministero della salute ha trasmesso la nota a tutte le Associazioni di categoria coinvolte, inserendola, inoltre, sul proprio portale web , nel settore della «Sicurezza alimentare». Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi." . _:B0c1b4c18778a6f09d85ba3bc52e31c7d "20051107" . _:B0c1b4c18778a6f09d85ba3bc52e31c7d "SOTTOSEGRETARIO DI STATO SALUTE" . "4/13812" . . "20050420-20051107" . "PERROTTA ALDO (FORZA ITALIA)" . . "2015-04-28T23:34:15Z"^^ . "20051107" . "20050420" . "1"^^ . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13812 presentata da PERROTTA ALDO (FORZA ITALIA) in data 20/04/2005" . "Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-13812 presentata da ALDO PERROTTA mercoledì 20 aprile 2005 nella seduta n. 615 PERROTTA. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: da una segnalazione pervenuta all'interrogante dall'Assoconsum, in riferimento ad un comunicato Ansa, datato 24 febbraio 2005, si apprende che sono scattate in 12 paesi europei, tra cui l'Italia, le indagini a seguito dello scandalo del colorante cancerogeno «Sudan 1», ritrovato nella salsa Worcester venduta in Gran Bretagna ed in altre 428 preparazioni alimentari; il «Sudan 1», di colore arancio-rosso e solitamente usato nella produzione di plastiche e di vernici, fu già individuato, in passato, in alcune preparazioni alimentari; a fronte di quanto su detto, l'Europa nel giugno del 2003, lo aveva messo al bando; il Regno Unito ha informato Bruxelles tramite il sistema di allarme rapido, ma non in modo esaustivo, poiché ha fornito le informazioni solo tramite il proprio sito web e non tramite il sistema di allarme rapido (Rasff), il quale consente che in caso di un problema di natura tossica od altro, il paese che ne viene a conoscenza informa in tempo Bruxelles e tutti gli altri partner; sotto accusa sono, soprattutto, le vecchie scorte del colorante presenti nel peperoncino rosso che hanno validità fino a 5 anni e che, probabilmente, non sono mai state distrutte -: quali siano i pericoli per la salute dei consumatori qualora dovessero venire a contatto con alimenti contenenti il colorante cancerogeno; come sia stato possibile che si sia verificata una cosa simile; come si pensi di intervenire; per quali motivi, per quanto consti al ministro interrogato, la Gran Bretagna non ha avvertito tramite il Rasff da subito ed in modo esaustivo.(4-13812)" . _:B0c1b4c18778a6f09d85ba3bc52e31c7d . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13812 presentata da PERROTTA ALDO (FORZA ITALIA) in data 20/04/2005"^^ . . . "Camera dei Deputati" . .