INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13618 presentata da DI PIETRO ANTONIO (ITALIA DEI VALORI) in data 20111014

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-13618 presentata da ANTONIO DI PIETRO venerdi' 14 ottobre 2011, seduta n.535 DI PIETRO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: il 3 ottobre 2011 il capomafia corleonese Salvatore Riina e' stato rinviato a giudizio innanzi al tribunale di Milano, ottava sezione penale, per l'udienza del 12 gennaio 2012, per il reato, tra l'altro, di minaccia aggravata dal metodo mafioso commessa il 4 maggio 2010 ai danni di Sonia Alfano, parlamentare europeo di Italia dei Valori, in occasione di una visita di quest'ultima all'istituto penitenziario di Milano-Opera, nel quale Riina si trova recluso nelle forme di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario; in particolare, dalla relazione di servizio redatta da un ispettore della polizia penitenziaria, presente agli atti del processo, risulta quanto segue: «il detenuto Riina Salvatore si presentava all'onorevole, marcando le proprie generalita', "lei sa chi sono io, sono Salvatore Riina, sono sempre io..." Alla richiesta del deputato di rappresentare eventuali problematiche, il detenuto Riina Salvatore, esprimendosi con disprezzo nei confronti della classe politica, a suo dire, attenta solo agli interessi personali, pronuncia[va] testuali parole: "noi detenuti i deputati li fucileremmo tutti, non fanno altro che prendere decisioni negative per noi", facendo un gesto col pollice in giu'»; nel seguito della stessa relazione di servizio si legge altra notazione, a parere dell'interrogante, di enorme gravita': «Di contro mostrava particolari apprezzamenti per il Direttore dottor Siciliano, rispetto al quale evidenziava che e' il papa' dei detenuti, ha precisato di aver conosciuto il padre che faceva lo stesso lavoro e che sicuramente gli ha insegnato il rispetto per i detenuti»; l'onorevole Sonia Alfano, nel suo libro La zona d'ombra, al capitolo 19, ha raccontato in termini analoghi quanto accaduto in occasione della sua visita al carcere di Milano-Opera del 4 maggio 2010; effettivamente il dottor Vito Siciliano, padre del dottor Giacinto Siciliano, fu, in passato, proprio come affermato da Salvatore Riina direttore di vari istituti penitenziari; come si legge nell'articolo dal titolo «Riina minaccia», pubblicato dal quotidiano l'Unita' il 25 settembre 2011 a firma di Nicola Biondo, il dottor Giacinto Siciliano e' in atto imputato per gravi ipotesi di reato innanzi al tribunale di Roma, sesta sezione penale; come si legge nell'articolo dal titolo «Segreto di Stato sul processo di camorra? No del tribunale», pubblicato dal quotidiano l'Unita' il 1 o ottobre 2011 a firma di Maria Grazia Gerina, nel processo a carico, fra gli altri, del dottor Giacinto Siciliano, avente a oggetto gravi episodi che hanno visto coinvolti lo stesso dottor Siciliano (in epoca in cui dirigeva il carcere di Sulmona) il magistrato dottor Salvatore Leopardi (all'epoca in servizio al dipartimento per l'amministrazione penitenziaria) ed esponenti dei servizi segreti (allora Sisde), il Presidente del Consiglio dei ministri nei mesi scorsi ha confermato l'esistenza del segreto di Stato opposto da un testimone (per l'appunto appartenente ai servizi di sicurezza) e da uno degli imputati ma il Tribunale ha obiettato che «in nessun caso possono costituire oggetto di Segreto di Stato i fatti inerenti il reato di cui all'articolo 416-bis»; risulta all'interrogante che ancora oggi il dottor Giacinto Siciliano, pur avendo a proprio carico imputazioni gravi per fatti asseritamente commessi con abuso delle sue funzioni, dirige l'istituto penitenziario di Milano-Opera, nel quale si trova detenuto il capomafia Salvatore Riina, e cio' costituisce, a parere dell'interrogante, un fatto che desta inquietudine, a fronte di quanto riferito dallo stesso Riina nel corso della visita effettuata presso quel carcere dall'europarlamentare Sonia Alfano il 4 maggio 2010 -: se non ritengano opportuno che il dottor Giacinto Siciliano venga sollevato dalla direzione del carcere di Milano-Opera; se non si intenda fornire chiarimenti in ordine all'apposizione del segreto di Stato in processi per reati di rilevante gravita', cose che a parere dell'interrogante reca grave nocumento al corretto esercizio della giurisdizione e al suo preminente fine di ricerca della verita', e come si intenda operare per porre freno all'increscioso fenomeno.(4-13618)
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