INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13245 presentata da NACCARATO ALESSANDRO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110920

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-13245 presentata da ALESSANDRO NACCARATO martedi' 20 settembre 2011, seduta n.521 NACCARATO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca. - Per sapere - premesso che: l'11 febbraio 2010 il quotidiano Il mattino di Padova ha pubblicato un articolo dal titolo «Istituto Marconi: veleni e denunce» in cui si riportava il contenuto di una lettera indirizzata al direttore del giornale firmata da alcuni insegnanti dell'Istituto tecnico industriale statale «Guglielmo Marconi» - con sede in via Manzoni n. 80 a Padova - che denunciavano «atti di gravita' crescente». Nell'articolo, in particolare, si segnalava: «due professori denunciano che un docente ha esibito per anni simboli fascisti in un locale al quale hanno accesso gli studenti, senza che la preside ne disponesse la rimozione. Ma anche che gli operatori scolastici sono utilizzati come autisti della dirigente e che il regolamento del consiglio d'istituto e' stato violato piu' volte dalla dirigente. Ma ci sono accuse ben piu' gravi. I professori Massimo Irrera e Anna Grazia Santel scrivono che sono stati commessi illeciti e irregolarita' nell'ambito di consigli di classe di scrutinio convocati e presieduti dalla dirigente, e che nell'anno scolastico in corso la dirigente ha formato classi con allievi che non potevano farne parte o li ha inseriti contemporaneamente in piu' classi». Il quotidiano quindi precisava: «Da anni, ormai, l'Itis Marconi di via Manzoni, istituto diretto dalla dottoressa Maddalena Carraro, e' nell'occhio del ciclone: stagioni intrise di veleni, denunce in procura, esposti, lettere anonime e sospetti»; il 18 giugno 2011 Il mattino di Padova ha pubblicato un articolo dal titolo «Prof. pagata per non lavorare», raccontando la vicenda di un'insegnante di lingua inglese che lamentava di non essere stata posta nelle condizioni di svolgere pienamente ed efficacemente il proprio lavoro. «Ha citato per danni la scuola perche' non lavorava abbastanza (...) E il tribunale le ha dato ragione, disponendo (...) un risarcimento di diciottomila euro». Poi l'articolo ricostruiva i fatti ricordando come «nell'anno scolastico 2001-2002 la professoressa per questioni personali chiede il trasferimento all'Istituto Ruzza (all'epoca diretto dalla professoressa Maddalena Carraro ora dirigente dell'istituto Marconi) da un noto liceo cittadino. Ma fin dall'inizio qualcosa sembra non funzionare: nei primi due anni d'insegnamento, infatti, non le viene assegnata alcuna cattedra di ruolo e, secondo la sua versione, non viene nemmeno messa in condizione di lavorare. A sostegno delle sue accuse c'e' la sentenza pronunciata dal giudice Mauro Dallacasa che recita: "Il suo orario settimanale non superava le 9 ore e 45 minuti mentre per contratto collettivo avrebbe dovuto essere impegnata per 18 ore di 60 minuti ciascuna"»; il 18 settembre 2011 Il mattino di Padova ha pubblicato un articolo dal titolo «Abuso d'ufficio al Marconi. Bidelli-autisti, scrutini irregolari: c'e' l'inchiesta» con cui viene data notizia dell'archiviazione della denuncia per diffamazione a mezzo stampa che la preside dell'Istituto «Marconi» Maddalena Carraro aveva rivolto contro due insegnanti della stessa scuola, e dell'apertura di un fascicolo d'indagine per abuso d'ufficio nei confronti della stessa preside. L'articolo citato ricostruisce cosi' i fatti: «Abuso d'ufficio: e' questa l'ipotesi di reato contenuta in un fascicolo inviato nelle scorse settimane, per competenza, dalla procura di Trento a quella di Padova a seguito dell'archiviazione di un'inchiesta nata per una presunta diffamazione di due professori del Marconi ai danni della dirigente scolastica. A far scattare le indagini, infatti, era stata proprio la lettera-querela presentata in Procura a Padova dalla dottoressa Carraro nei confronti di due insegnanti (Massimo Irrera e Anna Grazia Santel) che lavorano nell'istituto tecnico di via Manzoni e che secondo la preside "avrebbero inviato una lettera al quotidiano" denunciando una serie di gravi condotte in parte imputabili alla dirigente. Indagine, quella per diffamazione (datata febbraio 2010), che ora potrebbe mettere nei guai proprio la dirigente scolastica. Il sostituto procuratore trentino Marco Gallina, infatti, dopo aver ritenuto che non si fosse consumato alcun reato diffamatorio, ha disposto anche che le indagini svolte dagli agenti della divisione anticrimine della questura di Padova meritassero quanto meno un approfondimento. Cosi' la "richiesta di approfondimento" e' finita sul tavolo del sostituto procuratore padovano Federica Baccaglini che, appunto, ha aperto un fascicolo per abuso d'ufficio. (...) La procura di Trento (l'indagine era stata dirottata in Trentino perche' uno dei due professori querelati e' un giudice onorario) dopo aver ricevuto l'incarico aveva chiesto alla Divisione anticrimine di svolgere le indagini. Gli agenti, diretti dal primo dirigente Eduardo Cuoz-zo, hanno sentito una ventina di testimoni. È la loro relazione finale a convincere il pm Gallina a scrivere ai colleghi padovani. "In buona sostanza, quanto riportato dall'articolo 'Istituto Marconi, veleni e denunce' pubblicato dal mattino di Padova a febbraio 2010 - e' scritto nei documenti depositati in cancelleria a Trento - trova conferma nelle dichiarazioni rese dai testi che, anzi, hanno riportato molte altre circostanziate situazioni degne di rilievo". "Di particolare rilevanza, nell'ambito delle testimonianze, appare l'esito prodotto dallo scrutinio di settembre 2009 che vedeva promosso un allievo, gia' valutato 'non ammesso' allo scrutinio del giorno precedente, del quale peraltro non rimane traccia"». sempre Il mattino di Padova del 18 settembre 2011 nell'articolo «Un busto di Mussolini vicino alla palestra» informa che nel dicembre 2009 il direttore generale dell'ufficio scolastico regionale del Veneto ha incaricato un dirigente dello stesso ufficio di svolgere un accertamento ispettivo all'Istituto «Marconi» sui fatti sopra esposti; per svolgere in maniera efficace le funzioni educative all'interno dell'Istituto «Marconi» e' necessario un clima trasparente e di relazioni costruttive e serene tra gli insegnanti e il dirigente scolastico; la procura della Repubblica di Trento ha archiviato la querela per diffamazione presentata dalla dirigente scolastica nei confronti di due insegnanti che hanno denunciato gravi irregolarita' e abusi all'interno dell'istituto «Marconi»; appaiono gravi i fatti su cui e' in corso l'indagine della procura della Repubblica di Padova; il tribunale civile di Padova con sentenza 11 maggio 2011 ha condannato il Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca e l'istituto d'istruzione superiore «Usuelli Ruzza» di Padova - all'epoca dei fatti diretto dall'attuale dirigente dell'Istituto «Marconi» Maddalena Carraro - a risarcire il danno cagionato alla professoressa Giuliana Antico. Infatti, come spiegato nelle motivazioni della sentenza, alla professoressa in questione, nell'anno scolastico 2001-2002, furono assegnate un numero di unita' orarie inferiore a quanto previsto dal contratto collettivo; e nell'anno successivo alla stessa docente non venne assegnata alcuna ora di insegnamento «ne' fu posta in grado di svolgere attivita' didattiche di altro genere» -: se il Ministro sia al corrente dei fatti esposti in premessa; a quali conclusioni sia giunto l'accertamento ispettivo disposto nel dicembre 2009 dall'ufficio scolastico regionale del Veneto sulla situazione dell'istituto «Marconi»; se, alla luce della gravita' della situazione descritta in premessa e riportata dalla stampa locale, si ravvisi la necessita' di avviare con urgenza un'indagine ispettiva relativamente ai fatti denunciati da alcuni insegnanti dell'istituto «Marconi», al fine di verificare la corretta applicazione delle norme di legge nella citata scuola statale; in che modo il Ministero - considerato che la sentenza di condanna 11 maggio 2011, sopra citata, fu causata da azioni riconducibili alla dirigente scolastica in carica all'epoca dei fatti - intenda attivarsi per rivalersi nei confronti dei responsabili delle condotte all'origine della sentenza. (4-13245)
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