INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12860 presentata da BRATTI ALESSANDRO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110727
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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-12860 presentata da ALESSANDRO BRATTI mercoledi' 27 luglio 2011, seduta n.508 BRATTI, MONAI e BRAGA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: da decenni, ormai, l'area del sito d'interesse nazionale dell'ex stabilimento SISAS, nel territorio dei comuni di Pioltello e Rodano (Milano) e' oggetto di attenzioni ed interventi, anche di notevole importo finanziario, al fine di bonificare e riqualificare il sito su cui la vecchia fabbrica era insediata; i fattori di criticita' che hanno condotto ad una vera e propria emergenza ambientale in quest'area sono in particolare: il ritardo nell'individuazione delle risorse economiche necessarie per procedere al risanamento del terreno e al ripristino dei luoghi, la difficolta' di individuare i responsabili dell'inquinamento e la complessita' del quadro della contaminazione nei SIN (in quanto, nella maggior parte dei casi, si sono susseguite negli anni attivita' industriali di diversa origine e intensita', compromettendo irreparabilmente l'utilizzo delle risorse ambientali e paesaggistiche); e' fatto notorio come le cronache giudiziarie di questi anni abbiano interessato, nei piu' gravi dei casi, proprio la gestione illecita di rifiuti speciali, spesso a elevato rischio ambientale. Da anni, milioni di tonnellate di veleni di ogni tipo viaggiano in modo invisibile sulle autostrade italiane e negli ultimi 10 anni nel nostro Paese sembrano essere sparite 174 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui non si hanno notizie ne' di attivita' di recupero, ne' di corretto smaltimento; in un questo contesto e' ancor piu' inquietante apprendere che il sito d'interesse nazionale di Pioltello e Rodano e' di nuovo oggetto di attenzione da parte delle autorita' giudiziarie per presunte gravi irregolarita', sia in fase di aggiudicazione della gara per lo smaltimento dei rifiuti, sia in relazione alle modalita' di smaltimento off site dei rifiuti stessi in impianti italiani ed esteri; lo stabilimento ex SISAS, che occupa una superficie di 330 mila metri quadrati ed e' compreso nel polo chimico di Pioltello-Rodano, e' stato incluso nell'elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale con la legge n. 388 del 2000 e perimetrato con decreto ministeriale 31 agosto 2001 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 252 del 29 ottobre 2001; numerose sono state le interrogazioni e interpellanze presentate sul caso alla Camera e al Senato; a seguito dei ritardi nelle operazioni di bonifica, vista l'incombente irrogazione di una multa di 490 milioni di euro da parte dell'Unione europea nei confronti della regione Lombardia, in data 16 aprile 2010, il Governo, su richiesta del presidente della regione Lombardia e d'intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha provveduto a dichiarare lo stato di emergenza ai sensi della legge n. 255 del 1992 per la bonifica delle discariche A e B dell'ex stabilimento Sisas; l'ordinanza di protezione civile n. 3874 del 30 aprile 2010 (Gazzetta Ufficiale n. 111 del 14 maggio 2010) Disposizioni urgenti per la realizzazione degli interventi di bonifica da porre in essere nel sito di interesse nazionale di «Pioltello e Rodano» per le discariche A e B dell'area ex SISAS ha nominato l'avvocato Luigi Pelaggi commissario delegato per la bonifica del sito; in conseguenza di quanto verificatosi, nel luglio 2010 il commissario delegato per la bonifica del sito SISAS ha indetto una gara, sulla base di un «progetto di intervento» redatto dall'ingegnere Claudio Tedesi (indagato insieme a Grossi per la vicenda di Santa Giulia) concernente lo smaltimento dei rifiuti residui; la Daneco Impianti S.r.l. si e' aggiudicata la gara per 36,8 milioni di euro, contro i 49 segnalati nel documento tecnico; la Daneco e' societa' della holding Unendo SpA, un colosso da oltre 200 milioni di euro di fatturato e oltre 3 mila clienti tra le maggiori industrie internazionali, riconducibile alla proprieta' dei fratelli Colucci, Pietro e Francesco. Il gruppo dei Colucci e' ultimamente tornato alla ribalta delle cronache per la vicenda giudiziaria di Latina Ambiente e Terracina Ambiente, societa' del gruppo accusate di frode in pubbliche forniture, con l'ombra di subappalti assegnati a prestanome dei casalesi. La Daneco e' sotto accusa anche a Benevento, dove e' indagata per disastro ambientale causato dallo sversamento nelle falde acquifere di migliaia di litri di percolato fuoriusciti dalla discarica gestita a Sant'Arcangelo Trimonte. In Calabria, la societa' Eco Inerti, controllata da Daneco, e' sotto processo per aver ottenuto le autorizzazioni per realizzare una discarica per rifiuti speciali in un'area di alto valore paesaggistico falsificando i documenti tecnici sulla conformazione del territorio; in Sicilia le indagini della procura di Palermo sull'affare dei quattro termovalorizzatori riguardano anche la costruzione di un impianto a Paterno' (Catania), affidato alla Sicil Power, una controllata della Daneco; da notizie di stampa e' emerso che lo svolgimento della gara per la bonifica del SIN di Pioltello e' attualmente oggetto d'indagine da parte della magistratura: secondo la procura di Milano, l'amministratore delegato della Daneco avrebbe versato una tangente di 700 mila euro al commissario di Governo, Luigi Pelaggi, per ottenere la commessa del valore di 38,6 milioni di euro, per «agevolare l'impresa nello smaltimento dei rifiuti» e far emettere provvedimenti amministrativi in violazione delle norme ambientali. Inoltre, i pubblici ministeri ipotizzano una «truffa aggravata finalizzata all'ottenimento di contributi pubblici relativi alla bonifica in misura superiore rispetto ai costi affrontati» dalla societa' appaltatrice, appunto la Daneco; in base a quanto previsto dal bando di gara per la bonifica dell'ex-SISAS, la Daneco doveva smaltire entro il 31 marzo di quest'anno, pena l'applicazione dell'ingente sanzione europea, circa 280 mila tonnellate di rifiuti, di cui oltre 50 mila costituite da scorie tossiche e nerofumo; nella conferenza stampa congiunta della scorso marzo 2011 - cui hanno partecipato Janez Potocnik, commissario europeo all'Ambiente, Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia, Stefania Prestigiacomo, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Franco Gabrielli, prefetto e capo della Protezione civile e Luigi Pelaggi, commissario ministeriale - sono stati resi noti alcuni dati relativi ai lavori effettuati. Alla data del 27 marzo 2011 erano stati completamente rimossi e inviati a smaltimento tutti i rifiuti abbancati negli areali delle ex discariche A e B, cosi' come quelli a suo tempo abbancati nell'areale della ex discarica C (fine giugno 2009). Si trattava di circa 170 mila tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, 90 mila tonnellate circa di pericolosi e 16 mila tonnellate di rifiuti inerti. Per il trasporto dei rifiuti sono stati impiegati circa 10 mila automezzi, 340 container ferroviari trasportati da 10 treni dedicati e nove navi. Lo smaltimento e' avvenuto in 28 impianti italiani e tre europei; in merito la Daneco precisava che «I rifiuti classificati pericolosi sono stati distribuiti tra dieci impianti in Italia e tre all'estero, tutti idonei a ricevere il materiale in questione»; pochissime sono pero' le informazioni in merito a quali siti di conferimento siano stati scelti per ospitare i rifiuti del SIN; nell'elenco di siti contenuto in un documento sullo stato dei lavori redatto da SOGESID nel maggio 2011, Tabella confronto quantitativi a base appalto e quantitativi finali, (oggi non piu' visibile dal sito internet della societa' in house), risultano individuate le discariche di: Ecolevante S.p.A di Grottaglie (Taranto), Geo Nova SpA di Istrana (Treviso), Pistoia Ambiente SpA di Serravalle di Pistoia (Pistoia), ASIU SpA di Ischia di Crociano, Piombino (Livorno), Pro-in S.r.L. di Sommacampagna (Verona) e Inerteco S.r.L. di Zevio (Verona), S.M.C. di Chivasso (Torino), HERAAMBIENTE SpA di Ravenna, GESTECO SpA di Cividale del Friuli (Udine), Waste Italia SpA di Mariano Comense (Como), Eco Adda SrL di Cavenago d'Adda (Lodi), Consorzio CEREA Spa di Cerea (Verona) e la BEFESA SL di Siviglia (Spagna); particolarmente rilevante e' la circostanza per cui la maggior parte delle discariche utilizzate come siti di conferimento per i rifiuti della ex-SISAS siano, piu' o meno direttamente, riconducibili alla proprieta' della Waste Italia di Pietro Colucci; in particolare la societa' Waste Italia (soggetta, attraverso Waste Italia Holding S.p.A., alla direzione ed al coordinamento di Unendo S.p.A.) gestisce alcuni impianti insieme ad altre societa' anche di matrice pubblica. In particolare, per la gestione di alcuni impianti sono state create le seguenti societa': Ecoadda SpA, con socio pubblico EAL, e' la societa' titolare della concessione relativa alla gestione della discarica sita nel Comune di Cavenago d'Adda (Lodi); SMC Spa, con socio pubblico Finpiemonte Partecipazioni, e' la societa' attiva nella gestione di impianti di selezione/trattamento di rifiuti speciali non pericolosi, discariche ed impianti per la produzione di energia elettrica da biogas. Gestisce la discarica e l'impianto a Chivasso (Torino); Alice Ambiente srl e' la societa' che gestisce la discarica (o l'impianto di bonifica) di Alice Castello (Vicenza); desta perplessita' ancora maggiore la circostanza che tutte le discariche individuate siano discariche per rifiuti non pericolosi, nonostante i rifiuti rimossi dall'ex-SISAS contenessero anche idrocarburi policiclici aromatici cancerogeni tra cui benzo(a)pirene, la cui presenza in determinate quantita' determina la pericolosita' del rifiuti. Non a caso molti di questi impianti sono stati oggetto di indagini per violazione della normativa ambientale; la discarica Geo Nova S.p.A. di Istrana (Treviso), la discarica di Grottaglie (Taranto) (gia' parzialmente sequestrata dalla guardia di finanza di Taranto nel 2007), la discarica del Cassero di Pistoia Ambiente S.p.A., nonche', a quanto risulta all'interrogante, la discarica di ASIU S.p.A. di Ischia di Crociano, Piombino (Livorno) le discariche Pro-in S.r.L. di Sommacampagna (Verona) e Inerteco S.r.L. di Zevio (Verona), la discarica la S.M.C. di Chivasso (Torino) sono tutte oggetto di indagini giudiziarie e amministrative; per quanto riguarda la discarica di Nerva, in Spagna, secondo il dossier «Una sporca storia» pubblicato da Greenpeace gia' lo scorso marzo 2011, documentato da fotografie e trasmesso, anche alla Commissione dell'Unione europea, almeno una parte dei rifiuti arrivati a Nerva da Pioltello sono stati smaltiti senza ricevere il necessario trattamento, obbligatorio, di stabilizzazione e inertizzazione, in violazione di quanto imposto dalla normativa europea e in violazione del bando di gara per la bonifica dell'ex Sisas, che prevede specifici costi per il trattamento del nerofumo; la Daneco avrebbe dunque esportato in Spagna maggiori quantita' di nerofumo, rispetto a quelle dichiarate ufficialmente, facendolo passare per rifiuto non pericoloso attraverso false documentazioni. La societa' afferma di aver spedito a Nerva 25.000 tonnellate di rifiuti pericolosi classificati secondo il codice CER 19.13.01* - rifiuti derivanti da bonifiche contenenti sostanze pericolose -. Secondo Daneco «il sito in questione e' costituito da impianti per il trattamento chimico-fisico dei rifiuti pericolosi (D9), nonche' inertizzazione e stabilizzazione previsti dalla normativa vigente». Daneco avrebbe effettuato queste spedizioni di rifiuti in base ad una specifica autorizzazione all'importazione rilasciata dalle autorita' andaluse; il 7 marzo 2011, le autorita' andaluse hanno inviato a Greenpeace copia dell'autorizzazione (referenza IT 013587) all'importazione rilasciata alla Daneco impianti per un totale di 60.000 tonnellate di rifiuti provenienti dall'area ex Sisas di Pioltello-Rodano. L'autorizzazione concerne rifiuti classificati con codice CER 19.13.02 ovvero rifiuti non pericolosi provenienti da attivita' di bonifica; se si dovesse confermare che questa e' l'unica autorizzazione esistente, la Daneco avrebbe intenzionalmente declassificato i rifiuti pericolosi spediti in Spagna a meno che le autorita' andaluse non abbiano volutamente reso pubbliche informazioni parziali e, in definitiva, fuorvianti; come si apprende da un recente articolo apparso sul quotidiano Terra il 14 luglio 2011, a seguito delle suddette denunce «La Spagna ha deciso di chiudere la discarica che ospita i veleni italiani. L'impianto di Nerva, 80 chilometri a Nord di Siviglia, gestito dalla societa' iberica Befesa, martedi' scorso ha preso di nuovo fuoco. All'interno sono state stoccate decine di migliaia di tonnellate di nerofumo, proveniente dall'ex Sisas di Pioltello, e di cromo esavalente dell'ex Stoppani di Genova. È gia' il secondo incendio dall'inizio del 2011. La Befesa assicura che l'ultimo rogo ha riguardato solo la parte della discarica che contiene rifiuti non tossici. Ma il governo dell'Andalusia intende vederci chiaro. E ieri ha disposto la chiusura cautelare dello stabilimento (...). La Befesa avra' ora dieci giorni di tempo per spiegare alle autorita' le cause dell'incendio e certificare la natura del materiale che ha preso fuoco. Il timore, infatti, e' che il rogo possa aver avuto un'origine dolosa con lo scopo di cancellare le tracce di scorie che nella discarica non sarebbero mai dovute entrare»; in base a quanto confermato in occasione dell'ultima Conferenza dei Servizi del 1 o giugno 2011, allo stato attuale permangono in sito solo i rifiuti dell'areale cosiddetto «lobo» (posto tra gli areali delle ex discariche B e C) e parte dei terreni contaminati al fondo della ex discarica C, oltre ai terreni che deriveranno dal completamento delle attivita' di «pulizia» dei fondi/pareti scavi delle ex discariche A e B («lavori complementari»), oggetto del documento progettuale «Area ex-Sisas - Interventi relativi al sistema di emungimento delle acque di falda Maggio 2011», approvato in conferenza dei servizi del 20 maggio 2011. Gli interventi prevedono lo scavo e smaltimento dei terreni contaminati e il rinterro con terreni puliti. Il fondo scavo verra' analizzato e verra' garantita la compatibilita' in termini di rischio sanitario-ambientale delle concentrazioni residue (CSR); il progetto approvato in conferenza di servizi del 1 o giugno 2011 e' stato elaborato, come i precedenti, da SOGESID, che ha a sua volta incaricato, come peraltro gia' comunicato dall'avvocato Pelaggi in piu' occasioni, gli stessi progettisti incaricati da Grossi, ovvero lo studio Tedesi. Il bando di gara per l'affidamento dell'esecuzione degli interventi e' stato recentemente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana l'11 luglio 2011 e scadra' il 27 luglio prossimo -: se non si ritenga necessaria e urgente un'operazione di trasparenza da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per chiarire al piu' presto tutte le preoccupanti vicende riportate in premessa e in particolare: se intenda fornire la lista degli impianti di stoccaggio temporaneo e dei siti di smaltimento finale di tutti i rifiuti presenti nelle discariche A, B e C dell'area ex Sisas, con le relative quantita' e tipologie di rifiuti ad essi conferiti, fornendo chiarimenti rispetto ai documentati rischi che migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi siano stati smaltiti irregolarmente nel territorio nazionale, in particolare del nord Italia, causando un inquinamento diffuso e difficilmente tracciabile; quali controlli siano stati effettuati sull'attivita' della societa' Daneco riguardo al trasporto dei rifiuti all'estero; se non si ritenga opportuno che si effettui e si dia comunicazione delle necessarie attivita' di validazione e classificazione dei rifiuti del SIN di Pioltello e Rodano; come e se si intenda procedere nei confronti dell'avvocato Pelaggi dopo la recente apertura delle indagini per corruzione a suo carico; se sia stata avviata un'indagine interna agli uffici, volta ad accertare le modalita' di effettivo svolgimento della procedura di gara del luglio 2010, eventualmente comminando le sanzioni amministrative di propria competenza; quali controlli si potranno garantire sullo svolgimento dell'ultima tranche di lavori, oggetto del recente bando di gara dell'11 luglio 2011; quali strategie intenda predisporre in materia di controllo e prevenzione del fenomeno delle spedizioni illegali di rifiuti transfrontalieri, e come queste si possono interfacciare con il SISTRI; quali siano stati i compensi attribuiti a SOGESID e con quali criteri e con quali modalita' siano stati assegnati gli incarichi di progettazione esterni. (4-12860)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12860 presentata da BRATTI ALESSANDRO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110727
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12860 presentata da BRATTI ALESSANDRO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110727
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
BRAGA CHIARA (PARTITO DEMOCRATICO)
MONAI CARLO (ITALIA DEI VALORI)
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4/12860
BRATTI ALESSANDRO (PARTITO DEMOCRATICO)