. "BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "2014-05-15T01:11:44Z"^^ . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-12707 presentata da RITA BERNARDINI venerdi' 15 luglio 2011, seduta n.502 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: il 9 luglio 2011 la prima firmataria del presente atto ha visitato la casa di reclusione di Spoleto accompagnata da Irene Testa (segretaria dell'Associazione Radicale Il Detenuto Ignoto) e Liliana Chiaramello (Radicali Italiani); la visita e' stata guidata dal direttore Ernesto Padovani e dal comandante; quel giorno erano presenti in istituto 679 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 453 posti; in particolare, secondo un report del 29 giugno, quando i detenuti presenti erano 684, la situazione nei diversi circuiti penitenziari era la seguente: reclusione ordinaria, in 110 posti disponibili vi erano 258 detenuti; alta sicurezza 1, in 25 posti disponibili erano presenti 16 detenuti; alta sicurezza 3, in 125 posti disponibili erano presenti 233 detenuti; in 41-bis su 101 posti disponibili erano presenti 78 detenuti; nel circuito «protetti - promiscua» su 51 posti disponibili erano presenti 94 detenuti; non vi erano detenuti in infermeria, che ha una capienza di 21 posti, ne' nella sezione «transito» che ha 10 posti disponibili; dei 10 posti destinati ai semiliberi, vi erano 5 detenuti; nell'istituto non sono previsti, per mancanza di spazio e personale, le sezioni «prima accoglienza», «protetti omo/transessuali», «protetti/riprovazione sociale», «protetti/Forze dell'Ordine»; il sovraffollamento e' cosi' alto nelle sezioni AS3 e reclusione ordinaria che le stanze destinate alla socialita' sono state sottratte alla ricreazione dei detenuti e occupate da 6/8 posti letto; il Corpo degli agenti di polizia penitenziaria e' fortemente carente; se ci si riferisce, come giusto, al personale effettivamente in servizio, mancano ben 115 unita' e questo deficit di presenze si ripercuote inevitabilmente sulle attivita' trattamentali che nel carcere di Spoleto, nonostante la buona volonta' del direttore, sono molto limitate, arrivando a percentuali di accesso al lavoro sotto il 10 per cento nella sezione affollatissima dei detenuti comuni; il direttore ha fatto richiesta di qualche agente in piu' per garantire l'imminente piano ferie, ma ancora non ha ricevuto risposte; pur disponendo il carcere di Spoleto di locali destinati alle lavorazioni adeguatamente attrezzati, questi sono praticamente inutilizzati a causa della mancanza dei fondi destinati al lavoro dei detenuti; ad avviso della prima firmataria del presente atto, che ha visitato la falegnameria, la sartoria e la tipografia, rappresenta un vero spreco lasciare inutilizzati tutti quei macchinari che potrebbero impiegare un numero consistente di detenuti indirizzandoli ad un effettivo percorso riabilitativo; inoltre, chiunque abbia la fortuna di accedere ad una qualsiasi forma di lavoro nell'istituto penitenziario, deve essere visitato da un medico che deve essere appositamente retribuito, sottraendo il compenso dovuto dai gia' esigui fondi destinati alle mercedi per i detenuti; educatori e psicologi penitenziari sono figure professionali del tutto carenti nel carcere di Spoleto; infatti, sono solamente 4 gli educatori e 2 gli psicologi penitenziari ex articolo 80; questi ultimi possono dedicare solo qualche minuto al mese ai detenuti che hanno bisogno del loro supporto; nel carcere di Spoleto ci sono 88 ergastolani le meta' dei quali in 41-bis; l'istituto non e' nelle condizioni di garantire agli ergastolani l'isolamento notturno e il lavoro; per comprendere la mancanza di risorse, basti dire che per i lavori di manutenzione dell'istituto non ci sono risorse a disposizione e che e' ormai inesistente il fondo destinato ai prodotti igienici, alla fornitura dei quali tenta di supplire la Caritas con sporadiche e comunque insufficienti donazioni; quanto ai cosiddetti «eventi critici», quest'anno si e' verificato un suicidio in alta sicurezza, mentre gli atti di autolesionismo riguardano soprattutto i detenuti comuni, in particolar modo gli stranieri; quanto ai colloqui con i familiari, pur essendo stato abolito l'odioso e vietato muretto divisorio e pur concedendo la direzione la possibilita' ai familiari di cumulare le ore mensili, il disagio dei visitatori e' notevole per le file di ore che devono sopportare; anche per il personale di polizia penitenziaria lo stress e' notevole visto che devono organizzare 700 colloqui differenziati per le diverse tipologie di detenuti; fra i casi incontrati nel corso della visita durata piu' di cinque ore si segnalano: G.R. ergastolano ostativo che ha rappresentato le sue continue idee suicidarie essendo materialmente impossibile per lui offrire una qualsiasi forma della «collaborazione» richiesta; A.D. e' un giovane che si e' visto costretto ad interrompere il corso di laurea in «consulenza del lavoro e delle relazioni aziendali» intrapreso con profitto negli anni di detenzione a Modena. Il caso, era stato gia' segnalato nell'interrogazione n. 4-11466 che ancora non ha ricevuto risposta; nel reparto di media sicurezza vi sono tantissimi detenuti che vivono lontanissimi dalla loro famiglia; per loro, lavorare in carcere e' un miraggio; nella sezione 1A su 55 detenuti lavorano solo in due; in molti, pur essendo detenuti a Spoleto da molto tempo, affermano di non aver mai visto un educatore; tutti i detenuti sostengono che per un anno non ha funzionato il riscaldamento; N.D. albanese, ha la famiglia residente a Trento; separato, ha una bambina di 6 anni che non vede da tre; 4 mesi fa ha presentato la domanda per essere trasferito nel carcere di Trento, ma non ha ricevuto alcuna risposta; E.K. da lungo tempo attende di essere operata alla caviglia, afferma di essere in lista di attesa all'ospedale Pedrera di Rimini, ma dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ancora non lo trasferiscono al a centro clinico; S.D.M.A. da tempo ha presentato domanda di trasferimento a Padova o Treviso o Venezia perche' moglie e figli vivono a Venezia-Mestre, ma non ha ancora ricevuto risposta; inoltre, soffre di emorroidi e perde molto sangue, e' in lista di attesa per essere operato ma non viene chiamato e soffre tantissimo; V.V. deve scontare ancora una lunga pena e vorrebbe intraprendere un percorso veramente riabilitativo impossibile a Spoleto; per questo, a marzo, ha chiesto di essere trasferito a Bollate, ma non ha ricevuto ancora risposta; T.H. macedone di 45 anni ha il fine pena nel 2020 ed e' completamente sdentato; nel 2009 il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria lo ha spostato a Spoleto proprio per fargli avere la dentiera, ma ancora non l'ha ricevuta e non riesce a mangiare; Z.A. deve scontare meno di due anni e da due anni e' a Spoleto; ha fatto richiesta di trasferimento a Milano dove risiede la sua famiglia, non ricevendo risposta; C.B. albanese che deve scontare una lunga pena; stava a Rebibbia Nuovo complesso e, dopo la condanna definitiva, aveva chiesto di potersi spostare di poche decine di metri, a Rebibbia Penale, per intraprendere un vero percorso riabilitativo, ma lo hanno mandato a Spoleto; C.L. albanese che deve ancora scontare 9 anni e 4 mesi. Dal penale del carcere La Dozza di Bologna lo hanno spostato a Spoleto; a Bologna faceva colloqui ogni settimana col fratello che adesso e' malato di tumore sotto chemioterapia e non puo' venire a trovarlo; G.S. ha fatto richiesta di trasferimento per gli istituti di Bologna, Ferrara, Pesaro o Fossombrone perche' la sua famiglia e' a Cesena e sua moglie e' detenuta nel carcere di Forli'. Il suo fine pena e' molto lontano, nel 2029; il detenuto ha detto alla delegazione «una pena cosi' lunga non si puo' scontare in queste condizioni», in condizioni di sovraffollamento, senza la possibilita' di poter lavorare e senza poter svolgere una qualsiasi attivita' e, per di piu', senza contatti con i familiari; C.A. tunisino, deve ancora scontare 2 anni e sei mesi e da un anno e' a Spoleto. Lamenta il fatto di non essere mai stato chiamato dal magistrato di sorveglianza nonostante almeno 10 richieste; O.S. due mesi fa ha avanzato richiesta di trasferimento nel carcere di Trento dove vive la famiglia che non puo' venirlo a trovare fino a Spoleto; V.P. anche lui ha fatto richiesta di trasferimento in un carcere dove ci sia la possibilita' di lavorare; ha indicato Roma Rebibbia, Cassino, il vecchio istituto di Civitavecchia perche' sua moglie vive a Napoli e potrebbe piu' facilmente venirlo a trovare; P.K. albanese condannato a 7 anni, ha scontato 3 anni e 8 mesi e ha chiesto di poter andare al CEIS di Spoleto; ha sposato un'italiana dalla quale ha avuto un figlio che ora ha tre anni e vive a Milano-Legnano; R.M. marocchino di 72 anni quasi cieco e diabetico che prende insulina quattro volte al giorno; D.P. deve scontare una pena molto lunga; la sua famiglia a Torino e ha due bambine di 8 e 3 anni; ha bisogno di lavorare per mantenere le sue figlie e ha chiesto al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di essere trasferito a Bollate per intraprendere un vero percorso riabilitativo; l'UEPE di Torino ha fatto su di lui una relazione positiva; D.C. da sette anni e' dentro e da quando e' in prigione non vede il padre ultraottantenne che vive a Firenze; ha fatto domanda di trasferimento in Toscana dove ha ancora molti procedimenti in piedi; l'ordinamento penitenziario prevede espressamente all'articolo 28 che «Particolare cura e' dedicata a mantenere, migliorare o ristabilire le relazioni dei detenuti e degli internati con le famiglie» -: quali urgenti iniziative si intendano assumere per garantire normali condizioni di vita ai detenuti ed agli operatori del carcere di Spoleto; in particolare, entro quali tempi si preveda che l'istituto possa rientrare nella dimensione regolamentare dei posti previsti, soprattutto per quanto riguarda le sezioni AS3 e reclusione ordinaria; se non si intendano adottare le opportune iniziative di competenza al fine di aumentare l'organico degli agenti penitenziari, degli educatori, degli psicologi e degli assistenti sociali in servizio presso il predetto istituto di pena, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone recluse; cosa si intenda fare per garantire ai detenuti l'attivita' trattamentale, sia essa di studio e/o di formazione e lavoro, atta a preparare il futuro reinserimento sociale previsto dall'articolo 27 della Costituzione, anche attraverso l'utilizzo di maggiori fondi da destinare alla falegnameria, sartoria e tipografia; se ed in che modo si intendano potenziare, all'interno della struttura penitenziaria in questione, le attivita' di orientamento e formazione al lavoro e di ricerca di posti di lavoro da offrire ai detenuti, in particolar modo per quelli che hanno quasi finito di scontare la pena; cosa intendano fare, negli ambiti di rispettiva competenza, per garantire il diritto alla salute dei detenuti e, in particolare, se risulti entro quali tempi verra' ripristinata un'adeguata assistenza psicologica e psichiatrica; cosa si intenda fare, per quanto di competenza, per aumentare l'insufficiente e totalmente inadeguato numero di educatori attualmente in servizio presso la struttura carceraria spoletina; se non si ritenga di dover urgentemente intervenire per garantire il normale funzionamento dell'istituto quanto alla manutenzione ordinaria e al reperimento dei prodotti igienici; cosa intenda fare per eliminare il notevole disagio e lo stress al quale i familiari dei detenuti devono periodicamente sottostare per poter avere un colloquio con i propri cari ristretti nel carcere di Spoleto; se e quali provvedimenti urgenti intenda adottare al fine di rendere le condizioni di detenzione delle persone condannate all'ergastolo recluse all'interno dei circuiti alta sicurezza e penale conforme alle norme e ai princi'pi dell'ordinamento giuridico italiano e dell'ordinamento penitenziario; se il Governo non intenda intervenire facendosi promotore di una normativa volta alla abolizione del cosiddetto «ergastolo ostativo»; se non si intenda adottare le opportune iniziative al fine di garantire al detenuto A.D. la ripresa del proprio corso di laurea in «consulenza del lavoro e delle relazioni aziendali», cosi' come gia' sollecitato nella precedente interrogazione n. 4-11466; quali provvedimenti intenda adottare al fine di garantire il rispetto della cosiddetta «territorialita'» della pena si' da riavvicinare i detenuti reclusi nel carcere di Spoleto, soprattutto quelli ristretti nel reparto di media sicurezza, ai propri familiari; cio' in particolare per quanto riguarda i detenuti N.D.; S.D.M.A.; V.V.; Z.A.; C.B.; C.L.; G.S.; O.S.; V.P.; P.K.; D.P. e D.C.; se sia noto quando il detenuto T.H. potra' avere la dentiera di cui necessita per mangiare; per quale motivo il detenuto E.K. non sia stato ancora trasferito al centro clinico; quali urgenti iniziative di competenza intendano adottare per garantire il diritto alla salute di R.M.; se il Governo non intenda assumere iniziative volte a destinare maggiori fondi e risorse al potenziamento delle misure alternative al carcere, anche attraverso la creazione di percorsi protetti di reinserimento sociale e lavori socialmente utili per tutti i condannati a pene inferiori ai tre anni di reclusione. (4-12707)" . . "FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12707 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110715"^^ . . . "4/12707" . "ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "1"^^ . . . "TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . "MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12707 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110715" . "20110715-20120918" .