"4/12368" . . "JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12368 presentata da JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20110616"^^ . "2014-05-15T01:09:21Z"^^ . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-12368 presentata da GIORGIO JANNONE giovedi' 16 giugno 2011, seduta n.487 JANNONE. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: l'operazione «Anabolandia» dei carabinieri del Nas di Bologna ha fatto emergere uno spaccato molto inquietante del mondo dello sport agonistico italiano: genitori che cercavano in tutti i modi di reperire farmaci dopanti per i figli minorenni o poco piu' che minorenni. L'indagine e' stata coordinata dalla procura di Rimini, ed ha portato quattro persone agli arresti domiciliari (un medico e tre fra dirigenti e informatori scientifici di un'industria farmaceutica), una all'obbligo di dimora, al sequestro di un ambulatorio e all'iscrizione nel registro degli indagati di altre 54 persone, molte delle quali atleti di calcio, basket, atletica leggera, ciclismo, triathlon, pattinaggio e tennis. Le perquisizioni hanno riguardato 17 province tra Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Umbria, Puglia, e hanno portato al sequestro di quella che e' stata definita una copiosa documentazione probatoria, di cinquecento confezioni di farmaci dopanti e di decine di dispositivi medici utilizzati per la somministrazione dei medicinali anabolizzanti; il ruolo dei genitori nel reperire sostanze dopanti per i figli atleti emerge in almeno tre casi: ad esempio, il caso di un genitore che cercava di portare da un medico riminese, in seguito arrestato all'aeroporto di Bologna al rientro dagli Usa e attorno a cui ruota tutta l'operazione antidoping, i propri figli tennisti, entrambi minorenni. Secondo l'accusa, il medico (che la Commissione di disciplina della Federazione medico sportiva italiana gia' nel 2005 aveva squalificato per sei anni) nel giugno 2009 prescriveva con la complicita' e «su sollecitazione» del padre dei tennisti, a uno «Stanozololo», un anabolizzante, e «Gonasi», che stimola la produzione di testosterone, non giustificati da condizioni patologiche; all'altro, oltre «Stanozololo» e «Gonasi», anche «Omnitrope», un ormone della crescita. La stessa situazione si ripeteva nel caso di un ciclista under 23 (allora ventenne), accompagnato dal padre nel giugno 2009 dal medico. Su richiesta di padre e figlio, poi, il medico spiego' indicazioni sui tempi di sospensione della terapia per evitare la positivita' ai controlli antidoping. E ancora, la vicenda di un padre che, nel luglio 2009, porto' dal medico una figlia ciclista professionista, allora ventunenne, e un figlio ciclista amatoriale, allora ventisettenne. Alla figlia sarebbe stata data l'epo (eritropoietina), al figlio testosterone; a completamento della vicenda, si inserisce un capitolo riguardante il calcio, gioco posto sotto i riflettori in questo periodo a causa dello scandalo riguardante le scommesse: «Se gli metti mano all'ormone questi giocano da serie A», diceva il dottore inquisito a Danilo Chiodi, preparatore atletico del Rimini Calcio, nel 2009, a ridosso della decisive partite dei playout di serie B che i romagnoli giocarono contro l'Ancona. Il Rimini, alla fine, venne retrocesso. Chiodi - dice l'accusa - per «alterare fraudolentemente le prestazioni agonistiche degli atleti» della sua squadra contattava il medico concordando il «trattamento» di tre atleti, sempre con il «Gonasi 5000» (un prodotto che stimola il corpo alla produzione di testosterone, quindi senza immissione dall'estero) ed emotrasfusioni con ozono. Il primo contatto e' datato 3 giugno 2009, il 6 si doveva giocare la gara di andata ad Ancona. Il 4 ando' dal medico un giocatore, poi passato allo Spezia calcio, squadra che ha lasciato nel marzo 2011 dopo un infortunio al ginocchio, per farsi fare una emotrasfusione con ozonoterapia, pratica dopante. Il medico nella stessa occasione prescrisse, mettendo un nome di fantasia sulla ricetta, Eprex, cioe' Epo, e Gonasi. In una conversazione intercettata tra i due il medico spiegava che «l'epo e' fondamentale». Al giocatore preoccupato dei controlli antidoping sangue-urine dei playout venne garantito: «con queste terapie non ci sono tracce». Il tutto e' avvenuto sotto gli occhi degli investigatori del Nas, che filmarono e fotografarono la scena. Dopo la partita di andata, giocata ad Ancona e finita 1-1, il preparatore del Rimini contatto' di nuovo il medico, sempre ascoltato dagli investigatori, che garanti' che l'ossigeno-ozonoterapia sarebbe stata praticata da un infermiere di sua fiducia. Cosi' il 12 giugno l'infermiere fece la terapia al giocatore. Nonostante tutto, pero', il 13 il Rimini venne sconfitto dall'Ancona 1-0 in casa e fu retrocesso -: quali iniziative di competenza il Ministro intenda adottare al fine intensificare la normativa ed i controlli anti-doping, soprattutto nei settori dilettantistici. (4-12368)" . "20110616-" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12368 presentata da JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20110616" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . . . . . . "0"^^ .