_:B2a98f5bdbd322793efeac8f4b4f06f14 "In relazione all'interrogazione in oggetto, si comunica quanto segue: in base agli elementi di conoscenza fino ad ora acquisiti, attraverso il Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Genova, - compatibilmente con le esigenze di riservatezza che assistono le indagini penali in corso, - appare necessario ricostruire l'accaduto nella sua storicita'. Cio' contribuira' meglio alle istanze di chiarificazione delle questioni sollevate dall'onorevole interrogante. Il 19 gennaio 1993, nel corso di indagini concernenti gravi ipotesi di reato, espletate dalla squadra di P.G. presso il Commissariato PS di Sanremo, hanno avuto inizio alcune operazioni di intercettazione telefonica tra cui quella relativa all'utenza in uso ad Errico Salvatore, gia' gravato da precedenti penali. Il domicilio dello stesso e di altre persone, ritenute a lui legate, il 25 febbraio e' stato sottoposto a perquisizione dai Carabinieri della Compagnia di Sanremo, sospettando che potessero detenere sostanze stupefacenti. Si e' addivenuto cosi' all'arresto di tale Giovanni Martelli trovato in possesso di una ingente quantita' di cocaina che si riteneva appartenere all'Errico. Il 26 febbraio, - il giorno successivo alle perquisizioni domiciliari ed all'arresto del Martelli, - alle ore 17,53, sull'utenza dell'Errico e' stata registrata una telefonata diretta alla chiesa cattolica parrocchiale N.S. della Misericordia in Sanremo; nella stessa l'Errico in persona ha comunicato al suo interlocutore che si sarebbe recato da lui per parlargli dopo la messa vespertina, intorno alle 19,50. Dal tenore delle conversazioni successive, avute da altre persone sulla stessa utenza - evidentemente familiari - si e' avuta la conferma che l'Errico, lasciato il proprio domicilio in Taggia, si era recato a Sanremo in motocicletta, nonostante le pessime condizioni atmosferiche. Le sollecite investigazioni espletate nell'immediatezza della conversazione delle 17,53, hanno consentito di accertare che il parroco della succitata chiesa e' Don Giuseppe Stroppiana, altresi' cappellano della Casa Circondariale di Sanremo. Considerato il tono di estrema confidenzialita' tra l'Errico e Don Stroppiano, - cosi' come si desumeva dalla telefonata - gli inquirenti hanno ritenuto, anche sulla base di ulteriori elementi precedentemente acquisiti sulla condotta del cappellano, che l'indagato nel corso dell'incontro avrebbe riferito qualche messaggio per il Martelli, detenuto da pochissimo presso la Casa Circondariale di Sanremo. L'intercettazione, quindi, dell'eventuale colloquio tra il sacerdote ed il detenuto avrebbe potuto condurre all'acquisizione di elementi utili e chiarificatori per le indagini in ordine alla effettiva proprieta' dello stupefacente sequestrato al Martelli. Sulla scorta di tali elementi gli investigatori della Squadra di P.G. del Commissariato di Sanremo, il mattino successivo, - sabato 27 febbraio - hanno richiesto alla Procura della Repubblica di emettere decreto urgentissimo di intercettazione ambientale da eseguirsi all'interno della Casa Circondariale ed in particolare all'interno della Cappelletta, luogo abituale di dialoghi tra il sacerdote ed i detenuti. L'urgenza della richiesta e' stata motivata dalla verosimile previsione che il colloquio tra don Stroppiano ed il Martelli sarebbe potuto avvenire nella stessa giornata. Alle ore 12 del medesimo giorno, il magistrato del Pubblico Ministero presso il Tribunale di Sanremo ha emesso ai sensi degli articoli 266, 267 comma 2 e 268 c.p.p. il decreto di intercettazione, cosi' testualmente motivando: \"ritenuta la sussistenza di gravi indizi in ordine al predetto reato (detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente N.D.R.); infatti, il Martelli e' stato arrestato nella flagrante detenzione dello stupefacente ritrovato nel magazzino nella di lui disponibilita' e le indagini da tempo in corso relative ad altri procedimenti penali pendenti presso questo Ufficio fanno ritenere - come confermato dall'annotazione di p.g. in data odierna - il concorso con il Martelli stesso di altre persone indagate; considerato che l'intercettazione ambientale nella sala colloqui dell'istituto penitenziario di Sanremo o in altro locale, meglio ritenuto dalla Direzione dello stesso - tra il Martelli e lo Stroppiano Giuseppe - e' indispensabile per la prosecuzione delle indagini, in quanto da questa puo' emergere il collegamento determinante tra il Martelli ed altri correi, salva successiva verifica dell'utilizzabilita' della stessa ex articoli 271 c.2. e 200 c.p.p. nel caso che il colloquio avvenga nello stretto esercizio del proprio ministero da parte dello Stroppiano; e che si versa in caso di urgenza potendo dal ritardo derivare grave pregiudizio per le indagini stesse in quanto, il colloquio segnalato dovrebbe avvenire nel giro di poche ore; visti gli articoli 266 e segg. c.p.p.; Dispone ecc. ecc....\" Il provvedimento del P.M. e' stato depositato alle ore 13 nella cancelleria del G.I.P. per la convalida. Questi, dal canto suo, ha provveduto in modo conforme alla richiesta alle ore 10,40 di lunedi' 1^ marzo. Sembra opportuno, per una migliore comprensione dei fatti, qui richiamare sinteticamente le norme processuali applicate dai giudici procedenti. L'articolo 266 del codice di procedura penale alla lettera c) prevede che l'intercettazione sia consentita per delitti concernenti sostanze stupefacenti o psicotrope, ed e' il caso in ispecie; l'articolo 267 al comma 2 stabilisce che il P.M., quando vi e' fondato motivo di ritenere che dal ritardo possa derivare grave pregiudizio alle indagini, dispone l'intercettazione con decreto motivato che va comunicato immediatamente e comunque non oltre le 24 ore al G.I.P. che, a sua volta, ha 48 ore di tempo per la convalida con decreto altrettanto motivato. Il P.M. ha provveduto alle ore 12 di sabato 27; alle 13 gli atti erano gia' in deposito presso la cancelleria del G.I.P. che, nel pieno rispetto dei termini, ha convalidato il lunedi' successivo 1^ marzo alle 10,40. Nel decreto, poi, e' fatto espresso riferimento al 2^ comma dell'articolo 271 c.p.p. che inerisce l'inutilizzabilita' delle intercettazioni relative a conversazioni di ministri di confessioni religiose (articolo 200 lett. a) c.p.p.) quando hanno a oggetto fatti conosciuti per ragione del loro ministero. Dal che si deduce che il P.M., nel disporre il decreto, ha tenuto un comportamento di pieno rispetto delle funzioni di don Stroppiano, avendo un esclusivo interesse solo per le conversazioni non attinenti al suo ministero. Alla luce di quanto detto non sembra esservi contrasto tra il comportamento dei magistrati e le prescrizioni normative in materia. Per quanto riguarda gli ulteriori sviluppi dei fatti, si legge testualmente dalla relazione inviata dal Prefetto di Imperia il 26 marzo: \"Ai fini delle indagini in un angolo della Cappella, presso la casa circondariale ove il sacerdote era solito avere incontri con uno o piu' detenuti per motivi vari e non per esercitare il sacramento della confessione, era stata autorizzata l'installazione della citata microspia ritenendo che l'incontro tra il predetto sacerdote e il detenuto poteva essere finalizzato a riferire un messaggio del pregiudicato di Arma di Taggia (l'Errico). \"Alle ore 16,30 del 27, come previsto, dopo aver celebrato la Santa Messa per i detenuti, don Giuseppe Stroppiano si appartava nel solito angolo e faceva chiamare il detenuto (Martelli); al momento del colloquio, il segnale di intercettazione si interrompeva per cui gli agenti accorrevano e constatavano che la microspia era stata asportata, apprendendo, altresi', che il sacerdote dopo aver parlato con il citato detenuto si era allontanato in tutta fretta dalla casa circondariale. \"Gli agenti di polizia rintracciavano il sacerdote nei pressi di un vicino ristorante e gli chiedevano la restituzione della microspia; questi opponeva un netto rifiuto e gli agenti stessi, al fine di non attrarre l'attenzione dei passanti, stante l'atteggiamento contrariato del prete, decidevano di parlare allo stesso all'interno della vicina parrocchia. \"Dalla sacrestia della parrocchia il sacerdote telefonava all'abitazione del Procuratore della Repubblica senza rintracciarlo. \"Dopo essersi dichiarato piu' volte all'oscuro della questione, ammetteva agli agenti di polizia di aver asportato l'apparecchio di intercettazione e di averlo consegnato ad un'altra persona prima di uscire dal carcere. \"A questo punto gli agenti dopo aver informato l'ufficio, invitavano il parroco in Commissariato per ulteriori chiarimenti. \"Durante il tragitto dalla sacrestia al Commissariato, non sono state rivolte ne' pressioni ne minacce ai danni del sacerdote. Una volta giunto in Commissariato, don Stroppiano faceva presente che avrebbe dovuto celebrare, alle ore 18,30, la messa nella propria parrocchia e, pertanto, con discrezione veniva informato S.E. il Vescovo perche' provvedesse alla sostituzione del sacerdote per la celebrazione della Santa Messa\". La microspia veniva successivamente recuperata nella sacrestia della Cappella del carcere, su indicazioni offerte da don Stroppiano. Ed ancora dalla relazione del Prefetto: \"Si ritiene doveroso segnalare che l'operato degli agenti e' stato irreprensibile, in quanto gli stessi non hanno tenuto nessun atteggiamento irriguardoso nei confronti del sacerdote e, inoltre, data la delicatezza della situazione, sono state adottate tutte le cautele che il caso suggeriva. \"Si esclude, altresi', che il sacerdote abbia preso contatti con gli ufficiali della Guardia di Finanza in servizio presso questa provincia\". Don Stroppiano, per quanto accaduto, e' stato denunciato alla Procura della Repubblica di Sanremo per i delitti di tentato favoreggiamento personale e furto aggravato. Dal canto suo il sacerdote ha presentato un esposto-querela contro il personale della Polizia di Stato per abuso in atti di ufficio. Da ultimo, in merito alle indagini avviate il 19 gennaio, di cui il caso in esame e' solo un tassello, va detto che l'Errico assieme ad altre undici persone il 12 marzo scorso e' stato arrestato per traffico di stupefacenti ed estorsione. Allo stato di piu' non e' dato sapere essendo gli atti coperti dal segreto d'indagine, per cui si tornera' sull'argomento. Il Ministro di grazia e giustizia: Conso." . _:B2a98f5bdbd322793efeac8f4b4f06f14 "19930625" . _:B2a98f5bdbd322793efeac8f4b4f06f14 "MINISTRO MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA" . _:B2a98f5bdbd322793efeac8f4b4f06f14 . . . . . "4/12138" . "2014-05-14T21:00:51Z"^^ . "1"^^ . "19930317-19930705" . "MAIOLO TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA)" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12138 presentata da MAIOLO TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19930317"^^ . "Ai Ministri di grazia e giustizia e dell'interno. - Per sapere - premesso che: la mattina di sabato 5 marzo 1993 don Giuseppe Stroppiano, cappellano del carcere di Sanremo, scopriva che, nella piccola stanza della casa circondariale adibita a confessionale per i detenuti, nascosto dietro un quadro, si trovava un microfono microspia; il sacerdote, dopo aver rimosso la microspia, provvedeva a denunciare la sua scoperta alla direzione dell'istituto e chiedeva spiegazione per il fatto, ravvisando un comportamento illegittimo e lesivo dei diritti dei detenuti da parte di chi aveva disposto la collocazione della microspia; in seguito alla denuncia, il comandante delle guardie di custodia accusava don Stroppiano di \"intralciare le indagini della magistratura\"; dalle notizie in possesso dell'interrogante, risulta infatti che la microspia ritrovata da don Stroppiano era stata collocata su disposizione di un magistrato che intendeva in tal modo ascoltare quanto veniva detto al sacerdote dai detenuti; nel pomeriggio dello stesso giorno, la Polizia di Stato prelevava il sacerdote presso la parrocchia e lo portava in commissariato per sottoporlo a interrogatorio; secondo quanto a conoscenza dell'interrogante, il comportamento della Polizia di Stato nei confronti di don Stroppiano e' stato intimidatorio, prevaricatorio e oltraggioso; in particolare don Stroppiano e' stato prelevato dalla parrocchia con la forza, come se venisse arrestato. Quindi, una volta in commissariato veniva ripetutamente schernito e minacciato. Infine veniva trattenuto fino alle 19,00 in attesa di firmare il verbale, nonostante l'interrogatorio fosse terminato parecchio prima e il sacerdote avesse fatto ben presente la sua necessita' di rientrate in parrocchia per celebrare la messa delle 18,30, messa a cui e' dovuto forzosamente mancare; nei giorni successivi don Stroppiano presentava un esposto alla Procura della Repubblica di Sanremo e inviava una lettera-esposto al Ministro di Grazia e Giustizia e al Presidente della Repubblica; alla data di oggi don Stroppiano non e' stato ascoltato dal magistrato, ne' risulta essere stato aperto un procedimento relativo ai fatti esposti -: se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti; se non ritenga che il magistrato che ha disposto la collocazione della microspia abbia compiuto una grave violazione della legge e un illegittimo e arbitrario uso dei suoi poteri; se non ritiene che il magistrato abbia violato il diritto alla riservatezza e alla libera manifestazione di culto dei detenuti e del cappellano del carcere di Sanremo; se, qualora ravvisi la fondatezza dei rilievi sopra esposti, non intenda promuovere immediatamente azione disciplinare nei confronti del magistrato; quali disposizioni generali il Ministro intende dare agli uffici giudiziari e all'amministrazione penitenziaria per garantire la tutela del diritto alla riservatezza e alla libera manifestazione di culto dei detenuti. Inoltre la sottoscritta chiede al Ministro degli Interni di sapere: se e' a conoscenza dei fatti sopra esposti; se ritiene che la Polizia di Stato non abbia proceduto illegittimamente nei confronti di don Stroppiano, non essendo stato avviato dalla magistratura alcun procedimento a suo carico o nel quale potesse essere ascoltato come testimone; se ritiene conforme alle leggi e al rispetto dei diritti di ogni cittadino il comportamento tenuto dalla Polizia di Stato nei confronti di don Stroppiano; se intende avviare un'inchiesta amministrativa per accertare eventuali illeciti e relativi responsabili; se intende fornire alla Polizia di Stato indicazioni atte a evitare comportamenti e atteggiamenti intimidatori, prevaricatori e oltraggiosi nei confronti dei cittadini. (4-12138)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12138 presentata da MAIOLO TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19930317" . _:B2a98f5bdbd322793efeac8f4b4f06f14 . . .