INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11639 presentata da RUSSO SPENA GIOVANNI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19930303

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_11639_11 an entity of type: aic

Ai Ministri dell'universita' e ricerca scientifica e tecnologica, dell'ambiente, della sanita', per i beni culturali e ambientali, dell'industria, commercio e artigianato, del lavoro e previdenza sociale, del bilancio e programmazione economica e per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno e del tesoro. - Per sapere - premesso che: l'Istituto di ricerche industriali "Guido Donegani" di Novara, costituitosi nel 1921 su iniziativa di Giacomo Fauser, scienziato di fama mondiale, tra i padri fondatori della chimica industriale, che fra l'altro ha realizzato il processo di sintesi dell'ammoniaca che porta il suo nome, rappresenta tuttora il piu' importante polo di ricerca chimica del paese e, nonostante cio', questa realta', nel corso degli anni '80, ha gia' subi'to un marcato quanto ingiustificato ridimensionamento in ricercatori e mezzi (dai 646 ricercatori del 1979 si e' passati ai 430 del 1990, agli attuali 225), che ha pesato negativamente sull'ammodernamento dell'industria chimica e sull'innovazione dei processi e dei prodotti con particolare riferimento alle compatibilita' ambientali; le lavoratrici e i lavoratori dell'Istituto "Donegani" di Novara hanno piu' volte denunciato questa errata politica condotta dai gruppi dirigenti prima della Montedison poi del gruppo Ferruzzi-Montedison e infine del gruppo Eni-Enichem formulando a loro volta innovative e qualificate proposte di ricerca a partire dal Convegno nazionale sulla ricerca scientifica industriale, organizzato nel 1978 dai consigli di fabbrica delle diverse realta' del gruppo Montedison, proposte raccolte nel libro "Dove va la ricerca industriale in Italia?" - Nuovi Stampatori editore, Torino 1979; in questa realta' di ricerca, a seguito di una errata politica aziendale, sono stati smantellati, o fortemente ridimensionati, al di sotto della loro massa critica, importanti dipartimenti di ricerca quali ambiente, scienza dei materiali, dalla catalisi Zingler-Natta alle ricerche sui cristalli liquidi e a quelle sui materiali ceramici, documentazione-licenze-brevetti, per non parlare della chiusura delle ricerche sul silicio per la produzione di energia dal solare e per l'industria elettronica; con il conferimento dell'Istituto di ricerche Donegani dal gruppo Montedison-Ferruzzi all'Eni-Enichem e' stato smantellato il dipartimento di biotecnologie-bioscienze nonche' sono state fortemente ridimensionate le attivita' di ricerca nei diversi campi della sintesi organica nei quali l'Istituto possiede un notevole patrimonio di conoscenze, esperienze e know-how, e cio' con grave danno rispetto agli obiettivi innovativi della messa a punto di processi chimici puliti ecocompatibili; tale errata politica delle ricerche e' in contraddizione con gli impegni sottoscritti dall'Eni-Enichem con le organizzazioni sindacali, a livello nazionale il 20 ottobre 1991 e a livello locale (Novara) l'11 dicembre 1991, laddove il gruppo chimico afferma: "gli obiettivi strategico-industriali del piano ... richiedono l'introduzione di nuovi prodotti e processi, la nobilitazione di quelli esistenti" e per il raggiungimento di tali obiettivi e' indispensabile "lo sviluppo delle attivita' di ricerca interne alle varie societa' e della Corporate" rappresentata proprio dall'Istituto "G. Donegani" SpA e che, in questo contesto, "la Ricerca Corporate deve perseguire (...), nel quadro degli indirizzi strategici di Enichem, lo svolgimento di progetti innovativi nell'area dei materiali che contribuiscano (...) allo sviluppo delle aree di business (...) in un'ottica di compatibilita' ambientale", e che "la Ricerca Corporate deve costituire un centro di leadership scientifica e di eccellenza nelle discipline di interesse strategico per Enichem; la catalisi, l'ingegneria, il controllo avanzato di processo, la scienza dei polimeri e dei materali, i processi per le nuove sintesi organiche;" e che "la Ricerca Corporate deve rappresentare istituzionalmente un momento di diffusione di tecnologie orizzontali di grande rilevanza: la compatibilizzazione dei polimeri, l'analitica strumentale, l'automazione e il controllo dei processi che consentono di definire progetti incentrati sulla selettivita' di trasformazione e l'ottimizzazione di processi produttivi a basso impatto ambientale"; le affermazioni del gruppo Eni-Enichem che precedono, purtroppo, dopo solo sei mesi sono state clamorosamente smentite dalla stessa societa' che ha attuato e sta attuando un ulteriore e pesante ridimensionamento delle sue attivita' di ricerca attraverso la riduzione di personale posto in mobilita', i pre-pensionamenti, le dimissioni incentivate e la cassa integrazione che hanno colpito anche ricercatori di alto livello e, che, in questo contesto, l'Eni-Enichem dichiara - in un'ottica angusta per non parlar d'altro - di volersi impegnare solo nelle ricerche sulla catalisi per il polietilene e, limitatamente, alla sintesi e alle tecnologie di trasformazione di alcuni polimeri (ad esempio poliesteri); le pesanti riduzioni delle attivita' di ricerca gia' messe in atto ciecamente dall'Eni-Enichem, se possibile, vengono ancor piu' aggravate dalle decisioni del consiglio di amministrazione dell'Enichem del 30 settembre 1992 che, di fatto, ha annullato l'autonomia gestionale dell'Istituto di ricerca "G. Donegani" SpA riducendone ancor piu' a livello qualitativo e quantitativo le attivita' di ricerca nei diversi campi nonche' il suo ruolo di centro di propulsione dell'innovazione chimica del gruppo e non solo di esso; l'inaccettabile politica delle ricerche Eni-Enichem, di cui abbiamo detto, purtroppo, dalla fine del 1991 a quella del 1992, si e' tradotta nell'ulteriore espulsione di 116 fra ricercatrici e ricercatori, di cui 57 sospesi in cassa integrazione guadagni straordinaria; il 1^ gennaio 1992 sono stati inoltre scorporati i 49 lavoratori dei servizi tecnici e generali, negando, nei fatti, le lotte sostenute negli anni dai ricercatori dell'Istituto "Donegani" tese ad affermare che l'innovazione tecnologica richiede l'apporto professionale e qualificato proprio dei lavoratori dei servizi, come soggetti attivi all'interno dei piu' generali progetti di ricerca; dal mese di luglio a quello di settembre del medesimo anno altri 21 ricercatori sono stati espulsi dall'Istituto attraverso il ricorso strumentale da parte dell'azienda alla mobilita', alle dimissioni incentivate, ai pre-pensionamenti; inoltre tale riduzione degli organici presso la sede di Novara va inquadrata in quella ancor piu' ampia attuata in tutte le sedi dell'Istituto "G. Donegani" SpA: dal 30 settembre 1991 al 1^ gennaio 1992 gli organici globali, Novara compresa, sono passati da 588 a 375; dal 1^ gennaio 1992 fino al dicembre 1992 da 375 a 260; le ricercatrici e i ricercatori della "Donegani" SpA di San Donato sono passati dal 30 settembre 1992 da 116 a 35 di cui 25 (trasferiti a Novara) e 10 sospesi in cassa integrazione guadagni straordinaria; inoltre i 20 ricercatori della sede "Donegani" di Napoli, che erano stati precedentemente sospesi in cassa integrazione straordinaria, dal 20 novembre 1992 sono stati posti in mobilita' in base alla legge n. 223 del 1991 che altro non e' se non la perdita della titolarita' del rapporto di lavoro e quindi il licenziamento; tale crisi dell'istituto "Guido Donegani" si inquadra in un disegno aziendale di distruzione del polo di ricerca chimica di Novara; in particolare cio' si va acuendo anche nella societa' Novamont del gruppo Ferruzzi-Montedison, costituita, a suo tempo, prima della nefasta vicenda Enimont, dalla Montedison attraverso una distorta politica di scorpori delle attivita' di ricerca dall'Istituto "Donegani"; tale societa' opera con 50 ricercatori per realizzare progetti e produzioni di rilevante valore scientifico nel campo dei materiali plastici biodegradabili, dei combustibili come il bio-diesel, delle ricerche biomedicali per la realizzazione di protesi umane e cio' nonostante, oggi i suoi organici vengono drasticamente ridotti del 50 per cento mettendo cosi' in grave pericolo la stessa sopravvivenza della societa' (tale inaccettabile scelta e' stata esplicitata nella "comunicazione" della direzione Novamont del 12 gennaio 1993); per non parlare della odierna messa in vendita della societa' Isagro (della ex Montedison e in parte ancora di proprieta' Enichem) che opera con 50 ricercatori nel campo dei fitofarmaci; anche in questo caso l'azienda, anziche' affrontare una positiva riconversione delle attivita' di ricerca finalizzandole alle necessita' di una agricoltura non inquinante e non inquinata, a partire proprio dai positivi risultati delle ricerche sui fenomeni ottenuti a suo tempo dai ricercatori del dipartimento di bio-scienze dell'Istituto "Donegani", mette in discussione questa concreta e necessaria attivita' di ricerca con una vendita a fini finanziario-speculativi della societa'; nonostante quanto precede le decisioni che la direzione Eni-Enichem intende assumere per il futuro sono tutto fuorche' una positiva inversione di rotta rispetto alle scelte errate sin qui attuate dall'azienda; in proposito sono emblematiche le affermazioni fatte dall'attuale amministratore delegato, professor Schwarz, nell'incontro con il consiglio dei delegati il 25 novembre 1992: "... in questo momento, si riduce al minimo lo sforzo di ricerca sul lungo termine e si punta sui business esistenti (polietilene, polistirolo, poliuretano) ...". "A noi (Istituto "Donegani") Eni ed Enichem raccomandano di selezionare al massimo la domanda verso ricerche piu' innovative ... per l'organizzazione futura del "Donegani" il problema e' quali competenze si difendono ..."; in altre parole il vertice dell'istituto "Donegani" da una parte riconosce all'Istituto un'elevata capacita' di ricerca, dall'altra con totale miopia, adducendo ragioni economiche di Enichem (ma non della capogruppo Eni), programma, in modo improvvido, l'ulteriore riduzione delle gia' carenti attivita' di ricerca, distruggendo cosi' competenze invalutabili, individuali e collettive, in una logica che non potra' che far aggravare ancor piu' la situazione di Enichem, perche' non consentira' all'azienda di realizzare una (non piu' rinviabile) adeguata innovazione dei processi e dei prodotti, determinando cosi', anche nel breve periodo, una riduzione del grado di competitivita' industriale del gruppo sul mercato interno ed estero, aggravando cosi' anche la gia' disastrata bilancia chimica italiana (il deficit della bilancia commerciale chimica italiana nel 1991 e' stato pari a 9 miliardi di dollari, circa 12.000 miliardi di lire); e' altresi' importante sottolineare come i risultati conseguiti e l'alta capacita' scientifica raggiunti dall'Istituto "G. Donegani" sono stati costruiti negli anni anche grazie ai finanziamenti pubblici per la ricerca e l'innovazione tecnologica (65,5 miliardi per contratti di ricerca piu' 9 miliardi di finanziamenti Imi negli anni 1982-88;diversi miliardi negli anni 1988-92 e circa 8 miliardi per il triennio 1992-94); e' superfluo ricordare che la distruzione di questo patrimonio di ricerca e di competenze sarebbe una grave perdita per tutto il paese che giustamente ha investito in questa direzione e si configurerebbe come un ulteriore spreco di denaro pubblico -: se i Ministri non intendano intervenire sia per quanto di loro competenza, sia in sede di Presidenza del Consiglio dei Ministri per riattivare una politica delle ricerche che in modo tempestivo e tangibile imponga al gruppo dirigente Eni-Enichem la radicale revisione dei suoi programmi di frammentazione e di disgregazione dei dipartimenti e dello stesso Istituto di ricerche "G. Donegani" e, che, contestualmente, impongano la promozione di una politica di riassorbimento negli organici dell'Istituto del personale attualmente sospeso nelle diverse sedi o messo in mobilita' presso la sede di Napoli, come una delle premesse qualificanti per poter conseguire e perseguire obiettivi di ricerca non piu' rinviabili nell'interesse del gruppo e, piu' in generale, del comparto chimico italiano, e tutto cio' anche favorendo il ripristino delle collaborazioni delle attivita' di ricerca - in parte ancora attive soprattutto attraverso la societa' Syremont - fra l'Istituto "Donegani" e il centro ricerche Larac (ex Montedison) di Castellanza (Varese) quali: processi e prodotti ecocompatibili; ricerche finalizzate alla drastica riduzione e all'eliminazione degli effluenti (solidi, liquidi e gassosi) riversati nell'ambiente dai cicli produttivi, nonche' tese alla riduzione della produzione dei residui ("rifiuti") e, per le frazioni prodotte, loro recupero e riqualificazione nello stesso ciclo produttivo o in altri comparti produttivi; studio di processi a minor consumo energetico (aumenti delle rese, studio dei catalizzatori e delle sintesi, ecc.); ricerche finalizzate alla riduzione o alla sostituzione di molecole non ecocompatibili nei processi e nei prodotti; ricerche biotecnologiche rigorosamente controllate in modo da impedire contaminazioni e rischi per la persona e per l'ambiente (problemi legati a rischi di mutazioni derivanti da sperimentazioni incontrollate o da quelle eticamente inaccettabili di tipo militare e non); ricerche tecnologiche di processo e valorizzazione del dipartimento di corrosione per lo studio dei materiali piu' idonei da utilizzare nella componentistica degli impianti chimici, nelle apparecchiature e nelle strutture; ricostruzione del dipartimento ambiente dell'istituto, attraverso la valorizzazione delle esperienze e delle conoscenze in esso maturate e sviluppate come una delle risposte tangibili alle domande di salute, sicurezza e ambiente salubre delle varie realta' produttive del gruppo e non; recupero e riciclo delle materie plastiche con particolare attenzione alle problematiche degli inquinanti nel prodotto e nel processo; ricerche qualificate di chimica organica, ed in particolare ricerche volte allo sviluppo di nuovi materiali ad alto contenuto tecnologico ed ecocompatibili (ad esempio fibre organiche e inorganiche) con i preventivi studi dei rischi per la salute e per l'ambiente e, segnatamente, di quelli di cancerogenesi, mutagenesi, teratogenesi, senza disperdere le competenze maturate negli anni nel campo dei materiali ceramici, dei cristalli liquidi, degli adesivi, ecc. ricerche sui polimeri biodegradabili, polimeri per bioelettronica, per modifiche superficiali di polimeri per fibre sintetiche, ecc.; attraverso anche un positivo utilizzo delle competenze qualificate presenti nell'istituto nel settore della biocatalisi; valorizzazione delle potenzialita' nel campo dell'analitica, della documentazione e dell'informatica, con particolare riferimento alle problematiche di monitoraggio ambientale e della valutazione di impatto ambientale delle sostanze chimiche in commercio nonche' dei nuovi prodotti e processi. (4-11639)
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19930303- 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11639 presentata da RUSSO SPENA GIOVANNI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19930303 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
CORRENTI GIOVANNI (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) 
AZZOLINA ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 
CALINI CANAVESI EMILIA (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 
FERRARI MARTE (PARTITO SOCIALISTA ITALIANO) 
GALASSO ALFREDO (MOVIMENTO DEMOCRATICO RETE) 
MAGRI LUCIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 
MANISCO LUCIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 
MANTOVANI RAMON (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 
MUZIO ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 
NOVELLI DIEGO (MOVIMENTO DEMOCRATICO RETE) 
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4/11639 
RUSSO SPENA GIOVANNI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) 

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