INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11638 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110418

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-11638 presentata da RITA BERNARDINI lunedi' 18 aprile 2011, seduta n.465 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: l'11 aprile scorso la prima firmataria del presente atto ha visitato il carcere di Opera-Milano accompagnata dai signori Claudio Kaufmann e Francesco Poire'; al momento della visita erano presenti 1.242 detenuti maschi di cui 90 in regime di 41-bis e 400 in alta sicurezza; nell'istituto sono presenti ben 198 ergastolani 44 dei quali al 41-bis; i detenuti occupano 461 posti al 1 o reparto, 578 al 2 o reparto, 83 al centro clinico, 22 in infermeria, 26 al reparto nuovi giunti; 3 detenute sono al femminile; i semiliberi sono 62 uomini e 7 donne; secondo i dati riportati nel sito giustizia.it la capienza regolamentare dell'istituto ammonta a 973 posti ma, secondo il direttore - dottor Giacinto Siciliano che ha accompagnato la delegazione nella visita - la capienza ufficiale e' di 1.550 posti in quanto le celle costruite originariamente per un solo detenuto ne ospitano in realta' due; gli ergastolani, contrariamente a quanto previsto dall'ordinamento penitenziario, sono tutti in celle doppie; l'organico degli agenti di polizia penitenziaria e' carente di almeno 200 unita'; gli agenti effettivamente in servizio sono 558 e sopportano un grave disagio non solo per la penuria di forze ma anche perche' si sono visti tagliare del 30 per cento gli straordinari, oltre al fatto che sono in attesa del pagamento degli arretrati riguardanti le indennita' di missione; tutto cio' si ripercuote inevitabilmente sulle attivita' trattamentali dei detenuti e colpisce il corpo dei baschi blu in termini di stress lavorativo; nel carcere di Opera lavorano 120 detenuti per conto di ditte esterne e 300 per l'amministrazione; la gelateria industriale dotata dei piu' moderni macchinari occupa anche detenuti ergastolani; se fosse tolto il tetto per accedere alla legge 22 giugno 2000, n. 193 (legge Smuraglia) si aprirebbero nuove opportunita' di lavoro per impiegare un maggior numero di detenuti; il carcere di Opera e' dotato di un centro diagnostico terapeutico e, per questo motivo, vi affluiscono detenuti provenienti da ogni parte d'Italia; cio' determina continue movimentazioni per le traduzioni che devono essere effettuate sia per le udienze dei detenuti in altre citta' distanti anche centinaia di chilometri, sia per i necessari e numerosissimi spostamenti per ricoveri e accertamenti clinici; a tale proposito la delegazione e' stata informata che sono esauriti i fondi per i biglietti aerei e il carburante, che l'istituto e' pieno di debiti riguardanti i pagamenti di acqua, luce, gas, fogne e che con molta difficolta' si arrivera' al mese di maggio; il direttore afferma che «ci vorrebbe un investimento serio sul "risparmio", eliminando, per esempio, fotocopie e spese per i fax e incrementando l'uso della posta elettronica oggi quasi del tutto inutilizzata»; secondo il direttore di Opera, dottor Giacinto Siciliano, occorrerebbe consentire una gestione piu' manageriale del carcere per razionalizzare le risorse conferendo maggiori responsabilita' di direzione; avere voce in capitolo su molti piani - che oggi sono rigidi - consentirebbe maggiori risparmi senza dover sacrificare capitoli essenziali di bilancio come la manutenzione (che per assenza di fondi non viene fatta da anni) o, per fare un esempio, l'acquisto di televisori per le celle dei detenuti visto che oggi ad Opera ne mancano almeno 100 e il telecomando e' un optional; quanto alla gestione sanita' questa e' affidata dall'ASL all'ospedale San Paolo di Milano; le carenze si registrano soprattutto nel settore infermieristico e vanno attribuite piu' che a un deficit numerico ad una questione di insufficienza professionale; carente e' il settore della fisioterapia e riabilitazione anche se molti problemi dovrebbero essere risolti con l'imminente apertura del centro per minorati fisici di Busto Arsizio; per quanto riguarda invece il settore psicologico, il taglio delle ore imposto dal Ministero dovrebbe essere colmato dalla ASL che dalle prossime settimane fara' entrare in funzione un servizio per il disagio psichico: 350 ore mensili fino a settembre, poi 550 ore da ottobre; l'istituto dispone di due apparecchiature biomediche nuovissime che pero' non sono utilizzate dalla ASL; con la legge n. 199 del 2010, cioe' la cosiddetta «svuotacarceri», da Opera non sono usciti piu' di 30 detenuti e c'e' chi non e' stato ammesso solo perche' non aveva un'abitazione fuori per accoglierlo; nel corso della visita la delegazione ha potuto approfondire la condizione di alcuni detenuti il cui stato di salute desta nei familiari un elevato grado di allarme, ansia e sofferenza. In particolare, si segnalano i seguenti casi: R.I. malato di AIDS in fase conclamata; ha avuto diverse broncopolmoniti, soffre di apnee notturne ed e' ad alto rischio di infezioni opportunistiche; ha gravi problemi di deambulazione e si presenta in carrozzella avendo subito da pochissimi giorni un'operazione chirurgica di ernia; secondo la relazione del dottor Fulvio Grippa dell'azienda ospedaliera San Paolo, «sussistono gli estremi per riesaminare lo stato di compatibilita' con la carcerazione alla luce del progressivo peggioramento dello stato di salute del signor R.I. osservato nel tempo»; C.M. soffre di una particolare forma di anemia mediterranea riscontrata dall'eta' di 11 anni per la quale e' costretto a trasfusioni periodiche del sangue; l'interrogante che lo aveva gia' incontrato in precedenza lo trova particolarmente emaciato e deperito; egli chiede fondamentalmente di poter scontare la pena vicino Napoli dove vivono i familiari che potrebbero piu' agevolmente andarlo a trovare; A.A. e' allettato, appena lo alzano dalla posizione sdraiata comincia a tremare tutto: si tratta di un evidente tremito incontrollato; proviene da Rebibbia dove e' stato dichiarato «incompatibile»; il magistrato aveva predisposto gli «arresti ospedalieri» ma e' stato assegnato al centro clinico di Opera; il detenuto, che ha moglie e figli, chiede di essere mandato ai domiciliari o almeno a Rebibbia dove i familiari potrebbero assisterlo costantemente; si lamenta che per qualsiasi cosa debba chiedere aiuto ad un altro detenuto ricoverato nella stessa cella; B.M. allettato perche' quando lo hanno arrestato si e' buttato dalla finestra; e' a letto, mostra un piede completamente storto, non si muove, il piede sembra penzolare; si lamenta perche' non gli fanno terapia; il direttore conviene sulla carenza del servizio fisioterapico e sottolinea che il livello di assistenza lo decide la ASL e non il carcere; il detenuto vorrebbe andare agli arresti presso il centro clinico di riabilitazione di Montecatone a Imola; C.F.: il detenuto e' di fatto «incompatibile» con il regime carcerario: invalido al 100 per cento, pesa oltre 150 chili, ha enormi gambe malate, piene di ulcere; soffre di diabete, ha problemi cardiopatici; fibrillazioni; dice: «ho perso la casa, ho perso la patria potesta'; mia moglie e' sordomuta, io non vedo mio figlio da 5 mesi e mezzo»; vorrebbe andare ai domiciliari ma non ha casa; il medico ha dichiarato che dovrebbe uscire subito, ma il giudice di sorveglianza ha rigettato l'istanza perche' «non ha una casa»; G.A.: l'interrogante trova il giovane detenuto (che aveva incontrato in una precedente visita) molto dimagrito ed emaciato; mangia due pere e cinque kiwi al giorno, non puo' fare altro, deve stare a dieta perche' ha problemi intestinali, non trattiene nulla; affetto da linfoma di Hodgkin soffre di dolori lancinanti che fino a questo momento sono stati trattati con morfina a dosi massicce tanto da esserne divenuto dipendente; periodicamente viene tradotto a Reggio Calabria per le udienze del suo processo; la sua richiesta e' quella di poter essere trasferito nel carcere di Reggio Calabria dove, almeno, potrebbe incontrare con piu' assiduita' i suoi familiari; G.P.: il detenuto arriva al colloquio in carrozzina, e' in regime di 14-bis per un provvedimento disciplinare; vicino al fine pena (febbraio 2012), appare eccitato, a tratti confuso e, sicuramente, psicologicamente provato; vorrebbe scontare la pena nel carcere di Lecco o di Como per stare vicino alla moglie che - ci riferisce - guadagna poco, ha debiti e rischia di perdere la casa; G.R.: soffre di una lesione al midollo spinale, dovrebbe essere ricoverato all'ospedale Besta di Milano; e' in sciopero della fame dal 7 marzo e chiede un piantone fisso; L.K.: albanese, affetto da gravi patologie certificate dall'azienda ospedaliera San Paolo: «il paziente e' impossibilitato a mantenere la stazione eretta e a deambulare; la minzione avviene mediante manovra di ponzamento e la defecazione mediante svuotamento manuale dell'ampolla rettale. Lamenta inoltre dolore da deafferentazione degli arti inferiori, difficilmente controllato dalle terapie mediche. Tali conseguenze per la loro natura risultano irreversibili e non suscettibili a rimedio chirurgico ne' medico risolutivo «(...) ... sia indicato per tale paziente un trasferimento del detenuto presso un centro per minorati fisici o in istituto penitenziario privo di barriere architettoniche»; anche altri detenuti hanno rappresentato alla delegazione in visita la richiesta di trasferimento in istituti piu' vicini ai loro familiari: F.F. ha chiesto il trasferimento al CDT di Messina; T.D'A. (fine pena ad ottobre 2011) ha chiesto il trasferimento a Napoli (anche a Poggioreale) dove ha le sorelle vicine -: se siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa; se il Ministro della giustizia non ritenga di dover intervenire per diminuire la popolazione penitenziaria ristretta presso il carcere di Milano-Opera; se il Ministro della giustizia non ritenga di dover intervenire per colmare la carenza di organico della polizia penitenziaria, per fare in modo che siano corrisposti gli arretrati riguardanti le indennita' di missione degli agenti e per ripristinare gli straordinari tagliati; se non si intenda dare applicazione concreta ai princi'pi contenuti nella legge 22 giugno 2000 n. 193 (cosiddetta legge «Smuraglia») per incrementare il lavoro in carcere anche incentivando la trasformazione degli istituti penitenziari, in soggetti economici capaci di stare sul mercato, e, come tali, anche capaci di ritrovare sul mercato stesso le risorse necessarie per operare, riducendo gli oneri a carico dello Stato e, quindi, della collettivita'; come si intenda far fronte ai debiti che il carcere di Opera e' stato costretto a contrarre per attivita' assolutamente necessarie al suo funzionamento; se non si intenda consentire una gestione piu' manageriale e meno burocratica e rigida degli istituti penitenziari; cosa intenda fare per rispettare, a partire dal carcere di Opera, il principio contenuto nell'ordinamento penitenziario della territorialita' della pena; quando verra' aperto il reparto per invalidi motori di Busto Arsizio e se non ritenga di dover promuovere, nell'ambito del piano carceri, il superamento delle barriere architettoniche in tutti gli istituti penitenziari italiani; quanto ai casi descritti in premessa, se non ritengano di verificare le condizioni di detenzione e quanto queste siano compatibili con lo stato di salute dei reclusi, per trovare le soluzioni migliori che garantiscano il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione italiana (anche promuovendo per quanto di competenza un efficiente servizio infermieristico e di fisioterapia) e il diritto effettivo ai colloqui in molti casi reso impossibile dalla distanza del carcere dai luoghi di residenza. (4-11638)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11638 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110418 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO) 
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) 

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