"4/11629" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "20110418-" . . . "JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA')" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11629 presentata da JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20110418" . . . "2014-05-15T01:04:18Z"^^ . . . . "0"^^ . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-11629 presentata da GIORGIO JANNONE lunedi' 18 aprile 2011, seduta n.465 JANNONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che: dal punto di vista energetico l'Italia ha un alto potenziale, costituito dalla geotermia. Questo testimoniano le analisi dei fondali del Tirreno meridionale, zona ad alta densita' di vulcani sommersi che sono enormi sorgenti di calore, dove si trova uno dei piu' importanti campi geotermici. Tale nuova frontiera rappresenta una sfida tecnologica che porterebbe all'Italia il primato mondiale nella valorizzazione della geotermia sottomarina. Il nostro Paese e' gia' uno dei primi al mondo per produzione geotermie, con una capacita' installata che dopo gli ultimissimi ampliamenti arriva a sfiorare gli 840 megawatt tra Lardarello e Monte Amiata (790 nel 2010). La geotermia e' una dote che si trova nel nostro bagaglio culturale da oltre cento anni. L'Italia e' tra i 26 Paesi che ricorrono a questa fonte, ed uno dei maggiori produttori. Finora si reputava che le potenzialita' di questa fonte fossero giunte a saturazione con gli impianti di Lardarello e del Monte Amiata che sono arrivati a coprire l'1,5 per cento del fabbisogno elettrico nazionale. L'apporto raddoppierebbe con la realizzazione del progetto Marsili, che prende nome dal piu' grande vulcano d'Europa, sommerso nel mar Tirreno a 80 chilometri a nord delle Eolie. Il monte Marsili si innalza per 3000 metri, ma la sua cima rimane per mezzo chilometro sotto il pelo dell'acqua. Il massiccio si estende per 50 chilometri con un diametro di 20; il vulcano non e' piu' attivo ma sulla cima si contano numerosi coni formati dalle passate eruzioni e ostruiti da depositi e sedimenti impermeabili; il monte Marsili e' un sistema aperto in contatto continuo con l'ambiente marino. Infatti, sott'acqua le eruzioni di lava che in migliaia di anni hanno formato l'edificio vulcanico hanno subito un repentino raffreddamento che ha favorito la formazione di fratture nella struttura attraverso le quali si infiltra acqua marina. Similmente a una pentola a pressione, l'acqua incontrando il magma si surriscalda fino a superare i 300 gradi e risale vaporizzandosi attraverso le fessure nella roccia. L'idea di sfruttare il potenziale termico di questa immensa caldaia sottomarina nasce da un'intuizione del professor Patrizio Signanini, dell'universita' di Chieti, che trova un interlocutore nel mondo industriale: la Eurobuilding, una media societa' marchigiana, che ha consolidato una competenza nell'ambito marino con lo sfruttamento di «inerti» sommersi, in pratica banchi di sabbia risalenti all'ultima glaciazione, per il rifacimento di coste erose. Fin dal 2005, la Eurobuilding ha costituito un gruppo di ricerca con l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l'Istituto per la geologia marina del Cnr-Ismar, il Centro di ricerche sperimentali per le geotecnologie dell'universita' di Chieti e il politecnico di Bari. L'azienda insieme con i suoi partner pubblici finanzia uno studio pluriennale e multidisciplinare per raccogliere evidenze sulla presenza di centinaia di milioni di metri cubi di fluidi geotermici con «ricarica» continua e per localizzare i reservoir di fluidi ad alta entalpia. Questa «radiografia» del monte Marsili e' compiuta attraverso rilievi batimetrici, misurazioni magnetiche, sismiche, gravimetriche, campionamenti di rocce e sedimenti con l'appoggio della strumentazione della nave oceanografica Universitatis. Dalla fase esplorativa si passa ora a quella della fattibilita'. Entro il 2013 la Eurobuilding conta di iniziare la trivellazione del pozzo pilota a circa 800 metri di profondita' per toccare l'interno del vulcano fino a 2 chilometri. «Si riadattano le tecnologie estrattive petrolifere alla geotermia con la sicurezza che anche in caso di eventuali fuoriuscite, si tratterebbe di acqua marina senza conseguenze per l'ecosistema, spiega Diego Paltrinieri, geologo prestato a questa avventura industriale e direttore del progetto; una volta captata, l'acqua a 300 o che ha subito durante la risalita all'interno del vulcano il passaggio di fase (la trasformazione da liquido a vapore) e' convogliata nella tubatura, quindi spinge le turbine che alimentano generatori di 200 megawatt di potenza, il tutto collocato su una piattaforma galleggiante. Nel progetto le unita' produttive diventano 4 per una produzione di 4,4 TWh, sette volte l'output fotovoltaico italiano. Il costo, comprensivo di installazione, generazione e trasporto dell'elettricita' con elettrodotto sottomarino ad alta tensione, dovrebbe aggirarsi sui 2 miliardi di euro, ai quali si aggiungono i costi esplorativi di perforazione di 26 milioni di euro. Un costo al chilowattora comunque competitivo tra le fonti rinnovabili: a meta' strada tra quello eolico e quello da biomasse, e dimezzato rispetto al fotovoltaico con il vantaggio che la geotermia non sconta l'intermittenza tipica del solare, come prova il fatto che si e' guadagnato l'interesse di scienziati come Carlo Rubbia e perfino degli ambientalisti. Anche l'attenzione di investitori esteri e' puntata sulla scommessa del Marsili, avamposto di un potenziale sfruttamento estensivo della fascia vulcanica sommersa al largo delle coste siciliane, calabresi e campane che spingerebbe la geotermia al 5-7 per cento del mix elettrico nazionale: diventerebbe la prima fonte rinnovabile dopo l'idroelettrico; nel 1904 grazie al principe Piero Ginori-Conti, si e' iniziato ad utilizzare l'energia dei soffioni di Lardarello per la generazione di energia elettrica. Oltre al primato storico, l'Italia vanta in Toscana uno dei piu' grandi complessi geotermici del mondo, con 32 impianti e una produzione annua di circa 5 miliardi di kWh. Questa leadership ha favorito il consolidamento di una expertise «made in Italy» in un tecnologia energetica a zero emissioni e alto rendimento. Ora, l'Enel Green Power propone progetti «chiavi in mano» attraverso la gestione diretta di tutta la catena del valore: dalla fase esplorativa a quella della realizzazione fino alla gestione dell'impianto, manutenzione inclusa. I progressi compiuti dalla tecnologia permettono di ampliare lo scenario delle applicazioni per la generazione di elettricita' non solo, sfruttando i fluidi caldi provenienti dai campi a vapore o acqua ad alta entalpia, ma anche attraverso la valorizzazione di siti con risorse a piu' bassa temperatura, molto piu' diffusi sul pianeta. La stessa Enel Green Power e' andata nel lontano Nevada per realizzare due impianti per complessivi 65 megawatt lordi, che ora puo' utilizzare come impianto pilota per lo sviluppo di nuove tipologie. Con la collaborazione scientifica del Politecnico di Milano e del Mit di Boston, gli ingegneri del gruppo hanno realizzato un prototipo di reattore «binario supercritico» per lo sfruttamento ad alta efficienza e bassa temperatura e la possibilita' di riutilizzo del calore in eccesso. La sua riuscita e' stata confermata dall'aggiudicazione di 60 milioni di dollari di incentivi dello Stimulus Plan di Obama; oltre che negli Stati Uniti, il gruppo sta capitalizzando il suo know-how con progetti in America Latina ed Europa. In particolare, e' stato siglato l'accordo con il partner turco Uzun per esplorare le potenzialita' di 142 licenze geotermiche nella zona occidentale della Turchia. L'azienda italiana e' il primo investitore estero a operare nel settore dell'esplorazione geotermica in Turchia, dove la capacita' installata ammonta attualmente a 86 megawatt realizzati e gestiti da operatori locali, che il Governo turco spera di incrementare a 600 megawatt nei prossimi 5 anni. Stanno per iniziare le prospezioni geologiche e geochimiche, i campionamenti e analisi di gas, acque, rocce e incrostazioni, la pianificazione di indagini geofisiche. Se saranno positive, si stima che entro il 2015 entreranno in funzione 100 megawatt di capacita' geotermica. «Per espandere la quota del geotermico nel mix delle rinnovabili, si sta lavorando anche per rendere piu' affidabili i metodi di valutazione delle risorse, per incrementare l'efficienza degli impianti e la durata degli acquiferi, l'uso in condizioni estreme di temperatura, salinita', pressione, e per ridurre ulteriormente il gia' modesto impatto ambientale», spiega Francesco Storace, amministratore delegato di Enel Green Power. Allo studio sono anche impianti geotermici ibridi, abbinati al solare e biomasse -: quali iniziative i Ministri intendano adottare al fine di favorire le condizioni per un completo sviluppo ed utilizzo dell'energia geotermica nel nostro Paese. (4-11629)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11629 presentata da JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20110418"^^ .