INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11407 presentata da FRAGALA' VINCENZO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 26/10/2004

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_11407_14 an entity of type: aic

Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-11407 presentata da VINCENZO FRAGALA' martedì 26 ottobre 2004 nella seduta n. 534 FRAGALÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: attraverso un articolo pubblicato sul quotidiano la Stampa del 18 ottobre 2004, dal titolo «Ma Andreotti è stato mafioso», l' ex -procuratore capo di Palermo Giancarlo Caselli, continua ad avallare la fondatezza delle accuse, (peraltro sostenute dalla parola solitaria del pentito Marino Mannoia, totalmente priva di riscontri e riferita a quanto gli avrebbe detto il defunto boss Stefano Bontade), mosse a Giulio Androtti, in spregio alla ripetuta assoluzione del Senatore a vita in tutti e tre gradi di giudizio; in particolare, nessun accertamento giudiziario, né con la sentenza d'appello, né con la sentenza di Cassazione, esiste a comprova della tesi accusatoria secondo cui Andreotti sarebbe stato alleato della mafia, fino dal 1980 per poi divenire, improvvisamente, nemico acerrimo delle cosche; secondo l'interrogante, in mancanza di tale accertamento giudiziario, l'insistenza di Caselli nel sostenere che sia stata verificata positivamente la fondatezza della tesi dei Pm di Palermo sulla militanza mafiosa del senatore a vita fino al 1980 appare, quanto meno, come un grossolano errore di sintassi giuridica da parte del magistrato; ed infatti non si comprende come possa sfuggire, ad un operatore del diritto, quale l'attuale Procuratore Generale di Torino, la circostanza che se i giudici d'appello hanno ritenuto di applicare una causa estintiva del reato quale è la prescrizione è perché non sono entrati nel merito delle accuse per il periodo precedente il 1980, dato che per il periodo successivo Andreotti è stato pienamente assolto -: ad avviso dell'interrogante appare inammissibile che Giancarlo Caselli, adesso, da procuratore generale di Torino in servizio e da ex-procuratore capo di Palermo - cioè colui che aveva promosso l'azione penale contro Andreotti - possa, grazie al contenuto del citato articolo e, soprattutto al significato calunnioso del suo titolo, commentare e travisare una sentenza, sostenendo l'esatto contrario del suo reale significato e senza, peraltro attendere che i giudici della Cassazione ne spieghino le ragioni nelle motivazioni che andranno a depositare fra qualche mese -: se intenda adottare iniziative in sede disciplinare per impedire che l'amministrazione della giustizia venga utilizzata quale arma impropria per percuotere a scopi politici i cittadini che sono stati assolti in tutti i gradi di giudizio. (4-11407)
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