_:Bcc7a7e584290b87b305c5063e0213094 "Atto Camera Risposta scritta pubblicata mercoledi' 3 agosto 2011 nell'allegato B della seduta n. 512 All'Interrogazione 4-11105\n presentata da CATERINA PES Risposta. - In primo luogo, si evidenzia che l'inchiesta giornalistica richiamata dall'interrogante, curata da Gianni Lannes, pubblicata l'11 febbraio 2011 sul sito www.costruendo.lindro.it ed intitolata «Bombe Atomiche: USA in Italia», e' stato redatta sulla base di dati, informazioni e valutazioni fornite da esperti indipendenti e «open sources» (associazioni ambientaliste quali Greenpeace e Natural Resources Defence Council) od estrapolate da non meglio precisati «rapporti segreti del Pentagono» e dell'aviazione militare statunitense, documenti che, secondo l'autore, rivelerebbero dettagliate informazioni circa dislocazione e quantitativi dell'armamento strategico statunitense in Europa. Non si ritiene, pertanto, opportuno fare commenti su alcun documento o altra notizia, giunta da qualsivoglia fonte, che non sia ufficialmente adottato dall'Alleanza Atlantica nei consessi appropriati, e non sia stato reso pubblico dall'Alleanza stessa in conformita' alle procedure in vigore. Per quanto riguarda, invece, la presunta esistenza dell'accordo «Stone Ax» tra l'Italia e gli Stati Uniti d'America, gia' nel 2005, il Governo pro tempore ha fornito formale smentita in sede di risposta a un'analoga interrogazione a risposta immediata discussa il 9 febbraio 2005. Cio' premesso, ritengo opportuno sottolineare che l'impegno di appartenenza all'Alleanza Atlantica assunto dal nostro Paese e i relativi vincoli sono conseguenti a decisioni adottate in passato, ribadite, nel tempo e condivise, tra l'altro, dalla stragrande maggioranza del Parlamento. L'Alleanza Atlantica costituisce un cardine essenziale della sicurezza e difesa dell'Italia e degli interessi nazionali; unitamente all'ONU e all'Unione Europea rappresenta il riferimento delle nostre iniziative in ambito multilaterale, volte al rafforzamento della pace, della stabilita' e della sicurezza internazionale. In tale quadro, l'Alleanza Atlantica, ha costantemente riesaminato, nel tempo, la propria politica nucleare e i relativi dispositivi di forze. La NATO, infatti, a partire dalla fine della guerra fredda, ha drasticamente ridotto il numero e la tipologia di armi nucleari, che non sono dirette contro alcun Paese o regione. Le uniche armi nucleari dell'Alleanza basate a terra in Europa sono in quantitativi molto limitati, conservati in un numero ridotto di siti, in condizioni di massima sicurezza, senza alcuna possibilita' che esse possano essere utilizzate accidentalmente o per errore. La definizione della «politica nucleare della NATO» avviene con il pieno consenso di tutti i Paesi alleati, siano essi potenze nucleari o non-nucleari. Il consesso a cio' deputato, il cosiddetto «Nucleur Plannining Group», che si riunisce almeno una volta ogni anno, e' presieduto dal Segretario Generale della NATO ed e' composto da tutti i Ministri della difesa dei Paesi dell'Alleanza Atlantica, con l'eccezione della Francia che ha deciso autonomamente di non farne parte. La «Politica, nucleare della NATO» e', pertanto, oggetto di costante esame approfondito e, in coerenza con gli sviluppi del quadro internazionale, di evoluzione. Per la natura e i meccanismi di funzionamento dell'Alleanza Atlantica, e del Nuclear Planning Group, sono prive di fondamento le ipotesi di disaccordo fra i diversi Paesi in merito alle decisioni effettivamente adottate, essendo queste assunte tutte collegialmente sulla base del principio dell'unanimita'. In tale ambito, si fa osservare che l'Italia ha sempre espresso una coerente e univoca volonta' generale di pervenire a un mondo priva di armi nucleari, svolgendo, in tutte le sessioni internazionali volte a sostenere il processo di disarmo nucleare e di non proliferazione, un ruolo attivo affinche' siano fissati obiettivi «realistici e conseguibili» in materia. Tale posizione e' stata confermata anche in occasione del summit dei capi di Stato e di Governo dei Paesi dell'Alleanza Atlantica, tenutosi a Lisbona il 19 e 20 Novembre 2010, ove l'Italia ha concordato con gli altri Alleati sulla necessita' di riesaminare la politica nucleare della NATO, con l'obiettivo di concorrere al raggiungimento dell'obiettivo condiviso di un mondo libero dalle armi nucleari, soddisfacendo, al contempo, le attuali e future esigenze di sicurezza e deterrenza e la necessita' di conseguire, purtroppo, ancora un bilanciamento di postura con i piu' consistenti arsenali esistenti. Tale princi'pio e' stato evidenziato nella dichiarazione emessa al termine del predetto vertice, ma piu' in particolare nel nuovo concetto strategico «Active Engagenment, Moderne Defence», approvato proprio a Lisbona, che richiama il coerente legame fra, il mantenimento di capacita' di «credibile deterrenza» ed una politica attiva di disarmo, controllo degli armamenti e non proliferazione. Con l'approvazione del nuovo concetto strategico i Paesi dell'Alleanza Atlantica hanno solennemente riaffermata l'impegno alla difesa collettiva, nei confronti dell'intero spettro delle minacce concepibili. Conseguentemente, e' stato ribadito che: la deterrenza, basata su un appropriato insieme di capacita' convenzionali e nucleari, rimane un elemento fondamentali della strategia complessiva dell'Alleanza; i Paesi membri garantiranno che la NATO mantenga l'intero spettro di capacita' necessarie a garantire la deterrenza. e la difesa da ogni minaccia alla sicurezza delle proprie popolazioni. Pertanto, fra l'altro, essi garantiranno la piu' ampia partecipazione possibile nell'attivita' di pianificazione di difesa collettiva in tema nucleare, nella distribuzione delle forze nucleari in tempo di pace e nelle predisposizioni in tema di comando, controllo e consultazione. Le informazioni in tema di politica nucleare, sono comunicate pubblicamente, nei documenti ufficiali - incluso il citato nuovo concetto strategico - e sul sito dell'Alleanza Atlantica. Tuttavia, l'Alleanza, pur mantenendo un atteggiamento assolutamente trasparente sulla propria strategia nucleare e sulla natura del proprio dispositivo in Europa, non puo' pero' agire a discapito della sicurezza di questo dispositivo e della riservatezza che e assolutamente indispensabile mantenere in questa materia per quanto concerne i siti, la loro dislocazione in Europa ed i quantitativi di armamento in essi contenuti. Una riservatezza che non puo' essere valutata unilateralmente da un singolo Paese dell'Alleanza, perche' la deterrenza nucleare e' un bene ed un onere collettivo che lega collegialmente tutti i paesi alleati. La tipologia e la qualita' delle informazioni rilasciabili sugli armamenti nucleari e', quindi, una decisione politica collettiva ed unanime degli alleati, cui nessun Paese puo' sottrarsi, pena la violazione del patto di alleanza liberamente sottoscritto e del vincolo di riservatezza che da esso discende in alcune materie. Il Ministro della difesa: Ignazio La Russa." . _:Bcc7a7e584290b87b305c5063e0213094 "20110803" . _:Bcc7a7e584290b87b305c5063e0213094 "MINISTRO DIFESA" . _:Bcc7a7e584290b87b305c5063e0213094 . _:Bcc7a7e584290b87b305c5063e0213094 . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11105 presentata da PES CATERINA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110302"^^ . . . _:Bcc7a7e584290b87b305c5063e0213094 . "2014-05-15T01:00:40Z"^^ . "1"^^ . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11105 presentata da PES CATERINA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110302" . . "MELIS GUIDO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "4/11105" . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-11105 presentata da CATERINA PES mercoledi' 2 marzo 2011, seduta n.443 PES, SCHIRRU e MELIS. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: sul sito www.costruendo.lindro.it e' stato pubblicato, l'11 febbraio del 2011, un articolo di Gianni Lannes intitolato «Bombe atomiche: Usa in Italia»; in tale articolo, l'autore sostiene che in Italia vi sarebbero armi atomiche americane per una potenza distruttiva pari a 900 volte l'effetto prodotto dalle bombe sganciate dagli USA su Hiroshima e Nagasaki; 480 sarebbero le «bombe nucleari dislocate in otto basi aeree in sei Paesi europei della Nato: 150 in Germania, 110 in Gran Bretagna, 90 in Italia, 90 in Turchia, 20 in Belgio e 20 in Olanda»; tali bombe nucleari, della tipologia B61, ovvero degli ordigni tattici affusolati adatti ad essere trasportati, fissati alle ali, dai cacciabombardieri, avrebbero una potenza che puo' variare da 0,3 a 170 chilotoni (quella della bomba sganciata su Hiroshima era di circa 15); nell'aprile del 1999, il Governo italiano ha sottoscritto un accordo sulla «pianificazione nucleare collettiva» della Nato, in cui si dispone che «l'Alleanza osservera' forze nucleari adeguate in Europa, con caratteristiche di flessibilita' e capacita' di sopravvivenza tali da essere percepite come un elemento credibile ed efficace nella strategia atlantica di prevenzione dei conflitti»; l'accordo del 1999 richiama la «Direttiva 60» del 1997 promulgata dal Presidente Clinton nella quale si stabilisce che «le armi nucleari non solo continuano a essere puntate su Russia e Cina, ma possono essere usate contro Stati-canaglia e contro soggetti non-statali che minaccino gli Stati Uniti, le loro truppe all'estero e i loro alleati con armi di distruzione di massa, anche non nucleari»; l'articolo 2 del Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari impone che «Ciascuno degli Stati militarmente non-nucleari, si impegna a non ricevere da chi che sia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, direttamente o indirettamente»; lo spiegamento, sempre da quanto si legge nell'articolo di Gianni Lannes, delle armi nucleari Usa in Europa e' regolato, da una serie di accordi segreti, che i rispettivi Governi non hanno mai sottoposto ai rispettivi Parlamenti; l'accordo che regola le armi nucleari Usa in Italia e' lo «Stone Ax»: il piano ascia di pietra; tale accordo permetterebbe agli Stati Uniti di schierare armi nucleari sul territorio italiano e stabilirebbe il principio della doppia chiave, ovvero prevedere che una parte di queste armi possa essere usata dalle forze armate italiane una volta che gli USA ne abbiano deciso l'impiego; a tal fine, documenterebbe il rapporto «piloti italiani vengono addestrati all'uso delle bombe nucleari nei poligoni di Capo Frasca (Oristano) e Maniago II (Pordenone)»; la conferma, secondo Lannes, arriverebbe da un addetto ai lavori: il colonnello Nicola Lanza De Cristoforis, il quale, intervistato quando era comandante del 6 o stormo di Ghedi, aveva rivelato «da qualche anno ci addestriamo soltanto in Sardegna e sono a conoscenza in parte di questi accordi intergovernativi segreti Italia-USA»; il 10 marzo del 2005, il sottosegretario alla difesa Giuseppe Drago, rispondendo ad un'interpellanza urgente (2-01481) sottoscritta da 32 parlamentari aveva riconosciuto che «la presenza di armi nucleari in Europa, sul territorio di paesi alleati non detentori di ordigni nucleari, costituisce un aspetto essenziale del nuovo concetto strategico della NATO che assicura la copertura, ma anche il coinvolgimento dell'intera Alleanza, del cosiddetto ombrello nucleare della NATO stessa» -: se quanto apparso nell'articolo di Gianni Lannes corrisponda a verita', ovvero se nel territorio italiano vi siano armi nucleari americane; in caso di risposta positiva, quale sia il numero e la tipologia delle armi suddette.(4-11105)" . . . "SCHIRRU AMALIA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "20110302-20110803" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "PES CATERINA (PARTITO DEMOCRATICO)" . .