INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11069 presentata da BULGARELLI MAURO (MISTO-VERDI-L'ULIVO) in data 29/09/2004

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Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-11069 presentata da MAURO BULGARELLI mercoledì 29 settembre 2004 nella seduta n. 517 BULGARELLI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: Ajad Anwar arriva nel 1980 in Italia da Kirkuk, in Iraq, insieme al fratello Emad Anwar Wali; nel 1992 Ajad si sposa in Turchia con una ragazza di Padova con rito cattolico; nello stesso anno nasce in Italia, a Camposanpietro, il suo unico figlio, che ha oggi 12 anni; negli anni successivi i fratelli Wali diventano soci e fondano a Castelfranco Veneto una società impegnata nell'arredamento e la ristrutturazione di immobili in tutti paesi arabi, con materiali italiani; per 24 anni i fratelli Wali vivono alla luce del sole nel nostro paese, la loro attività professionale procura loro lauti guadagni, tanto che entrambi possono condurre una vita agiata; entrambi hanno mogli e figli italiani, sono titolari di società di diritto italiano e sono contribuenti dello Stato italiano; ma mentre Emad Wali diviene cittadino italiano, Ajad non riesce a perfezionare la documentazione che gli consentirebbe di acquisire la cittadinanza italiana; alla questura di Treviso, infatti, Ajad Anwar Wali, risulta non possedere la cittadinanza italiana e non è dunque titolare di passaporto del nostro paese; il suo permesso di soggiorno risulta scaduto nel 2003, anno in cui Ajad Anwar Wali ha lasciato Castelfranco Veneto alla volta dell'Iraq per aprire lì una filiale della sua azienda; il 31 agosto 2004, nel pieno centro di Baghdad, Ajad Anwar viene rapito pochi minuti dopo aver parlato telefonicamente con il fratello il quale, nel corso della telefonata, ode un forte trambusto e la voce concitata di Ajad che gli dice che alcune persone stavano entrando nello studio e che dopo un quarto d'ora lo avrebbe richiamato per informarlo su ciò che stava succedendo; tuttavia nessuna chiamata perverrà da Ajad nelle ore successive così che Emad decide di chiamare la vicina di Ajad a Baghdad, che lo informa che il fratello e una sua collaboratrice irachena sono stati legati mani e piedi, bendati e portati via di peso da 4 persone armate di mitra; la giovane irachena, collaboratrice dello studio, verrà rilasciata dopo poche ore nella periferia della capitale e, contattata da Emad, riferisce che i rapitori avrebbero accusato Ajad di lavorare per conto del governo italiano; da quel giorno si perde ogni traccia di Ajad e nessun gruppo rivendica il rapimento; le autorità irachene riconoscono apertamente di non svolgere alcuna attività investigativa o informativa per cercare di venire a capo del rapimento, sostenendo che Ajad «è cittadino italiano, e dunque la vicenda è di competenza dell'ambasciata italiana»; in effetti, Ajad Anwar Wali chiede formalmente la cittadinanza italiana nel 2002 e nel 2003 riceve il consenso alla richiesta; per ottenere la cittadinanza manca solo un documento, il «certificato di uscita dall'Iraq», che l'Ambasciata irachena di Roma si rifiuta di concedere alle autorità italiane, determinando l'arenarsi della pratica di cittadinanza; a parere del legale della famiglia Wali, tuttavia, essendo pervenuto il consenso formale alla concessione della cittadinanza - seppur subordinato alla presentazione di un documento marginale - la commissione governativa, che si è espressa favorevolmente alla concessione della cittadinanza ha, di fatto, già reso Ajad cittadino italiano a tutti gli effetti di legge; nella raccomandata inviata ad Ayad Wali, in data 15 aprile 2004, dall'Ufficio territoriale del Governo della Prefettura di Treviso, si legge infatti che «Il Ministero dell'Interno con nota in data 12 febbraio c.a., ha comunicato che sulla domanda di naturalizzazione italiana presentata è stata esperita con esito favorevole la rituale istruttoria»; al di là della formalizzazione della richiesta di cittadinanza italiana, Ayad Wali, residente nel nostro paese da 24 anni, è considerato dai suoi concittadini italiano a tutti gli effetti, come testimonia, tra l'altro, la lettera inviata in data 7 settembre 2004 dal sindaco di Castelfranco Veneto, Maria Gomierato, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri per il tramite dell'Ufficio Territoriale di Governo della Prefettura di Treviso, nella quale si legge che «significative sono state le manifestazioni di solidarietà verso la famiglia del fratello qui residente» e si chiede di «continuare nella ricerca di ogni altra iniziativa e pressione utili per il buon fine della vicenda» -: quali iniziative - soprattutto alla luce del disimpegno annunciato dal Governo iracheno - il Governo italiano abbia messo in campo per ottenere la liberazione di Ayad Wali, e se esso si stia adoperando con tutte le sue possibilità per giungere a un esito favorevole di questa dolorosa vicenda. (4-11069)
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO AFFARI ESTERI 
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