INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10972 presentata da LARATTA FRANCESCO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110222

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10972 presentata da FRANCESCO LARATTA martedi' 22 febbraio 2011, seduta n.437 LARATTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: la dottoressa Angela Riccetti, responsabile medico U.o.s di pronto soccorso del presidio ospedaliero di Praia a Mare (Cosenza), ricopre questo incarico dal 1 o agosto del 2007 (delibera n. 413 del 24 luglio 2007), dopo le dimissioni del responsabile anziano e dopo aver partecipato, unica concorrente, ad avviso per conferimento incarico di responsabile della medesima unita' operativa, indetto dalla ex azienda sanitaria n. 1 di Paola, incarico rinnovato con delibera 5343 del 10 dicembre 2009, dopo valutazione favorevole di apposita commissione; quando e' subentrata come dirigente medico responsabile, non esisteva un vero reparto: i pazienti aspettavano in piedi nel corridoio non essendoci spazi destinati all'attesa, senza nessuna tutela della privacy, la strumentazione e le attrezzature erano vecchie ed insufficienti, il personale medico e infermieristico per la maggior era parte precario; in breve tempo, il pronto soccorso e' cambiato completamente sia dal punto di vista strutturale che organizzativo e funzionale; nel giugno del 2008, la dottoressa Riccetti, in qualita' di responsabile, veniva informata per iscritto, che gli infermieri di turno quella mattina (26 giugno 2008), senza che il medico in servizio ne fosse a conoscenza, visitavano e quindi dimettevano la piccola paziente L.A., falsificando la firma del sanitario; a seguito di tale comunicazione, provvedeva, vista anche la presumibile rilevanza penale del fatto, ad informare la direzione sanitaria per i provvedimenti che la stessa ritenesse di dover assumere, data la gravita' del caso; poiche' continuavano a verificarsi ancora gravi fatti nel servizio, sempre nei turni in cui erano presenti gli stessi infermieri, e poiche' non era stato assunto alcun provvedimento dalla direzione sanitaria di presidio, provvedeva di nuovo (giugno 2009) ad informare la stessa direzione sanitaria e nel contempo inviava lettera, per conoscenza, alla direzione generale dell'Asp di Cosenza; successivamente la dottoressa Riccetti veniva fatta oggetto di atti intimidatori (le venivano recapitati a casa una busta con tre proiettili a mezzo posta, tanti quanti i componenti della famiglia), per cui presentava denuncia contro ignoti; nel frattempo la direzione generale istituiva una Commissione d'indagine, che alla fine del proprio lavoro riteneva di assegnare ad altri reparti gli infermieri in questione, in attesa di un approfondimento dei fatti, per una palese incompatibilita' ambientale e lavorativa; la dottoressa Riccetti inviava informativa anche all'ufficio valutazione rischio clinico dell'Asp di Cosenza; tale deliberato della Commissione aziendale, sarebbe stato disatteso dal direttore sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare. Per cui interveniva la direzione generale dell'Asp per dare corso al deliberato medesimo, che prevedeva l'allontanamento dal reparto degli infermieri in causa; dopo un periodo di tranquillita' e regolare funzionamento del servizio il direttore sanitario del presidio con ordine di servizio del 22 aprile 2010 e del 30 giugno 2010, disponeva il rientro nel reparto di pronto soccorso degli operatori in questione, disattendendo le deliberazioni scaturite dalla commissione e determinando di fatto una situazione di incompatibilita' ambientale e lavorativa all'interno de pronto soccorso che la Riccetti segnalava al nuovo commissario dell'Asp di Cosenza; si precisa altresi' che ad aprile 2010, sono stati messi in atto, inoltre il direttore sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare, tutta una serie di disposizioni che, ad avviso dell'interrogante, hanno messo in condizione il servizio di operare in regime di precarieta' (trasferimento di personale formato, riduzione del personale infermieristico senza motivazione alcuna); nel corso di questi mesi la dottoressa Riccetti veniva fatta oggetto di ulteriori atti intimidatori (taglio delle gomme della propria autovettura, biglietti minatori nello spogliatoio dell'ospedale, nella tasca del camice e da ultimo un biglietto con tre cappi fatti probabilmente con il sangue) e nello stesso tempo, come la stessa denuncia, e' stata colpita da azioni persecutorie e intimidatorie da parte della direzione ospedaliera, tutte circostanziate e dimostrabili secondo quanto sostiene l'interessata (disposizioni di servizio, lettere al commissario dell'Asp abuso di provvedimenti disciplinari, e altro); si precisa ancora, che una ulteriore Commissione interna, disposta dal commissario, con nota ASP n. 52898 del 10 maggio 2010, ribadiva le stesse conclusioni (depositate il 3 giugno 2010) a cui era pervenuta la prima Commissione e che davano ragione sulla sussistenza di una incompatibilita' ambientale e lavorativa e pertanto concludeva: «nelle more che si completino i procedimenti penali e disciplinari in corso, nel rispetto dei ruoli istituzionali, si ritiene opportuno che le parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiente di lavoro, al fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilita', trattandosi di un servizio che opera spesso in condizioni di emergenza-urgenza, e' senza dubbio auspicabile che il clima lavorativo sia improntato alla collaborazione ed alla fiducia di tutte le figure professionali presenti»; a tutt'oggi queste disposizioni sarebbero state disattese, benche' richiamate all'esecutivita' con ulteriore disposizione del 1 o dicembre 2010, dal commissario dell'Asp di Cosenza; oggi, la situazione ambientale e lavorativa all'interno dell'unita' operativa di pronto soccorso e' estremamente preoccupante e pericolosa soprattutto per le conseguenze gravi e negative che potrebbe provocare sugli utenti -: se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra descritto; se, nell'ambito delle proprie competenze, non ritenga di dover intervenire affinche' si evitino conseguenze gravi alla dottoressa Riccetti fatta oggetto di attacchi e minacce alla persona e di vessazioni in ambito lavorativo che le rendono molto difficile svolgere la propria delicata attivita' professionale; se non si ritenga opportuno attivare tutti gli strumenti a disposizione a tutela dell'incolumita' fisica della dottoressa Riccetti. (4-10972)
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