INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10538 presentata da TASCONE TEODORO STEFANO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19950531

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_10538_12 an entity of type: aic

Ai Ministri di grazia e giustizia e della sanita'. - Per sapere - premesso che: la presente interrogazione continua e completa la precedente - n. 4-06748 del 23 gennaio 1995 - sui comportamenti lesivi al dottor Giuseppe Cerrato da parte della clinica neurologica universitaria USL 4 di Parma in relazione a eventi nuovi emersi e che sono opportuni ai fini della indagine che presumibilmente e' in corso; questi eventi nuovi e la rivisitazione di tutta la storia tenendo conto di prove e testimonianze inoppugnabili, evidenziano ancora piu' nettamente le connotazioni da censura penale quali l'associazione a delinquere, l'abuso di potere, il falso ideologico, il mal costume e la mala sanita'; il Cerrato, per tenere lontano la verita', e' stato considerato un visionario, un incapace, un paranoico; solo un'ispezione o un'indagine puo' acclarare la verita' attraverso un'autentica e obiettiva istruttoria e, di conseguenza, questa con la precedente interrogazione sono un dovere civico per tutti; e' opportuno riepilogare la storia del dottor Cerrato e dei "fatti" costituenti l'oggetto di queste due coordinate interrogazioni; il dottor Giuseppe Cerrato e' dall'anno 1975 assistente ordinario ospedaliero di ruolo, prima a tempo definito, ora, dal 1^ gennaio 1993, a tempo pieno presso la clinica neurologica universitaria, ubicata in Parma, via del Quartiere n. 4, struttura convenzionata con l'USL n. 4 di Parma, a direzione universitaria e posta sotto la supervisione della direzione sanitaria della medesima USL; nel 1985 egli veniva comandato presso l'USL n. 6 di Borgotaro (PR), con l'incarico di aiuto corresponsabile ospedaliero di psichiatria; avendo terminato il suo mandato, dal 27 novembre 1986 riassumeva servizio presso la clinica neurologica in base alla delibera n. 692 del 28 marzo 1985, delibera che gli assicurava la conservazione del posto dopo il comando; inizia qui una vicenda che ha dell'assurdo e del ridicolo, e che dura tutt'ora; al dottor Cerrato viene, da allora ad oggi, assurdamente e iniquamente negato quel che prima del suo comando a Borgotaro egli svolgeva regolarmente; inoltre sono state, in primo tempo, messe a sua completa disposizione, come studio, l'uscio, l'atrio, i corridoi e la gabbiola del commesso-portinaio, quando questi aveva terminato il suo turno e questa soluzione, tanto indecorosa quanto illegale e' stata legittimata anche dal dottor Michelotti del TAR di Parma; successivamente nel 1992 gli e' stata riconosciuta la necessita' (diremmo diritto) di una stanza, ove esercitare il suo lavoro medico, per far cessare la relegazione (perche' di cio' si trattava, non certo di spontanea e libera scelta come hanno comunicato, falsamente e omessivamente, gli amministratori all'INAIL) del dottor Cerrato in portineria; e' stata aperta una soluzione alternativa che si puo' solo eufemisticamente definire migliorativa; la situazione e' dunque intollerabile, venendo readicalmente e illecitamente compromessi tutti i diritti al lavoro, compresi quelli alla salute (il Cerrato ha contratto anche una malattia allergica per altro non riconosciuta), oltre i piu' elementari diritti di un dipendente ospedaliero di svolgere normalmente il suo lavoro medico come prima del comando e cioe': quello di guardia medica (cui erano ammessi anche i semplici frequentatori e che per legge dovrebbero essere ammessi solo gli strutturati), della reperibilita', dello studio, dell'aggiornamento professionale e della partecipazione alla didattica; di qualsiasi attivita' assistenziale anche agli allettati, di poter svolgere l'attivita' libero-professionale nell'ambito dei servizi, presidi e strutture dell'USL; di partecipare al servizio di poliambulatorio interno, all'e'quipe addetta agli espianti e la partecipazione al plus orario (negatagli nel 1994), ed essere stato per cinque anni circa in regime di ordine di servizio sia per quanto riguarda l'orario e sia per la sola funzione di consulenza sempre quella da cinque anni. Attivita' di contorno, questa, ma non principale per un assistente data l'estrema limitatezza degli interventi; per cui il dottor Cerrato era costretto a passare tutto il suo tempo a far niente come risulta anche dalle notizie giornalistiche; non avendo avuto diritto a ritornare nella sua stanza, e' stata anche compromessa la sua salute e non si e' voluto riconoscere, commettendo dei reati di diritto oltre che di legittimita', l'ovvio collegamento con le anomale soluzioni logistiche; un esposto a tutte le autorita' istituzionali cittadine per inabitabilita' e insalubrita' di quella "cantina", e' caduto nell'indifferenza, tranne la Procura della Repubblica "che lo ha portato avanti"; come verra' documentato e testimoniato, l'ANAAO si e' ribellata, ma nulla ha potuto nei vari incontri col presidente Cortese prima, e col dottor Pappalepore poi; il dottor Giorgi, da quasi un anno direttore dell'azienda ospedaliera, nel caso in esame, non ha applicato l'aziendalizzazione e si e' comportato come i predecessori dimostrando ancora piu' chiaramente, senza nessun alibi, che cio' e' stato voluto da forze trasversali legate al professor Mancia, alle quali il dottor Giorgi non si e' opposto. Per tal motivo, il dottor Cerrato, si e' rivolto al TAR di Parma, ma la sentenza e' stata sconcertante e per cui e' stato fatto ricorso al Consiglio di Stato; la sentenza del TAR travisa i fatti, presenta una motivazione del tutto illogica, superficiale, insufficiente e in palese contraddizione con le risultanze processuali, limitandosi a riprendere, pari pari e apoditticamente, alcune fuorvianti affermazioni avversarie; e' ancora piu' sconcertante il fatto che nonostante il suddetto lavoratore sia stato ritenuto in piu' circostanze completamente in grado di svolgere la sua attivita' professionale (ha superato un licenziamento, una subitanea riassunzione, una perizia psichiatrica indetta dall'USL, una battaglia giornalistica fatta cadere nel nulla e altro ancora), egli stesso continui a non lavorare (per "decisione" autarchica contra-legem del direttore della clinica) e comunque a "vegetare" nell'istituto in una situazione inqualificabile non potendo disporre neanche dei piu' elementari strumenti logistici ed operativi, quali precondizioni imprescindibili all'esercizio del suo ruolo e pur essendo stipendiato; l'interrogante e' in possesso anche di documentazione della CGIL FP di Salerno e di Parma che denunciano, senza mezzi termini, un comportamento da parte dei vertici di metodi di persecuzione finalizzati a provocare le dimissioni del Cerrato; infatti, a detta proprio di un dirigente sindacale CGIL, si "usano" presso la sanita' di Parma dei sistemi demagogici ormai in disuso anche nelle aziende private; ebbene, la pluralita' dei soggetti, anche assai autorevoli, come ultimamente il Ministro di grazia e giustizia e il Ministro della sanita', non sono riusciti, o nulla hanno potuto ad impedire una soluzione ragionevole del contenzioso e in particolare sulle operazioni di pura omissione o insabbiamento operate a Parma; e' imprescindibile a questo punto, come specchio della trasparenza e democraticita' delle istituzioni, di fronte alla pletora degli indizi e delle documentazioni della disfunzione, presumibilmente dolosa, delle strutture periferiche dello Stato, che lo strumento dell'interpellanza parlamentare trovi la sua logica risposta unicamente nel porre in essere una specifica commissione ispettiva di indagine polivalente super-partes a Parma promossa dai vari ministeri teste' nominati, dalla Corte dei conti e dal Consiglio superiore della Magistratura ai quali la presente e' parimenti inviata; essi hanno la possibilita' e dovere di andare alla fonte e di rilevare la presunta persecuzione in quanto hanno gli strumenti istituzionali per analizzare le prove documentali e testimoniali che sono state precluse e occultate per il passato, per erigere cosi' un muro di gomma mediante cui il Cerrato era un tempo beffato, ridicolizzato e messo fuori legge; queste prove sono una serie di esperienze e dei fatti avvenuti, ampiamente documentati, di cui il Cerrato se ne assume le responsabilita'; tra l'altro, sono gia' quattro mesi che e' stata presentata la denuncia di "diffamazione" presso la Procura della Pretura di Parma nella veste del dottor Gigliotti, ma i testi dal dottor Cerrato indicati non sono stati ancora interrogati, nonostante che la pratica risulti affidata agli ausiliari del giudice (vedi PG), per impedire forse la revoca del nulla-osta di trasferimento; ne' e' stato particolarmente felice lo strano connubio, che per il dottor Cerrato e' stato penalizzante senza nessuna colpa, tra il dottor Gigliotti e il dottor Musiari, dell'ordine dei medici, nella vicenda del 1992; non si ritiene sia stato felice utilizzare lo stesso ordine dei medici di Parma come ausiliario del giudice nelle indagini e nel raccogliere notizie da altri colleghi al fine di demonizzare la persona del Cerrato, ne' sembra che durante l'istruttoria venissero resi di dominio pubblico le delibere di aggiornamento, riportate nella rivista trimestrale dell'ordine, sull'istruttoria del dottor Gigliotti (legate al segreto istruttorio), ascoltando la Scagnelli, con la conseguenza che si aveva pubblica conoscenza della dinamica che ha portato alla denuncia alla Procura della Repubblica senza procedere a informare e a dare una spiegazione dei fatti al Cerrato. Parimenti e' opportuno chiarire per quale motivo il Musiari ha ingannato la Scagnelli forzandola, con una relazione scritta, che ella non voleva fare, e non limitandosi, come lei voleva, ad uno scambio verbale; l'ordine e' stato latitante ed omissivo nel contenzioso col direttore, con l'azienda ospedaliera e con i colleghi di Cerrato dell'amministrazione sanitaria dell'USL, pure in presenza di molti articoli di giornale che parlavano di questo problema e pur avendo la possibilita' con gli articoli del codice deontologico di intervenire e sanare questi presunti contrasti (codice deontologico: Titolo 4^ - Rapporto con i colleghi - Capo I - Solidarieta' tra medici - articoli 67-68-69); e' stato pervicace, tenace, pressante nella fase investigativa dell'istruttoria contro Cerrato e contemporaneamente molto prolifico a propalare, a destra e a manca, pesanti giudizi e presunti comportamenti della sua attivita' privata e della sua vita, desunti dall'istruttoria del dottor Gigliotti che sono oggetto della recente denuncia per diffamazione. Va precisato che tuttora non ci sono in atto procedimenti ufficiali, sia come dipendente ospedaliero sia come libero professionista a carico del dottor Cerrato; lo stesso ordine dei medici e' stato quindi denunciato in questi giorni al Procuratore della Repubblica di Parma per la revoca arbitraria e illegittima di un nulla-osta di un trasferimento a Salerno, gia' deliberato e gia' inviato allo stesso ordine dei medici di Salerno che sottende ancora un'altra persecuzione stravolgendo gli articoli del codice deontologico che dicono inequivocabilmente che la loro azione e' di abuso di potere e di persecuzione e sulla quale comunque la Procura della Repubblica di Parma sta indagando; si cita ancora l'anomala procedura e la scandalosa sentenza del Tribunale amministrativo regionale presso la sezione di Parma; nulla ha sortito anche una "denuncia" dell'associazione medica ANAAO, e nel 1992 e nel 1994, alle autorita' competenti, dove veniva messo in evidenza la persecuzione e altro nei riguardi del Cerrato; inoltre si sperava che la creazione dell'azienda ospedaliera proprio per onorare lo spirito di questa innovazione legislativa che mirava a coniugare la qualita' delle prestazioni mediche con gli indotti positivi in modo multimediale, avrebbe dovuto risolvere il caso di un medico dipendente di una amministrazione pubblica, "pagato per non far nulla" e cio' non e' stato fatto, nonostante gli interventi scritti dell'ANAAO e le normative legislative capisaldo irrinunciabile della legge e della riforma sanitaria, con la quale si passava all'azienda ospedaliera per risanare il bilancio della sanita'; in piu' se non bastasse, il Cerrato, si e' anche ammalato in quei "locali" durante le ore di servizio di una malattia allergica. Nonostante l'evidenza dei fatti testimoniali e documentali, il direttore della sede INAIL di Parma, con procedura illegittima, salvo controprova mai avuta finora, non l'ha riconosciuta come malattia contratta in servizio; il direttore, infatti, ha chiesto e accettato solo la versione degli amministratori che hanno negato ogni responsabilita' in quanto quei "locali" sarebbero stati occupati indebitamente dal Cerrato, anche se cio' non e' vero ed e' agli atti, oltre che nelle prove documentali. Nessun ispettore della sede di Bologna, come di prassi, e' venuto ad effettuare il sopralluogo e ne' questi ispettori hanno richiesto la versione del dottor Cerrato; un suo ricorso non ha avuto seguito; tutto cio' e' accaduto per non determinare l'omissione di atti di ufficio degli addetti ai servizi di igiene e sanita' dell'USL (vedi il Rettore, secondo la convenzione Universita'-USL, il direttore della clinica, l'ufficio di igiene del comune, dell'USL e altri). Infatti in epoca non sospetta rispetto all'accadimento infortunistico, Cerrato aveva inviato l'esposto sulle condizioni logistiche (sui pericoli derivanti dall'ambiente in cui era stato costretto pur avendo l'istituto tanti altri siti logistici) alle varie autorita' e istituzioni cittadine, come e' stato sopra menzionato; il Cerrato ha inviato un esposto sui "locali" al sindaco di Parma, al presidente della regione Emilia Romagna, all'ufficio d'igiene del comune e dell'USL, al Procuratore della Repubblica di Parma e al Prefetto (che ha svolto un'indagine formale mentre dagli altri sopra citati si aspetta ancora); va riconosciuto invece, che solo il Procuratore della Repubblica di Parma, dottor Panebianco, si e' attivato ponendo in essere le proprie competenze e interessando della vicenda la Procura della Pretura di Parma nella figura istituzionale del Sostituto Procuratore della Repubblica dottor Grandinetti. Questi, a quanto risulta, dopo un'approfondita e obiettiva valutazione di eventuali fatti penalmente rilevabili, avrebbe trasmesso le sue conclusioni, per competenza, di nuovo al Procuratore della Repubblica. Tutte queste notizie teste' menzionate e mai venute alla luce prima d'ora, potrebbero rappresentare un premeditato occultamento; la questione sembra tanto piu' grave in quanto e' avvenuta a Parma, citta' come altre dell'Emilia, considerata come punto di riferimento, come qualita' di vita, come cultura della liberta', della democraticita' e dell'uguaglianza; si ipotizza, quindi, un'azione sistematica e continuata di svilimento dell'attivita' professionale del dottor Cerrato, il rifiuto preconcetto da parte dell'amministrazione pubblica, della direzione sanitaria dell'area in cui egli agisce e della stessa direzione della clinica di organizzare situazioni di gestione dell'attivita' eguali per tutti gli operatori dell'area similare: con conseguente suo ripetuto sottutilizzo ed anzi con una sostanziale continuata emarginazione; l'esposizione degli episodi autorizzano a richiedere una esplicita base ispettiva e investigativa del perche' si protragga incomprensibilmente uno stato di indiscutibile offesa alla dignita' professionale e umana di un dipendente pubblico con conseguenze negative per l'immagine esterna dell'amministrazione interessata, del servizio che essa deve rendere ai cittadini e della stessa cittadinanza; l'azione ispettiva e' indispensabile per eliminare ogni sospetto circa le accuse, alquanto motivate, che rivolge a costoro e al fine di verificarne l'autenticita'; dovrebbe essere comune, per tutte le forze impegnate politicamente e socialmente, la volonta' e l'interesse di salvaguardare l'immagine della struttura pubblica cui evidentemente non puo' giovare l'evidenziazione civica di un proprio decadimento esterno di immagine; debbono essere posti in essere tutti gli atti per dare la migliore rappresentazione possibile dell'attivita' del servizio interessato perche' anche attraverso il miglioramento della qualita' continua dei servizi offerti ai cittadini si costruisce l'idea del grado di civilta' di cui puo' disporre una collettivita'; il Cerrato, con quanto scritto e documentato con ricchezza di contenuti e riferimenti documentali inoppugnabili e per la validita' di prove testimoniali, non puo' essere umiliato con una asettica relazione scritta redatta contro documentazioni e testimonianze aventi forza di prova e quanto fatto, a parere dell'interrogante, dimostra quanto sia persecutorio e umiliante tutto cio'. Di conseguenza, occorre inviare un'ispezione a largo raggio, al fine che si faccia chiarezza nell'interesse generale, della buona pubblica amministrazione e del pubblico denaro -: se non ritengano di promuovere un'ispezione idonea alla soluzione del caso illustrato in premessa. L'interrogante deposita contestualmente, presso la Segreteria Generale della Camera, una serie di allegati integrativi del testo, che sono pertanto ostensibili al Governo ed ai membri della Camera. (4-10538)
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