"4/10061" . "Ai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: la variante al piano regolatore generale della citta' di Napoli relativa alla zona interessata dal centro direzionale, adottata dal consiglio comunale il 30 maggio 1983, comportava l'abbattimento dei fabbricati compresi tra via Marino di Caramanico e via Macello; i condomini di tali fabbricati hanno prodotto ricorso contro tale determinazione, ma il comune non ha dato mai riscontro; dopo oltre un anno, il 9 luglio 1984, ad istanza della societa' SFSM il prefetto di Napoli emanava un decreto di occupazione in via temporanea ed urgente degli immobili sopra citati, notificato ai proprietari con invito a lasciarli liberi da persone e cose entro il 31 luglio 1984, altrimenti si sarebbe provveduto ad esecuzione forzata, cio' perche' la SFSM doveva provvedere all'interramento del tratto Taddeo da Sessa-Poggioreale; tale situazione allarmo' gli abitanti e proprietari interessati, i quali in un incontro con il direttore generale della SFSM furono informati del fatto che la variante era stata necessaria perche' la caserma dei vigili del fuoco della zona non era stata costruita conformemente al progetto originale e quindi anche la Circumvesuviana aveva dovuto costruire la nuova stazione nella zona di Poggioreale in difformita' al progetto originario; in seguito ad incontri dei rappresentanti del consiglio circoscrizionale della zona, sollecitati dai cittadini interessati, con prefetto ed assessore all'urbanistica, tali autorita' cercarono di tranquillizzare gli abitanti dell'area assicurando che, prima dell'occupazione degli immobili, sarebbe stata loro garantita una sistemazione e tale assunto era contenuto in una lettera non datata dalla SFSM redatta frettolosamente, e successivamente inviata ai legali di un gruppo di abitanti e proprietari che avevano prodotto ricorsi al TAR. Lo stesso assunto sarebbe stato contenuto in un allegato al decreto di esproprio, mai visto, ne' menzionato nella lettera stessa; intanto il presidente della circoscrizione di Poggioreale convinceva gli interessati a permettere la redazione dei verbali di stato di consistenza degli immobili espropriati nei quali era citata la garanzia che prima dell'inizio di qualsiasi procedura dovesse essere ufficializzato un provvedimento di preventiva sistemazione degli occupanti, ribadendo l'impegno in tal senso della circoscrizione, sancito nei verbali e nei documenti approvati nella seduta del consiglio del 21 aprile 1983, del 28 aprile 1983 e del 16 maggio 1985, laddove esso auspicava che l'amministrazione comunale di Napoli tenesse conto delle esigenze degli espropriati e approvava la variante al planovolumetrico del centro direzionale subordinandola all'impegno del comune di assicurare la permanenza nella zona delle attivita' compatibili e legalmente riconosciute e dell'inquilinato, rendendoli compartecipi, attraverso comitati ed associazioni di categoria, alle soluzioni che sarebbero state elaborate. Inoltre l'ulteriore 15 per cento di edilizia residenziale da realizzare in base alla variante, doveva essere costituita da edilizia convenzionata economico-popolare e quindi di intervento pubblico, anche perche' il comune di Napoli era il proprietario della maggior parte dei suoli nel centro direzionale; nel 1986, nella risposta ad un'interrogazione presentata sull'argomento al Ministro dell'interno, da parte dell'interrogante, si dichiarava che il comune di Napoli avrebbe sistemato gli occupanti dei fabbricati di via Marino di Caramanico nel comune di Volla, realizzando cosi' una \"deportazione\" che avrebbe messo in crisi le stesse attivita' artigianali espletate da molti; a tal proposito il 18 aprile 1986, con un'interrogazione all'assessore competente, il consigliere comunale del MSI Marcello Taglialatela contestava tale \"deportazione\" chiedendo quali provvedimenti si intendevano adottare per garantire quanto assicurato negli anni precedenti dai di lui predecessori e che fine avessero fatto i miliardi stanziati dalla CEE per affrontare i problemi abitativi in questione. Lo stesso assessore Maurizio Cardano, in un incontro con una delegazione degli abitanti degli immobili in oggetto e con il presidente della circoscrizione di Poggioreale, aveva ribadito che la soluzione alloggiativa alternativa subordinava la occupazione e doveva essere individuata solo nell'ambito della citta'; con delibera n. 418 del 30 dicembre 1987 il comune di Napoli, ottenuto il parere dell'UTE, autorizzava la Mededil Spa concessionaria del centro direzionale a proseguire nell'esproprio, tant'e' che sul FAL (Foglio degli annunzi legali) della provincia di Napoli nel giugno 1988 venivano pubblicati i valori degli immobili ai fini dell'esproprio, per cui la stessa Mededil con lettera del 29 marzo 1991 comunicava agli interessati tali valori, peraltro di gran lunga inferiori a quelli effettivi; nel 1990 il comune trattava con gli abitanti di via Marino di Caramanico il loro trasferimento agli alloggi ERP acquistati a Casalnuovo, proponendo una decurtazione dell'indennita' dovuta, ma rifiutando la proposta di procedere all'assegnazione in proprieta', per cui molti espropriati il 28 settembre 1990 inoltravano ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per l'annullamento della delibera del 31 dicembre 1987, n. 48, e della conseguente nota del comune di Napoli del 5 giugno 1990; il 26 marzo 1991 l'assessore al patrimonio Venanzoni invitava con lettera, gli abitanti di via Marino di Caramanico 19, a partecipare al sorteggio degli alloggi ERP di Casalnuovo che si sarebbe tenuto due giorni dopo, affermando che altrimenti si sarebbe provveduto d'ufficio cosi' come fatto con successivo decreto; all'8 maggio 1991 la Mededil spa pubblicava su Il Mattino un estratto del bando di gara per la demolizione dei fabbricati di via Marino di Caramanico e di via Calata Macello; poiche' per il fabbricato di via Caramanico il su citato decreto del comune di Napoli n. 41712 del 16 maggio 1984, prorogato di due anni, e' scaduto il 16 maggio 1991, tutta la procedura risulta illegittima -: se risulti effettivamente essere esistita l'urgenza del decreto n. 41712 del 16 maggio 1984 del prefetto di Napoli, visto che si e' nel 1995; se, piuttosto, non possa il prefetto essere stato tratto in inganno dal comune di Napoli e dalla Mededil che gia' allora ben sapevano che l'interessamento della linea della SFSM doveva essere necessariamente preceduto da lavori di sostanziali modifiche sia al collettore fognario che a quello dell'acquedotto; quali provvedimenti ritengano di assumere al riguardo; per quali ragioni il comune di Napoli si ostini a voler favorire la Mededil e danneggiare i cittadini degli immobili interessati; se, al riguardo, si vogliano accertare eventuali collusioni tra esponenti politici e tale societa'; come sia possibile che non si voglia tener conto della determinazione del consiglio circoscrizionale di Poggioreale condizionante l'adozione della variante; per quali motivi il comune di Napoli abbia richiesto parere all'Ufficio tecnico erariale con delibera n. 4523 del 28 maggio 1987, relativamente ai valori degli immobili da espropriare, sottoponendogli le stime elaborate dal professor ingegner Pietro Basile su incarico della Mededil, per cui i valori espressi con prot. n. 7785/4285/87 del 19 ottobre 1987 risultano ulteriormente ribassati; come sia possibile che un immobile di via Marino di Caramanico sia valutato dalla Mededil al fine dell'esproprio 30-35 milioni, mentre per immobili della stessa quadratura e sicuramente per qualita' inferiore in via Taddeo Sessa n. 180 nel 1987 per analoga procedura aveva ritenuto equo il valore di oltre 200 milioni; per quali motivi la sentenza della Corte costituzionale n. 5 del 1990 sia stata cosi' clamorosamente disattesa; quali giusti provvedimenti vogliano adottare al riguardo; se risulti per quali ragioni il TAR abbia ignorato i vari ricorsi presentati dai cittadini di via Marino di Caramanico; perche' la Mededil abbia offerto in media per ogni singolo appartamento da espropriare di circa 60 metri quadrati in via Caramanico, 50 milioni ai proprietari mentre quelli ERP in via Pigna a Casalnuovo, acquistati dalla stessa, sono stati valutati a parita' di quadratura in media 100 milioni l'uno; se tale politica di sottostima dei valori degli immobili e quindi dei suoli della zona, rientri in un ben preciso disegno ai fini della ventilata vendita di suoli comunali nel centro direzionale a prezzi molto inferiori agli effettivi valori; quali verifiche ed accertamenti intendano disporre al riguardo; come sia possibile che la Mededil ed il comune di Napoli continuino ad operare illegittimamente sulla base del decreto n. 41712 del 16 maggio 1984 del quale e' scaduta anche la proroga biennale; quali iniziative di tutela dei cittadini illegittimamente \"deportandi\" negli alloggi ERP di Casalnuovo si intendano promuovere; se su tutta tale emblematica vicenda la magistratura abbia aperto una inchiesta o voglia al piu' presto aprirla. Quanto precede anche in relazione all'atto ispettivo di uguale contenuto, restato privo di riscontro nella decima legislatura, n. 4-29658 del 4 dicembre 1991. (4-10061)" . "2014-05-14T19:40:57Z"^^ . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10061 presentata da PARLATO ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19950517" . . . "19950517-" . "PARLATO ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE)" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10061 presentata da PARLATO ANTONIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19950517"^^ . "0"^^ . . . . .