INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09970 presentata da PINI GIANLUCA (LEGA NORD PADANIA) in data 20101213

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_09970_16 an entity of type: aic

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-09970 presentata da GIANLUCA PINI lunedi' 13 dicembre 2010, seduta n.407 PINI e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: il giorno 28 ottobre 2010 il consiglio comunale di Ravenna approvava l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza in merito alla relazione conclusiva della commissione comunale di indagine istituita il 6 maggio 2010 a seguito del disavanzo di circa 9,5 milioni di euro dell'ex Consorzio per i servizi sociali (CSS); con tale atto il comune di Ravenna: a) si impegnava a costituirsi parte civile negli eventuali procedimenti penali (ovviamente a carico dei presunti responsabili), al fine di assicurare la piu' efficace tutela, anche di ordine risarcitorio, alla comunita' ravennate; b) chiedeva al liquidatore dell'ex Consorzio per i servizi sociali di collaborare con il gruppo tecnico espressione dei soci, affinche' fossero effettuati, con la massima tempestivita', i pagamenti dovuti ai fornitori dell'ex Consorzio (cooperative sociali); l'attivo del bilancio di esercizio 2009 del comune di Ravenna e' pari a 6 milioni 437 mila euro, come risulta da consuntivo 2009 approvato dalla maggioranza l'11 maggio 2010, e verra' utilizzato per soddisfare il citato punto b) degli impegni presi con la delibera consiliare del 28 ottobre 2010; esistono altre due relazioni redatte dai consiglieri comunali dell'opposizione, una a firma della lista civica LPRA e l'altra del PdL, ad avviso dell'interrogante ignorate ma molto importanti, che evidenziano a fine indagine l'iter che ha portato al 31 dicembre 2009 ad un disavanzo del CSS di ben 9,5 milioni di euro, oltre ai 2 milioni e 383 mila euro gia' versati al 30 novembre 2009 dal comune di Ravenna; il Consorzio per i servizi sociali di Ravenna nasceva nel 1997 tra il comune di Ravenna (quota 52 per cento), il comune di Russi (quota 1 per cento), il comune di Cervia (quota 4 per cento) e l'AUSL (quota 43 per cento); grazie allo statuto e alla relativa convenzione, approvati con delibera dell'assemblea del CSS PG 9/4576 del 30 settembre 1998, modificata con deliberazioni dell'assemblea PG 11/10496 del 24 dicembre 2001 e PG 2/832 del 14 febbraio 2005, l'ente consortile aveva una propria autonomia statutaria, gestionale e amministrativa, era dotato di personalita' giuridica con durata di anni 12 ed era un'azienda speciale pubblica regolamentata dall'articolo 114 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (decreto legislativo n. 267 del 2000); come da statuto e convenzione, l'assemblea consortile era composta dai legali rappresentanti di ogni ente consorziato o dai delegati da essi nominati direttamente, i quali, tra gli altri atti, dovevano approvare i bilanci preventivi ed i conti consuntivi, inviati con tutta la documentazione dal consiglio di amministrazione del CSS; l'articolo 5 dello statuto elenca, pero', alcuni «atti dell'assemblea su cui e' richiesta la preventiva approvazione», indicando, al comma 1, il bilancio preventivo [lettera b)] e il conto consuntivo [lettera c)], per i quali e' necessario il parere degli «Enti consorziati, che sono tenuti ad esprimersi entro giorni trenta (30) dalla data di ricevimento»; il consiglio di amministrazione era composto con nomina diretta da parte degli enti interessati; i precari equilibri finanziari e, di conseguenza, i disallineamenti di bilancio erano evidenti e gia' noti sia agli organi consortili sia agli enti soci almeno a far tempo dal 2008. A pagina 10 e 11 della relazione conclusiva dei consiglieri di maggioranza del 21 ottobre 2010, si apprende che il dottor Alberto Minardi, membro delegato dall'AUSL nel consiglio di amministrazione del CSS, in data 7 giugno 2010 dichiarava durante la quarta seduta della commissione interna di indagine, come i primi dubbi sul corretto andamento fossero stati da lui manifestati gia' nel 2008. Premettendo di essere un medico e in quanto tale di dover svolgere un lavoro all'interno del consiglio di amministrazione in merito alla «governance delle linee sociosanitarie» e non certamente un esperto di bilancio, Minardi proseguiva denunciando che sin dal 2008 vi erano nel CSS «scarsita' di informazioni», ma soprattutto un «atteggiamento eccessivamente "ratificante"», al punto da farlo astenere come da verbale del consiglio di amministrazione del CSS del 3 dicembre 2008, dall'impegnare l'AUSL (anche a seguito di una nota del direttore amministrativo AUSL) in argomenti rilevanti ma ritenuti oscuri, quali soprattutto la proposta di bilancio di previsione 2009; l'astensione dell'AUSL verbalizzata nella seduta del consiglio di amministrazione del 3 dicembre 2008, e' il risultato di tutta una serie di comportamenti del consiglio di amministrazione che andrebbero chiariti e di criticita' che, a detta del dottor Minardi, emersero subito sin dalla sua nomina agli inizi del 2008 (pagina 10 della relazione di cui sopra) e che nonostante i rilievi espressi, a quanto pare, continuarono; appare molto improbabile che gli enti soci consorziati non ne fossero a conoscenza poiche' tutta la documentazione, soprattutto in materia di bilanci preventivi, per statuto e convenzione veniva inviata dal consiglio di amministrazione all'assemblea consortile e da questa per il parere obbligatorio, per legge, agli enti consorziati, ovviamente con il parere del collegio dei revisori dei conti; cio', ad avviso dell'interrogante, induce a ritenere che, quando il presidente dell'assemblea consortile, assessore Pericle Stoppa, nella relazione per l'espressione di parere favorevole sul bilancio di previsione 2008 del CSS, illustrava in consiglio comunale a Ravenna il 27 maggio 2008, avrebbe dovuto essere a conoscenza delle criticita' avanzate, proprio in tema di bilancio di previsione, dall'AUSL; eppure, il consiglio comunale di Ravenna, in data 27 maggio 2008 esprimeva parere favorevole senza alcuna richiesta di indagine istruttoria, nonostante i documenti ed i pareri del comitato dei revisori del CSS; nella seduta del consiglio di amministrazione del 29 settembre 2009, prosegue il dottor Minardi a pagina 11 della sopracitata relazione conclusiva, veniva presentata una bozza per l'approvazione del bilancio di previsione 2009, «visto il parere favorevole espresso dal Collegio dei revisori», ma in quella seduta, su richiesta dello stesso dottor Minardi, veniva fornito il verbale n. 8 dei revisori, dal quale si evinceva, al contrario, una «situazione... critica», con l'invito «ai soci, nel piu' breve tempo possibile... a prendere opportune decisioni al fine di garantire l'equilibrio finanziario del Consorzio»; il 30 settembre 2009 il consiglio di amministrazione provvede a votare un'ulteriore bozza in cui si prevede «di riservare ad un successivo ulteriore atto... l'accertamento degli equilibri di bilancio e adottare, nel caso, i necessari provvedimenti tesi a preservare il pareggio di bilancio»; Minardi, a pagina 12 della sopracitata relazione, dichiara di non aver votato la bozza di modifica di approvazione di bilancio perche', come si legge nella relazione, nel verbale n. 10 del 13 ottobre 2009 i revisori evidenziavano irregolarita' ripetute nel tempo nella gestione del Consorzio. Minardi conclude evidenziando che in quella fase non si considerava l'eventualita' di un disavanzo tanto grave; la gravita' del disavanzo e', invece, evidenziata nella lettera del direttore del CSS, Carlo Savorelli, al presidente dell'assemblea, Pericle Stoppa, datata giugno 2009 e pervenuta al direttore generale per il comune di Ravenna, Carlo Boattini, il 3 luglio 2009, ove a sei mesi dallo scioglimento del CSS si ravvisava un disavanzo di circa 1 milione e 500 mila euro (dichiarazione Boattini pagina 12 della sopracitata relazione); da un anno all'altro, il Consorzio, di fatto in violazione delle norme in materia di contabilita' delle aziende speciali degli enti pubblici consorziati e di bilanci (inclusa la prescritta parita' di bilancio), avrebbe spostato centinaia e poi milioni di euro di costi da un esercizio all'altro dal 2002 fino alla data di scioglimento al 31 dicembre 2009 (durata per statuto fissata in dodici anni). Sarebbero state scaricate dall'anno di competenza a quello successivo fatture passive, quindi costi, per ingenti somme (dal 2002 al 2003, 507.785,99 euro; dal 2003 al 2004, 543.850,58 euro; dal 2004 al 2005, 482.563,93 euro; dal 2005 al 2006, 1.623.342,97 euro; dal 2006 al 2007, 2.268.059,60 euro; dal 2007 al 2008, 3.455.023,08 euro; dal 2008 al 2009, 3.243.609,91 euro); il fatto che le comunicazioni per l'approvazione delle bozze di bilanci di previsione rese in seno al consiglio di amministrazione - almeno dagli inizi del 2008 in poi, emblematica la dichiarazione del dottor Minardi membro dell'AUSL che si asteneva - fossero in totale disaccordo con un dissesto evidenziato dai revisori dei conti, non poteva, ad avviso dell'interrogante, non essere a conoscenza dei membri delegati e nominati dai soci consorziati. Egualmente, l'assemblea consortile avrebbe dovuto essere a conoscenza della situazione dato che il consiglio di amministrazione inviava con la bozza di bilancio di previsione anche il parere dei revisori; egualmente, il presidente dell'assemblea era, poi, direttamente informato dal direttore del CSS a giugno del 2009 del disavanzo con una lettera, che giungeva il 3 luglio al direttore generale per il comune di Ravenna; ed in ogni caso, tutta la documentazione per le previsioni di bilancio, di anno in anno, veniva inviata agli uffici competenti degli enti consorziati; il «parere» dell'ente socio previsto all'articolo 5 dello statuto del CSS, ripreso nella rispettiva convenzione, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 267 del 2000, e' un parere di controllo e/o di vigilanza su alcuni atti fondamentali, quali bilanci economici di previsione pluriennale ed annuale, conto consuntivo, bilancio di esercizio; occorre ricordare che l'esercizio della vigilanza dell'ente socio-consorziato sugli atti fondamentali, quali bilanci di previsione annuale e pluriennale, e' previsto per legge (articolo 114 del decreto legislativo n. 267 del 2000), al fine di perseguire i criteri di «efficacia, efficienza ed economicita'» del consorzio che ha, sempre per legge, un obbligo di pareggio di bilancio; da un punto di vista tecnico, andrebbero individuate le responsabilita' dell'omissione di controllo e vigilanza della documentazione relativa ai bilanci inviata dal CSS al comune di Ravenna; la sesta seduta della commissione comunale d'indagine del 5 luglio 2010 raccoglie, in merito ai rapporti tra comune e CSS, in particolare sul parere del bilancio, quanto riferito dal dirigente capo area politiche di sostegno del comune di Ravenna e dal dirigente capo servizio, Vanna Moro. A pagina 15-16 della relazione di maggioranza testualmente si legge: «la Moro tiene subito a precisare che [...] in tema di bilancio, poi, questo veniva trasmesso all'ente Comune per l'espressione di parere preventivo: piu' in particolare, la delibera del CdA consortile era accompagnata dalla relazione previsionale e programmatica, nonche' dallo schema di bilancio. Pur non rientrando tale compito strettamente nel proprio ambito di competenza, Moro precisa di aver sempre svolto, o almeno cercato di svolgere, un'azione di controllo su alcune voci, a suo giudizio le piu' significative, al fine di verificare la corrispondenza tra il bilancio comunale e quello consortile»; la relazione continua: «È Moro a chiarire come il CSS fosse tenuto a trasmettere le delibere, cioe' gli atti a rilevanza esterna, mentre, per quanto attiene alle relazioni dei Revisori, ammette di aver avuto la possibilita' di visionarle, ma soltanto dopo la deliberazione del bilancio di previsione e di quello consuntivo, poiche' il parere dei revisori risultava allegato alla delibera consortile»; Moro conclude precisando che alla documentazione delle delibere di bilancio del consorzio votate in consiglio comunale veniva allegato anche il verbale dei revisori dei conti; tale verbale tuttavia «perveniva agli uffici a bilancio gia' approvato e, di conseguenza, non era tra la documentazione consultabile dai consiglieri comunali». Quindi il comune di Ravenna, che dal 1997 al 2009 ha trasferito (ovviamente per la propria quota del 52 per cento) al CSS ben 106.801.000 euro di risorse proprie oltre a 27.348.000 euro ricevuti dallo Stato e dalla regione per finanziare e potenziare i servizi sociali, esprimeva parere favorevole sui bilanci preventivi ed i conti consuntivi del CSS con tutta l'allegata documentazione contabile, con un controllo da parte del dirigente capo servizio dell'area delle politiche di sostegno, solo su alcune voci ritenute significative a giudizio della stessa. Il consiglio comunale sembrerebbe, quindi, aver approvato le delibere di bilancio del CSS, praticamente al buio, dal 1997 al 2009; per quanto concerne i crediti al 31 dicembre 2009 la situazione contabile, grazie anche ai 2 milioni e 383 mila euro erogati dal comune di Ravenna (socio al 52 per cento) al 30 novembre 2009, sembrava in ordine. Il comune di Ravenna approvava, infatti, nonostante gli evidenti disallineamenti di bilancio espressi dagli inizi del 2008 dal delegato AUSL, dottor Minardi, il 1 o dicembre 2009 l'assestamento di bilancio di previsione 2009 con il trasferimento di ben 2 milioni e 383 mila euro al CSS al fine di ripianare i conti. Il liquidatore, dottor Cesare Focaccia, in data 2 ottobre 2010 presentava al collegio dei revisori una bozza di rendiconto 2009 che evidenziava un «saldo della gestione dei residui fortemente negativo tanto da far rilevare un disavanzo di euro 1.084.598,30», ipotizzando un disavanzo reale «di gran lunga superiore, poiche' rispetto alla rilevazione delle partite aperte con i principali fornitori si riscontrava che molte fatture da questi emesse per prestazioni» erogate non erano state contabilizzate. Il disavanzo reale, al 3 aprile 2010, di circa 9 milioni e 543 mila euro era cosi' composto: al saldo negativo dell'anno 2009 di euro 1.084.598,30 si dovevano aggiungere euro 4 milioni e 534 mila euro di debiti fuori bilancio emergenti da ben 12.000 fatture, 346 mila euro per debiti di fornitori non circolarizzati, 2 milioni e 232 mila euro di prestiti sull'onore non incassati, e residui anteriori al 2007 di dubbia esigibilita' per 1 milione e 345 mila euro; continuando nella lettura delle relazioni della commissione di indagine, emergerebbe, quindi, che i bilanci del CSS dal 1997 al 2009 raggiungevano il pareggio artificiosamente, poiche', oltre a costi in centinaia di mila euro e poi in milioni di euro che slittavano da un esercizio a quello successivo, come illustrato sopra, sarebbero stati inseriti, almeno nell'ultimo bilancio approvato, anno 2008, crediti inesistenti e/o inesigibili. È noto che esistono nell'area che si occupa del «sociale», e il CSS non fa eccezione, i prestiti sull'onore, erogati a persone e/o famiglie in momentanea difficolta' economica. Si sottolinea che si tratta di un prestito e non di un contributo a fondo perduto, in quanto il richiedente deve comunque avere una disponibilita' di minimo reddituale per il rimborso delle rate di capitale, mentre gli interessi richiesti dalla Banca etica sono posti a carico dell'ente pubblico, come da convenzione. Le banche erogatrici di detti prestiti richiedevano al Consorzio, garante, il rimborso delle rate scadute ed insolute dei prestiti d'onore, somma che dal 1997 al 2009 e' di 306.000 euro; al fine di recuperare i crediti emergenti a causa del rimborso agli istituti di credito convenzionati, che si ricorda ammontavano a 306.000 euro, il consiglio di amministrazione del CSS (verbale del 28 aprile 2009) rinnovava la convenzione con la societa' di riscossione SORIT, pare per 1.000.000 euro, iscrivendo pero' nel prospetto di bilancio la cifra di 2.232.000 euro. Sarebbe cosi' stata operata una sorta di «bonifica» contabile per pareggiare con i crediti stralciati nel bilancio 2008 di 2.318.000 euro, come spiega il direttore del comune di Ravenna, Boattini, durante la 5 a seduta della commissione di indagine del 14 giugno 2010. La SORIT recuperava unicamente 465 euro su 306.000 euro, rimborsati come evidenziato sopra. Risultavano, quindi, cancellati, secondo tale ricostruzione, 2.300.000 euro di crediti verso i soci (ossia i comuni di Ravenna, Cervia, Russi e l'AUSL dell'Emilia-Romagna); come si evince dalla relazione del 1 o dicembre 2009 in consiglio comunale di Ravenna, l'assessore al bilancio, Alberto Cassani, evidenziava la necessita' di un terzo assestamento di bilancio, il piu' pesante, posto che venivano trasferiti al CSS ben 2 milioni e 383 mila euro per il disavanzo dell'ente consortile; l'assessore Cassani precisava, altresi', che i 2 milioni e 383 mila euro venivano coperti in parte con l'attivo del comune di Ravenna per avanzo di esercizio 2008, oltre incasso di contravvenzioni e maggior gettito IRAP, e in parte con 861 mila euro di fondi regionali a specifica destinazione, senza specificare quale fosse la specifica destinazione; emergono molti dubbi sul rispetto delle norme di bilancio e di contabilita' di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 da parte del comune di Ravenna, che destina fondi a specifica destinazione regionale al ripiano del disavanzo del CSS, derivante non da andamento di gestione, ma da contabilita' gestite, secondo l'interrogante, in modo molto discutibile; il disavanzo di ulteriori 9,5 milioni di euro del CSS, esposto dal liquidatore ai primi di aprile del 2010, pur evidenziando altre situazioni che inquadrano possibili responsabilita', non e' altro, ad avviso dell'interrogante, che la prosecuzione del danno economico iniziato e perfezionatosi a novembre 2009; la denuncia in procura del sindaco di Ravenna dopo il 17 aprile 2010, quando il liquidatore evidenziava il «buco» contabile del CSS in tutta la sua pregressa enormita', appare all'interrogante tardiva almeno per il bilancio di previsione 2009; dai fatti esposti sembrerebbero emergere, quindi, a giudizio dell'interrogante, gravi omissioni nelle attivita' di vigilanza e controllo, previste per legge direttamente in capo agli enti consorziati dal decreto legislativo n. 267 del 2000; inoltre, il 28 ottobre 2010 il consiglio comunale di Ravenna approvando l'ordine del giorno (PG 110267/2010) chiedeva al liquidatore dell'ex Consorzio per i servizi sociali di collaborare con il gruppo tecnico espressione dei soci, affinche' fossero effettuati, con la massima tempestivita', i pagamenti dovuti ai fornitori dell'ex Consorzio; su questo spinoso lato della vicenda del CSS occorre evidenziare come a pagina 4-5 della relazione conclusiva della commissione di indagine a firma dei consiglieri di opposizione Ancisi e Spadoni, sono sottolineate alcune anomalie in merito all'aggiudicazione di appalti pubblici tra cooperative sociali e CSS; infatti, la verifica delle voci che hanno portato ed ampliato il disavanzo del CSS dal 2002 al 2009 porterebbe ad individuare diversi aspetti di dubbia regolarita' sul piano amministrativo-contabile. Sono esemplificative le modalita' di aggiudicazione dei bandi di gara, che vedevano un'unica cooperativa sociale partecipante e ovviamente vincitrice, nonche' l'applicazione non corretta dei contratti poliennali, alcuni addirittura con durata di ben 9 anni, con revisione dei prezzi che risulterebbe in contrasto con l'articolo 115 del codice dei contratti pubblici (decreto legislativo del 12 aprile 2006, n. 163). In sintesi, l'indice di revisione dei prezzi, contrattualmente concordato annualmente tra CSS e cooperative sociali e fissato in ragione, per il personale, del 70 per cento della variazione del costo del lavoro e, per i servizi generali, del 30 per cento dell'indice medio annuale dell'ISTAT, e' notevolmente superiore a quello previsto obbligatoriamente per legge (articolo 115 e articolo 7 del codice dei contratti pubblici). Quindi maggiori costi per il CSS e ora per la nuova azienda per i servizi alla persona (ASP), che e' subentrata nell'erogazione dei servizi sociali, ed un maggior introito per le cooperative sociali, in difformita', come gia' detto, dall'articolo 115 del codice dei contratti pubblici. Il danno all'erario aumenta se si considerano le richieste del pagamento del «quarto d'ora» aggiuntivo richiesto dalle cooperative sociali per il trasferimento del proprio personale da un domicilio all'altro nell'assistenza domiciliare, cosa che risulterebbe in aperto contrasto con il contratto che nasce dalla gara pubblica, ove il capitolato prevede in tale ipotesi solo il pagamento strettamente orario del servizio erogato; un'ultima analisi sui debiti fuori bilancio del CSS evidenzierebbe pertanto, ancora una volta, non solo l'omesso dovere di vigilanza dell'ente territoriale sul consorzio, previsto per legge, ma anche una condotta molto discutibile, che andrebbe valutata anche dal punto di vista delle eventuali conseguenze penali; nella seduta consiliare del 29 ottobre 2010, a pagina 11, il sindaco del comune di Ravenna esprimeva la scelta del comune di pagare le fatture passive dei fornitori prima di quelli iscritti a bilancio e, poi, nel 2011 anche di quelli fuori bilancio; il comune non puo' riconoscere debiti fuori bilancio derivanti da coperture di disavanzi del consorzio, perche', in questo caso, il CSS non aveva rispettato dal 2002 in poi il pareggio di bilancio, come previsto dall'articolo 194 del decreto legislativo n. 267 del 2000; i sindaci dei comuni di Ravenna, Russi e Cervia, da gennaio 2008 hanno costituito un'azienda pubblica di servizi alla persona (ASP), che ha continuato, da gennaio 2010, la gestione delle attivita' del disciolto CSS, gravandosi soprattutto delle difficolta' derivanti dalla mala gestio del CSS, compresi debiti e dubbi contratti con i fornitori; a novembre 2010 il nuovo direttore dell'ASP ha dichiarato che l'azienda pubblica ha un disavanzo di circa 400 mila euro; in considerazione di tutto quanto sopra esposto, sarebbe opportuno evitare che lo schema dei dissesti di bilancio dal 2002 al 2009 del disciolto CSS, che ha determinato enormi conseguenze sulla collettivita', si riverberi e prosegua con la gestione e contabilita' dell'ASP -: se si intendano assumere iniziative, anche tramite i servizi ispettivi di finanza pubblica, per verificare la regolarita' della gestione amministrativa, contabile e finanziaria degli enti locali di cui in premessa, alla luce delle evidenti anomalie che sembrano aver caratterizzato la gestione dell'ex Consorzio per i servizi sociali; se siano state avviate indagini in relazione alla vicenda di cui in premessa. (4-09970)
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20101213- 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09970 presentata da PINI GIANLUCA (LEGA NORD PADANIA) in data 20101213 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
STUCCHI GIACOMO (LEGA NORD PADANIA) 
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4/09970 
PINI GIANLUCA (LEGA NORD PADANIA) 

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