. . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09403 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101111" . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-09403 presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI giovedi' 11 novembre 2010, seduta n.394 ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che: secondo quanto riporta un servizio tratto dal programma televisivo Report del 31 ottobre 2010, l'11 aprile 1991 la petroliera Haven si incendia nel porto di Genova: si tratta della piu' grande catastrofe ambientale del Mediterraneo. La Haven poteva trasportare fino a 230 mila tonnellate di greggio: quel giorno nelle cisterne ce n'erano 144 mila; nell'estate 2010 presso il porto di Savona, come ad ogni alba, gli uomini del peschereccio Bacicin si preparano per uscire in mare: intorno al relitto della Haven e' vietata la pesca anche se e' facile riconoscere un gruppo di barche ferme proprio in quell'area, perche' il mare e' ricco di pesce. Il peschereccio Bacicin si porta a circa 4 miglia e mezzo di distanza dal relitto, quindi in una zona decisamente meno contaminata, e li' getta le reti: da oltre 20 anni il mare sui fondali e' ancora pieno di petrolio «molle», che i pescatori devono scartare per recuperare un po' di pesce. Finita l'operazione «pulizia», rigettano il catrame solidificato in mare. Oltre al petrolio lanciano in mare lattine e bottiglie; addirittura due terzi del pescato e' catrame. I pescatori cercano di salvare il pesce pulendolo in fretta affinche' le temperature estive non sciolgano il petrolio sporcando il raccolto. Tentano soprattutto di recuperare i pregiati scampi e gamberi tanto richiesti dai mercati. Per salvare il pesce lo puliscono con il «gattuccio», una sorta di carta vetro; quanto, tuttavia, e' proprio sporco lo passano con l'olio d'oliva; inoltre, i pesci depositano le uova sui resti di petrolio solidificato (uova di moscardino) perche' li confondono con pietre; se i pescatori fossero stati dotati di opportuni contenitori e fossero stati educati ed incentivati a raccogliere il rifiuto e a smaltirlo una volta a terra, in vent'anni di attivita', loro che rastrellano i fondali per pescati sempre magri, avrebbero ripulito il mare. Al contrario, ai pescatori quasi non viene ritirato l'olio esausto, pertanto comprare fusti per contenere il petrolio risulta decisamente sconveniente, considerato che nessuno lo ritirerebbe; non si deve dimenticare il fattore disinformazione: la maggior parte della popolazione non sa, infatti, che in quel mare c'e' petrolio, perche' il mare sembra pulito. Il petrolio e' ancora li' perche' nessuno si e' preoccupato di asportarlo; nel 1995, a quattro anni dal disastro della Haven, i ricercatori dell'ICRAM (Istituto per la ricerca applicata al mare), incaricati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio di preparare un piano per la bonifica, si calano con un batiscafo fino a 700 metri di profondita' per trovare distese interminabili di catrame e pesci rintanati negli anfratti di bitume; Ezio Amato, allora responsabile scientifico del Governo per la bonifica Haven, spiega: «Il problema di questi residui di idrocarburi e' che sono una sorgente di molecole teratogene, cioe' capaci di indurre prole malferme, e cancerogene». Continua: «Nel corso del tempo abbiamo trovato, ad esempio, pesci che vivono a stretto contatto col fondo, si e' potuto notare come una specie in particolare mostrasse sintomi di tumore al fegato, in ragione significativamente superiore a quella dei pesci della stessa specie pescati in altre zone». Si e', tuttavia, deciso di non fare nulla, come se il problema non esistesse; Milena Modena, biologa marina, afferma: «La maggior parte delle persone non sanno che c'e' catrame sul fondo, ma anche molte istituzioni. Perche' non sono ancora stati fatti degli studi mirati a capire quanto catrame c'e' nei fondali. [...] Dopo vent'anni la mappatura dei fondali non e' ancora stata fatta»; dopo l'incidente, nel 1992 l'Eni e l'Iri stimano il danno in circa 2.000 miliardi di lire. Il Governo Andreotti avvia un accordo, poi ratificato da Prodi nel 1998 con gli armatori, l'assicurazione e il Fondo internazionale per l'inquinamento da idrocarburi, che pero', dopo l'incidente della Haven aveva modificato il protocollo in materia di risarcimenti. Inoltre, nel 1992, si decide che fossero da pagare soltanto le misure di ripristino tecnicamente «ragionevoli»; alla fine l'Italia ottiene dal Fondo un risarcimento di soli 117 miliardi di lire: una miseria rispetto ai 2.000 stimati da Eni e Iri che non bastano per bonificare il mare; «In una lettera di Ronchi a Romano Prodi del 1996 chiedeva, tra l'altro, di uscire dal fondo su nostro input» - spiega Stefano Lenzi, responsabile ufficio legislativo del Wwf - «In realta', quando il Governo italiano si sedeva ai tavoli del Fondo, sosteneva e appoggiava le tesi del Fondo stesso e quindi degli interessi economici che stavano dietro a questa partita. E l'Italia, e' confermato, ancora oggi e' il secondo contribuente a livello mondiale [...] perche' e' trasformatore di petrolio». L'Italia non aveva dunque interesse, avendo una quota cosi' importante, ad ottenere un risarcimento del danno ambientale; nel 1999 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio destina i fondi del risarcimento alla regione Liguria che li distribuisce in tal modo: 32 miliardi di lire per gli interventi della bonifica in mare, piu' di 62 miliardi, invece, ai comuni colpiti. Ad Albisola li utilizzano per riqualificare l'ex ferrovia e sistemare la passeggiata degli Artisti, a Cogoleto per sistemare la passeggiata lungomare, ad Arenzano per il depuratore. Tutto cio' nonostante la Corte dei conti, nel 2000, avesse dichiarato che non era giusto destinare la maggior parte dei fondi per questo tipo di interventi: bisognava prima preoccuparsi di bonificare il mare, come prevede la legge del 1998; la legge viene disattesa anche perche', ad un certo punto, la regione Liguria decide che e' «opportuno non bonificare il mare», in quanto meno rischioso; non avendo predisposto alcun piano per la bonifica sono avanzati 30 miliardi di lire, in euro 16 milioni circa. Nel 2005, il Presidente del Consiglio Berlusconi decide con un'ordinanza di affidare la gestione della bonifica alla Protezione civile. Il capo della Protezione civile Bertolaso li utilizza per appaltare la bonifica della parte piu' superficiale della Haven. Il resto della petroliera e i fondali, ancora una volta, vengono dimenticati, nonostante nella stessa ordinanza si legga chiaramente che il Governo e' ben consapevole della presenza sui fondali di migliaia di tonnellate di petrolio e dei gravissimi danni che esso provoca all'ambiente; nessuno ha mai piu' indagato sull'argomento perche' i fondi sono stati destinati, tramite ordinanza del 2009, alla messa in sicurezza del sito dell'azienda Stoppani che aveva contaminato di cromo terreni e acqua, oltre ad essere stati utilizzati come ammortizzatore sociale per i lavoratori dell'azienda; ad oggi per la Protezione civile, in mare non c'e' traccia di petrolio, conferma anche il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che tuttavia si dichiara pronto a raccogliere ogni segnalazione e ad effettuare ogni conseguente verifica in merito ad eventuali persistenti situazioni di pericolo per l'ecosistema -: se il Governo sia a conoscenza del disastro ambientale che ancora oggi, a distanza di vent'anni, devasta il nostro mare, con conseguenze evidenti per la fauna e la flora marine e anche per la salute dell'uomo che si nutre dei prodotti di un mare contaminato; se e quali interventi immediati si intendano adottare per fare fronte ad una simile situazione; se sia vero quanto riportato in premessa relativamente al risarcimento da parte del Fondo internazionale per l'inquinamento da idrocarburi; per quali ragioni non sia ancora stata predisposta una mappatura dettagliata dei fondali marini nell'area considerata; per quali ragioni l'ordinanza del 2009 del Presidente del Consiglio dei ministri abbia destinato i fondi rimanenti alla messa in sicurezza del sito dell'azienda Stoppani; se non si ritenga opportuno acquisire elementi in relazione alla qualita' del pescato proveniente dall'area contaminata a tutela della salute pubblica.(4-09403)" . "2014-05-15T00:48:56Z"^^ . . . . "20101111-" . "FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . "0"^^ . "4/09403" . . . "MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . "ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09403 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101111"^^ . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)" .