INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09081 presentata da MASIERO MARIO (FORZA ITALIA) in data 19970409

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Al Presidente delConsiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: in data 31 luglio 1987, alcune aziende italiane ricorsero alla magistratura ordinaria per la tutela dei loro legittimi interessi nei confronti del governo federale della Repubblica di Nigeria, che aveva indebitamente bloccato il trasferimento dei versamenti effettuati in valuta locale da importatori nigeriani a favore delle aziende italiane a copertura di altrettante fatture per l'esportazione di macchinari e merci in Nigeria e non assicurate dalla Sace per incapienza dei fondi, ed aveva preso impegno, con l'emissione di altrettante cambiali, di provvedere direttamente al relativo trasferimento di valuta in sei anni, senza poi onorare i pagamenti sin dalle prime scadenze; tale azione porto' al sequestro cautelativo presso il porto di La Spezia della motonave River Kerawa, battente bandiera nigeriana; il governo di Nigeria, come mera e pura ritorsione, blocco', manu militari, due navi italiane nel porto di Lagos; di fronte a tale atto di ostilita' commesso dalla Nigeria in totale spregio delle consuetudini internazionali, il Governo italiano dell'epoca non trovo' altra soluzione che quella di accontentare le pretese del governo nigeriano facendo revocare i sequestri gravanti sulla motonave River Kerawa mediante l'approvazione, in data 28 agosto 1987, a tempo di record da parte del Ministro di grazia e giustizia, su richiesta del Ministero degli affari esteri, del decreto di reciprocita' previsto dalla legge n.1263 del 15 luglio 1926, con effetto retroattivo; l'iniziativa del Ministero degli affari esteri fu ampiamente stigmatizzata dalla stampa (Il Sole 24 Ore, Italia Oggi, La Stampa, il Giornale, La Nazione, Il Tirreno, Corriere della Sera, articoli di fine agosto 1987), che evidenziava quanto meno la leggerezza e l'inopportunita' dell'iniziativa che espropriava di ogni tutela giuridica le aziende italiane e che cedeva passivamente al ricatto delle autorita' nigeriane; per evitare anche le legittime resistenze espresse dai presidenti dei tribunali che avevano emesso i sequestri, il Ministero degli affari esteri dava assicurazione che avrebbe svolto con la maggior sollecitudine possibile ogni azione in proprio potere per ottenere il piu' pronto soddisfacimento di tutti i crediti vantati dalle imprese italiane nei confronti del governo di Nigeria o di suoi enti, ivi compresa la Central Bank of Nigeria; il Governo italiano reiterava nei mesi successivi, anche attraverso risposte scritte ad interrogazioni di parlamentari, la sua volonta' di non lasciare privi di tutela i cittadini italiani privati, per decreto ministeriale, dei loro legittimi diritti, sanciti dalla Costituzione (emblematica la risposta del sottosegretario per gli affari esteri pro tempore, Mario Raffaelli, del 22 giugno 1988, all'interrogazione presentata dagli onorevoli Costa, Alessandro, Crippa, Caprili e Taddei); la vicenda e' stata oggetto di presentazione di un disegno di legge (n. 969, presentato in Senato in data 7 aprile 1988) di iniziativa dei senatori Azzaretti, Angeloni, Meriggi, esaminato dalla Commissione finanze e tesoro il 15 giugno 1988, il cui iter non e' ulteriormente proseguito a causa dell'opposizione del Ministero del commercio con l'estero, che voleva evitare "un precedente"; il senatore Azzaretti, in occasione della votazione al Senato sulla legge per la regolarizzazione degli extracomunitari, e' intervenuto affermando che non avrebbe votato la legge per porre l'attenzione del Governo e del Senato sulla vicenda, che rimaneva priva del dovuto intervento sanatorio, provocando, oltre tutto, la perdita del posto di lavoro per numerose maestranze; nel frattempo si erano presentate molteplici occasioni al Governo per chiudere positivamente la questione, senza danni e pregiudizi per le parti interessate, attraverso le numerose iniziative nei confronti del governo di Nigeria, quali la sistemazione del debito nigeriano (accordo del 27 febbraio 1989), il riassorbimento delle scorie nocive depositate in Nigeria, da navi italiane (decreto del Ministro per la protezione civile e dei Ministeri dell'ambiente e dell'industria, del commercio e dell'artigianato del 21 giugno e 8 luglio 1989), interventi della direzione generale della cooperazione (9 settembre 1989) ed infine la disponibilita' alla compensazione dei crediti dei cittadiniitaliani con acquisto di greggio offerta dall'allora presidente dell'Eni al Sottosegretario per gli affari esteri pro tempore, senatore Susanna Agnelli, in data 11 gennaio 1990; le aziende italiane, prive degli incassi dei loro crediti verso la Nigeria che si erano trasformati in veri e propri debiti verso gli istituti bancari italiani in virtu' del principio al tempo vigente della "anticipazione obbligatoria", gravata da oneri e da interessi inaccettabili, stanche di attendere che si concretizzassero le continue promesse di intervento da parte del Ministero degli affari esteri, presentarono ricorso avverso il decreto di reciprocita' avanti al Tar Lazio, che ha rimessi gli atti alla Corte costituzionale, che, con sentenza del 15 luglio 1994, ha reso possibile il conseguente annullamento del decreto stesso; nuove autorizzazioni a procedere nei confronti a sequestri di beni nigeriani in Italia non sortirono alcun effetto, non essendo piu' reperibile alcun bene o credito del governo nigeriano; in data 5 luglio 1995 il Senato della Repubblica annunciava all'Assemblea il ricevimento della petizione presentata dai superstiti di questa triste vicenda, che ha trascinato nella disperazione numerose imprese e che ha causato il venir meno di oltre duecento posti di lavoro; la predetta petizione, registrata con il n. 159, veniva assegnata alla X Commissione industria del Senato, che, nella sua 264^ seduta dell'11 gennaio 1996, la discuteva, accogliendola; in data 22 gennaio 1996, la Presidenza del Senato ha invitato la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministro di grazia e giustizia ed il Ministro degli affari esteri, ... "a provvedere in conformita' agli interessi dei cittadini interessati"; l'invito a provvedere e' basato su fondate ragioni, in quanto trae origine dagli incontestabili danni che sono stati causati dalle iniziative prese nel lontano 1987 dal Ministero degli affari esteri e dal Ministero di grazia e giustizia avverso misure cautelative poste in essere in danno di Stato estero da creditori italiani, gia' sopra precisate e considerate; il riconoscimento dei danni causati dall'amministrazione dello Stato darebbe nuova vita ai posti di lavoro che sono stati posti a repentaglio proprio dalle citate iniziative anticostituzionali; la salvaguardia di "superiori interessi" a suo tempo invocata dai Ministeri degli affari esteri e di grazia e giustizia per le iniziative in seguito riconosciute anticostituzionali doveva essere garantita attraverso uno strumento di intervento idoneo ad evitare, senza sacrificio del diritto dei singoli alla tutela giurisdizionale, l'applicazione di misure coercitive su beni appartenenti ad uno Stato estero, quando reputasse tali misure, benche' limitate a beni "privati", suscettibili di provocare reazioni pregiudizievoli all'interesse nazionale. In vista di tali eventualita' doveva infatti essere predisposta l'offerta del pagamento del terzo, ai sensi dell'articolo 1180 del codice civile; non esistono ragioni atte a giustificare ulteriori ritardi, pregiudizievoli per le aziende coinvolte; il Ministero degli affari esteri ha reiteratamente assicurato il suo impegno a procedere al riconoscimento economico delle ragioni dei danneggiati non contestate nella loro fondatezza giuridica, prefigurando, con la mancata concretizzazione del suo impegno, una forma di ingiustificata inadempienza; la Presidenza del Consiglio dei ministri ha parimenti reiterato anche nella corrente legislatura l'interessamento del Governo a procedere in conformita' alla delibera della X Commissione industria del Senato per quanto in oggetto -: quali provvedimenti urgenti intendano assumere per porre fine alla ormai annosa vicenda che ha gia' causato rilevantissimi danni economici ed occupazionali in zone gia' duramente colpite dalla crisi economica, problema questo che lo stesso Governo ha dichiarato essere prioritario. (4-09081)
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19970409-19971031 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09081 presentata da MASIERO MARIO (FORZA ITALIA) in data 19970409 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
GASTALDI LUIGI (FORZA ITALIA) 
BIANCHI GIOVANNI (POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO) 
LABATE GRAZIA LUCIANA (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) 
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4/09081 
MASIERO MARIO (FORZA ITALIA) 

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SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 
19971015 

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