_:B8a8552298b3e826c7fb2b119909315eb "Atto Camera Risposta scritta pubblicata lunedi' 31 gennaio 2011 nell'allegato B della seduta n. 426 All'Interrogazione 4-09055\n presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa agli atti di tutela archeologica messi in essere dalla soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata e dalla direzione regionale per i beni culturali della Basilicata sul sito di Tempa Rossa in agro di Corleto Perticara e alle successive indagini archeologiche eseguite sull'area e sulla base degli atti in possesso della stessa soprintendenza, si osserva quanto segue. Il sito in questione risulta essere luogo prescelto, prima da ENI spa e poi da Total Italia, quale unico sito possibile per la realizzazione del centro oli a servizio dei pozzi petroliferi del comprensorio circostante in un territorio particolarmente difficile dal punto di vita geomorfologico. Nel giugno 2000 con una nota indirizzata ad Eni spa la soprintendenza per i beni archeologici si e' espressa favorevolmente alla localizzazione del centro oli sul sito di Tempa Rossa, dettando, inoltre, diverse prescrizioni sulla base di un primo sopralluogo effettuato sul sito in data 7 giugno 2000 da parte del funzionario archeologo incaricato. In particolare, la soprintendenza richiedeva di effettuare le ricerche archeologiche preventive con onere a carico della societa' ENI spa, in quanto nel corso di detto sopralluogo il funzionario archeologo incaricato aveva individuato tracce di un insediamento antico e non si escludevano possibili presenze archeologiche nell'area, in quel momento difficilmente individuabili a causa della ricca vegetazione spontanea. Successivamente con decreto della giunta regionale di Basilicata n. 262 del 14 agosto 2001 la regione Basilicata approvava la scelta del sito di Tempa Rossa da parte di ENI spa come luogo idoneo alla realizzazione del suddetto centro oli. Con sopralluogo successivo, effettuato da un altro funzionario della soprintendenza, in un momento stagionale idoneo per la lettura dei dati archeologici di superficie, si evidenziava ancora la presenza di materiali archeologici in superficie e la necessita' di sottoporre a tutela il pianoro di Tempa Rossa con specifico vincolo archeologico diretto perimetrato da una fascia di rispetto da sottoporre a vincolo archeologico indiretto. Sulla base della relazione di detto sopralluogo la soprintendenza avanzava alla direzione regionale della Basilicata proposta di dichiarazione di interesse culturale (emanazione di vincolo archeologico diretto ed indiretto) sul sito di Tempa Rossa secondo le planimetrie allegate alla proposta stessa. Con provvedimento dell'8 settembre 2004 la direzione regionale citata emanava il richiesto decreto di vincolo archeologico diretto ed indiretto sul sito di Tempa Rossa. Successivamente in data 21 dicembre 2002 veniva emanata per il progetto Tempa Rossa la deliberazione CIPE nell'ambito del programma delle infrastrutture strategiche. Nel frattempo ad ENI subentrava la societa' Total spa, alla quale la soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata richiedeva modifiche progettuali «necessarie ad escludere interventi nell'area», su cui gravava la proposta di vincolo archeologico diretto. Nel contempo richiedeva indagini archeologiche preventive sulle restanti aree non interessate dal vincolo, ma ricadenti all'interno del progetto con assunzione degli oneri necessari per la sorveglianza di lavori ed eventuali scavi archeologici. A seguito di successivo incontro tra le parti presso il servizio III del Ministero per i beni e le attivita' culturali, Total Italia si rendeva disponibile ad effettuare gli scavi archeologici preventivi su tutta l'area di Tempa Rossa e ad apportare eventuali modifiche progettuali sull'ubicazione del centro nel caso di rinvenimenti «di significative strutture insediamentali antiche». La soprintendenza per i beni archeologici prendendo atto della disponibilita' di Total spa e della impossibilita' di delocalizzazione dell'impianto previsto per motivi di natura geomorfologica, nonostante l'iter avviato di dichiarazione di interesse culturale del pianoro di Tempa Rossa, concordava l'effettuazione di ricerche archeologiche estensive sul sito di Tempa Rossa «finalizzate a riscontrare la fattibilita' dell'intervento nelle forme previste», riservandosi di «esprimere un parere compiuto in merito» a seguito delle risultanze delle predette verifiche. Similmente alla nota n. 28220 del 14 agosto 2003 della direzione generale per i beni architettonici e del paesaggio la soprintendenza per i beni archeologici con nota n. 18660 del 26 agosto 2003 riferiva di aver concordato con Total Italia, «in assenza di ipotesi alternative di progetto» per l'ubicazione del centro oli, di dover effettuare ricerche archeologiche preventive finalizzate a «riscontrare la fattibilita' dell'intervento nelle forme previste», riservandosi di esprimere un parere compiuto sulla base delle risultanze delle previste verifiche archeologiche. Tale indirizzo era riconfermato dalla soprintendenza per i beni archeologici alla medesima direzione generale con nota n. 22830 del 21 ottobre 2003. Nella stessa nota la soprintendenza prendeva atto della disponibilita' di Total Italia a finanziare gli scavi archeologici preventivi estensivi sull'area di Tempa Rossa, su cui gravava la proposta del vincolo archeologico diretto. Con nota n. 36215 del 4 novembre 2003 la direzione generale per i beni architettonici e del paesaggio richiedeva alla soprintendenza per i beni archeologici, che si riservava «di esprimere il proprio parere... solo a conclusione dei saggi archeologici preventivi», il parere definitivo in merito alla compatibilita' del richiesto vincolo archeologico con la «prevista ubicazione del centro oli». In data 16 dicembre 2003 la direzione generale per i beni archeologici - servizio III richiedeva alla soprintendenza per i beni archeologici un parere motivato e definito sulla questione dopo l'effettuazione delle previste e necessarie indagini archeologiche, per le quali Total Italia si rendeva disponibile. Con nota 26195 del 3 dicembre 2003 la soprintendenza per i beni archeologici riconfermava a Total Italia e alla direzione generale per i beni archeologici - servizio III la propria disponibilita' ad iniziare le ricerche archeologiche concordate con Totale Italia, a cui nel frattempo non si era dato corso per esclusiva volonta' di Total. Total Italia con successiva nota n. 810/03 del 3 dicembre 2003 riconfermava la propria disponibilita' immediata a dare inizio alle previste indagini archeologiche. Ancora con nota n. 27884 del 17 dicembre 2003 la soprintendenza dichiarava di essere in attesa di comunicazione da parte di Total Italia della data di avvio delle medesime ricerche. Avviamento delle ricerche archeologiche Sulla base degli atti sopracitati e a seguito di ulteriori incontri tra Total Italia e soprintendenza per beni archeologici della Basilicata presso la sede di quest'ultima in Potenza-Palazzo Loffredo e a seguito di diversi contatti telefonici in data 10 maggio 2006 si iniziava l'esplorazione archeologica estensiva sul sito di Tempa Rossa, limitatamente all'area soggetta a vincolo archeologico diretto, come convenuto negli accordi predefiniti. Nel frattempo erano sottoposti ad occupazione temporanea da parte di Total Italia i terreni da indagare. Lo scavo era affidato come direzione scientifica ad un funzionario della soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata, supportato nella conduzione dei lavori da collaboratori archeologi e dall'impresa De Filippo Rocco di Maratea, individuata da Total Italia, in possesso dei requisiti richiesti e che nel frattempo aveva provveduto all'assunzione del personale operaio necessario. I collaboratori archeologi, esterni alla soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata, erano incaricati da Total Italia con contratto individuale. I collaboratori archeologi, sotto la direzione scientifica della soprintendenza per i beni archeologici, avevano incarico di controllare l'esecuzione dello splateamento estensivo del pianoro soggetto a vincolo archeologico diretto, eseguendo lo scavo archeologico stratigrafico delle realta' antiche eventualmente individuate con tutta la relativa documentazione scientifica. L'area indagata, soggetta a vincolo archeologico diretto e avente la forma di un grande rettangolo, era suddivisa in una maglia di quadrati di 50 metri di lato, con ulteriori suddivisioni interne di 5 metri e 1 metro di lato, al fine di posizionare planimetricamente gli eventuali rinvenimenti archeologici. Tutta l'area era oggetto di indagine estensiva con l'ausilio di mezzi meccanici per l'asportazione dello strato di humus superficiale. Nelle aree in cui si evidenziavano gia' in superficie indizi di natura archeologica (ad esempio frammenti ceramici o cambiamenti cromatici o di consistenza del terreno) si eseguivano saggi di scavo manuale e in casi con esito positivo si procedeva allo scavo archeologico estensivo eseguito manualmente. Le prospezioni geofisiche nell'area soggetta a vincolo archeologico indiretto Dopo la conclusione delle indagini archeologiche effettuate estensivamente su tutta l'area di Tempa Rossa soggetta a vincolo archeologico diretto, la soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata ha richiesto a Total Italia, come atto di tutela preventiva, l'effettuazione di indagini geofisiche con metodi differenziati (metodo magnetico, elettromagnetico e della tomografia elettrica di resistivita'), successivamente comparati tra loro, nell'area soggetta a vincolo archeologico indiretto, al fine di evidenziare eventuali presenze di natura archeologica non riscontrabili sul terreno. L'area indagata e' stata suddivisa in due ampie zone indicate come zona 1 di circa 38.000 metri quadrati e zona 2 di circa 3.000 metri quadrati a loro volta suddivise secondo maglie regolari. Nella zona 1 sono state riscontrate delle anomalie strumentali, che sulla base di esami incrociati e riscontri sul terreno, sono poi risultate essere di natura non archeologica ed ascrivibili a presenza di oggetti metallici superficiali (pozzi piezometrici, abbeveratoio metallico interrato, materiale ferroso in cumuli di pietrame realizzati dai contadini), a presenza di radi alberi nell'area, e in particolare a limiti di formazioni geologiche con immediati passaggi dai «Flysch di Gorgoglione» ad «Accumuli di frana e colluvioni» riscontrabili altresi' sulle carte geologiche dell'area e nei carotaggi geognostici eseguiti da Total nelle medesime aree. Altre anomalie sono risultate essere ascrivibili ad affioramenti delle rocce di base piu' o meno estesi o presenti subito al di sotto dello strato di humus superficiale, come poi riscontrato con esami diretti sul terreno. Nella zona 2 e' risultata l'anomalia indicata con la sigla An1, che sembrerebbe rappresentare un elemento allungato di circa 40 metri. Tuttavia l'assenza di elementi archeologici in superficie potrebbe indicare la presenza di un elemento non necessariamente di natura archeologica ma comparabile, ad esempio, con una struttura simile ai drenaggi riscontrati nell'area soggetta a vincolo archeologico diretto, in particolare nell'area centrale del pianoro, e aventi la funzione di bonificare in superficie i terreni a forte componente argillosa dalle acque meteoriche o di falda in alcuni punti quasi superficiale. Si precisa che Total Italia, al momento dell'inizio delle prospezioni geofisiche, ha dato pieno assenso ad eventuali interventi di saggi o di scavi archeologici in estensione nel caso di anomalie evidenziate dalle prospezioni medesime. L'area del centro oli e le risultanze archeologiche In base a quanto sopraesposto, si evince che le evidenze archeologiche riscontrate sul sito di Tempa Rossa si distribuiscono solo nel settore orientale ed occidentale del vasto pianoro. Se quelle del versante occidentale (n. 2 fattorie ellenistiche del IV-III secolo a.C. con relativa fornace e sepoltura) risultano essere rilevanti dal punto di vista scientifico e dal punto di vista della conservazione, quelle del settore orientale di eta' tardo-antica risultano essere episodi insediativi di breve durata con strutture mal conservate per i disturbi provocati dai lavori agricoli e dal dilavamento naturale con conseguente dispersione dei materiali su una vasta area del pendio sottostante. Tale dispersione, si evince, come gia' detto, dalle relazioni ricognitive di superficie redatte nel corso dei due sopralluoghi effettuati antecedentemente al provvedimento di dichiarazione di interesse culturale dell'8 settembre 2004 del sito di Tempa Rossa. Circa i materiali piu' antichi di facies enotria del VI secolo a.C., citati nelle due medesime relazioni, dai risultati delle indagini estensive pare trattarsi di frammenti ceramici presenti sporadicamente nell'area, ma solo in giacitura secondaria, provenienti probabilmente da contesti distrutti dai lavori agricoli. Come sopra ricordato, la scelta dell'ubicazione del centro oli su Tempa Rossa da parte di Eni e poi di Total Italia era effettuata sulla base delle caratteristiche geomorfologiche del pianoro, considerato come unico sito nel comprensorio idoneo alla realizzazione delle opere previste, per ragioni di sicurezza e stabilita' geologica. Dal progetto esecutivo del centro oli presentato da Total Italia si evinceva come gran parte dello stesso si collocasse planimetricamente nell'area orientale del pianoro di Tempa Rossa, su aree soggette a vincolo archeologico diretto ed indiretto con il provvedimento di tutela dell'8 settembre 2004. Quindi il previsto centro oli veniva a sovrapporsi sulle strutture tardo-antiche ritrovate nel settore orientale, mal conservate ed ubicate in un areale piuttosto ristretto, nonostante la vasta area su cui il relativo materiale era disperso. Visto il deliberato carattere strategico e il preminente interesse economico nazionale del previsto centro oli di Tempa Rossa; viste le risultanze delle ricerche archeologiche estensive, eseguite su tutta la superficie del pianoro di Tempa Rossa soggetta a vincolo archeologico diretto con onere economico a carico di Total Italia, come precedentemente concordato con questa soprintendenza per i beni archeologici; visto che l'indagine archeologica nel settore orientale aveva evidenziato solo esigui resti di impianti produttivi agricoli (fattorie) di eta' tardoantica (IV-V secolo d.C.) in un'area di limitata estensione; visto che tali resti murari risultavano essere molto lacunosi, come si evince dalla descrizione sopra esposta e dalla documentazione redatta al momento dello scavo; visto il generale cattivo stato di conservazione di dette strutture con un deposito archeologico di esiguo spessore, in gran parte asportato insieme alle stesse strutture dai lavori agricoli e dal dilavamento naturale, che hanno disperso gli stessi materiali archeologici sulla vasta area del pendio sottostante; visto che i resti archeologici, in particolare quelli della struttura B meglio conservata, risultavano essere ampiamente documentati sotto il profilo scientifico e rilevati nel corso dello scavo e che a conclusione dello stesso sul terreno rimanevano solo i resti delle strutture murarie residue, ormai private dell'altrettanto esiguo deposito archeologico scavato e documentato; considerato che detti resti murari, anche quelli meglio conservati della struttura B, risultavano essere di difficile conservazione, in quanto ridotti alla semplice fondazione realizzata con un'unica fila di elementi di pietrame di forma irregolare; visto che in detto settore orientale le aree di effettivo interesse archeologico erano sicuramente molto meno estese del vincolo archeologico diretto imposto con provvedimento della Ddr dell'8 settembre 2004 e che all'intorno per un vasto raggio non si evidenziavano altre evidenze di natura archeologica; visto che le aree interessate dalle presenze archeologiche sopracitate occupavano una superficie complessiva di appena 840,00 metri quadrati circa, compresi gli spazi vuoti tra le stesse strutture A, B e C, a fronte di una superficie di circa 78.000,00 metri quadrati soggetta a vincolo archeologico diretto; la soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata chiedeva con le dovute motivazioni la rimozione delle esigue strutture mal conservate (resti murari tardo-antichi) del settore orientale, al fine di consentire la realizzazione del centro oli, secondo quanto concordato con la soprintendenza, che sulla base delle risultanze archeologiche doveva esprimere il parere finale in merito alla «fattibilita' del progetto nelle forme previste». Nella medesima nota la soprintendenza proponeva una riduzione del vincolo archeologico diretto e indiretto. Tale riduzione sembrava essere atto doveroso per l'insussistenza di evidenze archeologiche diffuse sul pianoro di Tempa Rossa, in gran parte libero dalle stesse, come riscontrato sulla base dei risultati degli scavi archeologici estensivi e delle realta' archeologiche effettivamente presenti nell'area. La soprintendenza non poteva non prendere atto della esigua superficie interessata dalle effettive presenze archeologiche nel Settore orientale di Tempa Rossa a fronte di un'area molto piu' estesa e priva di qualsiasi evidenza di tale natura. In tal modo si restituiva legittimamente al soggetto proprietario l'uso di vasti terreni privi di reali evidenze archeologiche. Sulla base di detta relazione la direzione generale per i beni archeologici chiedeva una proposta di nuova perimetrazione del vincolo archeologico. La nuova perimetrazione del vincolo archeologico diretto e indiretto con richiesta della relativa rimozione degli esigui resti di strutture tardo-antiche e' stata poi autorizzata dal comitato tecnico scientifico per i beni archeologici del MIBAC nelle sedute del 28 maggio 2007 e del 5 luglio 2007. La nuova perimetrazione del vincolo archeologico e' stata poi oggetto di emanazione di nuovo provvedimento di dichiarazione culturale (vincolo archeologico diretto e indiretto) con decreto regionale del 19 settembre 2007 della competente direzione regionale. Attraverso la riduzione del vincolo archeologico diretto ed indiretto e la rimozione dei resti di strutture tardo-antiche del settore orientale si poteva consentire nelle forme previste la realizzazione del centro oli nell'area orientale del pianoro di Tempa Rossa, rispettando gli impegni assunti da questa soprintendenza con Total spa negli accordi sottoscritti al momento di avvio delle ricerche archeologiche preventive ed estensive fatte con onere economico a carico di Total spa. Nel contempo il nuovo provvedimento di tutela comportava la conservazione del vincolo archeologico diretto sulle evidenze archeologiche fin qui individuate nel settore occidentale (n. 2 fattorie ellenistiche, n. 1 fornace con probabilita' di individuare una seconda fornace in area adiacente), mentre Total Italia approvava, come gia' richiesto dalla soprintendenza, la valorizzazione delle strutture antiche qui individuate, consentendone la conservazione in situ. Total Italia, inoltre, sempre con onere a proprio carico, ha assunto l'impegno di sostenere lo studio e l'edizione scientifica di tutte le attestazioni archeologiche rinvenute sul pianoro di Tempa Rossa. Il Ministro per i beni e le attivita' culturali: Sandro Bondi." . _:B8a8552298b3e826c7fb2b119909315eb "20110131" . _:B8a8552298b3e826c7fb2b119909315eb "MINISTRO BENI E ATTIVITA' CULTURALI" . _:B8a8552298b3e826c7fb2b119909315eb . . "FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "1"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09055 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101018"^^ . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA" . "TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . . "ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "20101018-20110131" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09055 presentata da ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20101018" . . _:B8a8552298b3e826c7fb2b119909315eb . "4/09055" . . . . "BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO)" . "BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "2014-05-15T00:46:31Z"^^ . . "Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-09055 presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI lunedi' 18 ottobre 2010, seduta n.384 ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro per i beni e le attivita' culturali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: secondo quanto riporta Maurizio Bolognetti, direzione nazionale Radicali Italiani, un'altra vicenda relativa alle attivita' estrattive in Basilicata riguarda il Centro Oli della Total, che dovra' sorgere a Corleto Perticara (Val Camastra); l'8 settembre del 2004, il direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della regione Basilicata, dottor Paolo Scarpellini, dichiara di «interesse archeologico particolarmente importante» una vasta area ubicata in agro del comune di Corleto Perticara. Scarpellini prende la sua decisione sulla base della relazione redatta dall'archeologo Marcello Tagliente che tra l'altro scrive: «A seguito di un sopralluogo effettuato in localita' Tempa Rossa si e' riscontrata, in condizioni particolarmente favorevoli per la visibilita' del suolo, la presenza di un importante sito archeologico. Al fine di evitare qualsiasi compromissione, risulta, in ogni caso, necessario tutelare, in forme adeguate, il sito archeologico di Tempa Rossa di Corleto Perticara, mediate l'imposizione del vincolo archeologico diretto ex articolo 2 del decreto legislativo n. 490 del 1999 sull'area perimetrata»; tuttavia, poco tempo dopo, ci si accorge che l'area vincolata coincide in parte con il sito su cui dovrebbe nascere il Centro Oli della Total; il 19 settembre 2007, il direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della regione Basilicata, il professor Alfredo Giacomazzi, annulla il regime di tutela diretta, dichiarato con D.D.R. nel 2004 dal suo predecessore Paolo Scarpellini. La decisione viene presa sulla base della relazione scientifica redatta dall'archeologo Salvatore Bianco; come precisato dallo stesso Bianco, gli scavi effettuati in localita' Tempa Rossa, su cui l'archeologo basa le sue valutazioni, vengono finanziati dalla Total Scrive Branco: «A seguito dello scavo estensivo eseguito dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata su tutta l'area soggetta a vincolo archeologico diretto, con onere a carico della Total Italia, si sono del tutto precisate l'estensione e l'entita' delle realta' archeologiche effettivamente esistenti sul pianoro di Tempa Rossa»; insomma, le nuove indagini fanno cadere i vincoli imposti nel 2004 e danno il via libera alla Total per l'insediamento del Centro Oli in localita' Tempa Rossa -: per quali ragioni un luogo riconosciuto importante sito archeologico, a distanza di soli tre anni, sia stato declassificato, alla stregua di una qualsiasi altra area sulla quale avviare attivita' estrattive, determinando una nuova perimetrazione con l'obiettivo di eliminare qualsiasi interferenza con il sito progettato dalla Total; per quali ragioni, inoltre, gli scavi effettuati dal professor Tagliente siano stati finanziati dalla Total, considerata la parzialita' della societa' nella vicenda; se si intenda effettuare un'ampia indagine nell'area descritta, verificando l'effettiva estensione del sito archeologico ed eventualmente rivedendo il progetto di trivellazioni, al fine di salvaguardare il patrimonio ambientale e archeologico della regione Basilicata.(4-09055)" . . "MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO)" . . .